Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 30 - GIUGNO 2000


Il bilancio consolidato del Parco del Conero
Emilio Chiodo* e Giuliano Giordani**
  Introduzione
Le finalità del lavoro Nell'ambito dello studio preliminare per la redazione del Piano Pluriennale Economico e Sociale (PPES) del Parco Regionale del Conero si è data particolare importanza sia all'analisi delle risorse gestite dal Consorzio Parco del Conero sia all'individuazione della spesa a beneficio del territorio del Parco sostenuta dagli altri enti appartenenti al Consorzio e dalla Regione Marche, soggetto ispiratore e principale finanziatore della sua attività. Il ruolo del Consorzio sarebbe infatti limitato se non potesse contare, oltre che sulle risorse a sua disposizione, sulle quali deve fare comunque leva innanzitutto l'attuazione del Piano, sull'attivazione delle risorse a disposizione degli altri enti operanti nell'area, per azioni che pur rientrando nelle rispettive competenze presentano una valenza territoriale e ambientale (1). A tal fine si è partiti con un'analisi dei bilanci del Consorzio gestore con l'intento di evidenziare le principali linee di tendenza e di misurare le risorse gestite e, successivamente, le spese direttamente sostenute dal Consorzio sono state aggregate a quelle sostenute dagli altri enti a diretto beneficio del territorio del Parco in materia di ambiente e territorio, infrastrutture viarie, agricoltura, turismo e cultura, tentando di realizzare un bilancio consolidato delle risorse a disposizione per la programmazione del Parco. Tali spese non rappresentano certo la totalità dell'ammontare delle risorse pubbliche riversate nel territorio in questione e, date le informazioni a disposizione, all'interno dei settori di spesa considerati a volte si è ricorso a stime ad approssimazione, ma si è ottenuto un quadro che, seppur incompleto (2), dimostra come le spese complessivamente sostenute siano particolarmente rilevanti e che solamente una piccola parte di esse è gestita direttamente dal Consorzio del Parco.

Cenni sulla struttura amministrativocontabile del Consorzio
Il Parco del Conero è amministrato da un Consorzio costituito fra i Comuni di Ancona, Camerano, Numana e Sirolo promosso dalla Regione Marche ai sensi della legge regionale n. 21/87 istitutiva del Parco stesso, modificata successivamente dalla legge regionale n. 8/90 e dalla legge regionale n. 5/2000 (3). Gli organi del Consorzio sono il Consiglio direttivo, la Giunta esecutiva e il Presidente. Il Consiglio direttivo si compone di venticinque consiglieri rappresentanti equamente i Comuni consorziati e l'Amministrazione provinciale di Ancona (4). Competono al Consiglio direttivo la programmazione e gli indirizzi generali per la gestione del Parco, l'elezione del Presidente e dei membri della Giunta esecutiva. La prima seduta del Consiglio si è svolta il 23 aprile 1991, il primo bilancio gestito risale anch'esso al 1991. Il Consorzio rispetta le norme della contabilità vigenti per gli enti locali (5) e l'attività di controllo sugli atti è svolta, come per gli enti locali, del CO.RE.CO. Il bilancio di previsione, sulla base di uno schema formulato dalla Giunta esecutiva, è approvato dal Consiglio, al quale competono la programmazione e gli indirizzi generali per la gestione del parco. Spetta altresì a quest'organo la discussione e l'approvazione del Rendiconto di gestione.

