Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 24 - GIUGNO 1998
 

Il primo bilancio dell'attività dell'U.E. sulla gestione sostenibile delle foreste tropicali
Stefania Petrosillo
 

Come noto, la tutela delle foreste tropicali è divenuta da circa una decina d'anni una delle preoccupazioni più importanti nel settore dell'ambiente a livello internazionale e uno dei nodi centrali della Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 su ambiente e sviluppo. L'importanza della loro conservazione è stata ribadita sia dal punto di vista dello sviluppo delle popolazioni locali che della tutela della biodiversità ambientale e del clima. Tutti i paesi tropicali si sono si sono impegnati attraverso l'Accordo Intemazionale sulle Foreste Tropicali, a raggiungere entro il 2000 una gestione sostenibile delle loro foreste, anche se a tale presa di coscienza non sempre sono seguite azione concrete. A livello U.E. tutte le istituzioni hanno preso delle iniziative nel campo della tutela delle foreste tropicali. Il Consiglio Europeo di Dublino nel giugno del 1990, ha lanciato un programma comunitario d'azione, specialmente mirato alle foreste del Brasile. Il Parlamento europeo ha emesso numerose risoluzioni e nel 1991 ha creato una apposita linea di bilancio "Foreste tropicali" (B7-5041, oggi B76201). La Commissione ha trasmesso una prima comunicazione nel 1989 su "La conservazione delle foreste tropicali: il ruolo della Comunità", nel 1993 ha proposto un regolamento per definire la priorità e le procedure delle azioni di cooperazione in questo campo. Il Consiglio ha adottato tale regolamento nel dicembre del 1995. La Commissione ha quindi elaborato un programma d'azione per le tre aree principali, Asia, America Latina e Africa, comprendente azioni di conservazione e gestione, appoggiando gli sforzi dei partners a livello regionale, locale e nazionale. Gli strumenti di cooperazione utilizzati sono principalmente la linea di bilancio specifica, "Foreste tropicali", nonché alcuni strumenti di cooperazione finanziaria e tecnica con i paesi ALA (Asia e America Latina) e la Convenzione di Lomè relativa ai paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Infine, anche alcuni programmi di ricerca si sono occupati del tema: il programma "Scienza e tecnologia per lo sviluppo" e il programma TREES (Tropical Ecosystem Environment Observations by Satellite). Pertanto il credito U.E. consacrato alle foreste tropicali può essere valutato intorno a circa 100 MECU per anno. I principali servizi della Commissione coinvolta a livello gestionale sono la Direzione Generale IB (per l'America Latina e l'Asia), la DG VIII (per paesi ACP), la DG Xl (Ambiente), la DG XII (Ricerca).
Dal 1994 tutti i progetti ricevuti dalla Commissione per la linea di bilancio "Foreste tropicali" (B7-6201 ex B7-5041) sono sottomessi ad un comitato tecnico che riunisce 2 volte all'anno i responsabili tecnici e i 'desks-paese' (responsabili delle relazioni U.E. con il paese destinatario dell'intervento).
I dati che seguono si riferiscono al primo bilancio effettuato dalla stessa Commissione sulla sua attività nel settore.
 

Principali interventi in America Latina
Secondo la FAO, la cooperativa forestale, stimata a 870 milioni di ettari nel l990, diminuisce dello 0.8% all'anno in America del Sud e 1.6% in America Centrale. L'U.E. supporta progetti governativi e riforme economiche che integrino la dimensione ambientale e il rispetto dell'ecosistema forestale attraverso il coinvolgimento della popolazione locale. Il progetto più ambizioso in tal senso è stato messo in opera in Brasile, come programma pilota di gestione delle risorse naturali e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali. Tale programma è stato preparato dalle autorità brasiliane in accordo con la Commissione e la Banca mondiale sotto gli auspici del G7 e del Consiglio Europeo. Il contributo della Comunità, pari a 45,3 MECU (milioni di ECU) dal 1992 al 1995, si è concentrato sulla gestione delle risorse naturali, progetti di dimostrazione, ricerche applicate e riserve estrattive, monitoraggio. Elementi significativi di questo programma sono stati lo studio di una strategia nuova di sviluppo per l'Amazzonia e un interessante esempio di concentrazione internazionale. Attraverso altri importanti programmi, la U.E. ha cercato di stimolare la cooperazione regionale, un progetto nell'area del Patto Amazzonico, per la creazione di una rete di aree protette in sei paesi della
regione (4,3 MECU nel 1992), in America Centrale, un progetto "Frontiere agricole" per aiutare gli sforzi per la diminuzione della deforestazione (11,6 MECU nel 1994), alcuni progetti di sostegno di piani di gestione di zone protette, come la riserva della biosfera dell'Alto Orinoco in Venezuela (6,4 MECU nel 1993) e di Manu in Perù (7 MECU nel 1995); in Colombia, progetti di ricerca di gestione sostenibile attraverso azioni sperimentali (6 MECU nel 1992), in particolare in una zona molto minacciata e fondamentale per la biodiversità (Sierra Nevada di Santa Maria I ,7 MECU nel 1995).
 



