Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 31 - OTTOBRE 2000


NEWS da www.parks.it
 



100 candeline per Piemonte Parchi. La rivista di informazione e divulgazione naturalistica della Regione Piemonte, ha raggiunto il 100° numero in 17 anni di pubblicazioni. Un traguardo di tutto rispetto per un periodico "di nicchia".

Piemonte Parchi
, è nata nel 1983 per volontà della Regione Piemonte, e da allora ha seguito un percorso singolare che l'ha portata a conquistare un posto di rilievo nel panorama delle riviste del settore.
36 pagine a colori, improntate alla divulgazione scientifica, con particolare cura all'aspetto grafico e fotografico. Attualmente ha periodicità mensile e viene inviata gratuitamente in tutte le scuole piemontesi, mentre quasi 10.000 lettori 'privati' la ricevono in abbonamento (L. 24.000 annue). Si avvale della collaborazione di esperti nei vari campi naturalistici ed ambientali, fornisce informazioni sulle attività dei parchi e propone articoli di zoologia, botanica, cultura naturalistica e del territorio. Il 100 è un numero sperciale di 64 pagine, dedicate all'avventura dell'uomo sulla Terra e attraverso qualificati interventi di paleontologi, antropologi e archeologi, ripercorre alcune tappe dell'evoluzione del rapporto fra l'ambiente e la 'scimmia nuda', cioè l'uomo. Un ampio sguardo sul passato, dai resti fossili trovati nel "parco degli ominidi" di Koobi Fora in Kenia, all'arte rupestre dei pittori di Altamira, per poi scendere nel dettaglio della nostra realtà regionale per descrivere l'utilizzo dei ripari rocciosi nel Canavese e a Balma Boves, sulle pendici meridionali della valle Po. La prima parte, ripercorre invece la storia della rivista e dei parchi piemontesi di cui è espressione ed è corredata da dieci portfolio di altrettanti fotografi, collaboratori assidui della rivista. All'apprezzamento delle autorità politiche della Regione Piemonte, si aggiungono gli auguri di Wwf (Fondo mondiale per la natura), Italia Nostra, Pro Natura, Federazione Nazionale Parchi, Iucn (Commissione mondiale delle aree protette), Europarc (Federazione parchi naturali e nazionali d'Europa), Rete Alpina delle Aree Protette, Ugis (Unione giornalisti italiani scientifici). La copertina, atipica, è opera di Colombotto Rosso e presenta un ominide che dipinge un bisonte nelle grotte di Altamira.
In questi anni di pubblicazioni, Piemonte Parchi ha confermato le proprie linee guida: promuovere la cultura del territorio, svolgendo un'azione di informazione sulle aree protette, divulgare le scienze naturali.

I Parchi al Salone del Gusto 2000
Per la prima volta il sistema dei Parchi italiani ha partecipato da protagonista al Salone del Gusto, a Torino, dal 25 al 29 ottobre.
Promossa dal Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell'ambiente e coordinata dalla Federazione dei Parchi, la partecipazione è stata qualificata e appariscente.
11 Parchi nazionali e 4 regionali, in un unico stand del padiglione "d'onore" della rassegna, hanno presentato i prodotti tipici dei propri territori, la cui riscoperta e valorizzazione costituisce elemento rilevante dell'azione che le aree protette italiane stanno conducendo per la conservazione e la tutela della biodiversità così come per il sostegno alle attività tradizionali e in generale all'economia dei loro territori.
In questa cornice sono stati presentati, sabato 28, alle ore 12 nella sala conferenze del Padiglione 3, i primi risultati del lavoro per la realizzazione dell'Atlante dei prodotti tipici e tradizionali del sistema nazionale delle aree protette.
In un incontro con i giornalisti, al quale hanno partecipato Willer Bordon, Ministro dell'Ambiente, Enzo Valbonesi, Presidente della Federparchi, Ermete Realacci, Presidente di Legambiente e Carlo Petrini, Presidente di Slow Food, si è dato conto delle prime ricerche effettuate per la rilevazione e la pubblicazione, in un libro e su Internet, del primo repertorio generale delle produzioni tipiche e di qualità.

