Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 28 - OTTOBRE 1999
 

1ª Conferenza regionale delle aree protette liguri
Tre anni di rodaggio


Sabato 27 novembre 1999, presso la sede dell'Ente Parco dell'Aveto, aBorzonasca (nell'entroterra della provincia di Genova) - si è tenuta la
1ª Conferenza Regionale delle Aree Protette Liguri, organizzata dal Coordinamento Regionale, con il contributo delI'Ufficio Parchi e Aree Protette della Regione Liguria.
La manifestazioni - che ha visto un notevole successo di pubblico - ha rappresentato un importante momento di riflessione a quattro anni dall'avvio reale delle politiche di gestione dei parchi liguri, sancito dall'emanazione della legge regionale 22 febbraio 1995, n.12, in recepimento della legge quadro nazionale n. 394/91.
Numerosa e qualificata la partecipazione dei relatori che, con il proprio contributo, hanno consentito di ricorstruire un quadro sufficientemente esaustivo dei ruoli dei soggetti che, a diverso titolo, operano nel campo delle aree protette.
Dopo un breve saluto del Sindaco di Bonzonasca Giuseppino Maschio e del Presidente del Parco delI'Aveto Franco Clemente, che ha ospitato e curato gli aspetti logistici ed organizzativi della conferenza, il Coordinatore Regionale delle Aree Protette Massimo Caleo (Presidente del Parco Montemarcello Magra) ha presentato una approfondita relazione in cui ha evidenziato come gli Enti Parco debbano essere individuati, nell'attuale assetto istituzionale regionale, come i portatori di una nuova politica di conservazione del territorio, rappresentando un'opportunità di sviluppo sociale ed economico per la Regione Liguria.
Nel ripercorrere il travagliato cammino che ha caratterizzato i primi anni dei Parchi liguri. Caleo ha ricordato gli sforzi profusi dagli Amministratori ed i primi importanti traguardi raggiunti, rappresentati dalla organizzazione degli Enti di gestione, dalI'approvazione degli Statuti e dall'avvio della regolare attività dei Consigli e delle Comunità del Parco. Non ha dimenticato di evidenziare le capacità degli enti che hanno permesso di accedere a cospicui finanziamenti (nell'ambito di fondi di cui al programma obiettivo 5B, nonché di Delibere C.I.P.E.) e di realizzare, conseguentemente, significativi interventi di recupero di edifici e strutture ai fini di un utilizzo da parte dei Parchi per attività di fruizione e ricettività turistica o come sedi amministrative.
Caleo ha poi ribadito la notevole spinta propositiva che gli Enti Parco - grazie anche alla singergica collaborazione attivata tra la Conferenza Tecnica dei Direttori e 1° Ufficio Parchi e Aree Protette della Regione Liguria- sono stati in grado di avanzare in termini di programmazione di interventi e di elaborazione di progetti di area vasta, aventi come obiettivo la crescita del consenso delle poppolazioni (locali ed il coinvolgimento degli altri soggetti interessati al mondo dei parchi (scuole, università, associazioni escursionistiche ed ambientaliste).
Caleo ha anche informato su alcune iniziative avviate nel 1999 dal Coordinamento Regionale in merito alla stesura di un Documento congiunto con le Organizzazioni Professionali Agricole della Liguria (sulla base dell'esperienza nazionale condotta dalla Federazione Parchi), alla predisposizione di un'intesa di cooperazione con l'UNCEM Liguria ed alla sottoscrizione di una convenzione con l'ENEL per quanto concerne gli interventi nelle aree protette.
Dopo aver brevemente accennato alle recenti disposizioni ministeriali relative alla istituzione delle due riserve marine delle Cinque Terre di Portofino ed a quella imminente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Caleo ha auspicato un più consapevole impegno dell'Amministrazione Regionale Liguria a supporto delle attività di gestione delle aree protette liguri, in modo tale da consolidare definitivamente l'operatività degli Enti Parco e di consentire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi individuati nell'ambito dei programmi in elaborazione, alcuni dei quali rientrano tra le opportunità offerte da APE (Appennino Parco d'Europa) o nei progetti previsti dai fondi strutturali 2000-2006.