2. I bilanci del Consorzio
Le risorse complessivamente gestite. La struttura del bilancio del Consorzio è abbastanza semplice: infatti le entrate correnti sono composte dai trasferimenti (per oltre il 90%) e dai proventi extratributari; gli investimenti sono esclusivamente finanziati dai trasferimenti di capitale. Infine chiudono il bilancio le entrate e le spese per conto terzi, ossia le partite di giro. La tabella 1 mostra il totale generale delle entrate e delle spese dei bilanci consuntivi approvati dal Consorzio dal momento della sua costituzione fino al 1998. Accanto ai valori nominali assoluti compaiono i valori assoluti deflaziona ti, ossia i valori opportunamente rivalutati sulla base dell'incremento dei prezzi al consumo (ISTAT) al fine di rendere più omogenei i confronti tra i vari anni. Infine si mostrano anche i valori in euro.
I dati mostrano come vi sia una grande variabilità da un anno all'altro, inoltre la fase di avvio del Consorzio si è sicuramente protratta fino a tutto il 1993; solamente a partire dal 1994 le spese si attestano su valori prossimi al miliardo e mezzo, con punte particolarmente elevate nel corso del 1996 e del 1998. Complessivamente, negli otto anni considerati il Consorzio ha impegnato circa 12 miliardi di spesa, ma solo i tre quarti dei fondi sono stati effettivamente spesi e sono state complessivamente accertate entrate per oltre tredici miliardi; tuttavia si sono verificate difficoltà nella gestione del Consorzio legate proprio all'incertezza delle risorse effettivamente disponibili: a volte gli accertamenti sono stati stralciati in sede di rendicontazione poiché gli enti erogatori non hanno dato seguito agli impegni precedentemente assunti. Si ribadisce che i fondi sono di provenienza principalmente regionale, esiguo è l'apporto degli altri enti.

Alcune considerazioni sintetiche sulla gestione finanziaria.
L'avanzo di amministrazione rappresenta la sintesi della gestione finanziaria e può essere ricavato partendo dall'avanzo proveniente dalla gestione precedente, sommandolo algebricamente ai risultati della gestione di competenza (ossia la differenza tra accertamenti ed impegni denominata avanzo di gestione) e della gestione dei residui (differenza tra residui passivi e residui attivi eliminati). Osservando l'andamento dell'avanzo nella figura 1, si riscontra il grado di incertezza derivante dalla revoca o dalla riduzione dei trasferimenti regionali già accertati, infatti l'avanzo prodotto nel primo anno si è incrementato fino al 1993 grazie alla gestione di competenza per poi calare notevolmente nel 1994 a causa dell'insussistenza di alcuni residui attivi derivanti dai trasferimenti di parte corrente, assestandosi successivamente sui valori originari del 1993. Il trend positivo dell'avanzo può essere interrotto anche mediante l'utilizzo dell'avanzo derivante dall'anno precedente, ma nel caso in questione solo nel 1992, nel 1997 e nel 1998 esso in parte, per una quota mai superiore ai cento milioni, è stato applicato al bilancio riducendo il risultato della gestione di competenza (6).

Dato che non si denotano squilibri nella gestione sia in competenza sia a residui successivamente al 1995, sembra oramai opportuno abbandonare la prudenza finora osservata: un avanzo di amministrazione pari al 73% degli impegni di parte corrente nel 1998 può essere anche letto come inefficienza e incapacità di spesa. Sempre in tema di efficienza, si conclude questa parte tentando di misurare, seppur grossolanamente, il grado di efficienza amministrativa complessiva del Consorzio. Nella figura 2 le spese correnti impegnate per il funzionamento dello stesso sono messe a confronto con le altre spese complessivamente impegnate (parte corrente e investimenti), tenendo distinte le spese per l'acquisizione della sede del Parco che, pur essendo spese d'investimento, potrebbero essere assimilate alle spese di funzionamento (7). Il livello di efficienza amministrativa può essere rappresentato dalla quota delle cosiddette spese dirette alle finalità istituzionali. Osservando l'andamento dell'indicatore in questione, si desume che il livello di efficienza, dopo aver subito un calo costante dal 1994 fino al 1997, nell'ultimo esercizio considerato è pari circa all'80%. Tralasciando i primi anni di vita del Consorzio, che come già detto devono considerarsi di avvio e assestamento della macchina amministrativa, si può affermare che circa il 20% delle risorse complessive di bilancio sono destinate al mantenimento del Consorzio stesso.

La spesa "consolidata" per il Parco
Un tentativo di consolidamento della spesa pubblica Nell'analisi della spesa pubblica per l'area del Parco del Conero sono state prese in considerazione le spese effettuate dagli enti locali territoriali: Regione, Provincia e Comuni, oltre allo stesso Consorzio del Parco. Il tentativo compiuto è stato quello di isolare la spesa che viene effettuata all'interno dei confini del Parco (8), utilizzando come criteri di scelta l'attinenza con le attività realizzate dal Consorzio stesso e, più in generale, con le finalità istitutive dell'area protetta e l'incidenza sull'assetto del territorio che tale spesa può avere. Si sono in questo modo individuati alcuni ambiti specifici di spesa: l'ambiente naturale, l'urbanistica e l'assetto del territorio, la viabilità, l'agricoltura, il turismo e la cultura. I contenuti dei diversi ambiti possono essere identificati come segue:

  • Ambiente naturale: comprende la spesa per la manutenzione e il miglioramento dell'ambiente in senso stretto, dalla manutenzione della costa e dei bacini fluviali, agli interventi per il miglioramento dei boschi e delle foreste e per la prevenzione degli incendi, allo studio e alla protezione della fauna. In questo ambito è compresa, oltre alla spesa diretta sul territorio, parte della spesa di funzionamento della macchina amministrativa del Consorzio.
  • Urbanistica / Territorio: comprende quelle voci che, pur non riguardando direttamente l'ambiente naturale, hanno comunque importanza per l'assetto del territorio, quali la gestione dei beni demaniali e patrimoniali da parte dei comuni, gli interventi specifici di urbanizzazione, ecc. · Viabilità: in questa voce è considerata la manutenzione della rete viaria provinciale e comunale. · Agricoltura: comprende i contributi erogati alle imprese agricole nell'ambito della Politica Agricola Comunitaria nell'ambito delle politiche di mercato, delle politiche agroambientali e delle politiche per le strutture, oltre ad interventi per la promozione del settore.
  • Turismo: comprende un insieme di interventi eterogenei per la realizzazione e la manutenzione di strutture turistiche pubbliche e private (realizzazione centri visita ed educazione ambientale, finanziamenti agevolati agli operatori turistici, investimenti nel porto turistico di Numana), la gestione di servizi turistici nonché il finanziamento di iniziative turistiche per la promozione dell'area.
  • Cultura: la voce riguarda interventi diretti dei comuni nel campo della cultura (compresi musei e mostre) e finanziamenti ad iniziative e manifestazioni di carattere culturale. Dal punto di vista dei beneficiari gli interventi considerati riguardano la spesa diretta degli enti sul territorio e i trasferimenti ad altri enti del settore pubblico, agli operatori economici e alle associazioni o altre organizzazioni senza scopo di lucro. Sono stati invece detratti dal bilancio consolidato i trasferimenti interni, avvenuti cioè tra gli enti presi in considerazione (es. i finanziamenti della Regione al parco o ai Comuni), per evitare una duplicazione della spesa che effettivamente giunge al territorio. Questi importi, anche consistenti, saranno evidenziati a parte nel seguito del lavoro (9). Per l'analisi delle risorse si sono considerate le somme impegnate nell'anno 1998, così come risultanti dai bilanci consuntivi (10).

Il bilancio consolidato dell'area del Parco.
La spesa pubblica impegnata nell'area del Parco del Conero nel 1998 nei settori considerati è pari, in base alla stima prudenziale effettuata, a 23,8 miliardi di lire. Essa risulta articolata nei diversi ambiti come rappresentato nella figura seguente.
Delle voci selezionate risultano preponderanti nell'area le spese relative all'urbanistica e alla viabilità, sostenute principalmente dai Comuni. In valore percentuale le risorse dedicate a queste due voci occupano quasi il 60% del totale. Seguono in ordine di importanza le spese relative al settore turistico (16%) e agricolo (14%). Per gli interventi in campo ambientale in senso stretto sono stati impegnati nell'anno oltre 2 miliardi di lire, che equivalgono però solo al 10% del totale. Risulta evidente come la spesa ambientale, che pure ha un suo peso rilevante in termini assoluti, non sia l'elemento principale in grado di determinare l'assetto del territorio del Parco: tutti gli ambiti di spesa citati possono avere infatti una valenza positiva o un impatto negativo nei confronti dell'ambiente e del territorio, che però non si è in grado di valutare dai semplici dati di bilancio. Si pensi in particolare al settore agricolo ed agli effetti provocati dal sostegno alle politiche di mercato sulle tipologie colturali e sul paesaggio agrario. La maggiore quota di spesa è sostenuta dal Comune di Ancona, i cui interventi sono concentrati nel settore dell'urbanistica, e dalla Regione, dove hanno un peso rilevante i trasferimenti agli operatori economici nel settore turistico ed agricolo.

Considerando la ripartizione della spesa di ogni ente nei diversi settori emerge in primo luogo una chiara suddivisione delle competenze tra gli enti: gli interventi nel campo dell'ambiente naturale sono concentrati principalmente nell'azione del Parco, mentre le spese per l'urbanistica e la viabilità sono gestite quasi esclusivamente tramite i bilanci dei Comuni. Più distribuite sono invece le competenze in campo turistico e nel settore della cultura. Passando all'analisi in dettaglio delle singole voci la spesa ambientale della Regione riguarda la gestione della costa (ripristino scogliere), la prevenzione degli incendi boschivi e la salvaguardia di aree di valore ambientale. La spesa del Parco riguarda principalmente il miglioramento degli ecosistemi forestali e il consolidamento delle foreste (con l'attuazione di un progetto finanziato dal programma comunitario LIFE), interventi relativi allo studio e alla conservazione della fauna e interventi di assetto del territorio quali la manutenzione della viabilità minore a fini escursionistici e interventi in aree di interesse storicoarcheologico (fondi PTRAP Piano Triennale Regionale per le Aree Protette). A questi interventi è stata aggiunta una percentuale delle spese di funzionamento della macchina amministrativa del Consorzio. La voce considerata per il settore ambientale nel bilancio dei Comuni è invece quella riguardante i "parchi e servizi per la tutela del verde pubblico" (parchi urbani). Nel settore "Urbanistica / Territorio" sono state raccolte le voci inerenti la gestione dei beni de maniali e patrimoniali da parte dei comuni, le spese per l'urbanistica in senso stretto e quelle per la gestione del territorio; sono stati di norma esclusi gli interventi ordinari di urbanizzazione quali fognature, gestione del servizio acquedottistico e raccolta e smaltimento dei rifiuti (11). Per il calcolo di queste spese si è considerata la percentuale di superficie comunale compresa nel perimetro del Parco (12). Con ipotesi simili si è proceduto al calcolo delle spese per la viabilità (13); per questa voce sono state considerate anche le spese ordinarie di manutenzione delle strade provinciali, ponderate per i chilometri compresi nell'area protetta (14). Il settore "Cultura", comprende i trasferimenti compiuti dalla Regione e dalla Provincia ad associazioni ed enti dell'area del Parco per la realizzazione di manifestazioni culturali e le spese dei comuni nel settore (compresi la gestione di musei, l'allestimento di mostre e la gestione delle biblioteche). In questo caso si sono considerate interamente le spese dei Comuni di Sirolo, Numana e Camerano, mentre sono state escluse quelle del Comune di Ancona, in quanto non direttamente attribuibili. Le spese relative alla cultura, pur non direttamente attinenti al Parco, sono state comunque prese in considerazione perché connesse alla capacità di attrattiva dell'area; le manifestazioni culturali e la presenza di mostre temporanee o musei possono essere infatti, a nostro avviso, assimilati agli interventi in campo turistico, la cui importanza per l'area è evidente. Un discorso più approfondito meritano infine le voci relative al turismo e all'agricoltura.

Le spese in campo turistico sono maggiormente distribuite tra gli enti operanti sul territorio: per la promozione turistica intervengono direttamente o con trasferimenti a privati ed enti sia la Regione che la Provincia, il Parco ed il Comune di Ancona. Un peso notevole in questo settore hanno anche le spese del Comune di Numana, sia per interventi diretti che per trasferimenti ad altri soggetti; l'azione del Parco, oltre alla promozione, riguarda invece essenzialmente l'educazione ambientale. Nel settore è infine molto complessa e importante l'azione della Regione, che investe nel campo turistico quasi 2.500 milioni: la voce maggiore riguarda i contributi a fondo perduto e sotto forma di mutui agevolati agli operatori economici per le attività ricettive e nell'ambito dei Programmi di promozione turistica per oltre 2 miliardi; un secondo gruppo di spese è costituito invece da interventi diretti per la manutenzione del porto turistico di Numana. Per quanto riguarda l'agricoltura l'intervento di gran lunga più consistente è quello della Regione, che gestisce i fondi AIMA per le politiche di mercato e per le politiche agroambientali. L'importo stimato per queste politiche è di oltre 3 miliardi, di cui il 96% destinato alle politiche di mercato e la restante parte alle politiche agroambientali (15). L'ulteriore intervento in campo agricolo della Regione riguarda le politiche per le strutture agricole, in particolare il finanziamento dei piani di miglioramento aziendale e l'insediamento dei giovani in agricoltura, ai sensi del reg. UE 950/97, per un importo calcolato di 137 milioni, quindi una cifra irrisoria se confrontata con le politiche di mercato. Nel settore agricolo interviene anche il Parco con una spesa di 95 milioni (fondi specifici del PTRAP cui si somma una percentuale attribuita delle spese di funzionamento del Consorzio). Per un'analisi più approfondita della spesa in agricoltura e delle problematiche del settore agricolo si rimanda ai "Quaderni del Parco" elaborati sul tema (16), è invece importante ricordare come la preponderanza delle risorse per le politiche di mercato rispetto alle politiche agroambientali, a quelle strutturali e anche alle risorse aggiuntive che il Parco è in grado di movimentare favorisca lo sviluppo di un'agricoltura a forte impatto ambientale e paesaggistico, in contrasto con le esigenze di con servazione distintive di un'area protetta. Un'ulteriore analisi che si può effettuare riguardo la spesa consolidata per l'area del Parco riguarda la ripartizione per beneficiari: oltre agli interventi diretti degli enti sul territorio sono stati considerati i trasferimenti verso altri enti o aziende pubblici, verso gli operatori economici e verso altre organizzazioni, comprendenti associazioni culturali e di volontariato ed altre organizzazioni senza scopo di lucro. La spesa diretta risulta di gran lunga la più importante, anche per il meccanismo di redazione del bilancio consolidato, in cui, per evitare il rischio di duplicazioni, sono stati defalcati i trasferimenti interni agli enti considerati. In totale sono oltre 17 miliardi i fondi che affluiscono nell'area del Parco come interventi diretti. Nel settore "Ambiente naturale" i trasferimenti ai privati sono limitati e riguardano sostanzialmente il risarcimento dei danni provocati dalla fauna (Parco) e la prevenzione degli incendi (Regione). Diversa è la situazione per quanto riguarda il settore turistico e quello agricolo, dove i trasferimenti agli operatori economici sono molto rilevanti, secondo le considerazioni svolte in precedenza. Nel settore cultura, infine, prevalgono i trasferimenti verso le organizzazioni senza scopo di lucro. In totale sono oltre 6 miliardi le somme che, a vario titolo, sono attribuite al settore privato, oltre · del totale della spesa pubblica dell'area. Nella tabella 2 è infine riportata la spesa totale di ciascun ente, in modo da evidenziare i flussi legati ai trasferimenti interni (non considerati nel bilancio consolidato) oltre alla spesa erogata direttamente o trasferita agli altri soggetti operanti sul territorio. La tabella mostra il ruolo della Regione come Ente finanziatore sia del Consorzio del Parco che dei comuni (17). Oltre alla Regione, che come indicato nella prima parte del lavoro è di gran lunga il maggior finanziatore del Consorzio, contributi vengono erogati anche dai Comuni (Ancona: 100 milioni, Sirolo: 2,5) e nell'anno in considerazione anche dalla Provincia. Il Parco invece spende direttamente la quasi totalità delle risorse a sua disposizione, mentre solo una piccola parte è utilizzata per trasferimenti agli operatori economici (nel settore turistico). Anche la Provincia impiega direttamente il maggiore importo di fondi a disposizione, come già detto, principalmente nel settore della viabilità.

4. Alcune considerazioni di sintesi sulle politiche di spesa
Come già anticipato nel corso della trattazione, le considerazioni svolte hanno come principale scopo quello di proporre un quadro di sintesi in cui sia possibile far emergere e quantificare le relazioni esistenti nella spesa erogata dai vari enti in relazione ad un territorio delimitato, in cui la valenza ambientale dovrebbe essere perseguita da tutti i soggetti che vi operano e coordinata in particolare tramite il PPES. Gli ambiti considerati non sono stati quindi solo la spesa ambientale in senso stretto ma tutti quelli che, con relazioni più o meno dirette, hanno un'influenza sull'assetto del territorio o su quelle funzioni che di norma caratterizzano l'esistenza di un'area protetta. Una prima valutazione riguarda l'importanza del Consorzio del Parco e il suo peso effettivo in termini di capacità di spesa per settori di intervento. Da questo punto di vista il bilancio del Parco si è dimostrato limitato rispetto alle risorse investite sul territorio, anche solo da parte pubblica. In alcuni ambiti urbanistica, viabilità il Parco non ha risorse né competenze ed essi risultano quindi probabilmente esterni alla sfera di influenza del Consorzio. In altri settori il Parco è presente ma con risorse molto limitate rispetto alle dinamiche del territorio; è questo in particolare il caso del settore agricolo e della cultura. Nel settore turistico il Parco ha invece una voce non trascurabile, per cui sembra poter esercitare una certa influenza. Una considerazione a parte merita la spesa in campo ambientale, dove il Parco investe la maggior parte delle risorse e dove presenta un peso determinante sul totale della spesa pubblica per il settore. In questo caso sembra delinearsi una sorta di "delega" al Consorzio; questo se da un lato permette un forte controllo della spesa a favore dell'ambiente, dall'altro limita l'attivazione di risorse e sembra quasi indicare una divisione netta delle competenze, con il rischio di isolare il Parco in interventi settoriali e di deresponsabilizzare inoltre tutti gli altri enti riguardo la salvaguardia dell'ambiente. Quantificare le relazioni esistenti tra gli enti nei diversi ambiti di spesa non è però sufficiente a mettere in evidenza la coerenza della spesa stessa con le finalità dell'area protetta ma solo a far emergere possibili sinergie o, al contrario, punti critici da affrontare. La compatibilità degli interventi va valutata infatti a livello qualitativo per i singoli progetti e per il loro impatto sul territorio, nonché nel coordinamento tra i progetti in corso di realizzazione nella stessa area. Allo stesso modo rimangono da analizzare le strategie perseguite dai diversi soggetti. La strumentazione adottata può però permettere ai decisori pubblici che investono sul territorio di identificare le risorse disponibili, le possibili duplicazioni, sinergie o incompatibilità degli interventi e scegliere le forme organizzative e normative più adatte per un'azione coerente della spesa pubblica nell'area del Parco. In particolare il Consorzio, nella definizione de·PARCHI gli strumenti di pianificazione di sua competenza, può tenere conto di questo quadro per orientare la propria spesa e, per quanto possibile, quella degli altri soggetti, al fine di massimizzare gli effetti delle risorse a disposizione. Un'ultima nota rimanda infine alla necessità di estendere l'analisi a più anni, in modo da rendere più coerente il quadro di riferimento ed evitare le distorsioni dovute a eventuali spese straordinarie. L'obiettivo del consolidato travalica infatti i compiti ed i tempi della redazione del PPES, ed andrebbe aggiornato sistematicamente e qualificato con indicatori fisici di risultato in grado di integrare quelli soltanto finanziari dell'analisi di bilancio. Il progetto è quello di dotare il Parco di un sistematico controllo di gestione finalizzato al monitoraggio della azione complessiva che lo investe (18).

