Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 25 - OTTOBRE 1998
 

Editoriale


Come abbiamo visto alla terza festa nazionale dei parchi che si è tenuta a Catania in ottobre che ha consentito a molti di entrare in contatto e "scoprire" anche una realtà assolutamente "speciale" qual è quella siciliana - sono numerosi e tutti impegnativi i problemi e gli appuntamenti che attendono i parchi.
Anche per i parchi marini - negletti da anni si preannunciano come abbiamo visto alla manifestazione di Genova rilevanti novità e per questo anche un impegno più diretto e specifico della federazione dei parchi volto a favorire la gestione più efficace e dove necessario "integrata" dei parchi costieri e le nuove riserve marine concepite ancora troppo spesso come realtà distinte e separate.
Anche per l'Appennino sono previste iniziative che dovrebbero finalmente consentire di far partire il progetto APE.
Per le Alpi il parlamento dovrebbe finalmente approvare la Convenzione con rilevanti novità anche sotto il profilo istituzionale rappresentate dal riconoscimento pieno delle competenze regionali e delle comunità locali nelle varie materie oggetto del trattato.
Anche la legge sui "Nuovi interventi in campo ambientale" dopo una navetta tra i due rami del parlamento che ne ha allungato i tempi di approvazione contiene norme abbastanza importanti anche per i parchi comprese alcune modifiche alla legge 394 attese da tempo e di cui si era perduta l'occasione al momento della approvazione della legge Bassanini.
In verità nel passaggio tra i due rami del parlamento la legge ha registrato qualche involuzione, specie per quanto riguarda una maggiore autonomia dei parchi nazionali.
Ma è importante comunque che qualcosa si sia mosso anche se restano questioni sulle quali si dovrà tornare.
Ma non è solo sul fronte nazionale che la ripresa si preannuncia vivace e non priva di rischi.
In alcune regioni sono in cantiere progetti che, se andassero in porto, segnerebbero un pesante ridimensionamento del ruolo dei parchi come in Lombardia.
Ma anche ove per fortuna non vi sono rischi tanto incombenti si nota da più parti un appannamento degli impegni programmatici e finanziari delle regioni non compensato purtroppo dall'impegno positivamente crescente delle province e di molti comuni.
Il dopo estate come si può agevolmente vedere non scarseggia di questioni e problemi all'ordine del giorno.
C'è da augurarsi che dallo Stato, alle regioni agli Enti Locali, alle varie associazioni e movimenti tutti sappiano essere all'altezza della situazione senza inutili ripicche e con una disponibilità al confronto che a più d'uno fa ancora difetto.
Il concerto istituzionale non è una moda né tanto meno uno slogan ma una ineludibile necessità. L'alternativa è il conflitto, il contenzioso che alimenta diffidenze e accresce i reciproci sospetti che trasformerebbero i parchi da strumento di leale collaborazione istituzionale in oggetto di polemiche paralizzanti.