Significativa la parte conclusiva della relazione di Caleo dedicata alla predisposizione degli strumenti di pianificazione che vedono attualmente impegnati tutti gli Enti Parco della Liguria: il Coordinatore ha rimarcato come il nuovo corso delle aree protette regionali sia indissolubilmente legato alla redazione ed all'approvazione dei Piani del Parco e dei Piani pluriennali socio-economici per i quali risulta indispensabile il contributo di tutti i soggetti che direttamente o indirettamente intervengono ed operano nel territorio del Parco, dagli Enti locali agli Enti delegati, dagli Operatoli economici all'Associazionismo, dal mondo della ricerca scientifica a quello della formazione e della didattica, ecc..
Di rilevante portata l'intervento dell'Assessore regionale all'Ambiente Nicolò Alonzo il quale-dopo essersi soffermato sulla firma dell'accordo internazionale per l'istituzione del Santuario di Cetacei nel Mar Ligure, avvenuta il 25 novembre u.s. - ha concordato su una indispensabile integrazione delle politiche settoriali che porti a discutere dei parchi in tutta la loro complessa articolazione, trasversale alle diverse problematiche che interessano i temi inerenti la gestione del territorio.
Hanno quindi arricchito la discussione gli interventi di Francesco Renzoni, in rappresentanza delle Organizzazioni professionali degli Agricoltori, e di Donato Paganini, in rappresentanza del mondo venatorio, i quali hanno fornito la propria disponibilità ad un confronto franco e costruttivo per la concertazione di strategie gestionali adeguate e compatibili con le normative vigenti.
Successivamente si è registrato l'intervento di Enzo Valbonesi, Presidente della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, che ha sottolineato il ruolo strategico del Coordinamento capace di contribuire alla creazione di un vero sistema regionale di aree protette, tale da permettere l'avvio di politiche più incisive ed integrate con le azioni di area vasta.
Ha concluso le relazioni della mattinata l'Assessore regionale ai Parchi Egidio Banti il quale ha espresso il convincimento che la politica dei parchi in Liguria sia stata definitivamente tracciata, senza possibilità di un arretramento delle posizioni acquisite, Banti si è detto certo che il sistema delle aree protette liguri debba essere considerata una realtà in continuo divenire, in grado di consolidare ulteriormente il proprio ruolo ai fini della legittimazione di strategie innovative di tutela attiva dell'ambiente, contestualmente ad interventi di sviluppo socio economico.
Lo stesso Banti ha, quindi, ammesso la necessità di una revisione dei criteri di assegnazione dei finanziamenti regionali in maniera tale da consentire alle aree protette di adeguare le proprie risorse a vantaggio di una più ampia possibilità di intervento, sia a livello gestionale, sia a livello progettuale. Nel pomeriggio la conferenza ha ospitato altri interventi di interesse; il rappresentante del mondo accademico Marco Filpo ha sottolineato il ruolo dei parchi come laboratori essenziali per la didattica e la ricerca scientifica; Alessandra Cattanei, responsabile dell'Agenzia Regionale di Promozione Turistica, ha offerto il proprio supporto alle attività dei parchi liguri per quanto concerne gli interventi connessi con le problematiche della ricettività e della fruizione turistica: Ugo Fiechter ha relazionato in merito all'impegno delle Associazioni Ambientaliste nell'attuazione delle politiche gestionali delle aree protette; Nicola Caprioni ha riferito sul contributo dell' impresa artigiana per uno sviluppo sostenibile del territorio; Carlo Nicali del CONI provinciale di Genova ha illustrato le possibili attività sportive da svolgersi nei parchi, individuati come palestre a cielo aperto; la rappresentante della Sovrintendenza Regionale Scolastica ha ribadito il ruolo decisivo dell'educazione ambientale come azione prioritaria nella formazione didattica.
Prezioso, come sempre, il contributo di Renzo Moschini, Coordinatore Regionale della confinante Toscana, che ha fornito la propria interpretazione sul cammino delle aree protette della Liguria, auspicando un ulteriore sviluppo delle azioni di sistema, nonché una piena integrazione tra le politiche dei parchi terrestri e costieri con le riserve marine. A quest'ultimo proposito Moschini, riprendendo l'accenno fatto in mattinata dall'Assessore Alonzo, ha inl`ormato sulla imminente creazione di un Centro Studi sulla protezione del mare - che vedrà coinvolti la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali, la Regione Liguria e l'Acquario di Genova - come strumento per rendere più incisiva la tutela e la valorizzazione dell'ambiente marino e costiero.
