Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 32 - FEBBRAIO - 2001


Commenti
di M.G.
 

Nell'esercizio del mio ruolo, consultata la redazione e la proprietà, ho avviato una consultazione tra i lettori a proposito dell'identità presente e futura di questa rivista.
Non ho messo in circolazione una indagine scientifica, che avremmo potuto commissionare a qualche istituto specializzato (o anche a qualche componente della redazione particolarmente specializzato, come Giorgio Osti, al quale ho chiesto una sorta di "giudizio finale" sul risultato).
Mi sono limitato a mettere per iscritto alcune delle domande che sono circolate in redazione e nelle stanze dell'hotel Brunelleschi negli ultimi tempi, per allargare ad altri una discussione che potrebbe apparire - o essere - piuttosto limitata ed autoreferente che in qualche modo esaustiva e contemporanea ai problemi da affrontare.

Stanno arrivando risposte, quasi tutte firmate.
Ad oggi il 60% sono uomini, il 12% donne, il resto enti, associazioni, studi professionali. Tra nord, centro e sud d'Italia c'è equilibrio, con prevalenza del centro e uno scarto negativo al sud. Degli anonimi è difficile dire.
Siamo all'esaurimento della prima ondata di questionari, spediti agli abbonati, e aspettiamo la seconda, quella composta da chi ha scoperto il questionario ricevendo la rivista a casa. Sicchè un rendiconto definitivo sarà possibile presumibilmente solo tra qualche settimana. Ne parleremo al convegno di Portonovo, previsto per venerdi 6 aprile, nel quadro della volontà di rinnovamento e di rilancio dei vari mezzi di comunicazione che le aree protette si stanno dando, e nel contesto della proposta di mettere sempre meglio in rete i parchi e le riserve tra loro.
Su questo punto nel questionario c'è una domanda precisa: l'ultima. Si chiede: "il collegamento con i vari segmenti del sistema informativo dei parchi è sufficiente o insufficiente?" E le risposte si equivalgono, attestandosi entrambe al di sotto del 20%.
Quando proponiamo di rispondere "inutile" nessuno sbarra la casella, mentre quasi il 50% degli intervistati concorda sul fatto che occorra mettere meglio in rete i periodici prodotti dai parchi, cosa che cercheremo di fare a partire dai prossimi numeri.
Sull'intreccio funzionale tra le news prodotte mensilmente e diffuse via internet e su carta le opinioni e le informazioni degli abbonati a "Parchi" sono meno nette. Un 24% non sapeva che le news ripubblicate su "Parchi" avessero una origine altra, e fossero già in internet. Un 4% trova la cosa inutile, il 24% utile, gli altri non si pronunciano.
Un altro pacchetto di domande si riferisce alla periodicità, ed un terzo agli attuali contenuti.
Sulla periodicità gli attuali abbonati accettano il quadrimestrale (un 16% lo considera ideale, al 60% va bene così, mentre un 35% ritiene che vada modificato). Sulle caratteristiche della modifica, le opinioni si articolano tra il desiderio di un bimestrale (31%) e di un trimestrale (26%). Nel caso di un cambio di periodicità sarebbe disposto a sottoscrivere un abbonamento più elevato il 40% degli intervistati. Il 10% è contrario. Gli altri non si pronunciano.
I contenuti vengono messi in discussione da una domanda che si nasconde dietro una affermazione: leggo soprattutto, e poi segue l'elenco delle sezioni (editoriale, la politica, i commenti, le rubriche, le esperienze, la cultura, il notes, gli speciali, le news, i libri, i fascicoli speciali). Ne risulta una classifica. Le esperienze sono lette dal 76% degli intervistati, gli "speciali" dal 52%; l'editoriale dal 51%; i libri e le rubriche sono al 43%, le news al 41%, la politica al 37%, i commenti al 24%, il notes al 18%. Nessuna delle sezioni elencate viene definita inutile da un numero significativo di intervistati. Nove intervistati chiedono di aggiungere ulteriori esperienze, otto più approfondimenti tecnici.
Tra le modifiche sostanziali da apportare, il 41% chiede di aggiungere fotografie, 31% chiedono di aggiungere box, e il 29% tabelle. Un 14% chiede di asciugare molto gli articoli, mentre il 6% chiede di allungarli.
