Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 25 - OTTOBRE 1998
 

La via d'acqua
Mara Caizzi, M. Cristina Dossena, Laura Ginex



"L'ecomuseo è uno specchio dove la popolazione si guarda, per riconoscersi in esso, dove cerca spiegazioni del territorio al quale è legata, unite a quelle delle popolazioni che l'hanno preceduta, nelle continuità o nella discontinuità delle generazioni". G. H. Riviere






Il territorio analizzato si presenta ricco d'acqua, elemento naturale e artificiale che svolge un ruolo di fondamentale importanza. E stata proprio "la via d'acqua" a creare suggestione, interesse, curiosità e l'occasione per la creazione di questo percorso interdisciplinare che si articola in luoghi caratterizzati da una fitta rete di canali che hanno spesso origine dal fiume (fig. 1).

Il progetto d'Ecomuseo vuole rappresentare una proposta fattibile per un uso qualificato delle preesistenze storiche di un territorio già inserito nel Parco del Serio e costituito da undici comuni cremaschi della provincia di Cremona.

Con questo progetto si vorrebbero esaltare le caratteristiche territoriali del basso corso del fiume Serio che raccoglie un considerevole numero di rilevanti interessi storici, artistici, architettonici e naturali .

Il territorio in questione è, oggi, tutelato da alcuni vincoli giuridici e amministrativi all'interno dei quali si è cercato, senza attuare pesanti forzature, di trovare una completa possibilità di realizzazione del progetto che prevede di estendere all'intero ambiente le garanzie già vigenti per i beni artistici. Le peculiarità del territorio sono state raccolte in un censimento e decifrate in un unico percorso culturale che ci si augura sia in grado di restituire il "genius loci" (come è già avvenuto per i Parchi Museali inglesi di Ironbridge Gorge Museum, Beamisch ed altri).

La griglia generale d'analisi e d'intervento è la seguente: individuazione delle preesistenze e loro catalogazione tramite censimento; individuazione delle risorse; progettazione dell'Ecomuseo.

Tenendo presente che:

  • il concetto di conservazione oggi riguarda non solo i monumenti di elevato prestigio, ma anche l'intero complesso ambientale;
  • il restauro non vuole congelare le cose dove e come erano agli inizi, ma vuole tenerle in attività e in buone condizioni;
  • l'obiettivo dell'Ecomuseo è di tenere vivo un luogo "li dov'è", diversamente dal concetto tradizionale di museo che vuole dislocare le cose in un contesto diverso.

Questo progetto di Ecomuseo vuole essere la più estesa e fattibile proposta di tutela d'area in forma di Museo dove ambiti differenti acquisteranno una nuova vitalità che si identificherà in una maggiore sensibilizzazione a godere dei paesaggi.
La struttura del progetto si articola sull'individuazione dei cinque seguenti itinerari.






Itinerario storico - artistico - architettonico - museale.
Si snoda tra antichi edifici isolati nella campagna e ai margini dei centri abitati: le ville, i castelli, le cascine, i santuari..., da opere sparse sul territorio e apparentemente di poco valore diventano elementi fondamentali per la comprensione - non solo a livello storico, ma anche a livello ambientale - della stratificazione territoriale.

Con il progetto di Ecomuseo si propone il riuso a scopo museale di un edificio di archeologia industriale e il recupero dell'area circostante anche mediante interventi di bioingegneria (fig. 3). Trattasi di un ex impianto di sollevamento dell'acqua, collocato nei pressi della cascina Dosso sulla strada comunale Crema - Ripalta Vecchia, che rimpinguava ulteriormente la roggia Borromea prelevando acqua dal fiume Serio (fig. 2). I lavori di costruzione dell'impianto con ossatura in cemento armato - iniziarono nella primavera del 1929 e già alla fine del mese di luglio dello stesso anno fu possibile sollevare 2 mc. d'acqua impiegando pompeaspiranti-prementi (costruite dalla Riva) azionate da motori diesel. L'energia elettrica veniva fornita dalla Società Trezzo d'Adda tramite la cabina di trasformazione collocata al vecchio linificio di Crema. Tale energia - dopo essere stata abbassata di intensità dai trasformatori veniva distribuita ai gruppi pompe (2 pompe da 1.000 Iitri al secondo accoppiati a motori da 160 HP e altre 3 pompe da 1.750 litri al secondo accoppiati a motori da 250 HP).