Si sono poi succeduti l'intervento del responsabile regionale del Corpo Forestale dello Stato Imbarrato, disponibile a cooperare con gli Enti di gestione dei pareri nell'ambito delle azioni di vigilanza sul territorio secondo le disposizioni contenute nelle normative vigenti ed in discussione, e quello delI'Assessore ai Parchi della Provincia di La Spezia Fiasella, convinto assertore del sostegno e della partecipazione alle politiche di gestione dei parchi da parte delle Amministrazioni Provinciali.
Al termine delle relazioni, il Coordinatore Regionale Massimo Caleo ha dato lettura di un documento conclusivo in cui i partecipanti alla prima conferenza regionale delle aree protette liguri chiedono ai candidati al Consiglio Regionale nelle elezioni della primavera del 2000 un impegno esplicato a sostegno delle politiche sulle aree protette. Il testo dell'impegno verrà diffuso in tutta la regione con lo scopo di costruire il più ampio consenso fra i futuri Consiglieri per il consolidamento della politica regionale sui parchi.
 



La nostra "ripartenza"
Massimo Caleo

Questa Conferenza non vuole essere un punto di partenza ma, usando un termine calcistico, una ... "ripartenza", un nuovo avvio su basi consolidate, con l'esperienza e la maturazione acquisite durante questi tre interminabili, difficili anni.
Vorrei brevemente ripercorrere insieme a tutti voi questi tre anni per capire cos'è che dobbiamo calibrare meglio per il futuro e valutare poi i possibili margini di miglioramento.
Innanzi tutto è utile ricordare la peculiarità dei parchi liguri, tanto diversi tra loro, quindi una ricchezza per tutti ma ricordare anche problematiche e risoluzioni complesse. Abbiamo parchi che operano sulla costa, e quindi in aree fortemente antropizzate, e parchi che operano in zone marginali di territorio, segnate da processi di abbandono che hanno stravolto il loro ecosistema, territori con un'economia forte, trainante, uniti ad aree deboli.
E qui nasce un primo tratto caratterizzante del sistema ligure delle aree protette: i parchi non sono vocati solo per le zone perdenti, dove nessuno ha interessi intoccabili e quindi si possono attivare forme di sviluppo equilibrato con pace e tranquillità di tutti, ma possono diventare un serio laboratorio di riqualificazione territoriale anche laddove le ferite inferte dall'uomo faticano ad essere rimaginate.
Problemi diversi, certo, ma con un unico filo conduttore, un progetto che ristabilisca equilibrio e forma ad una regione che deve rimodulare il proprio futuro.
Le aree protette sono dunque un'occasione per sperimentare, meglio che altrove, il cosiddetto sviluppo sostenibile, territori di sicura eccellenza in quanto depositari di valori storici e naturali di indubbia rilevanza nazionale ed internazionale.
La conservazione del territorio diventa così occasione di crescita.
E certo che la conservazione va intesa come momento dinamico di una vera e propria opportunità di sviluppo, dove a misure di regolazione e di controllo si associano in maniera molto stretta misure di incentivazione, promozione e investimento, con particolare riguardo per l'utilizzazione agricola dei suoli e per lo sviluppo di forme sostenibili di turismo e di artigianato.
E in questo modo che i parchi possono creare vere occasioni di occupazione stimolando la creatività e le capacità imprenditoriali dei singoli.
Quindi per valorizzazione dell' ambiente non solo si accantona un concetto vetusto come il vincolo, teso all'imbalsamazione del territorio, ma andando oltre al semplice sostegno alle attività tradizionali che insistono nell'area parco si cerca di mettere a sistema aree naturali protette, emergenze storiche ed artistiche ed attività culturali.
La conservazione quindi non può essere sinonimo di vincolo. Essa deve estrinsecarsi come momento evolutivo di crescita e di riqualificazione territoriale.
Ho parlato di turismo, di agricoltura, di riqualificazione: nascono da queste tre parole momenti importanti di confronto e di progettazione che possono individuare nei parchi l'elemento di centralità, in un contesto regionale di nuovo sviluppo.
Penso, e mi auguro, che dalla programmazione dei fondi strutturali, dalle misure concrete del piano di sviluppo rurale (che per la prima volta riguardano anche i parchi), dal ritrovato equilibrio amministrativo nella determinazione dei contributi per il turismo verde, quindi da atti amministrativi certi, ci possa essere la tanto agognata svolta.