L'alluvione nel bacino del Po: drammatico richiamo alla priorità della tutela
Una forte solidarietà è stata espressa dal Forum dei Parchi, riunito a Roma il 18 ottobre, alle popolazioni ed alle comunità colpite dall'alluvione ancora in corso in quelle ore nel bacino del Po e che già aveva causato disastrose conseguenze in Val d'Aosta e Piemonte. Ma tutti gli intervenuti hanno accompagnato l'espressione della solidarietà ad una riflessione sui moniti che gli avvenimenti stavano lanciando e sul ruolo fondamentale che i parchi assolvono per la difesa del territorio dal degrado, dal dissesto, da usi irresponsabili e, secondo gli esperti, da una situazione climatica in via di progressiva modificazione. A dimostrazione del concreto valore delle azioni di tutela sono stati citati i danni limitati registrati nelle aree comprese nel Parco del Ticino, che ha affrontato la sua più grande piena a memoria d'uomo forte di un'azione che, in venticinque anni, ha saputo eliminare le escavazioni in alveo, impedito gli insediamenti nelle aree a rischio, orientato le scelte costruttive delle opere pubbliche, favorito importanti interventi di rinaturalizzazione. Ma accanto al Ticino sono stati ricordati altri parchi, che hanno saputo essere presidio di territori, soprattutto interni e montani, in fase di forte spopolamento o di paesaggi, ambienti ed ecosistemi che costituiscono una delle maggiori ricchezze del Paese; che sono divenuti protagonisti dell'affermazione di legalità in aree in cui è stata spesso negata; che hanno scelto di essere artefici dalla riscoperta e della valorizzazione di culture, tradizioni e produzioni in via di sparizione, alla difesa intelligente. Qualcuno ha sottolineato che nelle situazioni di emergenza, durante l'alluvione come nei giorni del disastro di Sarno, i parchi hanno dimostrato di saper mettere a frutto la profonda conoscenza dei propri territori e dei fenomeni che li riguardano, dando un contributo concreto ed apprezzato.

I parchi fluviali del bacino del Po si uniscono
I parchi fluviali del bacino del Po avevano da tempo in programma un incontro, fissato per il 15 novembre. La riunione, promossa dalla Federazione dei Parchi con la prospettiva di avviare la costituzione di un "sistema" in grado di unire le esperienze delle aree protette insistenti sui corsi d'acqua del bacino, non poteva non assumere ben altro rilievo e significato, dopo la grande alluvione del Po dei giorni scorsi. Ecco allora la decisione: i Parchi discuteranno sì delle modalità per mettere in rete le tante esperienze accumulate, per unire le energie nel difficilissimo compito che è loro affidato e la voce nei confronti delle altre autorità, ma nel pomeriggio dello stesso giorno faranno seguire a questa loro riunione un incontro pubblico di confronto con i poteri locali, l'autorità di bacino, il magistrato del Po, sul contributo che le aree protette possono dare alla costruzione di una strategia per il futuro. L'appuntamento è dunque per il 15 novembre, a Parma, nella Sala riunioni della provincia, in piazza della Pace.