La scelta di tale tipologia di pompe fu dettata dalle caratteristiche morfologiche del sito: in questo caso infatti l'acqua doveva essere aspirata dalla quota zero del fiume e portata alla vasca di scarico (dislivello mt. 7.50) collegata alla roggia Borromea tramite un canale di raccordo. Nell'ex impianto si prevede vengano presentate le tecniche ed i metodi di derivazione a scopo irriguo attraverso una vasta cartografia, plastici, computers, esistenze musealizzate (pompe aspiranti-prementi, quadro generale, trasformatori, trave-gru) ed una biblioteca specializzata sull'argomento (Fig. 3).

Al fine di una conservazione globale, l'obiettivo della proposta di riuso dell'ex impianto è quello di mostrare che, attraverso un progetto di conservazione, è possibile riusare le architetture di ogni tempo senza sacrificare risorse.

Nell'Ecomuseo viene inoltre proposto il riuso di un edificio rurale (Garzide di Sotto) dove sarà allestito il "Museo del lino" che documenterà quale fosse stata in passato l'importanza di tale coltivazione in questo territorio.




Area agricola
Considerando che la maggior parte del territorio è costituito da campagna, che la superficie coltivata è quella prevalente, che l'agricoltura è l'attività che detta le regole organizzative del paesaggio e che gli insediamenti sono storicamente legati a questo tipo di organizzazione, non è possibile - ai fini di una riqualificazione territoriale - ignorare tali relazioni.

Dall'analisi emerge che gli elementi qualificanti l'agricoltura come risorsa per il turismo possono essere: la tipologia rurale ed insediativa; la rete dei percorsi di servizio e le fasi della produzione. Sono state individuate le cascine più antiche e quelle che meglio rappresentano i requisiti tipologici dell'edificio rurale cremasco (nonostante gli inevitabili interventi regolati dalle attuali esigenze produttive): esse sono localizzate nei comuni di Crema e di Ricengo. Tali cascine sono state scelte anche per il ripristino delle colture di rotazione: miglio, frumento, prato e lino.

Dal XII° sec. Ia popolazione cremasca fece della filatura e della tessitura del lino la principale industria casalinga: le operazioni di trasformazione del prodotto verranno riproposte nella cascina del gruppo Garzide di Sotto dove sarà allestito il Museo del lino. Diviene perciò di grande interesse per la didattica la possibilità di assistere di persona al ciclo delle produzioni, al cambio delle colture nelle diverse stagioni e di visitare gli allevamenti per comprendere come i valori ambientali, naturali ed economici si relazionano e si integrano tra loro.




Itinerario di ingegneria idraulica.

 

Il sistema delle acque crea una fitta, complessa e articolata rete che si sviluppa in lunghezza e che struttura, caratterizza il paesaggio.

Corsi d'acqua dal valore storico e paesaggistico arricchiscono l'ambiente costituendo, insieme al fiume ed alle zone umide, elementi di grande interesse che offrono una suggestiva potenzialità di fruizione.

Lo scopo del progetto di Ecomuseo è quello di restituire al sistema "acqua" la continuità del paesaggio tramite il recupero e la salvaguardia dei siti naturali e delle canalizzazioni delle acque.

Le infrastrutture tecniche e le opere di ingegneria idraulica (quali chiuse, derivatori, dighe mobili o palate, impianti idrovori, meccanismi di sollevamento, modellatori a risalto, ponti, sifoni e sistemi complessi di derivazione) necessarie per le operazioni di derivazione, distribuzione e gestione delle acque - insieme ai percorsi lungo il canale, il fiume, le rogge contribuiscono alla comprensione e all'osservazione del sistema delle acque.