Cambiando momentaneamente argomento, vorrei soffermarmi su due questioni che hanno avuto grossa eco nel nostro paese suscitando un ampio dibattito anche a livello nazionale e che possono essere prese ad esempio per qualche riflessione.
Mi riferisco al Parco Nazionale delle Cinque Terre e alla maldigerita questione della Riserva Marina di Portofino.
Credo che per le Cinque Terre, con alti e bassi, si sia arrivati ad una soluzione ottimale che ha anche una sua validità di ordine tecnico-scientifico. L'appassionata e vivace discussione, secondo il sottoscritto, è servita per approfondire alcuni aspetti che caratterizzano e giustificano un'area protetta di valenza nazionale con una superficie così piccola ma straordinariamente bella.
Il parco è insieme strumento ed intervento speciale, riservato a determinate realtà, ed è ancor più "speciale" se a farlo è lo Stato italiano.
Questa "eccezione" (relativa soprattutto alle ridotte dimensioni dell'area protetta) credo si possa validare con la specificità di questo territorio. E questa specificità il Parco Nazionale delle Cinque Terre la possiede, se si uniscono valori paesaggistici e naturali straordinari, una riserva marina gestita unitariamente al parco terrestre, una tradizione culturale e letteraria che hanno reso famosa quest'area in tutto il mondo.
La specificità sta appunto qui, nel coniugare paesaggio e natura. Il nostro paese, diversamente da altri paesi europei, ha teso storicamente a separare natura e paesaggio, nonostante quest'ultimo caratterizzi in maniera stupenda l'Italia.
Si pensi solo all'agricoltura, e nelle Cinque Terre, anche se a picco sul mare, di paesaggio agricolo si tratta. Un paesaggio, costruito nei secoli dall'uomo, che sta cadendo a pezzi. Il Parco è l'unico modo per arginare questo fenomeno, in una gestione integrata di competenze dove conservazione della natura e mantenimento dei valori paesaggistici possono convivere e diventare un esempio per tutti coloro che ostinatamente continuano a separare ciò che invece, nel territorio, è saldamente unito.
Vorrei anche ricordare alla Regione, che ha competenza nel ridefinire i confini del territorio protetto rimasto escluso dal Parco nazionale, che stanno venendo a galla proposte abbastanza singolari sul futuro destino di queste aree.
Mi riferisco in particolare al già programmato "parco provinciale" che dovrebbe comprendere il promontorio di Portovenere e le isole del golfo della Spezia.
Avremo così nella sola provincia della Spezia, in un fazzoletto di territorio, diverse forme di gestione di un'area protetta: 1 parco nazionale, 2 parchi regionali, 1 riserva marina statale e 1 parco provinciale. A me sembra veramente troppo! Ragioniamo invece e facciamo sì che parti assai pregiate di territorio trovino una naturale accoglienza in uno dei due parchi regionali esistenti, dove un po' di denari (pochi) e un po' di esperienze di gestione si sono fatte e sicuramente più idonei sono gli strumenti per un'efficace protezione e valorizzazione del territorio. Non agiamo allo stesso modo e con gli stessi metodi usati dal Ministero dell'ambiente per la Riserva marina di Portofino.
Anche se quest'argomento sarà ripreso e sviluppato, nel corso della giornata, in un'altra relazione più approfondita, rimane l'amarezza e lo sconforto per un'occasione sprecata.
Mi rimane sconosciuto, per usare un eufemismo, il motivo per cui una gestione unitaria terra-mare acqua (giusta e sacrosanta) vale per le Cinque Terre e, a pochi chilometri di distanza, non trova degna cittadinanza nel promontorio di Portofino. Questi artifici, nonostante vent'anni di attività amministrativa, mi portano talvolta a pensare che la politica, anziché semplificare i problemi e avvicinare le istituzioni alla gente, sia vocata all'arte della complicazione e della confusione, con annessi sprechi di denaro pubblico.
Alla fine della giostra abbiamo così ottenuto la costruzione di un nuovo Ente, le cui competenze si sovrappongono, (visto che il mare, fino a prova contraria e non per decreto, tocca la terraferma) ad un Ente che già esiste. Un Ente Parco che per noi, Coordinamento regionale delle aree protette, è un punto di riferimento, un patrimonio che difendiamo a denti stretti e che sintetizza al suo interno una seria e moderna politica di conservazione a cui guardiamo con grande rispetto. Un Ente Parco "storico", una delle prime aree tutelate in Italia (1935), che possiede competenze ed esperienze professionali di prim'ordine.