Finalmente l'intesa sul trasferimento delle riserve naturali
Il lungo, decennale braccio di ferro sul trasferimento della gestione delle riserve naturali statali ai Parchi nazionali ed alle regioni sembra essersi concluso. Nella seduta del 12 ottobre la Conferenza Stato-regioni ha finalmente licenziato il provvedimento, ed ora non dovranno che attuarsi gli atti amministrativi concreti per il passaggio di consegne. Non sono mancati i tentativi di mandare a vuoto ancora una volta la discussione, così come era accaduto nella seduta di agosto, quando motivazioni pretestuose avevano ottenuto lo scopo di un nuovo rinvio, allora stigmatizzato dalla Federazione dei Parchi, che giudicò particolarmente grave che una previsione contenuta tanto nella legge 394 del 1991 che dalla legge 426 del 1998, trovasse ancora ostacoli così forti. Ora al contrario, di fronte all'intesa e alla decisione, la Federparchi ha espresso grande soddisfazione con un telegramma inviato dal presidente Valbonesi al Ministro dell'ambiente Willer Bordon e al Presidente della Conferenza delle regioni Enzo Ghigo, nel quale l'atto viene definito "importante per favorire la leale collaborazione istituzionale per lo sviluppo dei parchi [...] un risultato che rafforzerà sicuramente il ruolo, la funzione e l'autorevolezza di molti enti parco e contribuirà alla costruzione del sistema nazionale delle aree protette". Ora inizia una nuova fase di cui, secondo la Federparchi, uno dei primi elementi deve essere l'analogo trasferimento ai Parchi regionali delle riserve che ricadano nei loro territori e che il provvedimento tanto atteso ha consegnato alle regioni.

Turismo: proposte dei parchi alla conferenza nazionale
Due avvenimenti hanno segnato in questo periodo l'iniziativa della Federazione dei Parchi in materia di turismo. Sono stati entrambi rivolti a mettere in campo idee innovative e proposte per "fare i conti" con la realtà complessiva e diversificata del turismo nelle aree protette e concorrere al miglioramento delle loro condizioni economiche salvaguardando al contempo i valori ambientali e naturalistici oggetto della domanda turistica. Prima in un seminario tenutosi il 15 settembre nell'ambito del Salone Sana di Bologna, attraverso le relazioni di Matteo Fusilli e Pietro Pigozzi, poi con l'intervento di quest'ultimo alla Conferenza del Turismo di Roma il 13 ottobre, sono state messe le basi concettuali per un'azione di ampio respiro, che attivi le aree protette, prima che sia troppo tardi. "La realtà è infatti più forte di tante disquisizioni e tra parchi e turismo vi è ormai, un rapporto strettissimo". Già oggi molti parchi sono meta di importanti flussi e in un futuro assai vicino "tutte le aree protette saranno interessate dal fenomeno turismo, perché la qualità dell'ambiente rappresenta la principale motivazione per la scelta del luogo dove soggiornare e il grande investimento in educazione ambientale che parchi, associazioni, governi, mezzi di comunicazione, stanno facendo, in particolare nelle scuole, porterà i ragazzi di oggi a scegliere domani, presumibilmente, mete turistiche in grado di soddisfare il bisogno di conoscere ambienti naturali integri oltre che la storia, le tradizioni e la cultura dei luoghi visitati". Da questa convinzione discendono proposte operative che sono state presentate e sulle quali la Federparchi intende lavorare da subito: sottoscrizione di accordi operativi con le associazioni imprenditoriali del turismo; istituzione di un osservatorio per una indagine sulla domanda di turismo nelle aree protette; costituzione di un gruppo di lavoro interdisciplinare per la redazione di un rapporto/manuale su turismo e parchi; costituzione di un Forum che metta in rete i tanti attori in campo; organizzazione di un sistema di commercializzazione dell'offerta turistica dei parchi, attraverso canali tradizionali e telematici.