Con la proposta del "piano di settore turistico e scientifico-culturale" (uno dei sette piani finalizzati alla conservazione, salvaguardia e valorizzazione della roggia) che prende in considerazione la roggia Borromea (derivazionecostruita per volere del Conte Cesare Borromeo nella seconda metà del XVI° sec. La roggia nasce dal fiume Serio tramite diga mobile) si suggerisce una metodologia d'analisi e d'intervento riproponibile per la riqualificazione delle altre rogge storiche (Babbiona e Malcontenta entrambe del 1363, Menasciutto della seconda metà del XlV°sec., Archetta del 1463) che costituiscono gli itinerari idraulici.

L'analisi svolta ed i successivi rilievi (stato di fatto, materico, degrado) hanno permesso di individuare l'area di rispetto della roggia Borromea e di proporne una manutenzione straordinaria ed ordinaria. Al fine di bloccare il progressivo degrado della roggia e con l'obiettivo di consolidare un'area spondale notevolmente erosa si è programmato un intervento di bioingegneria: sul terreno interessato si effettuerà l'idrosemina e successivamente lo si coprirà con una georete biodegradabile fissata al suolo tramite picchetti vegetali autoctoni vivi in legno di salice (del tipo "salix alba"). Tale tecnica - oltre ad essere molto economica - consente anche di poter effettuare consolidamenti spondali in altri luoghi con il materiale di propagazione ottenuto2.




Itinerario naturalistico.

 

Aree umide: nel Parco sono presenti rari esempi di zone umide di origine fluviale (lentiche nel comune di Madignano e lotiche a Crema - alla cava Ghilardi - Ricengo e Pianengo). E indispensabile, ai fini della sopravvivenza di tali aree, garantire attraverso soluzioni di carattere idraulico, un costante afflusso d'acqua in modo da evitare la scomparsa per interramento. Inoltre è fondamentale dare consistenza alla vegetazione arborea circostante per proteggere la zona da possibili fattori di degrado. Il progetto di Ecomuseo propone lungo le zone umide il ripopolamento della fauna e della flora. Con l'ausilio di cartelli segnaletici e didattici sarà possibile conoscere, osservare e studiare questo particolare ambiente in cui verranno inserite delle barriere naturali - che hanno la finalità di non recare disturbo agli animali - e delle aree per la sosta con punti privilegiati d'osservazione.

Terrazzi morfologici: all'interno di un paesaggio praticamente piatto, gli unici episodi che costituiscono motivo di grande interesse sono i terrazzi morfologici. L'utilizzo di queste lunghe e strette strisce di terra, che separano due settori di pianura, si presta per la percorrenza e la fruizione grazie alla posizione sopraelevata che permette di creare affacci panoramici: il progetto di Ecomuseo sottopone tali terrazzi alla L. I 497/39.

Riserve: all'interno del territorio analizzato, in località Marzale nel comune di Madignano, esiste la riserva faunistico venatoria n° 30 che comprende rari esempi di aree umide lentiche.

Allo stato attuale i ripopolamenti a fine venatorio vengono effettuati senza un controllo scientifico-legislativo adeguato. Per ristabilire gli equilibri spezzati è necessaria una reintroduzione controllata che permetta di incrementare in modo naturale la specie. Si propone, conformemente all' idea di Parco come luogo di divieto di caccia, che tale riserva faunistico venatoria si trasformi in riserva faunistica e contemporaneamente si suggerisce la salvaguardia di quest'ambiente (con il vincolo della L. 1497/39) e l'inserimento dell'area umida lotica nell'elenco delle riserve naturali della L.R. 86/83. All'interno del Parco del Serio esiste inoltre la riserva naturale "Palata Menasciutto" (che già compare nell'elenco delle riserve naturali della L.R. 86/83) ubicata nei comuni di Pianengo e Ricengo. Tale legislazione regionale prevede precisi divieti e limiti nei confronti di attività antropiche che si giudichino contrastanti con gli obiettivi di conservazione della riserva naturale. Essendo, tale riserva, una zona di intenso afflusso turistico spontaneo è inevitabile il conseguente degrado ambientale: l'Ecomuseo propone quindi una fruizione turistica a scopo didattico controllata.






