Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 27 - GIUGNO 1999
La "Festa dell'Aquila"
a cura di Federica Zandri
 

Si è chiusa domenica 11 luglio a L'Aquila la quarta Festa nazionale dei parchi con un bilancio che Stefania Pezzopane, assessore della Regione Abruzzo, padrona di casa, ha definito "al di sopra di ogni previsione". In effetti, nonostante la pioggia abbia fatto spesso compagnia a standisti e visitatori, vi è stato un crescendo continuo di pubblico, fino a superare le ventimila presenze nella sola giornata di sabato 10. Affollate anche le sale dei numerosissimi incontri e dei dibattiti, ai quali hanno partecipato rappresentanti del Governo, delI'Unione europea, di oltre 50 parchi italiani ed europei, di regioni, enti locali, associazioni ambientaliste e di volontariato, di categorie e soggetti economici. Il Presidente della Federazione dei parchi, Enzo Valbonesi, nel sottolineare l'importanza di momenti di confronto e di "vetrina" per le aree protette quali quello di L'Aquila, ha ringraziato per lo straordinario apporto organizzativo la Regione Abruzzo, Comune e Provincia, i Parchi del Gran Sasso, della Majella e del Sirente Velino, l'Azienda regionale di promozione turistica.
Riguardo alla Federparchi va precisato che il consiglio direttivo è di nuovo al completo, dopo che l'assemblea dei soci, riunitasi a L'Aquila in occasione, appunto, della Festa, ha provveduto all'integrazione prevista dal nuovo statuto ed alla sostituzione dei tre componenti che avevano recentemente lasciato l'organismo per scadenza del mandato. Sono stati nominati Valter Bonan, presidente del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Maurizio Fraissinet, presidente del Parco nazionale del Vesuvio, Attilio Licciardi, sindaco di Ustica, Ivan Novelli, presidente di Romanatura, Luigi Rossi, presidente del Parco dei Monti Simbruini. L'assemblea ha inoltre adottato il programma di lavoro per i prossimi mesi ed approvato il conto consuntivo dell'associazione per il 1998, che ha registrato un avanzo di sei milioni di lire.
Tra i convegni che si sono svolti durante la Festa nazionale dei parchi, il più seguito è stato certamente quello sui "Fondi strutturali ed accordi di programma nelle e per le aree protette" che si è tenuto a L'Aquila il 10 luglio.
Concertazione e partenariato le "parole d'ordine" al convegno, che ha visto la partecipazione di moltissimi addetti ai lavori i quali hanno dato vita ad un dibattito giudicato estremamente produttivo. Punto di riferimento degli interventi- svolti da Aldo Cosentino, direttore del servizio conservazione natura del Ministero dell'Ambiente, Mario Sai, presidente del comitato politiche settoriali CNEL, Fausto Giovanelli, presidente della Commissione ambiente del Senato, Mauro Albrizio, della segreteria nazionale di Legambiente, Forte Clò, vicepresidente dell' UPI, Enzo Valbonesi, presidente della Federazione italiana parchi e riserve naturali, da Tiziana Arìsta, assessore alle riforme istituzionali della Regione Abruzzo (coordinatrice dei lavori) e da Giorgio Macciotta, sottosegretario al Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica - il regolamento n. 1260 del Consiglio dell'Unione europea del 21 giugno scorso recante, appunto, disposizioni generali sui fondi strutturali e, inoltre, le linee guida per il settore "Rete ecologica nazionale" del Ministero dell'Ambiente.
"Concertazione", in quanto - come recita il regolamento - "le azioni comunitarie sono concepite come complementari alle corrispondenti azioni nazionali ... e si fondano su uno stretto partenariato tra la Commissione e lo Stato membro nonché le autorità e organismi designati dallo Stato membro", e cioè "le autorità regionali e locali e le altre autorità pubbliche competenti, le parti economiche e sociali, gli altri organismi competenti in tale ambito". Tra tali "organismi" ci sono, ovviamente, le aree protette, "soggetti istituzionali leggeri ha precisato Enzo Valbonesi - che puntano alla conservazione e usano lo strumento dell'ecosviluppo ed i fondi europei. Organismi più che mai "trasversali", i parchi, che - al fine di una buona programmazione economica - hanno bisogno di uno Stato nel quale le articolazioni si coordinino tra di loro. Come Federazione - ha aggiunto - riteniamo che per far avanzare un sistema nazionale dei parchi serva un tavolo dove vari soggetti cerchino di concertare politiche di programmazione.
Questo strumento (il partenariato) oggi non c'è". Anche il rappresentante del ministero, Cosentino, suggerisce di "costruire tavoli a base regionale per costruire linee d'intervento che possano confluire nella vera azione programmatica". Per Cosentino "il modello di sviluppo locale è calzante ed ha un futuro certo", ma - a ricordarlo è Tiziana Arìsta"la concertazione è molto difficile, serve professionalità".
Applaudito l'intervento di Sai che ha parlato di un dato significativo dell'ultimo periodo, "la crescita dell'occupazione e dei prodotti legati all'ambiente". Per Sai "il partenariato è il modello migliore, in cui ciascuno si assume le proprie responsabilità". Secondo il presidente della Commissione ambiente del Senato, Giovanelli, "i parchi sono oggi passati alla fase 2, del dopo-perimetrazione", che è quella di corrispondere alle loro funzioni economico-sociali, non solo di tutela. Tocca ai parchi individuare i patti territoriali, i soggetti interlocutori. Dei gap a livello regionale si preoccupa Albrizio che esorta le parti sociali "a svolgere un ruolo di surroga, laddove si manifestano scarse capacità progettuali e politiche" e lancia con urgenza una proposta, quella di "accelerare il processo nelle mani delle regioni e di liberare risorse, fondi residui per la progettazione".
A chiudere il convegno il sottosegretario Macciotta che ha prospettato l'impegno del Governo nella regionalizzazione del bilancio, un impegno "che insegue la soglia del 70, 75%, di cui 1'85% per il Sud ed il 15% per il Centro-Nord, risorse cui si aggiungono altri fondi, tra i quali quelli per le aree depresse.

