Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 33 - GIUGNO 2001


LA GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI
di Luigi Bertone
  Ora si può senz'altro e finalmente dire che le nostre aree protette hanno il loro spazio affermato e riconosciuto anche nel panorama delle ricorrenze nazionali. L'edizione della "Giornata Europea dei Parchi" costruita attorno allo scorso 24 maggio ha infatti sancito, con il suo successo e la visibilità acquisita, l'affermazione di un appuntamento che sarà d'ora in poi obbligato, per tutti.
Una manifestazione che ottiene l'alto patronato del Presidente della Repubblica, che riesce a costruire 550 eventi in 125 aree protette, alla quale aderiscono poco meno di cento Enti, che conquista le pagine dei giornali nazionali e si issa fin sui titoli dei principali telegiornali è un fatto di rilievo e un bene prezioso per i Parchi, per il movimento protezionista e, in definitiva, per l'intero Paese. Si è dunque rivelata giusta e appropriata - e sta dando frutti consistenti, a soli due anni di distanza - la scelta adottata dalla Federparchi di puntare energie e risorse su una occasione di potenziale forte richiamo nazionale ma diffusa localmente, che prendesse il posto della Festa dei Parchi la quale, al contrario, richiamando in un unico luogo tutti i Parchi, finiva per suscitare solo una eco regionale.
Azzeccata anche la decisione di dedicare ad un tema specifico l'edizione del 2001. L'argomento prescelto (il rapporto tra "parchi e mondo rurale") è stato dunque sì il pretesto per iniziative di sicuro interesse in ogni parte d'Italia - le visite guidate ai laboratori di intaglio del legno e alle fucine del rame o agli antichi mulini per conoscere i mestieri di un tempo; le esposizioni o degustazioni di prodotti tipici ed artigianali; l'accesso alle aziende agricole entro percorsi di riscoperta dei paesaggi e alla scoperta delle produzioni agricole tradizionali - ma è stato anche e soprattutto il modo per segnare, più nel profondo, un risultato politico di grande rilievo. Per qualche giorno infatti, grazie a quel binomio, i parchi hanno conquistato il centro dell'attenzione per i loro aspetti caratteristici e positivi: per l'apporto che danno all'affermazione dell'Italia di qualità e della vera modernità e non per le polemiche che suscitano nel momento delle disgrazie nazionali; per il contributo ad uno sviluppo che si può presumere come durevole in quanto basato sulla preservazione delle risorse naturali e non sulla loro distruzione. Inoltre, grazie ad un evento di tale portata, essi sono stati in grado di unire nel consenso e nella partecipazione associazioni - tra cui quelle professionali agricole - enti e istituzioni che hanno così approfittato di una occasione non scontata - e fino a qualche tempo fa nemmeno possibile - di collaborazione e identificazione. In questo senso non è fuori luogo sostenere che i parchi, con la loro "Giornata", abbiano offerto un contributo consistente alla costruzione di un clima e alla definizione di un atteggiamento di considerazione nei confronti del tema ambientale, utili a posizionare positivamente tale tema nella imminente discussione sugli indirizzi di governo. Il fatto poi che i contenuti della "Giornata" si siano proposti a pochi giorni dalle elezioni, e quindi a poca distanza dalla divulgazione del documento programmatico indirizzato dalla Federparchi agli schieramenti politici, ha accresciuto il valore e il peso di entrambe le iniziative.
Ma i nostri lettori capiranno se fra i successi maggiori registrati dalla "Giornata" sottolineeremo in particolare l'affermazione del ruolo autonomo dei parchi e delle loro organizzazioni, Federparchi ed Europarc. Per la prima volta in una occasione del genere una così grande e forte mobilitazione ha costretto a parlare - e speriamo che sempre più se ne parli da ora in avanti - di parchi come di enti con una propria soggettività, che deve essere considerata in funzione del loro lavoro e dei loro risultati e non in considerazione degli interessi pubblicitari di qualche organizzazione. Non che siano mancati anche questa volta i tentativi di "mettere il cappello" sul movimento e di brillare di luce riflessa (chi ha visto il servizio al Tg1 delle 20 del 24 maggio, in cui non è stato citato il nome degli organizzatori della "Giornata" ma in cui si sono intervistati esponenti del Wwf, capirà cosa intendiamo) ma essi non hanno potuto togliere nulla al valore e al significato di una grande affermazione realizzatasi con il contributo festoso della quasi totalità dei parchi italiani. Arrivederci al 2002.