Area ricreativa.
Uno dei problemi più evidenti che necessita di una rapida soluzione è costituito dalla presenza di numerose cave - che contribuiscono all'inquinamento della falda - situate a breve distanza le une dalle altre, lungo il corso fluviale.

La zona oggetto di studio - localizzata a sud del comune di Crema (città che costituisce una posizione baricentrica strategica rispetto alla distribuzione geografica del Parco del Serio) eprecisamente compresa tra il ponte sul fiume Serio della strada statale n° 415 Milano/Cremona e la tangenziale - è costituita da un laghetto artificiale, da alcuni rilievi di materiale depositato, da una zona umida e dalla cascina Cà Vecchia.

Il laghetto della cava (le cui sponde sono state consolidate e rimodellate) sarà destinato ad attività di pesca sportiva ed al canottaggio; inoltre una zona nelle immediate vicinanze sarà destinata a vivaio-ortobotanico (il cui scopo è il ripristino delle specie vegetali autoctone nel territorio del Parco del Serio) ed a raccolta differenziata.

All'interno della cascina è prevista la destinazione del polo ricettivo di fondamentale supporto all'Ecomuseo, il Centro Parco: mappe e commenti-audio offriranno al pubblico una visione completa del territorio, il tutto attraverso molteplici chiavi di lettura che andranno da quella culturale a quella del tempo libero. Da tale Centro Parco si diramano e si articolano gli itinerari storico-artistico-architettonico, agricolo, ingegneristico-idraulico, naturalistico e ricreativo (la ricreazione è proposta nelle aree abbandonate e degradate delle cave per le quali si propone il rispetto delle normative vigenti e si programma un'attenta riqualificazione - che si avvale dell'ausilio della bioingegneria - sul modello progettato per la cava Ghilardi/Cà Vecchia).

Le destinazioni e gli interventi proposti hanno la finalità di calibrare sul territorio risposte adeguate alla zona oggetto di studio, avviando in tale prospettiva processi di risanamento, salvaguardia e valorizzazione attivi.

La salvaguardia del paesaggio non deve reggersi esclusivamente sui vincoli (indispensabili nei casi di brani paesistici che assumono carattere di monumento), ma piuttosto su di una coscienza collettiva che considera l'ambiente come elemento essenziale per la vita e lo sviluppo. Concludendo, I'osservazione di H. de Varine-Bohan: "Perché mai dobbiamo accontentarci di essere visitatori di parchi, di musei, di centri storici quando invece ne potremmo essere abitanti?" esprime a pieno la finalità dell'Ecomuseo che è quella di radicarsi in una comunità operante, consentendole di conoscersi e di appropriarsi della propria storia nei propri luoghi.

L'articolo è frutto di una Tesi di Laurea inRestauro Urbano (svolta da Mara Caizzi, Mariacristina Dossena, Laura Ginex presso il Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura; relatore Prof. Arch. M. Boriani e co-relatore Arch. S. Coloru, Dipartimento di Progettazione dell'Architettura) intitolata: "La via d'acqua". L'Ecomuseo all'interno del Parco del Serio; la roggia Borromea, i suoi manufatti ed il riuso a scopo museale dell'impianto di sollevamento dell'acqua.

* laureate in architettura




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- Zerbi M. C. (a cura di), Il paesaggio tra ricerca e progetto, Torino, Ed. Giappichelli G., 1994, pp. 234. - Legge Nazionale 1089/39 "Tutela delle cose di interesse artistico e storico".

- Legge Nazionale 1497/39 "Protezione delle bellezze naturali".

- Legge Regionale 86/83 "Piano Regionale delle aree regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale".