Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 22 - SETTEMBRE/DICEMBRE 1997


Esperienze e progetti di sviluppo
Anna Natali *
 

Nel 1997, a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, si sono formate a livello nazionale due aggregazioni di imprese di educazione ambientale, turismo verde, progettazione e altri servizi ambientali. Si tratta di AITEA (Associazione italiana delle Imprese operanti nei settori del Turismo naturalistico e dell'Educazione Ambientale) e di SICOPEA (Sistema Interregionale di Cooperative di Progettazione ed Educazione Ambientale). La prima è una associazione che riunisce 23 imprese di varia forrna giuridica (anche se per lo più si tratta di cooperative); la seconda è invece un consorzio sotto forma cooperativa a responsabilità limitata formato da 9 cooperative. AITEA è nata a febbraio, SICOPEA a settembre. La loro fondazione rappresenta, per tutte le imprese che vi sono coinvolte, un punto di arrivo e insieme un inizio: un punto di arrivo, perché l'una e l'altra sono state create a coronamento di un lungo processo di collaborazione tra imprese, meno formalizzato ma comunque importante; un inizio, perché come aggregazioni nuove, volute con convinzione dalle imprese aderenti, stanno per intraprendere un percorso di auto affermazione più determinata e definita che in passato. In queste pagine si tenta di tracciare un ritratto dell'una e dell'altra, con l'intento di capire chi le ha formate, da quali esigenze sono nate e che cosa si propongono. Prima di passare a questo, vale la pena ribadire che si tratta di due entità di tipo diverso: una è associazione, I'altra consorzio. Questa diversità le caratterizza e le rende, come si vedrà, in qualche misura complementari.
 