Per noi non esistono due livelli di conservazione del territorio, uno più forte e un altro più debole, esiste solo la corretta conservazione e questa la si può fare altrettanto bene a livello regionale come a livello nazionale.
A parte la critica che non potevo, per onestà intellettuale, tacere, auguro buon lavoro all'Amministrazione della riserva marina, visto l'impegno gravoso che dovrà sostenere, e offro la piena disponibilità a collaborare, da parte del Coordinamento regionale parchi, per la risoluzione dei tanti problemi che insistono su quella zona.
Ed è proprio per la complessità delle problematiche costa-mare che sta per nascere, grazie anche ai due assessorati regionali all'Ambiente e ai Parchi e alla Federazione dei parchi naturali, con la partnership prestigiosa dell'Acquario di Genova, un Centro studi sui problemi del mare.
L'idea di costituire un centro che si occupi dei problemi del mare, con particolare attenzione alla protezione dell ' ambiente marino costiero, deriva dall ' esperienza positiva del Centro studi "Valerio Giacomini", creato alcuni anni fa dalla Regione Lombardia, dalla Federazione dei parchi naturali (allora Coordinamento) e dal Parco dell'Alto Garda Bresciano.
La novità dell'iniziativa ligure non sta soltanto nelle finalità diverse, rivolte nel nostro caso alI'ambiente marino (mentre il Centro "Valerio Giacomini" si occupa prevalentemente di problemi istituzionali). La novità più significativa è il coinvolgimento di un Ente privato come l'Acquario di Genova, una struttura di valore e di prestigio internazionale già fortemente ed efficacemente impegnata nel campo promozionale e nell'educazione ambientale.
Con il centro Studi, che ci auguriamo possa partire concretamente al più presto e a cui guardano con interesse tutte le aree protette regionali (ed in particolare quelle costiere), vorremmo avviare un'attività di ricerca e promozione in un campo già contrassegnato da molte iniziative, studi e ricerche che raramente però si concludono o servono per realizzare una politica del mare degna di questo nome.
Il nuovo Centro potrà contribuire anche allo sforzo per definire il Progetto CIP (Coste Italiane Protette), avviato positivamente dalla Regione Marche e dai parchi marchigiani con il contributo della Federparchi.
Vi renderete sicuramente conto che questa iniziativa, come del resto anche le precedenti (fondi strutturali, sviluppo rurale, ecc.), non nasce spontaneamente ma è il frutto di un impegno costante (ed anche di contrapposizioni forti con la Regione) che ha caratterizzato questo periodo.
Senza mai perdere di vista le altre Istituzioni presenti sul territorio, abbiamo sempre considerato la Regione il nostro interlocutore privilegiato.
Il Coordinamento regionale dei parchi naturali ha apprezzato lo sforzo della Giunta Regionale, ed in particolare dell'assessore Banti, nell'attuare quelli che erano i punti salienti della legge regionale 12/95.
Attualmente la Liguria ha 6 parchi regionali, 1 parco nazionale, 2 riserve marine ed altri parchi ed aree protette comunali e provinciali. Si gestiscono e si tutelano decine di migliaia di ettari di territorio, patrimonio di tutti, anche di coloro che non metteranno mai piede in un parco.
La dimensione del fenomeno sta prendendo, dunque, una sua precisa fisionomia e, nonostante alcune resistenze, come accennavo in precedenza, si acquisisce anche una certa autorevolezza nei rapporti con gli altri Enti, associazioni, gruppi e in genere con tutta la popolazione.
Il ruolo della Regione è fondamentale per l'esistenza dei parchi: per l'elaborazione delle politiche del settore, per il coordinamento unitario delle attività gestionali degli Enti e per il loro funzionamento.
Vorrei ricordare ancora una volta le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Scalfaro all ' apertura della Conferenza nazionale delle aree protette: "... Le regioni, con il loro sostegno e protagonismo, hanno supplito ad una prolungata assenza dello Stato su un settore così importante, da sempre dimenticato...".
Noi tutti quindi riconosciamo alle Regioni le competenze, le responsabilità che hanno nel portare avanti con coerenza la politica sulle aree protette.