Dando un giudizio d'insieme, il 46% la considera equilibrata tra le varie sezioni, il 7% squilibrata; il 3% troppo leggera mentre il 24% la ritiene troppo pesante: il 15% ritiene che siamo troppo legati alle posizioni della Federparchi mentre nessuno ritiene che siamo lontani da quelle posizioni. Il 6% ritiene che la rivista sia troppo tecnica, il 14% lamenta che sia troppo politica; il 28% ritiene che aiuti gli amministratori dei parchi a svolgere il loro lavoro, il 14% che aiuti i ricercatori scientifici, 11% che aiuti gli eletti nelle pubbliche amministrazioni ed il 13% che aiuti i funzionari delle pubbliche amministrazioni.
Pochi ritengono il contrario.
Che dire di tutte queste opinioni?
Intanto grazie a tutti per averle espresse, con un particolare sentimento di simpatia per chi, firmando, ci consente di capire ancora meglio il significato delle osservazioni che sono state fatte. Siamo ancora in qualche modo "a urne aperte", e aspettiamo di vedere se ci sarà un secondo flusso di questionari, e se questo ipotetico ulteriore flusso modificherà le tendenze che sono emerse nei primi cento questionari. Ma non è giusto sottrarci al dovere di tenere conto intanto di quanto è emerso in questa fase. E' evidente che la nostra rivista non vive in una campana di vetro. C'è stato un tempo segnato da una grande capacità dei parchi e del sistema delle autonomie di progettare una presenza nuova delle aree protette soprattutto nelle società regionali.
La rivista fu un contenitore delle ricerche e delle passioni maturate in quegli anni. Anche allora si distribuì un questionario, e si tenne conto delle risposte, all'interno di un processo che vivevano le aree protette ed il loro coordinamento nazionale.
Oggi sono cambiate molte cose. I referenti regionali e quelli nazionali si sono modificati di molto. E lo stesso coordinamento, nel diventare Federparchi è cresciuto ed ha assunto un ruolo diverso da quello che fu il suo modo di essere in passato.
La discussione poco formale, intensa e per certi versi appassionata che si è svolta nel direttivo della Federazione, non si spiegherebbe se si dovesse semplicemente razionalizzare il rapporto tra le news, internet e la rivista, con un maggiore rapporto con i parchi e con i giornali prodotti dai medesimi, mentre ha un senso se la collochiamo nel suo giusto sfondo culturale e anche politico. C'è una crisi di identità dell'insieme dei nostri mezzi di comunicazione? Non direi. Tuttavia siamo, almeno per quanto riguarda la rivista "Parchi", sull'orlo di una possibile crisi di identità per motivazioni complesse, che andranno esplicitate con rigore se vogliamo tentare di anticiparla quella crisi e di volgere in positivo i primi sintomi di malessere e di disaffezione.
Di questo io spero che parleremo nel convegno nazionale già convocato a Portonovo, per il prossimo 6 aprile, dove cercheremo anche un rapporto nuovo con le aree protette e con i giornali che parchi e riserve stanno producendo, arrivati già al rispettabile numero di una quarantina di testate.
Proporremo di considerare "Parchi" sempre più e sempre meglio lo strumento di comunicazione delle aree protette, ed il luogo dove l'informazione e la ricerca prodotta dai parchi può trovare una vetrina nazionale, su carta e su internet.
A Portonovo ragioneremo anche delle modifiche da apportare a tutti i nostri mezzi di comunicazione, a partire da questa rivista, che fin da questo numero sperimenta non poche novità.
A partire da quelle che tengono conto delle osservazioni dei dirigenti della Federparchi, dei nostri abbonati e dei nostri più affezionati e cortesi lettori. Che ringrazio tutti, nella certezza che ogni discussione ed ogni riflessione non possa che far bene al sistema di mezzi di comunicazione al quale da alcuni anni lavoriamo con passione, per essere sempre meglio dalla parte della soluzione del problema della costruzione del sistema nazionale delle aree protette, parte vivente e integrante di un nuovo modello di sviluppo eco sostenibile, costruito dal basso, assieme alla gente, con paziente competenza, e con equilibrata ma costante e tenace passione.