Importante intesa tra Ministero politiche agricole e Federparchi
Ministero per le politiche agricole e Federazione Italiana dei Parchi hanno sottoscritto un protocollo d'intesa rivolto alla tutela, alla valorizzazione ed allo sviluppo delle attività agricole sostenibili nelle aree protette. Alla base dell'intesa - firmata durante il Salone Sala di Bologna dal Ministro Alfonso Pecoraro Scanio e, in rappresentanza del Presidente della Federparchi Valbonesi, dal Presidente del Parco del Delta del Po emiliano-romagnolo Valter Zago - la convinzione comune che l'agricoltura, oltre che fattore essenziale dello sviluppo economico del Paese, costituisca un elemento di primaria importanza - se condotto in forme sostenibili - per la tutela ambientale, la conservazione delle risorse naturali ed il mantenimento della ricchissima biodiversità italiana. Per questo il documento giudica indispensabile che nei Parchi si sperimentino interventi agro-ambientali che consentano di salvaguardare insieme la coerenza con gli obiettivi generali di gestione ambientale delle aree protette, il reddito delle aziende agricole e la possibilità del loro ammodernamento, la tipicità e la qualità dei prodotti. A questo fine il Ministero per le politiche agricole sosterrà programmi e progetti, nei territori dei Parchi, che rispondano ad obiettivi di sviluppo e tutela e svolgerà in sede Comunitaria le azioni opportune perché l'Unione attui una politica che individui le aree protette come luoghi di eccellenza e di sperimentazione. La Federazione dei Parchi si impegna per parte sua a svolgere azioni di sensibilizzazione e coordinamento nei confronti delle aree protette, di collegamento con le comunità e i poteri locali, di coinvolgimento degli operatori e dell'associazionismo. Accordi successivi definiranno le azioni e le attività concrete da svolgersi nei territori delle aree protette.

Incontro al ministero su Stato, rischi e prospettive di "Natura 2000"
Si è svolto presso il Servizio Conservazione della Natura, alla presenza di dirigenti della XI Divisione della Commissione europea, un incontro dedicato all'esame dello stato di applicazione delle direttive comunitarie inerenti Rete Natura 2000. I rischi di procedure di infrazione (alcune delle quali già in atto e che possono riguardare, invece che lo Stato membro, le singole realtà regionali) e di blocco dei finanziamenti comunitari derivante dal mancato rispetto delle direttive continuano infatti a tenere desta l'attenzione sul problema, insieme a problemi giuridici da dipanare e a non semplici questioni di rapporti fra Stato centrale e regioni. L'incontro è servito a ribadire che, con la trasmissione all'Unione delle schede relative ai siti di interesse comunitario sono scattate le misure di salvaguardia. Sono perciò passibili di sanzione gli interventi attuati nei territori in questione, se non in linea con le esigenze primarie di tutela degli habitat e delle specie. Inoltre, qualsiasi richiesta di soppressione, non tecnicamente supportata, porterebbe alla richiesta di recupero delle risorse già impiegate. L'Unione prende in considerazione esclusivamente richieste di riperimetrazione volte ad escludere centri abitati ed altre aree fortemente antropizzate. Essendo il fine del programma quello di evitare interventi (anche esterni ai siti) capaci di produrre danni a carico di specie e habitat che si intendono proteggere, non esiste un blocco generalizzato degli interventi ma l'obbligo della preventiva valutazione di incidenza. Il criterio fondamentale riguarda insomma gli obiettivi della gestione e in tal senso dovrebbero essere immediatamente avviati i piani di gestione per ciascun Sic, con l'indicazione delle attività compatibili. È emersa la generale consapevolezza che uno degli aspetti principali della questione è quello dei finanziamenti e della coerenza delle politiche in quanto: la divisione che si occupa di Natura 2000 non può stabilire le risorse da destinarvi; le regioni, cui spetta di stabilire le priorità degli interventi, salvo rare eccezioni non tengono conto di Natura 2000 nei loro diversi strumenti di programmazione; la stessa Unione si è trovata in alcuni casi a finanziare, con altre misure, interventi distruttivi di siti di cui era stata finanziata la conservazione.

