Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 33 - GIUGNO 2001


LA COMUNICAZIONE
La voce dei Parchi
Una prima ricognizione
di Gianni Boscolo
  In occasione del workshop sulla comunicazione tenutosi a Portonovo, nel parco del Conero nell'aprile scorso, la redazione di Piemonte Parchi ha realizzato un'indagine sui giornali dei parchi. Dei 35 periodici presenti sul sito internet Parks.it hanno risposto al breve questionario 23 "redazioni", compresa quella del Martagoun, del parco piemontese Val Troncea, che ha sospeso le pubblicazioni dopo due numeri.
Dei quattro giornali a dimensione regionale, Parchi e riserve della Lombardia, in collaborazione con Acer-Verde editoriale ed Infinito allegato al periodico della Regione Marche non hanno risposto. Silente, ma giustificato, anche Toscana Parchi, del coordinamento toscano delle aree protette, in corso di stampa il primo numero al momento dell'inchiesta, quindi in grado soltanto di vagire. Per questo motivo si è ritenuto di non tenere conto dei dati di Piemonte Parchi (mensile, nato nel 1983, 35 mila copie di tiratura).
Hanno risposto: 9 giornali di parchi nazionali, 14 regionali ed uno di una provincia specificamente dedicato alle aree protette. Va segnalato il progetto del giornale dei parchi emiliani.
Al riguardo va detto che per contribuire a questa iniziativa (prevista della durata di un anno e sei numeri) il periodico dei Boschi di Carrega sospenderà le proprie uscite. Sarebbe grave che poi l'intervento "spot" della Regione non proseguisse (eventualità non auspicabile ma paventabile) e quello dei Boschi non riuscisse più a riprendere. I giornali, ad eccezione di due (il foglio dell'Abruzzo con i primi numeri sperimentali del 92 e Il parco c'é del Conero, il cui numero zero è del dicembre 1994), sono nati prevalentemente nel '95 (7) seguiti da altri 11 nei cinque anni successivi. Vogliamo con un po' di autoreferenzialità far risalire questo andamento al convegno sull'informazione diretta delle aree protette, organizzato nel '93 a Passo Rolle in Trentino, dalla Federparchi (allora ancora Coordinamento) seguito da quello di Portonovo (Ancona) del '95. Quattro sono sorti l'anno scorso.
La cadenza è variegata: semestrali (5), quadrimestrali (6), trimestrali (7), bimestrali (3), mensili (2). Il numero di pagine è per lo più oscillante tra 8 e 24 (12), otto giornali hanno fogliazione inferiore e due hanno più di 24 pagine. Difficile dare un costo medio essendo i budget a copia per numero oscillanti tra le 500 e le seimila lire.
Tutti dispongono di una redazione (tranne due) cui sono addetti per lo più non oltre 5 persone (15), soltanto otto redazioni hanno un numero superiore di partecipanti. Tutti i giornali si definiscono regolari (tranne 5).
La tiratura complessiva é superiore alle 200 mila copie, così suddivise: 12 tirano meno di 5 mila copie, 5 ne tirano fra le 5 e le 10 mila, 4 più di 10 mila ed infine due tirano oltre 20 mila copie.
Sono tutti (eccetto uno) distribuiti gratuitamente attraverso varie forme. Soltanto 3 vanno anche nelle edicole e 4 hanno scelto la formula di essere legati ad altri giornali locali. Ne consegue che sono in 17 ad essere regolarmente registrati. La pubblicità é assente in sedici casi mentre nei sette in cui viene utilizzata non supera mai il 10%.(salvo tre casi). Chi spende complessivamente di più sono i Colli Euganei, mentre il più costoso è quello della Provincia di Teramo: £ 6000 alla copia. Interessante la redazione del Cilento, una sorta di "laboratorio" composto da giovani aspiranti giornalisti locali.
Da segnalare che il giornale del Gigante prospetta di diventare monografico a scapito della "freschezza" informativa. Si tratta di dati complessivi che meritano un approfondimento ma che, comunque, segnalano, una positiva tendenza da parte delle aree protette a produrre informazioni. Resta soltanto da augurarsi che i 12 assenti siano stati impossibilitati a rispondere e che il loro silenzio - stampa, non voglia dire decesso. Purtroppo ad una vivacità e presenza sul mercato dell'informazione (pur se di nicchia) non ha corrisposto una presenza adeguata all'incontro di Portonovo. Naturalmente molte possono essere le cause e probabilmente, tutte giustificative. Resta da sottolineare che già l'acquisizione di una cultura dell'informazione é processo lento all'interno dei nostri parchi. Enti che nascono da mondi culturali (naturalistici ed amministrativi) scarsamente confidenti con l'informazione od, al massimo, portati a confondere informazione con propaganda. A questo va aggiunto che anche disporre di cultura informativa non significa necessarimaente, saper comunica. Ovviamente, anzi, certamente, l'incontro è stato scarsamente frequentato dagli addetti dei parchi per ottimi motivi ed impegni più pressanti. Resto il fatto che occorre anche riuscire a dire quel che si fa, trasmettere il senso della "missione". Mi perdonerete un'ampia citazione di un passo di Roberto Gambino, tratto dal numero di maggio di Piemonte Parchi.
"Ma la ragion d'essere principale dei parchi naturali va ritrovata nel loro insostituibile ruolo simbolico, cognitivo e culturale: un ruolo che proprio l'espansione e la differenziazione della politiche conservative consente ora di mettere in evidenza, ma che fa parte della storia dei parchi. Un valore che va molto al di là di quello meramente ecologico, abbracciando la peculiare mescolanza di "bellezze naturali", singolarità paesistiche, significati storici e rilevanza culturale.
Come traccia o memoria della nostra relazione con la natura, essi costituiscono potenti "metafore viventi" di una nuova possibile alleanza tra l'uomo e la terra.
Questa missione non è lontana da quelle funzioni d'elevazione spirituale, celebrative ed educative che i "padri" dei grandi parchi ottocenteschi gli attribuivano; ma sta diventando sempre più importante per l'attuale società della comunicazione e dell'informazione, ed, a mio avviso, è destinata a prevalere su ogni altra missione "funzionale" nel prossimo futuro.
Il ruolo simbolico-rappresentativo è indissociabile da quello cognitivo.
Una nuova partnership tra processi naturali e processi sociali, una nuova capacità di "collaborare con la terra" richiedono una buona comprensione di come le dinamiche ecologiche ed i vincoli ambientali influenzano le scelte antropiche e sono da esse influenzate. Nelle reti ambientali del prossimo futuro i parchi non potranno non qualificarsi come punti focali dell'educazione ambientale e dei processi d'apprendimento collettivo. Mediante le attività "interpretative" e di comunicazione sociale, essi possono aiutare significativamente la gente a reimparare a vivere in armonia con la natura, riverberando questa loro preziosa funzione simbolica, cognitiva ed educativa - attraverso le reti - sull'intero territorio". Citazione che non necessita di ulteriori chiarimenti.