Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 28 - OTTOBRE 1999
 

Ad Assisi l'occasione italiana per discutere della carta della terra
Walter Giuliano*
 



Una Carta della Terra, per entrare nel nuovo Millennio.
E stata presentata in una Assisi risorta dal trauma del terremoto, patria del Santo patrono degli ambientalisti, lo scorso 11 dicembre, per iniziativa dell'Assisi Nature Council, in collaborazione con la Federazione Nazionale Pro Natura.
Il documento, annunciato per la Conferenza Internazionale sull'Ambiente di Rio de Janeiro fu poi abbandonata per l'impossibilità di raccogliere il consenso delle delegazioni governative e delle organizzazioni ambientaliste di tutto il mondo. Si ripiegò sulla Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo che, pur importante, non ha comunque lo stesso impatto della programmata Carta.

L'obiettivo di dare espressione ai principi fondanti e alle aspirazioni durature di popoli e individui di ogni razza, cultura e religione, per una visione etica, integrata del nostro futuro comune verso un modo di vita sostenibile, era emerso fin dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente di Stoccolma (1972).

In seguito anche la Commissione Bruntland auspicò la nascita di un documento dei tipo della Dichiarazione Universale per i Diritti dell'Uomo che potesse costituire un riferimento di valore planetario capace&laqno;consolidare ed estendere principi legati rilevanti per guidare i comportamenti delle Nazioni durante la transizione verso uno sviluppo sostenibile».

Alla costruzione dei principi fondanti per indirizzare i comportamenti collettivi e personali in senso ecocompatibile hanno, in seguito al Summit di Rio, lavorato numerose organizzazioni, sotto lo stimolo e la guida dell'Earth Council e della Green Cross International, con il sostegno del Governo olandese.

Nel maggio del 1995, sessanta rappresentanti di vari gruppi proposero, nel corso di un incontro a Le Hague, di avviare un processo di consultazione allargata, finalizzato alla redazione di un Documento universalmente accettabile.
Il processo di consultazione si è svolto nel corso di due anni sulla base di una ricerca sui principi riguardanti la protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile, articolata in documenti legali e rapporti internazionali.

A sostenere l'iniziativa un Comitato d'onore costituito da Michail Gorbaciov, Ruud Lubbers, Henriette Rasmussen, Pierre Calame e Federico Major.

Nel 1997 una Commissione per la Carta della Terra, con la partecipazione di ventitrè esperti di ogni continente è stata appositamente costituita con il compito di seguire e controllare il processo di consultazione della prima stesura messa a punto durante il Forum di Rio del marzo 1997. Le consultazioni sono tese a dare un impulso alla discussione per migliorare progressivamente la Carta della Terra dei Popoli, basandola sui valori di culture, religione e gruppi sociali differenti, sino all' approvazione del provvedimento da parte delle Nazioni Unite.

Ma parallelamente l'obiettivo è quello di promuovere la comprensione dei problemi dello sviluppo sostenibile, stimolando la presa della scelta di uno sviluppo subordinato alle esigenze primarie di conservazione dell' ambiente, delle risorse naturali, delle basi della vita.

L'occasione di Assisi rappresenta proprio la sede italiana di discussione intorno a questo importante documento, con la partecipazione e l'ampio coinvolgimento di personalità e organizzazioni investite da responsabilità in campo ambientale per raccoglierne critiche suggerimenti e proposte di integrazione della Carta, nonché la formulazione di strategie per la sua attuazione.

I contenuti della Carta, nella seconda stesura preliminare, dell'aprile scorso, si articola attraverso un preambolo, 16 principi generali e una conclusione.

Nel preambolo vengono sanciti i principi di reciproca responsabilità tra i popoli, la loro interdipendenza, la protezione della vitalità, diversità e bellezza della terra come sacra responsabilità. Si evidenziano benefici e responsabilità della scienza e della tecnologia, nonché dei modelli dominanti di produzione e consumi e i rischi derivanti dal drammatico incremento della popolazione.

Davanti alla globalizzazione, la Carta segnala la necessità di creare un momento democratico che assicuri giustizia e diritti umani a ogni essere vivente.

&laqno;Per soddisfare queste aspirazioni - sancisce il testo del preambolo - dobbiamo riconoscere che lo sviluppo dell'umanità non è soltanto nel possedere, ma nell'essere (...). Lo spirito della solidarietà umana e della parentela con tutte le forme viventi sarà rafforzata se assumiamo un atteggiamento di reverenza verso le fonti delle nostra vita, gratitudine per questo dono e umile riconoscimento del nostro posto nel più ampio schema delle cose". Gli approfondimenti vengono dal capitolo "Principi generali" (Rispettare la Terra e la vita; prendersi cura della comunità degli esseri viventi nella loro complessa diversità; adoperarsi per creare una società libera, giusta, partecipata, sostenibile e pacifica; mantenere l'abbondanza e bellezza della terra per le generazioni future) da quello sull'integrità ecologica (Proteggere e restaurare l'integrità dei sistemi ecologici della terra con speciale riguardo per la diversità biologica e i processi naturali che sostengono e rinnovano la vita; prevenire danni all'ambiente come il migliore mezzo di protezione ecologica e, in mancanza di dati sicuri, esercitare cauzione; trattare ogni creatura vivente con compassione proteggendola da crudeltà e distruzione arbitraria; e dai due successivi dedicati rispettivamente a "Un ordine economico equo e sostenibile (Adottare modi di consumo, produzione e riproduzione che rispettino e conservino la capacità rigenerativa della terra, i diritti umani e il benessere delle comunità; assicurarsi che le attività economiche promuovano e sostengano lo sviluppo umano in maniera giusta e sostenibile; sconfiggere la povertà come imperativo etico, sociale, economico e ecologico; onorare e difendere senza discriminazione il diritto di ognuno a un ambiente che sostenga la loro dignità, salute fisica e benessere spirituale; far progredire a livello mondiale lo studio cooperativo dei sistemi ecologici, la disseminazione e l'applicazione del sapere e lo sviluppo, adozione e trasferta di tecnologie sostenibili) e "Democrazia e pace" (Stabilire accesso a informazioni e all'inclusiva partecipazione nel processo di decisione e trasparenza, verità e apertura nei governanti; affermare e promuovere l'eguaglianza dei sessi come essenziale per lo sviluppo sostenibile; fare del sapere, valori e perizia necessari per creare comunità eque e sostenibili, una parte integrale dell'educazione formale e dell'educazione permanente per tutti; creare una cultura della pace e cooperazione).

La conclusione, dal significativo titolo "Un nuovo inizio", riafferma da un lato la necessità di un profondo innovamento basato sul dialogo globale e su&laqno;un cambiamento interiore, un cambiamento del cuore e della mente».
La sfida del futuro dell'umanità è vissuta come possibilità di inaugurare, facendo ricorso alla creatività del genere umano, un'era di nuove speranze fondate sul&laqno;risveglio di una rinnovata riverenza per la vita, un risoluto impegno di restaurare l'integrità ecologica della Terra, un'accelerazione del progresso in nome della giustizia e dell'affrancamento delle genti, un impegno cooperativo nel risolvere problemi globali, una gestione pacifica dei cambiamenti e una celebrazione gioiosa della vita».
I promotori concludono con convinzione:&laqno;Riusciremo perché ne siamo convinti».

* Assessore all'Ambiente e ai Parchi della Regione Piemonte