Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 20 - FEBBRAIO 1997

I parchi e la riqualificazione ambientale
Luigi Iorio *


Premessa
La Provincia di Novara è caratterizzata da un cospicuo numero di aree protette (10 tra parchi e riserve regionali) che coprono circa 1'8% del territorio provinciale.
Esse costituiscono un complesso sistema che, oltre a mettere in risalto le molteplici caratteristiche del territorio, rappresentano un elemento di riequilibrio territoriale ed un ulteriore volano per l'economia novarese, la cui valenza turistica può essere ulteriormente esaltata da queste aree che costituiscono un patrimonio irripetibile ed irrinunciabile.

Perché, i parchi
L'industrializzazione, se da un lato ha garantito maggiori disponibilità economiche, di contro ha prodotto profondi mutamenti nel rapporto uomo-natura.
La necessità di poter fruire di un ambiente caratterizzato da spazi verdi, aria ed acque non inquinate, paesaggi incontaminati, nasce proprio dalle aree fortemente antropizzate, poli di sviluppo economico, ma anche esempi di un modello di crescita che è avvenuto a discapito delle risorse ambientali e territoriali.
Appare evidente la necessità di individuare una politica di difesa ambientale, compatibile con adeguate forme di sviluppo socio-economico.
In questo contesto è certamente fondamentale la preoccupazione di salvaguardare aree di limitata estensione, caratterizzate da interessanti peculiarità naturali; ed è quindi logico prevedere l'istituzione di aree protette (Saini, 1985).
Ovviamente l'istituzione non rappresenta la conclusione di un iter procedurale-legislativo ma l'inizio di una nuova strategia politica volta a considerare tutto il territorio soggetto a pianificazione, gestione e tutela.
Limitare l'interesse solo ad alcune aree protette significa ritardare processi di trasformazione
necessari per ridefinire il corretto rapporto delI'uomo con le risorse naturali.
Appare evidente che una corretta tutela del territorio nel suo insieme, consente un'efficace protezione delle zone di particolare pregio.
Un parco potrà essere "accettato" solamente quando la comunità interessata sarà in grado di superare il concetto di parco come vincolo, quindi non elemento di pura protezione, ma, al contrario, di adeguata gestione delle risorse, ovvero di "conservazione attiva" del territorio.
Il parco si deve caratterizzare, quindi, come elemento fruibile ed utilizzabile, ovviamente nel rispetto delle sue identità-peculiarità e della capacità di sopportare l'uomo e le sue attività.
Superare il concetto di pura protezione per arrivare al principio di compatibilità tra attività economico-produttive e conservazione attiva della natura significa legittimare l'esistenza del parco stesso.
Il parco deve diventare uno strumento che qualifica il paesaggio e che genera benessere e produce reddito ed occupazione.
La gestione attiva delle risorse deve favorire la creazione di servizi, a supporto dell'attività del parco stesso.
Ciò consentirebbe di individuare un modello di governo del territorio che rappresenti per le popolazioni interessate un ulteriore momento di coinvolgimento economico-sociale e culturale.
Infatti l'istituzione di un parco richiede la presenza di popolazione attiva tale da soddisfare le esigenze di un complesso ecosistema.
In tal senso il parco può fornire opportunità di occupazione in diversi settori, quali:
  • turismo culturale
  • agriturismo
  • servizi ai visitatori, visite guidate - sistemazioni idraulico-forestali
  • attività artigianali e industriali compatibili con l'ambiente
  • attività agro-selvi-colturali - attività silvo-pastorali- trasformazione di prodotti agro-alimentari
  • ricostituzione e manutenzione di ecosistemi - sperimentazione e ricerca
    e contribuire, in modo attivo, alla riqualificazione ambientale, specialmente in aree ad economia debole e/o soggette, come quelle montane, a fenomeni di abbandono e spopolamento.
    Occorre pertanto chiarire, sin dall'inizio, il significato e gli obiettivi di un parco, attraverso l'acquisizione del consenso partecipato della comunità interessata e la definizione del modello di sviluppo-conservazione dell'area che possa costituire un elemento propulsivo e qualificante non solo per il territorio protetto.

