Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 25 - OTTOBRE 1998
 

Il turismo nello spazio mediterraneo
Attilia Peano



Si è svolto recentemente a Napoli il Convegno Italo Francese "Ambiente come turismo-Turismo come cultura". Problemi, progetti, politiche nella pianificazione turistica dei Beni ambientali e culturali del Mediterraneo" (Napoli, 14-15 ottobre, 1998), nel quale sono state affrontate le problematiche relative allo spazio mediterraneo nella prospettiva del turismo sostenibile.
Di seguito viene richiamata una sintesi dell'intervento svolto al Convegno.






Lo spazio mediterraneo
18 Paesi che si affacciano sullo stesso mare, 46.000 Km di coste, una delle aree al mondo più frequentate dal turismo, 150 milioni di visitatori all'anno soltanto nella parte europea.
Ecoregione dominata dal mare, dotata di un altissimo livello di biodiversità (circa 10.000 specie animali e vegetali), ma che registra un livello di produttività biologica tra i più bassi del mondo (EEA, 1995).

Grande crocevia del mondo dove si affacciano e si incontrano 3 continenti; quando il centro e il nord d'Europa erano ancora incolti, l'Europa prendeva già nome e forma proprio in questa fascia di regioni meridionali rivolte verso il mar Mediterraneo.
Oggi una realtà frammentata, segnata da forti disparità relative a densità demografica (tra le zone costiere e quelle interne, tra la parte europea e le altre), da reti di trasporto e di comunicazione eterogenee ed inadeguate, da un tessuto urbano squilibrato, da un'elevata fragilità ecologica. Poiché l'ecologia è dominata dal mare, i problemi della conservazione delle specie e dell'ambiente naturale devono essere affrontati per l'intero bacino mediterraneo.

L'ecosistema fragilissimo si è notevolmente deteriorato negli ultimi 20 anni e in alcune aree la situazione ha raggiunto soglie critiche (CCE, 1995, EEA l 995).
Il perdurare delle dinamiche attuali condurrebbe la regione ad una crescente frammentazione e dipendenza dalle grandi aree di sviluppo europeo, le disparità tenderebbero ad ampliarsi e l'ambiente a subire ulteriore deterioramento.

Le strategie per ovviare ai rischi richiamati si basano dunque sulla riduzione della frammentarietà del territorio e della sua debolezza economica, sulla riduzione del degrado ambientale e sul rafforzamento dei rapporti tra i Paesi del Mediterraneo e con le altre regioni europee. Per questi motivi, l'Unione europea ed i più importanti organismi internazionali hanno da tempo individuato lo spazio mediterraneo come area che esige politiche integrate (Convenzione di Barcellona, 1975; Mediterranean Action Plan, MAP/UNEP, 1995; Programma Mediterraneo, IUCN, 1997; Programma Mediterraneo, WWF, 1995; Programma Mediterraneo Greenpeace; Reti MedNet, 1993; Europa 2000 +, CCE,1995).






Situazione ambientale ed effetti del turismo
L'organizzazione mondiale del turismo prevede già per il decennio in corso una notevole crescita del settore verso e dentro l'Europa ed una concentrazione soprattutto nella regione mediterranea in cui entro il 2000 è previsto un aumento del 60% (CCE, 1993), in particolari siti, città e località dotati di patrimonio storico, nelle zone costiere e di montagna.

Se questa tendenza è portatrice di possibili effetti positivi sul lato economico, vanno rilevati d'altra parte, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, gli effetti negativi che il turismo può indurre sull'ambiente, specie in condizioni di suo già grave degrado, come quelle dello spazio mediterraneo. Innanzitutto occorre rilevare che effetti negativi si producono alle diverse scale:

  • a scala locale ad esempio il conflitto che si genera con le comunità locali sull'uso delle risorse naturali, in particolare suolo e acqua, gli inquinamenti dovuti al traffico, i fenomeni di dissesto del suolo provocati dalle costruzioni e dagli impianti, come le valanghe;
  • a scala regionale ad esempio la perdita di habitat e di biodiversità, l'inquinamento dell'acqua e dell' aria;
  • a scala globale ad esempio le emissioni di inquinanti, danni climatici, deforestazione di ampie zone.