AITEA
Le 23 imprese associate in AITEA sono tutte del Centro Nord, salvo due che hanno sede in Sardegna. E questo un tratto comune anche al sistema SICOPEA, all'interno del quale vi è una sola cooperativa del mezzogiomo, che opera in Sicilia.
Che cosa si propone l'associazione? Lo statuto indica quattro finalità: 1) la rappresentanza unitaria politico-sindacale dei soci verso enti pubblici e privati e, in generale, verso terzi; 2) favorire la diffusione del turismo naturalistico anche come espressione culturale; 3) favorire la diffusione dell'educazione ambientale; 4) favorire l'aggregazione e la qualificazione continua delle aziende operanti nel settore del turismo naturalistico e dell'educazione ambientale. E significativo che la prima finalità sia relativa alla rappresentanza sindacale. Questa attenzione è motivata dalle difficoltà che le imprese del turismo naturalistico incontrano nel disciplinare le relazioni di lavoro, e nel decidere che cosa significa "lavorare in regola" rispetto a un sistema di norme costruito in relazione a realtà produttive di tipo assai diverso. L'interesse a occuparsi di questi problemi è connesso anche ad aspetti economici: in particolare alla questione dei rapporti competitivi che si stabiliscono tra imprese che, benché producano servizi simili, sono indotte dall'incertezza normativa ad adottare criteri di comportamento diversi, che si ripercuotono in diverse strutture di costi e livelli di prezzo.
Benché le finalità statutarie non lo dichiarino esplicitamente, un altro intento sostanziale che ha ispirato la creazione dell'associazione è quello di dare visibilità alle imprese di educazione ambientale e turismo naturalistico. Per come queste attività si sono sviluppate in Italia, infatti, le imprese non sono ancora arrivate a emergere quali primari soggetti di offerta: sulla scena i ruoli più importanti sono ancora occupati o dagli enti pubblici, o dalle varie associazioni ambientaliste e organizzazioni di volontariato che, storicamente, hanno cominciato per prime a lavorare in questi settori. In prospettiva, per rafforzare il ruolo delle imprese, AITEA pensa che uno strumento importante sia la certificazione. Soprattutto per le attività di educazione ambientale è già in corso una riflessione sulle regole che possono risultare più adeguate, avendo come riferimento le procedure codificate ISO 14000 e ISO 9000.
Al vertice di AITEA lavora un Consiglio direttivo composto dai Presidenti di cinque società. Attualmente fanno parte del Consiglio i Presidenti di Forestalp, La Lumaca, Habitat, Liguria Trekking e La Montagna. Si tratta di imprese la cui esperienza è ormai decisamente consolidata. Non sono tuttavia le sole, nell'associazione, ad avere alle spalle parecchi anni di lavoro. Quasi tutte le imprese associate, anzi, sono costituite da tempo, alcune addirittura dai primi anni Ottanta: epoca nella quale si tenne, a Reggio Emilia, il primo incontro (e tentativo di coordinamento) tra le cooperative giovanili attive nel turismo naturalistico. In seguito una parte di quelle prime cooperative non riuscì a sopravvivere (ed erano allora veramente molto numerose: si pensi che a Reggio erano rappresentati ben 300 gruppi); altre invece, tra le quali molte delle attuali aderenti ad AITEA, riuscirono a rafforzarsi e continuarono a cercare occasioni e strumenti per consolidare i legami tra loro. Tra le tappe da ricordare, la creazione del consorzio "Altroturismo" (la cui vita però si rivelò densa di difficoltà), e la costituzione dell'associazione professionale delle GAE (Guide Ambientali Escursionistiche) che tuttora resta un punto di riferimento.
Perché le imprese di AITEA hanno deciso di imboccare proprio la strada dell'associazione e non hanno optato per altre forme di collegamento? L'esperienza poco soddisfacente di Altroturismo ha certamente svolto un ruolo, anche se, nella discussione che ha preceduto la scelta, I'ipotesi del consorzio è stata comunque presa in esame. Contro il consorzio ha deposto una valutazione negativa del rapporto costi/benefici. Le singole imprese godono di un rapporto ormai abbastanza saldo col mercato locale e regionale: il consorzio, quale strumento di commercializzazione, si sarebbe potuto giustificare solo alla luce della possibilità di aggredire con successo il mercato nazionale. Questa possibilità è stata giudicata interessante, ma non sufficiente a ripagare lo sforzo necessario.
L'approccio solidaristico svolge naturalmente un ruolo importante all'interno di AITEA. Le imprese che vi aderiscono si percepiscono accomunate da una filosofia di azione e un'etica del lavoro definita, che le porta a stabilire rapporti non solo di collaborazione ma di mutuo sostegno. Questo significa che le esperienze professionali che l'una può avere avuto occasione di sviluppare nel proprio bacino territoriale, sono tendenzialmente suscettibili di diventare patrimonio comune; anche se, come equità vuole, I'investimento fatto per acquisire conoscenze o abilità specifiche deve essere riconosciuto in qualche modo da chi ne richieda poi i benefici. La regolazione dei reciproci rapporti è affidata a una concertazione ampiamente informale. Uno dei punti di orgoglio delle imprese di AITEA è di non essere cresciute all'ombra del sostegno pubblico. La grande famiglia che si incontrò a Reggio Emilia nel 1981, a distanza di quindici anni risulta praticamente decimata: anche questo può essere considerato un indizio dell'assenza di protezioni particolari. E un elemento che va tenuto presente nel cercare di rappresentarsi il clima che si respira all'interno dell'associazione, e importante anche per comprendere l'indirizzo politico-sindacale che l'associazione ha deciso di assumere. Che cosa significa per un' impresa aderire ad AITEA? Le attività che l'associazione ha messo per ora in agenda si possono così riassumere: rappresentanza e promozione culturale; partecipazione a fiere; formazione; certificazione di qualità.
Della rappresentanza già in parte si è detto: alcuni punti di forte impegno riguardano la legislazione del lavoro e il trattamento fiscale, che ovviamente occupano un posto importante nella vita delle imprese. A questi si aggiunge l'elaborazione e l'espressione di posizioni specifiche di natura culturale e politica, in varie sedi e occasioni, non ultima per esempio la Conferenza nazionale dei parchi. Circa la formazione, le necessità che le imprese hanno segnalato, e alle quali l'associazione si sta accingendo a rispondere, riguardano l'aggiornamento normativo, il marketing, e la "capacità di fare sistema". La certificazione, infine, è un punto addirittura dello statuto di AITEA, in termini di realizzazione di "un proprio marchio di qualità che le imprese associate dovranno adottare rispettandone il regolamento approvato dall'Assemblea dei soci".
 

