Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 23 - FEBBRAIO 1998


Libri

L'ordinamento delle aree protette Governo, amministrazione, tutela nella legislazione nazionale, comunitaria e della Regione Abruzzo.
Giampiero Di Plinio-Pasquale Fimiani, CARSA Edizioni


Anche se in questi anni qualcosa è cambiato non sono ancora molti i libri dedicati all'ordinamento delle aree protette. E ancora meno sono quelli che riescono a superare quella soglia 'specialistica' da permettere anche agli operatori istituzionali di verificare come e con quali effetti l'azione politico-amministrativa impatta sulle leggi e la giurisprudenza. Meritano quindi particolare attenzione quegli autori e quegli editori che si cimentano in prove considerate ancora da molte case editrici improbe e fuori mercato. Se poi ciò avviene con riferimenti diretti oltre che agli ordinamenti nazionali ad una realtà regionale, per iniziativa di un editore 'locale' e meridionale ciò merita un apprezzamento aggiuntivo. Questa premessa ci è sembrata doverosa e opportuna nel caso del libro che volentieri presentiamo. Diciamo subito - ma chi conosce un precedente e assai più corposo volume del Di Plinio sul tema non ha bisogno del nostro richiamo - che il libro pur costruito nelle sue due sezioni (la seconda è curata dal Fimiani), sul filo rigoroso dell' esame e della interpretazione giuridica, è ricco di spunti anche positivamente 'provocatori' ancorché opinabili sul piano politico-culturale.
Già nella breve presentazione gli autori parlando 'di buone probabilità che i parchi nazionali siano trasferiti alle regioni' - sembrano voler mettere sull'avviso anche il lettore distratto su quel che bolle in pentola e cosa potrebbe riservarci un dibattito apparentemente tecnico come quello istituzionale. Diciamo pure che per fortuna la prospettiva 'probabile' oggi non è questa. Di sicuro il rievocarla provocherà in qualcuno reazioni allarmate, ma francamente non ci pare che sarà questo il terreno di confronto tra le istituzioni. Questa annotazione ci consente di passare al contenuto del libro che nelle pieghe di un ragionamento sempre molto rigoroso e serrato, propone al lettore, specie nella prima parte, interrogativi e giudizi di portata politico-istituzionale di scottante attualità. Dico subito che affrontando la lettura del libro mi sono chiesto se a 6 anni dalla approvazione della legge valeva la pena di riaffrontarne l'esame in un testo come all'indomani della sua entrata in vigore. Nella seconda parte dedicata a 'gli strumenti giuridici della tutela' le perplessità diminuiscono perché qui non solo l'attenzione si sposta maggiormente sulla situazione abruzzese (presente però anche nella prima parte) ma lo si fa analizzando la legislazione regionale e le modalità con cui essa si è mossa sulla scia della 394 e di altre leggi collegate, tenendo conto delle varie leggi di tutela e delle pronunce in sede costituzionale e giurisdizionale.
Dicevamo dunque di una perplessità dovuta ad una scelta che sembra concedere poco ad uno sguardo più ravvicinato a quel che in questi anni è accaduto concretamente in virtù di questa e di altre importanti leggi a carattere ambientale. Qualche dubbio bisogna dirlo resta, specie quando ci si trova di fronte a giudizi, tanto per fare un esempio, sulla esperienza dei parchi regionali in cui l'autore ravvisa 'una zona d'ombra' laddove alla filosofia della tutela integrale si sarebbe sostituito un diverso modello incentrato sulla 'valorizzazione'. Di Plinio ha ragione naturalmente a denunciare i rischi a cui si va incontro mettendo troppo l'accento, come da più parti si fa, sul parco come occasione e opportunità.
Ma l'esperienza regionale non sembra tutta o prevalentemente racchiudibile nella sfera urbanistica e quindi volta principalmente alla 'valorizzazione' come sostiene l'autore. Certo in mancanza di una legge quadro i 'modelli' regionali hanno risentito di una sperimentazione e di approcci ai quali mancavano validi e sicuri punti di riferimento generali. Generalizzare però non ci pare giusto soprattutto perché non consente fra l'altro di cogliere le 'novità', che non sono poche, della esperienza regionale, la sola a cui peraltro il legislatore ha potuto riferirsi mettendo a punto la legge 394. Non poteva certo rifarsi a quella dei parchi storici. Si dice ancora che le regioni non concepirono i parchi e gli enti di gestione come autorità tecnica bensì come amministrazione del territorio. Insomma dentro la cornice urbanistica.