E sempre più evidente, soprattutto in momenti di ristrettezze economiche e di patti di stabilità interna, I' assoluta necessità del coordinamento delle attività gestionali e promozionali delle politiche regionali di settori affini, sia per ottimizzare l' uso delle risorse, sia per produrre benefici effetti che possano derivare dalle sinergie sviluppabili.
Vorrei, a questo punto, farvi delle proposte puntuali per il necessario confronto
· Una pianificazione integrata delle politiche settoriali che coinvolgono le competenze del Parco (es.: gestione faunistica, forestazione, acque, turismo, educazione ambientale, formazione professionale, energia, difesa del suolo, ecc.) deve essere effettuata attraverso la creazione di opportuni tavoli di lavoro. Questo comporterebbe la possibilità di raggiungere programmazioni concordate e di sviluppare una progettualità che può reperire risorse tali da non gravare, come Enti, totalmente sull'Assessorato di competenza diretta (Parchi). Si propone l'attivazione di progetti specifici tali da coinvolgere altri assessorati regionali, interessati in tematiche che risultano comuni (Ambiente, Turismo, Urbanistica, Difesa del suolo, Formazione professionale).
· Attraverso l'Assessorato all'Ambiente, con riferimento, per esempio, alla fattiva collaborazione già avviata con il Centro regionale di Educazione Ambientale, attingere finanziamenti per:
1. programmi di educazione ambientale da proporre a livello di sistema e da attuare negli eventuali Centri di Esperienza Ambientale e/o Laboratori Territoriali presenti nei parchi regionali e/o ad essi connessi direttamente gestiti dagli Enti Parco stessi;
2. messa a punto e diffusione di "metodologie e strumenti" di formazione didattica, a favore degli operatori dei Parchi, che potranno essere adattati alle diverse esigenze delle aree protette liguri;
3. predisposizione di materiale didattico per attività di educazione ambientale, da distribuire nei centri visita e/o nelle scuole coinvolte nei vari programmi.
· Attraverso l'Assessorato al Turismo, operare attività di sistema finalizzate per esempio a:
1. realizzazione campagna di sensibilizzazione a vantaggio delle aree protette della Liguria; campagna che potrebbe essere utilizzata in occasione delle varie manifestazoni nazionali ed internazionali dedicate al turismo;
2. predisposizione di materiale divulgativo sul turismo nei parchi, sulle potenzialità offerte dalle aree protette, sulla riqualificazione del turismo verde di qualità;
3. partecipazione di uno stand dedicato ai Parchi della Liguria nelle più importanti manifestazioni aventi come oggetto l'offerta turistica, sia in campo nazionale, sia in campo internazionale;
4. individuazione di incentivi alle scolaresche per visitare i parchi regionali (cfr. Legge Regionale sul Turismo Verde), anche sotto forma di sconti sui mezzi di trasporto, nelle strutture ricettive, ecc.;
5. individuazione di contributi agli insegnanti che svolgono attività didattiche, documentate, nei parchi regionali.
· Attraverso l'Assessorato alla Formazione professionale si può ipotizzare il recupero di fondi destinati alla formazione professionale inerenti ai nuovi impieghi nelle aree protette (operatori informatici per la gestione della cartografia, operai forestali specializzati, vigilanza ambientale, ecc.), anche in convenzione con le Scuole edili, ecc..
· Con l'Assessorato all'Urbanistica si propone di ottenere gratuitamente dalla Regione (ma anche alle Province coinvolte per territorio) tutta la documentazione cartografica, topografica e tematica- sia su supporto cartaceo, sia su supporto informatico - per le attività di pianificazione (redazione Piano del Parco) e per le procedure tecnico-amministrative inerenti i diversi livelli di progettazione, verifiche urbanistiche, ecc.
· Altre iniziative possono vedere il coinvolgimento di altri Assessorati: Energia (per progetti inerenti all'utilizzo di energia rinnovabile), Difesa del Suolo (per interventi di riqualificazione contro il dissesto idrogeologico, incentivi per progetti di ingegneria naturalistica, ecc.).
· In merito alle competenze dell'Assessorato all'Agricoltura, Foreste, Montagna, Parchi, Caccia e Pesca, e specificamente in merito al settore faunistico venatorio, si propone in tempi rapidi di individuare ufficialmente una o più sedi di coordinamento delle pianificazioni operanti in materia: Piani dei Parchi e Piani faunistico-venatori provinciali (ambedue in fase di definizione o ridefinizione) per arrivare ad una integrazione.