Considerando in particolare l'ambiente dei parchi, si possono sinteticamente richiamare alcuni dei principali impatti del turismo.
I parchi naturali, nazionali e regionali, sono aperti al turismo e all'escursionismo per loro stesso scopo istituzionale, almeno per alcune zone e in particolare per quelle destinate allo sviluppo economico e sociale della comunità locali.

In Europa si assiste ad una notevole crescita del turismo naturale che, in Paesi come la Gran Bretagna dove questa tipologia turistica si è all'armata da più tempo, raggiunge dimensioni elevatissime (circa 100 milioni di giornate di visita per anno nei parchi nazionali, equivalente a 2 giorni/persona/anno). Questa tendenza si sta velocemente affermando anche nelle regione europee mediterranee, dove più tarda è stata l'istituzione dei parchi, cresciuti però rapidamente soprattutto nell'ultimo ventennio.

Questo tipo di turismo si concentra in periodi molto ristretti, nei parchi montani nei soli mesi estivi e si muove fondamentale in auto con fenomeni di congestionamento nei parchi e nelle aree di bordo.
Gli impatti negativi principali riguardano:

  • cambiamenti negli habitat della fauna, soprattutto se il turismo avviene in periodi delicati della vita delle specie, come quello della riproduzione;
  • degrado dei percorsi e dei sentieri, specie di quelli più conosciuti e popolari e degrado della vegetazione di bordo anche dei sentieri in quota e difficili, per scorciatoie dei turisti (i percorsi del Pennine Way in ~K richiedono manutenzione estensiva e frequenti interventi di ripristino); - introduzione di specie esotiche portate dai visitatori;
  • conflitti tra turismo e sviluppo economico e conservazione della natura (il PN della Donana, sito importante per le migrazioni e lo stazionamento di uccelli, è attualmente minacciato dall'estrazione dell'acqua per il turismo e l'agricoltura locale).

Per i motivi richiamati, la Federazione europea dei parchi naturali e nazionali ha elaborato specifiche direttive per il turismo sostenibile nei parchi (FNNPE, 1993). Nel 1996 la stessa IUCN-Protected Areas Programme ha elaborato un proprio orientamento sul tema del turismo, ecoturismo e aree protette (IUCN, 1996). Per le aree del Mediterraneo assumono particolare rilevanza:

  • una legislazione in grado di controllare le attività turistiche e lo sviluppo ed adeguate risorse per la gestione;
  • una pianificazione delle aree protette che articoli la disciplina per zone, commisuri gli usi turistici alle capacità di carico dell'ambiente e del territorio e definisca standards e orientamenti per il settore turistico;
una cooperazione internazionale per sviluppare una strategia comune per lo sviluppo sostenibile, in considerazione del fatto che le regioni mediterranee richiamano turisti da altri paesi.




Idee forza e strategie per un turismo sostenibile
Come è stato definito nella Conferenza di Maribor, 1996, organizzata dal Consiglio d'Europa (CE, 1996), lo sviluppo turistico sostenibile è portatore di idee forza e si fonda sui principi del valore intrinseco ed insostituibile della natura, del riconoscimento del patrimonio come cultura ricevuta e da trasmettere, della corresponsabilità individuale e collettiva nella gestione del patrimonio naturale e culturale, della solidarietà tra generazioni le cui successive azioni possono arricchire o distruggere il patrimonio collettivo. Questo approccio trova riferimento in alcune strategie maturate a livello internazionale ed europeo ed orientate a:

  • territorializzare le politiche ambientali, ossia articolarle sul territorio complessivo;
  • proteggere il paesaggio culturale;
  • integrare le politiche di tutela con quelle per lo sviluppo.

La prima strategia, ispirata dalla crescente globalizzazione dei fenomeni ambientali e dai limitati effetti riscontrati con politiche di tutela settoriali e per siti, indica l'esigenza di costruire sistemi ambientali ampiamente diramati sul territorio da difendere e valorizzare. Lo sforzo più consistente finora sviluppato a livello europeo è quello del progetto della Rete Ecologica Europea (IPEE, 1991), il quale ha visto applicazione, a scala nazionale e locale, già in alcuni paesi e regioni europei (IPEE, l 99 l; Bennett, 1994; ECNC, 1996). Questa strategia, correlata ad altre complementari quali in primo luogo quelle della fruizione sociale, del turismo e del loisir, può costituire l'elemento forte su cui basare la ricomposizione dell'assetto ecologico della regione mediterranea, riportando a livelli sostenibili i metabolismi territoriali devastati dai processi di sviluppo di questo secolo.