Piccolo progettl in America Latina e Asia
Accanto alla cooperazione bilaterale appena esaminata, la U.E. finanzia progetti presentati da ONG Università o comunità di popoli indigeni. Dal 1992 al 1996 sono stati finanziati nei paesi ALA (America
Latina e Asia) circa 60 interventi, per un totale di circa 32 MECU ed un appoggio di circa 535.000 ECU per progetto. La strategia di intervento dei progetti si è concentrata sulle seguenti aree tematiche:

  • gestione sostenibile delle aree protette.
    In molti paesi, solo lo statuto di zona protetta costituisce uno strumento legale relativamente efficace per le foreste, a patto che, evidentemente, alcune condizioni siano garantite, tra cui una corretta gestione (sufficiente dotazione di personale e di budget, chiarezza nella delimitazione delle aree, esistenza di un piano di gestione, ecc) e il coinvolgimento delle popolazioni locali ed indigene (partecipazione alla gestione, benefici diretti e indiretti - legname, caccia, attività turistiche,programmi agroforestali nelle zone tampone, di formazione ecc).
    Un tale approccio integrato tra la conservazione della natura e lo sviluppo durevole delle comunità locali è stato riconosciuto anche dall'UNESCO con il marchi "Riserva Internazionale dell Biosfera" attribuito a zone d'interesse ecologico eccezionale la cui gestione permette di conciliare i due aspetti.
    Inoltre la U.E. attraverso la Federazione Europea dei Parchi Nazionali e Naturali, incoraggia la creazione di partnerariati tra i parchi europei e i parchi e le riserve tropicali.
  • Appoggio alla comunità indigene.
    Un appoggio specifico viene diretto alle comunità indigene che hanno ottenuto il riconoscimento del diritto di proprietà collettivo della terra, come ad esempio in Brasile, Bolivia, Ecuador e Colombia. Questo appoggio viene indirizzato o direttamente alle popolazioni indigene o attraverso ONG locali o ONG europee specializzate in sviluppo.
    In tal modo, una ventina di comunità o organizzazioni hanno ricevuto un supporto finanziario U.E. nei quattro paesi.
  • Sfruttamento sostenibile delle risorse forestali.
    La quasi totalità delle specie produttrici di legname tropicale commerciabile è oggetto di uno sfruttamento incontrollato, destinato in breve tempo a esaurire le risorse disponibili. Al fine di frenare questo processo e di favorire l'introduzione di uno sfruttamento durevole, la U.E. partecipa finanziariamente anche a molti programmi internazionali per la 'certificazione' del legname tropicale, per costituire una garanzia d'origine per il legno prodotto con tecniche sostenibili (tra gli organismi appoggiati: il Center for International Forestry Research - CIFOR- in Indonesia, il Forest Stewardship Council - FSC -; il World Business Council for Sustainable Development).
  • Gestione dell'informazione. Priorità della U.E. è anche favorire l'informazione e la formazione sul tema. Manca una informazione centralizzata sulla evoluzione della copertura forestale sia a livello mondiale che regionale pertanto, l'U.E., attraverso il Centro di Ricerca ISPRA, ha lanciato il programma TREES, il cui obiettivo è quello di sviluppare tecniche per un inventario globale delle foreste, il controllo del fenomeno della deforestazione, la messa a punto di un sistema informatico (Tropical Forest Information System), in collaborazione con un programma FAO (Tropical Forest Assessment) basato sullo studio dell'evoluzione di 140 siti scelti statisticamente. Al fine di fornire ai paesi tropicali l'accesso ai dati necessari per elaborare la loro gestione, la U.E. ha finanziato la messa in opera del GIS (Geographical Information System) in Malesia, in Brasile e in Costa Rica, nonché la creazione di reti regionali di informazione su banche dati già esistenti. Inoltre, è stato apportato un aiuto finanziario a programmi regionali in America Latina, nel bacino amazzonico e nel sud-est asiatico, di divulgazione dei dati scientifici relativi alla flora tropicale. Alcuni altri programmi finanziati hanno l'obiettivo di sperimentare i risultati di alcune ricerche nella riproduzione di particolari specie (in Vietnam), e di migliorare le tecniche di sfruttamento attraverso programmi sperimentali di formazione (in Malesia).
 

Principali interventi in Asia
In Asia del sud e del sud-est, la copertura forestale è di circa 280 milioni di ettari. La FAO stima che la diminuzione della copertura forestale è di circa 3,7 milioni di ettari all'anno (0,8% in Asia del sud, 1,5% nel sud-est). Questa deforestazione è però parzialmente compensata da importanti sforzi di riforestazione (circa 2 milioni di ettari all'anno).
La Comunità ha impegnato i suoi sforzi in particolare nelle regioni dove più forte è lo sfruttamento commerciale delle foreste e il prelievo di legname per l'esportazione: Malesia, Indonesia e in generale il sud-est asiatico; osservazione delle zone forestali della Malesia peninsulare (progetto GI.S., 3 MECU, 1994), prevenzioni di incendi a Sumatra in Indonesia (4 MECU, 1993), ricerca e gestione sostenibile nel Kalmatan in Indonesia (9,04 MECU, 1994).
Queste iniziative hanno come obbiettivo comune quello di appoggiare lo sforzo dei paesi che ricercano forme di migliore sfruttamento delle loro foreste in particolare in Indonesia, ed iniziare un lavoro sul tema della certificazione del legno.
Nelle Filippine, dove la deforestazione avviene in maniera particolarmente rapida, un altro importante progetto della U.E. è stato l'appoggio alla creazione di una rete di aree protette per salvaguardare zone di intensa biodiversità, con particolare attenzione alle popolazioni indigene dell'area (11 MECU, 1993).
 

Programmi e progetti nei paesi ACP
In Africa, si calcola che negli anni ottanta è scomparso il 7% della copertura forestale, a causa della crescita demografica, del bisogno di terre abitabili e coltivabili e della domanda di legname. Le foreste tropicali del Pacifico e dei Caraibi sono minacciate da uno sfruttamento sostenibile ai fini dell'esportazione di legname pregiato. Le azioni dell'U.E. si sono concentrate quindi sull'appoggio delle comunità locali e delle istituzioni per l'elaborazione di strategie di sfruttamento non sostenibile delle risorse forestali, dei prodotti alternativi della foresta, di attività alternative come l'ecoturismo. Tra i principali progetti finanziati attraverso la linea B7-6201, nel 1995 è stato finanziato per 0,7 MECU un programma pilota regionale in Africa Centrale e Occidentale, promosso da ONG europee un collaborazione con l'Organizzazione Africana del Legno, e destinato a creare un quadro preliminare per l'instaurazione di un sistema di certificazione del legname tropicale proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile. Il programma che si sta attualmente sviluppando in Camerun e che sarà poi successivamente esteso a altri tre paesi dell'area, si propone la sensibilizzazione dei differenti gruppi socioeconomici e dei responsabili politici legati alla gestione e sfruttamento delle risorse forestali sulla utilità di un sistema di certificazione del prodotto forestali. Sempre nel 1995 è stato finanziato un programma triennale destinato a rinforzare i sistemi di informazione e migliorare il coordinamento tra le differenti politiche e attività sul tema delle foreste tropicali, con il monitoraggio e la diffusione dell'informazione attraverso varie attività distinte legate alla promozione di pubblicazioni, seminari, creazioni di banche dati e diffusione dei risultati di progetti e ricerche sviluppati da diversi soggetti quali ONG, amministrazioni nazionali, istituzioni di ricerca, enti finanziatori, ecc (2,8 MECU). Tra gli altri progetti finanziati in questi anni: appoggio al Parco nazionale e alla zona periferica di Monte Sangbé in Costa d'Avorio (2,95 MECU, 1993); un programma di gestione sostenibile delle foreste con la partecipazione delle popolazioni locali in Papua Nuova Guinea (5 MECU, 1994); una guida alla biodiversità e un Eco-Atlante in Africa dell'ovest (2,8 MECU, 1995), due programmi di gestione partecipava in Etiopia e in Kenya (3,1 MECU, 1995).
 



Primo bilancio 1992-1995
Come appare dai programmi esaminati, I'approccio della Commissione dal 1992 verso la tematica della foreste tropicali è un approccio diretto, e non più filtrato da quello tradizionale dello sviluppo rurale. Alcune caratteristiche importanti di tale approccio risultano essere:

  • la centralità del tema dell'ambiente e delle foreste nelle relazioni tra l'U.E. e i paesi tropicali, temi che figurano in numerosi accordi conclusi tra la Comunità e alcuni stati di Asia e America Latina e che sono oggetto di un apposito protocollo "Foreste" nella Convenzione di Lomé con i paesi ACP;
  • lo viluppo di relazioni specifiche tra l'U.E. e i maggiori organismi internazionali coinvolti sul tema quali la Banca Mondiale, la FAO, I'UNESCO, e la CIFOR;
  • l'attenzione al coordinamento attraverso la concertazione interna alla Commissione, con periodici incontri tra le principali DG coinvolte, al fine di preselezionare gli interventi in maniera armonica;
  • la collaborazione con gli Stati membri dell'U.E., che cofinanziano numerosi programmi comunitari tra quelli esaminati;
  • l'importanza della partecipazione delle ONG e delle associazioni europee e locali come partners delI'U.E. nello sviluppo dei programmi;
  • la stretta collaborazione con il mondo della ricerca scientifica e universitaria per la introduzione e diffusione dei risultati e la formazione nei programmi di cooperazione allo sviluppo.



Prospettive fino al 1999
Nel dicembre del 1995, il Consiglio ha adottato un regolamento ad hoc su "Foreste tropicali" (Reg. n. 3062/9S, GU.L. 327 del 30 dicembre 1995), nel quale viene individuato il quadro delle azioni delI'U.E. per il periodo 1996-1999, cioè fino al 2000, anno in cui i paesi produttori di legname tropicale si sono impegnati a raggiungere l'obiettivo della gestione sostenibile delle loro foreste. Le principali caratteristiche del regolamento sono le seguenti:

  • l'individuazione delle priorità di conservazione e rigenerazione delle foreste primarie, gestione sostenibile delle foreste, certificazione dei prodotti, coinvolgimento delle popolazioni locali, miglioramento delle capacità operative locali attraverso la formazione e l'appoggio istituzionale, ricerca applicata;
  • l'aumento del coordinamento con gli Stati membri
    dell'U.E., attraverso la consultazione per parere dei Comitati ALA e FED (formati da rappresentanti degli Stati membri) sui principali programmi "Foreste tropicali";
  • il monitoraggio e la valutazione in itinere dell' attività della Commissione sul tema;
  • un migliore accesso all'informazione per il pubblico. La dotazione finanziaria prevista per la linea è di 200 MECU per l'intero periodo (ossia è confermata la quota di 50 MECU l'anno).
    Altri campi strategici per il futuro delle attività del l'U.E. nel campo della tutela delle foreste tropicali sono ormai anche quelli commerciali e biotecnologici. La necessaria e difficile coerenza tra commercio e ambiente verrà messa alla prova attraverso lo sviluppo della certificazione dei prodotti provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e da un sistema di preferenze generalizzate che prevederà un migliore accesso al mercato europeo per tali prodotti.
    Evidentemente, per garantire l'efficacia di tale strategia occorrerà il coinvolgimento del settore privato.
    Quanto agli aspetti relativi all'ambito biotecnologico, I'importanza delle foreste tropicali come laboratorio naturale per i prodotti farmaceutici, igienici, alimentari, ecc, è messa in risalto anche dalla possibilità di utilizzare altri strumenti finanziari (es. ECP per la creazione di partnerariati tra imprese) per lo sviluppo di relazioni tra imprese locali ed europee per la ricerca e lo sfruttamento ecologicamente compatibile delle risorse.