 

* Università di Ancona, Facoltà di Economia
** Comune di Ancona

 

Bibliografia

  • G. GIORDANI, F. SOTTE, Esperienze a confronto: studio sull'efficienza gestionale dei comuni, in "l'Agenda Anci", Anci EmiliaRomagna, Bologna, n. 89 1996.
  • S. MARASCA, F. SOTTE, G. GIORDANI, Efficienza gestionale dei comuni. Una metodologia di analisi comparata, in "Azienda pubblica", Giuffrè, Milano, n. 2/96.
  • G. MORETTINI, La politica agricola comunitaria nel Parco del Conero. Quaderni del Parco n. 7.
  • F. SOTTE, E. CHIODO, G. GIORDANI, Il parco naturale, ambito di aggregazione per i piccoli comuni, in "Parchi", Maggioli, Rimini n. 27/99.
  • F. SOTTE, G. GIORDANI (1998), Efficienza gestionale dei comuni. Metodologie e strumenti per l'analisi comparata, in (a cura di) S. MARASCA, Il controllo di gestione negli enti locali. Strumenti di analisi e di sintesi; Giappichelli, Torino.
  • F. SOTTE, Verso il PPES del Conero. Bilancio dell'analisi preliminare e linee del programma economico. Quaderni del Parco n.1.

 