· Nell'ambito dei rapporti Stato-Regione si sottolinea l'esigenza di sostenere il ruolo degli Enti Parco regionali in analogia con i Parchi nazionali, per quanto riguarda le Riserve dello Stato, siano esse terrestri o marine.
Su questo pacchetto di proposte stiamo già lavorando e qualche risultato significativo lo si è già raggiunto.
Maggiori risorse finanziarie, più attenzione e più considerazione da parte di altri Assessorati, sono questi i segnali che attualmente ci giungono, i primi segnali concreti in questi tre anni di vita ma che, lo si sappia, non ci faranno allentare la presa e la giusta richiesta di pari dignità.
Così, amici, la vostra presenza oggi, e mi avvio a concludere, è importante perché da qui vogliamo cogliere idee che si innestano sul nostro progetto. Che rimane ed è aperto.
Abbiamo ravvisato la necessità di un confronto, anche serrato, con tutti voi per capire dove possiamo migliorare.
Siamo adesso ad un punto cruciale della nostra attività, la redazione dei Piani dei parchi e dei collegati piani pluriennali socio-economici. Due grandi, ambiziosi progetti che hanno bisogno di consenso e di partecipazione.
Quindi, come ho detto, I' impegno del nuovo corso delle aree protette liguri è indissolubilmente legato alla predisposizione degli strumenti di programmazione che le norme vigenti hanno individuato nel piano del parco e nel piano pluriennale socio-economico e se è ormai generalmente condiviso che la stesura di tali strumenti deve essere contestuale (così come sancito dall'art. 2, comma 32 della legge 9 dicembre 1998, n. 426, che ha parzialmente modificato ed integrato la legge 394/91) allo scopo di esprimere scelte strategiche di lungo periodo, compatibili in termini di obiettivi da cogliere e di mezzi per realizzarli, coinvolgendo altresì, senza stravolgerla, la stessa pianificazione regionale e locale in tutta la sua articolazione generale e di settore, è altrettanto vero che per realizzare questo ambizioso percorso è indispensabile il contributo di tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, intervengono ed operano sul territorio del parco, dagli Enti locali agli Enti delegati, dagli operatori economici all'associazionismo, dal mondo della ricerca scientifica a quello della formazione e della didattica, ecc..
Inoltre particolare attenzione dovrà essere posta al grado di sostenibilità degli strumenti di pianificazione e, anche in questo caso, è opportuno essere chiari: la necessità che il piano del parco sia compatibile ed in sintonia con il piano pluriennale socio-economico e aggiunga, quindi, un elevato grado di sostenibilità può essere soddisfatta solo se il percorso pianificatorio avrà considerato le tre dfferenti componenti della sostenibilità: quella sociale (fondata sulla coesione e partecipazione alle scelte e sull'assunzione di responsabilità), quella economica (che si basa sulla compatibilità tra scelte di tutela, consumo delle risorse, praticabilità e sviluppo delle attività antropiche) e quella ecologica (che si stabilisce regolando l'utilizzo e lo sfruttamento delle risorse naturali senza deprimere il sistema economico e, comunque, garantendo la biodiversità e la stabilità degli ecosistemi).
Giova, in conclusione, citare una delle più belle ed attuali (ancorché coniata quasi vent' anni fa) definizioni di Valerio Giacomini sul significato di un parco - tratto dal celebre volume Uomini e Parchi- che ben si presta alle aree protette della Llguria.
Per parchi intendiamo "quei territori che possono vantare particolare dovizia ed efficienza di manifestazioni biologiche spontanee, a fianco di insediamenti umani non eccessivamente o irrimediabilmente caratterizzati da forme .spinte di alterazione dell'ambiente. Da questa conclusione deriva immediatamente che un parco non può essere limitato a quei territori naturali che non siano stati coinvolti in processi di alterazione antropica, ma deve necessariamente comprendere anche zone, e interessi, soggetti all'uomo e alla sua attività... Il grande significato di un parco è dunque soprattutto umano, poiché umana è, alla luce delle considerazioni che andiamo esponendo, la funzione che esso deve assolvere. ricercare nuovi comportamenti di compatibilità fra sviluppo antropico ed il mantenimento degli equilibri naturali, fìssando i parametri qualitativi e quantitativi di tale compatibilità".

Massimo Caleo, Presidente Coordinamento parchi Liguria