Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 30 - GIUGNO 2000


Metodologia ecoaudit
Maurizio Quirino* e Marco Marmotti**
 

Si è svolto presso la Sala Auditorium della Provincia di Torino il 3 marzo scorso, il seminario "Sistemi di Gestione Ambientale nelle Aree Protette", durante il quale sono state presentate alcune iniziative volte ad implementare uno strumento per la gestione delle aree protette, basato su procedure individuate da normative internazionali quali ISO 14001 ed EMAS. Il primo lavoro che si è concluso ha avuto come protagonista il Parco di interesse provinciale del Lago di Candia, e come soggetti attuatori il WWF Piemonte e la Provincia di Torino. Il progetto ha preso avvio da una serie di considerazioni che hanno permesso di inquadrare le problematiche affrontate in senso generale, consentendo l'applicazione delle linee guida individuate in questo lavoro in ogni realtà di parco. Nel corso dell'ultimo decennio l'attenzione sociale, culturale e politica per l'ambiente è cresciuta in modo costante e progressivo a causa di problematiche ambientali di portata mondiale, regionale o locale che hanno portato ad un radicale mutamento di comportamento dei principali attori coinvolti:

  • l'opinione pubblica ha progressivamente incentivato la propria sensibilità "verde";
  • l'apparato politicolegislativo ha promosso numerosi provvedimenti normativi a sostegno della tutela ambientale, superando l'ottica del tradizionale "command and control";
  • il mondo industriale ha mosso i primi passi verso la compatibilità delle esigenze produttive con le necessità degli ecosistemi circostanti.

In poche parole, il concetto dello sviluppo sostenibile è stato globalmente accettato come una comune filosofia di riferimento: assicurare che l'uso delle risorse naturali per soddisfare le esigenze attuali sia gestito in modo da non danneggiare ed impoverire le stesse per l'uso delle future generazioni. È comunemente riconosciuto come i principali strumenti di supporto a queste attività, derivino dall'applicazione degli standard internazionali per l'implementazione dei Sistemi di Gestione Ambientale (SGA): il Regolamento n° 1836/93 (EMAS) e la Norma ISO 14001/96. In questa nuova impostazione delle politiche di gestione ambientale, che concentra l'attenzione sul lato della valorizzazione (ambiente = risorsa), superando i problemi di conservazione e tutela (ambiente = vincolo), giocano un ruolo fondamentale i Parchi naturali, rappresentando una realtà imprenditoriale atipica in cui si riscontra la simultanea correlazione di una duplice natura di esigenze, finalità e funzioni:

  • la tutela del patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico conservato al proprio interno;
  • l'offerta di un servizio di fruizione unico nel suo genere, capace di coniugare aspetti scientifici, culturali e didattici ad altri puramente ludici, ricreativi o sportivi, sviluppandoli nell'ottica esclusiva del contatto diretto, sempre più raro oggi, con la natura.

Il ruolo che possono condurre i Parchi naturali in questo processo d'avvicinamento sociale allo sviluppo sostenibile, è di fondamentale importanza ed è trainante per la diffusione su larga scala dei principi realizzativi. Per lo sviluppo strutturale del SGA di un'area Parco, il WWF Piemonte, in collaborazione con la Provincia di Torino, ha proposto l'adattamento e l'applicazione contenutistica dei requisiti previsti dalla Norma internazionale ISO 14001. La metodologia prevede, come requisito generale, che l'Ente Parco stabilisca e mantenga attivo un SGA che abbia per obiettivo il miglioramento delle prestazioni ambientali già previste nella legge istitutiva e nella legislazione in materia. Tale sistema prevede che l'Ente Parco debba periodicamente riesaminare e valutare il suo SGA al fine di individuare le opportunità di miglioramento e di renderle operanti. Il processo di sviluppo del SGA, infatti, deve essere graduale e seguire un'evoluzione temporale calibrata alla rispondenza del sistema ed alle caratteristiche organizzative dell'EP stesso. Per questa ragione sono necessari, in particolare nelle prime fasi, frequenti audit di verifica dello stato di avanzamento. L'integrazione del SGA al sistema di gestione operante deve avvenire per gradi e costituisce il punto di arrivo del processo di implementazione. Per iniziare, l'Ente Parco coinvolto deve scegliere i settori operativi d'intervento in cui ci possono essere benefici più diretti e/o immediati, focalizzandosi, ad esempio, sul rispetto degli obblighi di legge oppure sull'immagine esterna dell'area Parco, al fine di ottimizzare la gestione delle attività e delle iniziative di fruizione, o ancora sull'incentivazione dell'uso sostenibile del patrimonio naturale.

La struttura generale del progetto si è articolata in tre parti ben distinte:

  • dettagliata illustrazione delle lineeguida applicative per lo sviluppo dei requisiti della norma ISO 14001 in funzione delle esigenze, delle finalità e delle caratteristiche gestionali delle aree protette:
    • definizione del ruolo dell'Ente Parco e delle responsabilità organizzative interne;
    • individuazione degli aspetti ambientali e pianificazione degli interventi;
    • formazione ed informazione interna ed esterna;
    • strutturazione e controllo della documentazione di supporto al SGA;
    • controllo operativo all'interno del parco;
    • gestione delle non conformità al Sistema e delle azioni preventive/correttive;
    • realizzazione di audit e verifiche interne;
  • presentazione della realtà del Parco provinciale del Lago di Candia, a cui è stato sperimentalmente applicato il progetto, evidenziandone le peculiarità territoriali, naturalistiche, vegetazionali, faunistiche, paesaggistiche e rilevandone i reali e potenziali sviluppi socioeconomici e di fruizione;
  • completa applicazione della metodologia e dei supporti documentali alla struttura operativa del Parco, attraverso l'individuazione della idonea politica ambientale e degli opportuni obiettivi e programmi attuativi, l'attribuzione dei ruoli funzionali, la distribuzione delle responsabilità, la formalizzazione delle procedure, delle istruzioni operative e dei documenti di registrazione, nell'ottica del completo adeguamento ai requisiti della norma ISO 14001.

Occorre sottolineare come la metodologia applicata al Parco provinciale del Lago di Candia non si proponga soltanto di creare uno (dei tanti) modelli applicativi finalizzati al rispetto della normativa internazionale, ma concretizzi come obiettivo finale la strutturazione di una metodologia trasferibile ed esportabile anche ad altre aree protette nazionali, regionali o provinciali. Lo sviluppo del sistema di gestione ambientale è avvenuto per punti come di seguito illustrato:

  • Politica ambientale: costituisce la base su cui il parco definisce obiettivi e traguardi ambientali, venendo a configurarsi come la direzione di sviluppo del Sistema periodicamente revisionato ed aggiornato per adeguarsi alle circostanze e alle realtà di sviluppo del parco.
  • Ruolo dell'Ente Parco: l'Ente Parco per rendere efficace la gestione ambientale deve definire, documentare e comunicare i compiti e le responsabilità; in primo luogo deve essere nominato un responsabile del SGA con l'autorità di avviare e coordinare tutte le azioni della metodologia. Per le principali azioni del SGA, sono state definite le responsabilità dei vari soggetti coinvolti attraverso una matrice.
  • Riesame del SGA: prima dell'introduzione del SGA è necessario effettuare un audit dell'area protetta riguardante: identificazione dei requisiti di legge, informazioni su non conformità o criticità ambientali, identificazione degli aspetti ambientali del parco, prassi e procedure esistenti, punti di vista delle parti interessate. Un tale riesame del SGA deve essere effettuato con periodicità definita per garantire continuità di applicazione, efficacia e validità delle azioni adottate, adeguatezza rispetto allo sviluppo strutturale e sociale dell'area.
  • Aspetti ed effetti ambientali: l'Ente Parco deve attuare le procedure per identificare, definire e valutare gli aspetti ambientali rilevanti nell'area protetta e gli effetti ambientali ad essi associati in funzione della attività e dei servizi presenti nel parco. Per la definizione degli aspetti e degli effetti ambientali si è utilizzato un procedimento per fasi mirato a determinare la significatività e la priorità di ogni intervento. Nel caso specifico dell'area protetta sono stati identificati i seguenti aspetti ambientali: gestione del patrimonio territoriale, g. del patrimonio paesaggistico, g. del patrimonio faunistico, g. del patrimonio vegetazionale, g. del patrimonio idrico e idrogeologico, g. del patrimonio socioeconomico.
  • Formazione e comunicazione: l'applicazione del SGA prevede il coinvolgimento di tutti i soggetti operanti nell'ambito dell'area protetta, risulta, quindi, necessario un programma di addestramento e formazione non solo del personale del parco (formazione interna) ma anche di tutti i soggetti coinvolti in qualche modo in attività all'interno dell'area protetta (formazione esterna). Allo stesso modo è necessario strutturare un programma di comunicazione interna ed esterna allo scopo di dimostrare l'impegno dell'Ente Parco nei confronti dell'ambiente, trattare i problemi e gli interrogativi relativi alle questioni ambientali, divulgare gli obiettivi e i traguardi del parco. Nel sistema di comunicazione devono essere ben strutturate le modalità con cui i soggetti esterni (visitatori, abitanti, ecc.) inviano informazioni all'Ente Parco.
  • Documentazione del SGA: il SGA deve essere supportato da una documentazione in grado di descrivere tutte la fasi di applicazione del SGA e fornire informazioni aggiornate sia per la comunicazione che per la formazione.
  • Controllo operativo: L'Ente Parco deve evidenziare le operazioni e le attività, corrispondenti agli aspetti ambientali significativi, per garantire una corretta pianificazione e programmazione del SGA.
  • Piano di emergenza: l'Ente Parco deve at tuare procedure per valutare la possibilità che si verifichino incidenti o situazioni di emergenza e definire le risposte a tali condizioni. Il Piano di emergenza deve permettere, a chiunque si trovi nel parco, una rapida risoluzione dell'emergenza ed in particolare: contenere l'incidente, rimuovere il pericolo, salvaguardare l'incolumità delle persone, minimizzare i danni all'ambiente, raccogliere tutte le informazioni necessarie per un'analisi dell'emergenza.
  • Controlli ed azioni preventive: per ogni aspetto ambientale il responsabile del SGA deve organizzare un servizio di sorveglianza in grado di documentare eventuali non conformità alla politica prefissata e ai riferimenti normativi in materia. A tal fine, l'Ente Parco deve strutturare un sistema di vigilanza interno e mantenere adeguati contatti con gli organi di vigilanza ambientale esterni (Corpo Forestale dello Stato, Guardie Ecologiche Volontarie, ecc.). Nei casi in cui venissero documentate non conformità, è compito del responsabile del SGA operare le opportune azioni correttive ed eventualmente preventive per adeguare il SGA alle nuove esigenze.
  • Audit e revisione del SGA: l'Ente Parco deve predisporre programmi per verificare regolarmente il SGA per controllare la completa conformità della sua applicazione con la norma. Durante il seminario sono state presentate altre due iniziative che sono in via di realizzazione:
    • il CSQA sta implementando un sistema di gestione ambientale finalizzato alla promozione dell'agricoltura e del turismo e che permetta, valorizzando i beni naturalistici e tradizionali, di trarre benefici economici per le popolazioni che risiedono nelle aree protette. I parchi interessati da tale progetto sono il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, il Parco Naturale Regionale della Lessinia e la Riserva Naturale del Cansiglio.
    • l'ENEA di Saluggia ha presentato un progetto che verrà realizzato insieme al Parco Fluviale del Po tratto alessandrino basato sugli strumenti applicativi della norma ISO 14001.