Note

  • (1) Cfr. FRANCO SOTTE Verso il PPES del Conero. Bilancio dell'analisi preliminare e linee del programma economico. Quaderni del Parco n.1
  • (2) Nell'incertezza si è preferito escludere determinati valori, quindi si è proceduto ad un'approssimazione per difetto.
  • (3) Tra le modifiche recentemente apportate dalla l.r. 5/2000 si cita la trasformazione del Consorzio da volontario ad obbligatorio.
  • 4 Tale composizione del Consiglio entrerà in vigore dal 1° maggio 2001 (così come stabilito dalla l.r. 5/2000) attualmente in Consiglio i Comuni di Ancona, Numana e Sirolo sono rappresentati ciascuno da cinque membri, al Comune di Camerano e alla Provincia spettano tre rappesentanti ciascuno.
  • (5) Fino all'esercizio 1997 i bilanci sono stati redatti secondo il d.P.R. 421/79; dal 1998 il Consorzio ha recepito lo schema di bilancio previsto dal d.P.R. 194/96 attuativo del d.lgs. 77/95.
  • (6) L'avanzo applicato non si accerta, pertanto si produce uno squilibrio in competenza tra accertamenti e impegni, con la conseguente riduzione dell'avanzo della gestione che si riflette negativamente sull'avanzo di amministrazione.
  • (7) Nella contabilità finanziaria dell'ente tali spese sono state ovviamente inserite in un solo esercizio, tuttavia nel considerare il loro impatto dal punto di vista economico andrebbero opportunamente ammortizzate negli esercizi successivi secondo i corretti principi contabili.
  • (8) Nonostante la consapevolezza delle interrelazioni esistenti tra area protetta ed ambiente esterno e il principio che il Parco va comunque considerato un "sistema aperto", si è dovuto per la complessità dell'argomento trattato e della posizione geografica del Parco stesso (ai limiti di una vasta area urbana, commerciale e industriale) porre come limite dell'analisi i confini "fisici" dell'area protetta, su cui d'altronde il Consorzio ha competenza territoriale.
  • (9) Non è stato invece possibile avere un'esatta corrispondenza tra i trasferimenti interni agli enti considerati e le spese finali nell'area del Parco, dati gli sfasamenti temporali esistenti nella segnalazione in bilancio delle risorse stesse.
  • (10) Per i Comuni sono stati utilizzati i dati dei certificati del conto consuntivo; dove è stata necessaria una territorializzazione della spesa si è invece ricorso al dettaglio del bilancio, verificando i singoli impegni: è il caso della Regione, della Provincia e del Comune di Ancona; per il Parco si è utilizzato infine il bilancio consuntivo classificato per capitoli di spesa.
  • (11) Questi servizi sono gestiti in ambito sovracomunale. Eccezionalmente per il comune di Ancona sono state inserite le spese di investimento riguardanti la realizzazione di depuratori e collettori fognari nelle aree di Poggio e Portonovo, in quanto le dimensioni della spesa (6.410 milioni) le località di intervento e le modalità di realizzazione (spesa diretta del Comune e non del soggetto sovracomunale) ne hanno messo in evidenza la specificità e l'importanza per l'assetto del territorio del Parco.
  • (12) Si è quindi seguita l'ipotesi che tali spese si distribuiscano uniformemente sul territorio; questa ipotesi è confortata dal fatto che i centri abitati di Sirolo e Numana e parte di quello di Camerano (dove probabilmente si concentra la maggior parte della spesa) sono compresi nel perimetro del Parco. Per Ancona, dove invece è preponderante l'area urbana, esterna al Parco, si è proceduto invece ad una precedente selezione per capitoli di spesa, escludendo quelli specificamente attribuibili al capoluogo.
  • (13) Anche in questo caso per quanto riguarda il comune di Ancona si sono escluse le spese specifiche per l'area urbana mentre sono state prese in considerazione quelle relative alle strade extraurbane, ponderate sempre per la percentuale di area a parco.
  • (14) La spesa di gestione media di un chilometro di strada provinciale del compartimento di Ancona (NOE) è stata nel 1998 di oltre 9 milioni di lire; i chilometri di strade provinciali nel Parco sono stati calcolati in 40 (compresa la strada provinciale "Cameranense" che funge da confine del Parco stesso).
  • (15) Per un approfondimento della spesa pubblica in agricoltura nell'area del Parco e per la metodologia di stima di questi valori si veda MORETTINI - La politica agricola comunitaria nel Parco del Conero. Quaderni del Parco n. 7.
  • 16 Oltre al precedente si veda: COMPAGNUCCI, DE SANCTIS, SANTI - L'agricoltura nel Parco del Conero. Quaderni del Parco n. 5; ARZENI, CHIODO - Strumenti e idee per lo sviluppo rurale nel Parco del Conero. Quaderni del Parco n. 6.
  • (17) Un notevole ammontare di risorse viene anche trasferito alla Provincia (oltre 2.500 milioni, di cui 2.300 per interventi di valorizzazione dell'ambiente e per opere di bonifica e irrigazioni, e circa 200 nel settore turistico); non è stato però possibile ripartire questo ammontare all'interno della provincia stessa e quindi calcolare la quota relativa all'area del Parco, per cui si è scelto, prudenzialmente, di non attribuirle alcun valore.
  • (18) Cfr. FRANCO SOTTE, citato.