Quarta festa dei parchi
E quattro. La Festa nazionale dei parchi, organizzata dalla Federazione nazionale, è arrivata quest'anno alla quarta edizione: segno tangibile dell'affermarsi di una manifestazione che vede ogni anno ritrovarsi le regioni, le aree protette, enti ed associazioni in una itinerante occasione di confronto e scambio, oltre, ovviamente, di far conoscere il patrimonio di territorio protetto del nostro Paese in vari luoghi della penisola. Quest'anno, dopo il Parco del Migliarino (prima edizione nel '96), La Mandria ('97) e Catania ('98), è approdata all'Aquila (8-11 luglio) con l'attiva partecipazione della Regione Abruzzo. Nonostante la pioggia abbia fatto spesso compagnia a standisti e visitatori, vi è stato un crescendo continuo di pubblico, fino al culmine delle oltre ventimila presenze nella sola giornata di sabato 10. Qui va segnalata l'interessante ed intelligente "trovata" di abbinare alla festa un concerto di Max Gazzè, che ha permesso di "contattare" circa ventimila giovani. Un pubblico che, sappiamo, non è tra i più assidui frequentatori e conoscitori di parchi. L"'altro" pubblico, meno quantificabile, si è rivelato tuttavia conoscitore delle aree protette ed ha utilizzato la Festa per approfondire e conoscere meglio realtà di cui sapeva soltanto dell'esistenza.
Ma al di là della giusta soddisfazione può essere utile segnalare alcuni punti che andranno approfonditi nelle sedi opportune. La Festa è stata molto ben pubblicizzata sulle testate nazionali e sulle Tv locali, meno appariscente nella città (che pure ha risposto bene). Ad esempio mancava un evidente striscione all'entrata. La partecipazione, pur significativa, ha confermato, anche alla luce delle precedenti edizioni, che esiste un gruppo di aficionados (la Regione Piemonte, i parchi del Conero, del Ticino lombardo, il Gran Paradiso e i parchi siciliani) che partecipano, sempre ed ovunque. Poi vi è l'ampio settore che partecipa quando la manifestazione non è troppo decentrata rispetto alla propria sede. Questo rimanda al dilemma: proseguire con questa formula od optare per una Giornata dei parchi, da svolgere nelle varie aree protette ed in contemporanea? Presenterebbe il vantaggio di una maggior visibilità a livello nazionale ed articolate manifestazioni sul territorio, tuttavia si verrebbe a perdere quell'impatto "di sistema" su cui da tempo i parchi e la Federazione lavorano. Per questo si tratta di una decisione non semplice che andrà valutata attentamente.

G.B.