SICOPEA
Le nove cooperative riunite nel consorzio SICOPEA hanno sede ciascuna in una regione diversa. Questa distribuzione territoriale non è casuale, ma è il prodotto della storia di queste imprese, del modo in Cui Si sono consolidate e del particolare legame che hanno sviluppato tra loro.
SICOPEA trae infatti origine dal coordinamento delle cooperative che lavorano in convenzione col WWF Italia. La convenzione prevede che all'interno di ogni regione ci sia una sola impresa "di fiducia" che gode dell'uso esclusivo del marchio WWF. Le attività che formano materia di convenzione sono definite da un contratto quadro nazionale e, per ciascuna regione, da contratti regionali che ne sono ulteriore specificazione. Per l'uso del marchio del panda le cooperative riconoscono all'associazione una royalty.
Date queste premesse, è evidente che il rapporto col WWF ha svolto un ruolo di primo piano nella storia delle cooperative di SICOPEA. In genere esso è stato importante anche nella loro nascita, perché le persone che vi hanno dato vita spesso provenivano da precedenti esperienze di volontariato o semivolontariato svolte nell'ambito dell'associazione ambientalista. Molte delle cooperative oggi riunite nel consorzio sono nate tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta; alcune (Dagala, Il Grande Albero) sono di più recente costituzione.
SICOPEA rappresenta il punto di arrivo di un processo di graduale rafforzamento degli scambi e della collaborazione tra le cooperative accomunate dal rapporto di convenzione col WWF. Questo processo ha avuto inizio nel 1992, nel 1994 ha portato alla creazione di un coordinamento più strutturato e stabile (col nome di Cocò, Coordinamento Cooperative), e infine ha prodotto, per l'appunto, la costituzione del consorzio nazionale. Il consorzio è più oneroso della semplice associazione o dell'associazione temporanea di imprese, ma secondo gli aderenti a SICOPEA permette di presentarsi all'esterno in maniera unitaria, come una vera e propria organizzazione, e dunque di proporsi in maniera più solida e convincente. Anche nella gestione del rapporto col WWF questa maggiore coesione è considerata positiva dalle cooperative.
Quali sono gli obiettivi del consorzio? SICOPEA si descrive così: "Una figura legale riconoscibile, una sede vera, degli impegni precisi, per meglio cogliere quelle opportunità che come singole cooperative difficilmente avremmo potuto fare nostre, sia all'interno del territorio nazionale che in ambito europeo e, perché no, anche oltre." La missione di fondo è ovviamente rafforzare le imprese: aumentare il fatturato, consolidare e allargare la base occupazionale. Su questo sfondo, più specificamente il consorzio si assume due compiti: 1) razionalizzare gli investimenti (il che significa ridurre i costi, o migliorare la capacità produttiva del sistema grazie a investimenti che il gruppo, a differenza dei singoli, può sostenere), 2) riuscire ad ampliare la capacità di risposta al mercato: sia quello interregionale o nazionale (oggi fuori scala per le cooperative singole), sia quello regionale e locale (quando sono richieste competenze differenziate che la singola cooperativa può non possedere tutte al proprio interno).
I settori di attività rappresentati nel consorzio sono cinque: educazione ambientale, formazione professionale, progetti di comunicazione, turismo ambientale, ricerca scientifica. La formazione è sia interna (gestione delle attività della cooperativa, formazione manageriale, gestione dei servizi turistici, costruzione di proposte turistiche), sia esterna (corsi per operatori ambientali e per addetti ai servizi turistici, individuazione di profili professionali, corsi di riqualificazione per cassintegrati). I progetti di comunicazione comprendono la realizzazione di mostre, pubblicazioni, audiovisivi, I'allestimento di centri visita, campagne informative. Nel turismo rientrano i servizi di guida, la progettazione di itinerari e viaggi, I'educazione a una fruizione consapevole delle aree protette. La ricerca scientifica mobilita le competenze di geologi e biologi, e trova sbocco anche in studi e piani territoriali. L'educazione ambientale è il filo rosso comune a tutte le cooperative, e anche la formazione professionale è un'attività ormai ampiamente diffusa. Negli altri settori invece le competenze sono più localizzate. Nel consorzio vige la regola per cui la cooperativa che ha sviluppato una competenza specifica non ancora diffusa alle altre, fa da capo progetto o da punto di riferimento: così accade, per esempio, nel caso di Anima Mundi di Forlì per quanto riguarda la comunicazione, CSA Meles di Padova per l'attività scientifica, Elfo di Perugia per il turismo.
Un altro obiettivo del consorzio, che ne influenzerà l'agenda nel prossimo futuro, è l'affermazione e la difesa della qualità del prodotto, in particolare per quanto riguarda l'educazione ambientale. E ormai molto sentita, in questo campo, I'esigenza di distinguersi sul piano della qualità. Le imprese che offrono servizi educativi e didattici si stanno infatti moltiplicando (nel Veneto, per esempio, se ne contano oggi ben tredici; in Umbria cinque), e SICOPEA intende adoperarsi per affermare su questo mercato la propria identità e il proprio approccio. Il percorso da intraprendere passa dunque per la definizione di regole di certificazione, e la promozione verso l'esterno di un profilo di offerta chiaramente riconoscibile e in grado di orientare la domanda. Analogo sforzo si ritiene necessario, col tempo, anche per le attività di formazione e per quelle turistiche. Infine, come è appena necessario dire, il consorzio vuole essere strumento di rafforzamento e miglioramento della capacità produttiva delle singole cooperative. La creazione di una rete stabile di rapporti è considerata la premessa per realizzare trasferimenti di know how, favorire scambi di esperienze, ottenere una qualificazione crescente dell'offerta complessiva.
Il consorzio è guidato da un Consiglio di amministrazione composto dai Presidenti di cinque cooperative. Attualmente fanno parte del Consiglio i Presidenti di Anima Mundi, CSA Meles, Elfo, Gaia e Maiella.
 