Ciò sarebbe dovuto fondamentalmente al fatto che la democrazia locale non ha mai avuto alcun primato sul suo ambiente, perché il vero padrone e sempre stato l'economia. Anche qui il giudizio appare troppo tranciante e ignora, o quanto meno mette in ombra, un dato estremamente importante e cioè che non pochi parchi regionali sono nati proprio come risposta della 'democrazia locale' alle pretese di una economia di tipo prevalentemente speculativo. L'autore sembra inoltre contrapporre eccessivamente il rapporto tra protezione ed economia. E pur vero che compito, finalità del parco è quello della protezione. Ma l'occasione di cui talvolta si parla pericolosamente a sproposito può essere davvero una buona occasione se si tiene conto che oggi esercitare anche una tutela integrale, come insiste a definirla l'autore, significa attivare misure ed interventi anche a carattere sperimentale in grado di produrre effetti benefici sul piano più generale, occupazione inclusa. E questo un passaggio molto delicato e fondamentale al quale Di Plinio ha dedicato un approfondito esame anche nel libro precedente. Rimane tuttavia la sensazione di un qualcosa di non pienamente risolto in questa preoccupata denuncia. E questo non permette all'autore di rispondere, a nostro giudizio, efficacemente anche alla questione dell'ente di gestione del parco e della sua natura. Anche qui si sottolinea opportunamente la differenza tra gli enti locali territoriali elettivi e l'ente parco che con i cittadini non ha quel collegamento diretto dei primi. Non convince però l'affermazione che 'le finalità dell'ente parco sono indipendenti e svincolate dalle espressioni dei bisogni e degli interessi delle collettività locali' in quanto mancano del carattere di politicità inteso come generalità dei fini e potere di autodeterminazione dei medesimi per cui tutta la loro attività è direttamente vincolata al fine dominante di protezione della natura. Ma proprio in questa finalità dominante noi vediamo un 'interesse' dei cittadini a cui anche il parco deve in qualche modo rispondere. Non un interesse generale che è riconducibile alle assemblee elettive, ma un interesse strettamente connesso appunto alla protezione le cui implicazioni pratiche ed anche politiche sono molteplici. Sembra insomma, ma potremmo anche sbagliarci, che la protezione per come è concepita dal Di Plinio comporti come condizione sine qua non un suo 'sradicamento' dalla realtà locale, da cui vengono troppo spesso spinte negative e pericolose per la debolezza anche della democrazia locale. Non vorremmo avere forzato e quindi in parte distorto il pensiero dell'autore ma l'impressione anche leggendo questo libro è che la tutela integrale di cui si parla presenti connotati troppo poco 'attivi' rispetto all'ambiente in cui oggi si deve operare. Proteggere in una situazione in cui i soli 'vincoli' non bastano più significa agire, intervenire, pianificare. Ma gestire questo tipo di interventi implica sì, come osserva giustamente l'autore, un governo tecnico amministrativo il quale però deve pur rispondere ad esigenze che non essendo più soltanto quelle della osservanza dei vincoli, implica necessariamente scelte e operazioni che caricano, diciamo così, anche le decisioni tecnico-scientifiche di una valenza più generale di cui l'ente parco non può non farsi carico. Da qui il valore di quel rapporto stretto tra ente parco e istituzioni che non va visto come un rischio ma, questa volta sì, come una necessità e una opportunità. Ma forse alcuni di questi dubbi si sarebbero potuti meglio fugare se il libro avesse preso in considerazione oltre che la norma anche quel che in questi 6 anni è stato fatto in base a quelle stesse norme. Capisco che il libro avrebbe dovuto avere un altro taglio e non è detto che non lo si possa fare nel prossimo futuro visto l'interesse e la preparazione degli autori. Se lo si farà - ci sia consentita una osservazione un po' partigiana sulla bibliografia - sarà però utile attingere anche a quelle fonti (vedi questa rivista) che all'argomento dedicano da anni, in scarsa compagnia, grande attenzione, informazione e documentazione.
Nella seconda parte del libro Fimiani si sofferma sui rapporti e soprattutto le sovrapposizioni tra i vari strumenti di tutela. Un tema questo di grandissima attualità dei cui inconvenienti la situazione abruzzese offre uno spaccato puntuale a conferma che l'attenzione alle realtà regionali paga e meriterebbe maggiore interesse e impegno degli editori. (R.M.)