Parchi e territorio
La protezione dell'ambiente mediante l'istituzione di aree protette non deve apparire come un aspetto settoriale, cioè non collegato con le altre politiche territoriali.
Le aree protette non devono essere considerate "musei della natura" o aree da porre sotto una "campana di vetro", ma zone da gestire con regole che permettano nel contempo la salvaguardia dell'ambiente ed un equilibrato rapporto con il territorio circostante.
Ne consegue che le aree protette diventano un aspetto proprio della pianificazione territoriale, in quanto la loro istituzione è subordinata alla formazione di un piano regionale, ovvero alla conoscenza-lettura del territorio che permetta di individuare le aree da salvaguardare.
Accettata tale impostazione, appare evidente la necessità di predisporre lo strumento di pianificazione del territorio protetto.
Il piano d'area costituisce, pertanto, la guida che detta regole, linee di indirizzo, norme di tutela e definisce gli interventi che devono essere attuati. Per questo ultimo aspetto è evidente la necessità di dover disporre, oltre al piano d'area, anche di uno strumento economico-finanziario ad esso strettamente correlato, cioè il bilancio, in quanto solo attraverso una oculata gestione delle risorse finanziarie si può raggiungere una corretta gestione delle risorse naturali. Ma è anche vero che le disponibilità finanziarie non debbano essere reperite solamente all'interno del bilancio dell'Ente di gestione, in quanto l'Ente stesso deve attivarsi nel creare le condizioni affinché, possano convergere risorse/capitali su oggetti/interventi definiti. Una razionale applicazione dei contenuti del piano d'area e del bilancio consentirebbe di raggiungere gli obiettivi che la politica delle aree protette si è data, che si concretizza con il buon governo del territorio.
Per concludere un cenno in merito alle competenze relative alla formazione ed approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale.
La legge 142/1990 affida alla Provincia anche competenze in materia di pianificazione territoriale, che si concretizzano attraverso la formazione e l'adozione del piano territoriale di coordinamento. La legge regionale 36/92 stabilisce che i piani d'area dei parchi sono predisposti in collaborazione tra gli Enti di gestione, Province o Città metropolitane, Comunità montane, Comuni e Regione attraverso conferenze estese ai rappresentanti degli Enti predetti territorialmente interessati. Trascorsi i termini temporali previsti viene adottato dall'Ente di gestione e approvato dal Consiglio regionale.
Con sentenza n. 343 dell'll.05.1991 la Corte costituzionale al`t`erma espressamente la necessaria subordinazione del piano o dei programmi provinciali agli atti di pianificazione territoriale e di programmazione regionale.
Viene così rimarcato quanto previsto dalla legge 142/90 (articolo 3) che demanda alla legge regionale di identificare gli "interessi comunali e provinciali in rapporto alle caratteristiche della popolazione del territorio".
Ne discende che il Ptc provinciale deve uniformarsi agli indirizzi dettati dalla Regione e che la sua approvazione è demandata al Consiglio regionale.
Con legge regionale n. 45/94 è stata sancita definitivamente la partecipazione delle Province alla formazione degli strumenti di pianificazione regionale, in un'ottica di coordinamento e non di conflittualità, che riconosce il Ptc provinciale quale elemento di attuazione di una corretta gestione dell'ambiente e di raccordo tra gli strumenti di attuazione delle politiche regionali, quali i piani d'area dei parchi, ed il territorio circostante.

* Architetto responsabile dell 'Ufficio pianificazione territoriale della Provincia di Novara

Aree protette esistenti in Provincia di Novara

  • Parco naturale Lagoni di Mercurago I.r. 16/05/1980, n. 47 e l.r. 05/04/1985, n. 28 ettari: 470 Comuni interessati: Arona, Comignago, Dormelletto, Oleggio Castello
  • Parco naturale Valle del Ticino I.r. 21/08/1978, n. 53 e l.r. 22/02/1993, n. 10 ettari: 6.136 Comuni interessati: Castelletto Ticino, Varallo Pombia, Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago, Cameri, Galliate, Romentino, Trecate, Cerano
  • Parco naturale Lame del Sesia l.r. 23/09/1978, n. 55 e l.r. 04/12/1978, n. 72 ettari: 946 di cui in Provincia di Novara ettari 45 Comune interessato: San Nazzaro Sesia
  • Riserva naturale speciale Palude di Casalbeltrame I.r. 21/05/1984, n. 26 ettari: 657, Comuni interessati: Biandrate, Casalbeltrame, Casalino
  • Riserva naturale orientata Le Baragge (Piano Rosa) I.r. 14/01/1992, n. 3 ettari: 2.875 di cui in Provincia di Novara ettari 1.153 Comuni interessati: Cavaglio D'Agogna, Cavallirio, Cureggio, Fontaneto D'Agogna, Ghemme, Romagnano Sesia Parco naturale Monte Fenera l.r. 30/03/1987, n. 22 ettari: 3.378 di cui in Provincia di Novara ettari 1.577 Comuni interessati: Boca, Cavallirio, Grignasco, Prato Sesia
  • Riserva naturale speciale Sacro Monte di Orta l.r. 28/04/1980, n. 32 ettari: 13 Comune interessato: Orta San Giulio
  • Riserva naturale speciale del Monte Mesma l.r. 27/05/1993, n. 15 e l.r. 09/08/1993, n. 41 ettari: 52 Comune interessato: Ameno
  • Riserva naturale speciale del Colle della Torre di Buccione l.r. 27/05/1993, n. 15 e l.r. 09/08/1993, n. 41 ettari: 30 Comuni interessati: Gozzano, Orta San Giulio
  • Riserva naturale speciale dei Canneti di Dormelletto l.r. 01/06/1993, n. 16 ettari: 157 Comune interessato: Dormelletto
  • Rapporto superficie Provincia di Novara con aree protette Provincia: ettari 133.879 Aree protette: ettari 10.290 % territorio provinciale protetto: 7,68