Primi finanziamenti per Ape
Il Cipe, con una delibera del luglio di quest'anno, ha stanziato un primo finanziamento di 35 miliardi per il progetto Ape. Ora dovranno essere predisposti i primi progetti pilota. Il finanziamento disposto dal Cipe, ottenuto dopo forti pressioni da parte del Ministro Bordon e del sottosegretario Calzolaio, prevede che l'85% del finanziamento sia utilizzato nei territori dell'obiettivo 1 e solamente il restante 15% nel resto delle aree appenniniche del Centro e del Nord Italia. Ciò a causa del fatto che il finanziamento in questione segue le modalità di spesa del programma di finanziamento per le così dette aree depresse. Per riequilibrare questa situazione, che riserverebbe poco più di 5 miliardi alle aree dell'Appennino centrale e settentrionale, si sta lavorando affinché il Ministero dell'ambiente reperisca ulteriori risorse finanziarie. Intanto sta proseguendo il lavoro, finanziato dal Servizio Conservazione della Natura e coordinato dall'Upi, che vede impegnati anche la Federazione dei Parchi e l'Uncem, per la definizione del quadro sinottico della pianificazione esistente nelle aree appenniniche. Legambiente nazionale, che ha ideato e lanciato Ape, funge da soggetto animatore dell'iniziativa per conto dello stesso Ministero dell'ambiente. La Federparchi da alcuni mesi ha avviato un lavoro di raccordo tra i Parchi, articolato per ambiti geografici, con l'obiettivo di favorire la messa a punto di progetti integrati e di area vasta che partendo dalle aree protette coinvolgano anche i territori contermini e siano definiti insieme ai comuni, alle comunità montane, alle province ed ai diversi soggetti privati territorialmente interessati. Il prossimo 7 novembre si terrà a Roma un incontro di tutte le aree protette interessate.

Dal nostro inviato al congresso Uicn di Amman
Il secondo Congresso Mondiale sulla Conservazione della Natura dell'Uicn, svoltosi ad Amman, in Giordania, nella prima metà di ottobre è stato anche il primo Congresso al quale ha partecipato a Federparchi da quando è diventata membro affiliato della organizzazione internazionale. È stato un congresso particolarmente interessante e importante. In primo luogo è stato uno dei più partecipati, con oltre 2.000 delegati, in rappresentanza di più di 70 Paesi. Un congresso che ha vissuto momenti anche molto suggestivi, come l'apertura della manifestazione, avvenuta la sera del 4 ottobre nella splendida cornice del Teatro romano di Amman e alla presenza della giovane Regina di Giordania. Un congresso, purtroppo, funestato anche dalle notizie che giungevano dalla Palestina e che turbavano i partecipanti ai lavori. Molte le sessioni formali e informali in cui si sono discussi programmi, mozioni, idee per la conservazione della natura nelle varie aree geografiche del pianeta. La partecipazione italiana è stata particolarmente numerosa e qualificata. Fatto utile perché è giunto il momento che anche il nostro Paese possa dire la sua nel contesto internazionale della conservazione della natura. La folta delegazione italiana ha sorpreso anche alcuni Stati mediterranei che non erano abituati a vederci in così alto numero e così coesi negli appuntamenti internazionali. È importante a questo punto organizzare un buon comitato nazionale che ci consenta di partecipare a pieno titolo alle scelte politiche internazionali per la difesa della biodiversità del pianeta. C'è da lavorare e c'è da affrontare la prossima importante scadenza internazionale: il decennale congresso sulle aree protette dell'Uicn, che si terrà nel 2002 a Durban, in Sudafrica, che avrà come tema "gli effetti benefici dei parchi oltre i loro confini".
Presidente della Commissione mondiale delle aree protette dell'Uicn è stato eletto lo statunitense Kenton Miller.

L'Italia approva il "protocollo trasporti" della Convenzione alpina
L'Italia accelera nei rapporti con la Conferenza internazionale delle Alpi, recuperando il terreno perduto nei molti anni di attesa per la ratifica della Convenzione, e si candida per la sua futura presidenza, della quale si discuterà a partire dal prossimo 31 ottobre, nella riunione che si terrà a Locarno. Non solo la Conferenza Stato-regioni, tenutasi nei giorni scorsi a Milano, ha infatti approvato il "Protocollo trasporti", uno degli accordi in assoluto di più grande rilievo e certamente di maggiore interesse per le aree protette alpine (che ne avevano fatto oggetto di valutazione e di proposte all'interno del loro coordinamento), ma ancora il sottosegretario Calzolaio ha annunciato, intervenendo al Forum organizzato da Federparchi a Roma, che l'Italia è pronta a sottoscrivere gli altri protocolli e ad assumere un ruolo di guida nella loro attuazione.