Qualche considerazione d'insieme
E singolare che nel giro di qualche mese, dunque quasi contemporaneamente, siano arrivati a maturazione due distinti percorsi di aggregazione tra imprese, quali quelli descritti. Un effetto di stimolo, o in parte di emulazione, può forse avere avuto un ruolo, ma di certo non è stato determinante. Per spiegarsi la cosa, ben più significativa appare una esigenza di cui si trovano chiare tracce sia in AITEA sia in SICOPEA: quella di trasformare una storia comune, una consuetudine di rapporti, un costume di collaborazione, in qualcosa di più forte e definito: una "tradizione" da esprimere e comunicare all'esterno come fattore di distinzione e di identità professionale. La formazione di queste due reti mostra che ci si sta allontanando dalla fase dell'ambientalismo nascente, quella in cui i valori, la passione e la motivazione potevano sostituire le competenze. Al suo posto, sta avanzando la fase della caratterizazione, della qualità, forse anche delle scuole (in quale campo di attività appena maturo si contano, infatti, meno di due scuole?). L' impressione è quindi di un processo che va verso la codificazione e la modellizzazione.
Il processo di codificazione sta prendendo piede perché serve alle imprese sia in difesa sia in attacco. In difesa, perché cerca di stabilire punti fermi di specificità nel modo di lavorare, organizzare la produzione, disciplinare i rapporti di lavoro: permette quindi di sostenere la richiesta di una regolazione ad hoc, o almeno più sensibile, che tolga le imprese dall'incertezza e dai vincoli insensati, e ne semplifichi e agevoli la vita. In attacco, perché la codificazione porta verso la definizione di identità, la personalizzazione dei prodotti, la certificazione, quali strumenti di competizione. In questo senso, le imprese di AITEA hanno scelto di lavorare sia in difesa sia all'attacco, quelle di SICOPEA soprattutto all'attacco. Tutte però si mostrano consapevoli che il processo di codificazione a cui stanno andando incontro ha due facce, tanto che SICOPEA ha già in progetto di entrare come consorzio dentro l'associazione AITEA: certo per affermarvi la propria presenza, ma anche evidentemente per condivideme le battaglie politiche e sindacali.
Sia l'associazione sia il consorzio appaiono, in questo momento, fenomeni del centro-nord. Su 32 imprese complessivamente coinvolte nei due organismi, sono solo 3 quelle che operano in regioni meridionali. La cultura ambientalista nel mezzogiorno è più arretrata? Il processo di formazione delle imprese e di coordinamento è fermo a due, cinque, dieci anni fa rispetto al nord? Oppure ci sono anche altre ragioni, e il processo di codificazione che al nord sposta il lavoro ambientale dal volontariato e dal precariato all'impresa organizzata lì non è necessario, o addirittura non conviene? I limiti di questo articolo non permettono di affrontare una questione così complicata, ma non sarà una cattiva idea tornare, su questa Rivista, sull'argomento.

* Soc. Eco&Eco

Un ringraziamento per la collaborazione a: Vittorio Molinari, Presidente della cooperativa La Lumaca (Modena) e membro del Comitato direttivo di AITEA, Daniele Vignatelli, Moreno De Angelis, Francesco Pellicano, Presidenti rispettivamente di Anima Mundi (Forlì), CSA Meles (Padova) e Elfo (Perugia), membri del Consiglio di amministrazione di SICOPEA. Per chi volesse segnalare altri casi di imprese: Anna Natali, Eco & Eco - Economia e Ecologia srl, Strada Maggiore 29, 40125 Bologna. tel 051- 6483309 - 6483307 fax 051- 225352 E-mail: eco.eco@bologna.nettuno.it