Diritto all'ambiente
Come combattere le violazioni ambientali usando le leggi e le istituzioni
Maurizio Santoloci - Edizioni Ambiente (f.to 15x23, 168 pp. in bianco e nero, L. 26.000)


Il libro è per tutti coloro che vogliono combattere gli illeciti e i reati ambientali e che, per farlo efficacemente, devono sapere con esattezza quali sono le regole della normativa vigente, quali sono le autorità a cui rivolgersi e come operare caso per caso. La prima parte del volume descrive i principi generali e le procedure formali (chiarendo i limiti di diritto e di correttezza) attraverso i quali può agire il singolo cittadino. La seconda parte fornisce in modo semplice ed esauriente le nozioni generali sulla normativa ambientale, con numerosissimi esempi concreti. Diventa così possibile per tutti intervenire con competenza nelle questioni che riguardano l'urbanistica, l'edilizia, i vincoli paesaggistici, i rifiuti, l'inquinamento delle acque e dell'aria, l'inquinamento da rumore, la caccia e il bracconaggio, la tutela degli animali. Il testo è uno strumento indispensabile per operatori di enti pubblici e di associazioni ambientali, ma è anche una guida preziosa per ogni cittadino che vuole difendere l'ambiente in cui vive e proteggere gli interessi della collettività.


Cartoguida della Toscana
Aree protette e grandi itinerari
Coedizione Vivalda Editori e Ed. AIT Turismonatura (f.to 70x100, L. 12.000, collana Turismonatura).


La cartoguida è uno strumento specifico per il turismo in ambienti naturali, rivolto ai visitatori che desiderano, con uno sguardo veloce o attraverso una lettura più attenta, ricevere un' immagine del Sistema Aree Protette e pertanto dei servizi, delle possibilità di accesso, collegamento, percorribilità degli itinerari. A fronte, la carta geografica segnala: 22 Aree Protette Regionali, 39 Aree Protette Statali, le varie simbologie di interesse turistico e i tracciati di tre Grandi Itinerari Trekking: il Grande Itinerario Apuano-Appenninico (450 km in 33 tappe), tipico percorso montano adatto principalmente all'escursionismo a piedi; il Grande Itinerario Interno Toscano (400 km in 25 tappe), adatto a varie forme di escursionismo a piedi, a cavallo e in mountain bike; il Grande Itinerario Cicloturistico Toscano (1.500 km in 40 tappe), percorso che utilizza la viabilità minore e meno trafficata, indicato per il turismo in bicicletta. Sul retro, la guida riporta circa 1.000 localizzazioni complete di indirizzo e telefono suddivise per A.P.T. (Aziende di Promozione Turistica) 22 Aree Protette Regionali, 39 Aree Protette Statali, 82 ostelli ed alberghi montani e delle aree montane, 100 aziende agrituristiche, 95 aziende bioagrituristiche, 111 centri di turismo equestre, 99 aree attrezzate per camper e campeggi collinari e montani, 145 musei, ecomusei, orti botanici, ville e giardini storici, 43 centri di informazione e documentazione delle Aree Protette.


Birdwatching
Pierandrea Brichetti - Armando Gariboldi
Edagricole, Bologna (pp. XII+228, ill. 150, L. 30.000)


"Osservare gli uccelli", questa è la traduzione letterale della parole inglese "birdwatching"; ma il suo significato, in realtà, è molto difficile da spiegare con le parole, come quasi impossibile è spiegare una qualsiasi esperienza a chi non l'ha mai vissuta. Spiare per ore i voli dei gabbiani e del Falco pellegrino sulla scogliera, osservare le battute di caccia dell'Aquila reale, muoversi nella notte ascoltando i richiami degli allocchi o delle civette diventa più facile se si ricorre all'aiuto di un manuale pratico che parla di uccelli selvatici e di come trovarli e riconoscerli in natura. E il caso di Birdwatching di Pierandrea Brichetti e Armando Gariboldi.
In questo libro non troverete solo descrizioni ornitologiche, ma concrete indicazioni utili per possedere quelle indispensabili "chiavi di lettura" che consentiranno di rendere proficue le uscite in campagna.
L'originalità di questo volume sta nell'avere accorpato in modo organico "tutte" le possibili situazioni che realmente si incontrano durante un'escursione ornitologica, idealmente ricostruita nei principali ambienti e nelle varie stagioni. Accanto alle abituali informazioni sulle caratteristiche delle forme e dei piumaggi, se ne troveranno molte altre relative a come muoversi in natura, alla raccolta dei dati, al riconoscimento dei canti e delle tracce, con particolare riguardo alle specie "problematiche".
Le "Check-list" degli uccelli italiani per categorie fenologiche e per ambienti costituiscono un'ulteriore novità. Un utile manuale per apprendere come, dove e quando fare il birdwatching.