Parchi: Italia e Stati Uniti lavoreranno insieme
Una delegazione del National Park Service degli Stati Uniti ha incontrato, lo scorso 17 ottobre, il Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell'ambiente ed una delegazione della Federazione dei Parchi, con lo scopo di avviare un lavoro su argomenti di comune interesse. Gli argomenti individuati, dopo un confronto tra le rispettive esperienze e situazioni, sono stati i seguenti: i sistemi nazionali di aree protette e la gestione del paesaggio culturale attraverso il partenariato e la collaborazione delle comunità; il patrimonio culturale ed il turismo sostenibile; gli scambi di esperienze sulle tematiche di gestione delle risorse naturali e culturali; l'applicazione della scienza e della tecnologia alla gestione delle aree protette, quali ad esempio Gis e conservazione della biodiveristà; il rapporto con i giovani attraverso l'educazione ambientale e la formazione professionale; l'approccio bioregionale alla creazione delle aree protette, per la costruzione di una visione dei parchi come sistema e non come isole. In questo ambito sono state ipotizzate azioni prioritarie che dovrebbero divenire parte di un futuro programma di lavoro comune: workshop internazionali per i dirigenti dei parchi e delle aree protette con un'attenzione particolare ai paesaggi culturali e alla gestione partecipata con le comunità; sviluppo di scambi di volontari, di tecnici della gestione delle risorse naturali, di staff italiani e americani che svolgono ruoli e compiti analoghi nei campi dell'educazione ambientale. Un campo specifico riguarderà la cooperazione per la definizione delle linee guida per la promozione di gemellaggi tra le aree protette dei due Paesi.

Parte lo studio per il Parco del Piceno
Si stringono i tempi per l'istituzione del Parco marino del Piceno. Il Comitato promotore, composto dai comuni del litorale, dalle Province di Ascoli e Teramo e dalle Regioni Marche e Abruzzo, ha affidato all'Irpem del Cnr di Ancona l'incarico di fornire il supporto di studi per le scelte che dovranno essere operate. Quattro mesi di tempo e quasi 300 milioni per raccogliere, riordinare e completare i dati relativi alla morfologia di coste e fondali, alla climatologia, alla consistenza e composizione di flora e fauna, alle caratteristiche dell'attività di pesca che si svolge nel vasto specchio d'acqua compreso tra le foci di Chienti e Salinello. Venti stazioni di campionamento delle specie ittiche forniranno i dati sulla loro distribuzione nelle diverse stagioni dell'anno.

Prima "casa" per i parchi di Roma
Il progetto "Case del Parco" di RomaNatura ha avuto il suo primo concreto successo. È stata aperta al pubblico la Casa del Parco nella Riserva naturale della Marcigliana, in uno degli antichi casali-fattoria della Tenuta di Tor S.Giovanni, completamente restaurato. Vi ha trovato posto il centro visite della Riserva al quale si affiancherà presto un punto di ristoro con i prodotti agricoli del Parco. Si tratta di un importante presidio per il controllo e la tutela dell'area naturale e di un punto di riferimento per tutti i cittadini che vogliono passare il loro tempo libero tra i suggestivi paesaggi agricoli della Marcigliana visitando gli spazi espositivi dedicati al patrimonio naturalistico e alla storia agricola del parco che, con i suoi 4.696 ettari, si estende su una serie di alture delimitate ad ovest dal corso del Tevere, a sud dal fosso della Bufalotta, a nord dal Rio del Casale che segna anche il limite del Comune di Roma. Il progetto Case del Parco prevede che ogni parco abbia una sua Casa, dedicata ad un tema diverso: sono già in corso i restauri delle future Case del Parco nella Valle dei Casali, al Pineto e a Monte Mario, mentre è imminente l'avvio dei lavori nella Valle dell'Aniene e ad Aguzzano.