La seconda strategia, maturata in sede di Consiglio d'Europa, consiste nel progetto di Convenzione europea per la protezione del paesaggio culturale (CE, 1998).
Il paesaggio, esito dell'azione dei fattori naturali e culturali (cioè umani), costituisce "un tutto" in cui tali fattori devono essere considerati in modo integrato e non separatamente. Esso richiede un progetto di conservazione innovativa comprensiva anche della creazione di nuovi paesaggi nelle zone particolarmente degradate o con usi desueti e riafferma la prospettiva dello sviluppo sostenibile, costituendo risorsa oltre che culturale, ecologica e sociale, anche economica la cui gestione appropriata può contribuire alla creazione di occupazione.

La terza strategia, insita nello stesso obiettivo dello sviluppo sostenibile, comporta di considerare in modo integrato ambiente e sviluppo, imperniando il turismo del futuro sulla ricostruzione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, che in questa logica assume un nuovo ruolo. Ne deriva una modificazione delle politiche di protezione, dal riferimento tradizionale a beni e spazi individuali verso reti interconnesse cui si rivolgono, oltre che discipline esclusivamente difensive, anche progetti di valorizzazione e di fruizione.

Nel quadro di strategie delineato emerge il ruolo insostituibile della pianificazione del turismo, strettamente connessa con quella del paesaggio e del territorio.
La pianificazione infatti consente di:

  • configurare un quadro strategico di lungo termine ponendo in relazione gli aspetti ambientali e quelli si sviluppo e aprendo legami e coordinamenti con l'esterno;
  • assicurare un'effettiva protezione di siti, risorse e paesaggi, differenziando i vincoli e le condizioni;
  • valutare vantaggi e svantaggi di strategie gestionali, giustificando le scelte pubbliche e rafforzando le responsabilità delle autorità, degli attori e dei gestori.

Una pianificazione turistica per aree delle regioni mediterranee però ampliare la scala dell'offerta fruitiva, ponendone in luce le diversità spaziotemporali relative a spazi naturali, spazi culturali, spazi rurali, attraversati da itinerari "di senso" che coinvolgono ampiamente il territorio e consentono di distribuire maggiormente i fruitori. Inoltre la pianificazione per aree della regione mediterranea dovrebbe trovare riferimento in un quadro programmatorio internazionale per il turismo, data la sua importanza sotto l'aspetto ambientale, sociale ed economico e l'unità geografica ed ecologica della regione. Ciò richiede di mettere in moto risorse adeguate agli eccezionali valori naturali e culturali dello spazio mediterraneo.

*CED PPN (Centro Europeo di Documentazione sulla Pianificazione dei Parchi Naturali)
Politecnico di Torino-Dipartimento Interateneo Territorio, Corso Trento 26/c -10129 Torino
Tel. 011/5647477 - fax 011/5647479






Bibliografia

CCE (Commissione delle Comunità Europee), l995, Europa 2000 + Cooperazione per lo sviluppo del territorio europeo, Lussemburgo.

CE (Consiglio d'Europa), 1996, Sustainable tourism development: conciliation of economic, cultural, social, scientific and environmental interests, Maribor.

CE (Consiglio d'Europa), 1998, Projet de convention europeenne du paysage, Strasburgo.

ECNC (European Centre for Nature Conservation), 1996, Perspectives on ecological networks, Arnhem .

EEA (European Environment Agency), 1995, Europe's Environment The Dobris Assessment, Copenhagen.

FNNPE (Federazione dei Parchi Naturali e Nazionali d'Europa), 1993, Loving them to death. Sustainable tourism in Europe's Nature and National Parks, Grafenau.

IPEE (Institut pour une Politique Europenne de l'Environnement), 1991, Vers un reseau ecologique européen (EECONET), Arnhem.

IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), 1997, Proposed IUCN Mediterranean Programme and Office, Gland.