 

APPLICAZIONE DEL SGA AL PARCO DEL LAGO DI CANDIA
Sintesi delle attività proposte al Parco

  1. Gestione del Canneto L'utilizzo della Canna (Typha latifolia), raccolta in prossimità delle sponde del Lago, per attività artigianali è ormai terminato da alcuni decenni. Oggi il canneto è spesso incendiato e convertito, in modo più o meno abusivo, per la coltivazione di Pioppo o cereali (all'inizio del secolo ricopriva una fascia di oltre 20 metri di larghezza dal Lago). Alla luce dell'istituzione del Parco, risulta pertanto indispensabile adottare un sistema di gestione del canneto in grado di garantire:
    • il rispetto dell'aspetto paesaggistico e delle caratteristiche territoriali naturali;
    • la salvaguardia del canneto come habitat di nidificazione e protezione per l'avifauna;
    • la rinascita delle attività tradizionalmente legate alla produzione della canna e alle lavorazioni artigianali locali.
  2. Ripristino della Paludetta La Paludetta costituisce l'area con il maggior valore naturalistico del Parco. Risulta indispensabile che l'Ente Parco operi un ripristino dell'area paludosa attraverso l'individuazione di interventi integrati atti a garantire sia la salvaguardia dell'aspetto naturalistico, sia le attività di fruizione, e finalizzati a:
    • convertire il territorio della Paludetta (in parte o integralmente) a riserva integrale, vietando qualsiasi attività (turistica, sportiva, escursionistica, produttiva);
    • mantenere alcune zone periferiche attrezzate all'utilizzo ed alla fruizione, inserendole nel percorso naturalistico. Gli interventi sono volti a fare della Paludetta il vero cuore del Parco del Lago di Candia garantendo la qualità delle acque e la tranquillità per gli animali che la scelgono come luogo di nidificazione.
  3. Il lago Per la sopravvivenza del lago è indispensabile eliminare tutte le immissioni antropiche di sostanze organiche contemporaneamente ai lavori di estirpazione a settori alterni della Trapa natans, con lo scopo di eliminare grandi quantitativi di sostanza organica dalle acque del lago. La necessità di eliminare le fonti di inquinanti dalle acque del lago e l'esigenza di preservare la tranquillità dell'avifauna impongono il divieto di circolazione per le barche a motore su tutto il bacino, ad eccezione dei mezzi di emergenza. Particolare importanza riveste la creazione di un Regolamento di fruizione del lago, che dovrà essere pensato tenendo conto di tutte le esigenze di protezione dell'ambiente naturale e delle principali vulnerabilità del bacino.
  4. Sviluppo economico Il SGA non si concretizza nella realizzazione di una speciale "campana di vetro" sul territorio del Parco, ma individua delle linee di sviluppo locale in grado di conciliare rilancio economico e salvaguardia dell'ambiente attraverso specifiche azioni ed interventi:
    • produzione agricola biologica ad alto valore aggiunto;
    • turismo ecosostenibile nel Parco e nelle zone limitrofe;
    • educazione ambientale associata ad attività di avvicinamento alla natura e ai prodotti naturali.

La fruizione del Parco del Lago di Candia deve essere incentivata e sviluppata in queste tre tipologie:

    • didattici: come un punto di riferimento per attività didattiche, divulgative e per la ricerca su molti temi;
    • escursionistici: le strutture presenti sul lago e nelle sue immediate vicinanze devono poter offrire dei servizi ai turisti in grado di garantire una buona ricettività durante tutto l'anno;
    • sportivi: tradizionalmente il Parco è sede di manifestazioni sportive (canottaggio, triathlon); queste devono essere riconvertite e riorganizzate tenendo conto di due differenti esigenze: la fruizione del lago deve essere garantita in ugual misura per tutti; la salvaguardia dell'ambiente e la protezione dei luoghi di nidificazione devono avere la prevalenza rispetto a manifestazioni di grande rilievo.

Al fine di realizzare in modo graduale queste attività, si auspica la nascita di una nuova entità economica legata al Parco e ai comuni interessati, per la gestione e la promozione di queste attività.

 

* WWF Piemonte e Valle d'Aosta
** WWF Valle d'Aosta