Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 34 - OTTOBRE 2001


CIP HA TROVATO LA ROTTA GIUSTA
La giornata seminariale di villa Caprile, ha tracciato le coordinate della "fase due"
Nella elegante sala capace di una settantina di posti, oltre cento tra amministratori di enti pubblici, presidenti e direttori di aree protette, conoscitori a vario titolo delle problematiche della fascia costiera, hanno partecipato il 13 ottobre a Pesaro, nella splendida cornice di villa Caprile, al seminario nazionale su "La gestione integrata delle coste ed il ruolo delle aree protette" organizzato dal comitato promotore del progetto CIP. Attualmente quel comitato risulta composto da Regione Marche, coordinamento aree protette marchigiane, parco del Conero, parco del San Bartolo e Federazione nazionale aree protette, ma fin dalla sua prossima riunione sarà allargato alla Regione Toscana ed alla Regione Sicilia, mentre altre regioni ed altri parchi stanno decidendo di aderire. Al centro dell'incontro, un libro.
Frutto del lavoro di un gruppo di esperti coordinati da Renzo Moschini, che hanno fatto il punto sui vari aspetti (scientifici, giuridici, amministrativi, pianificatorii ecc) della problematica della gestione integrata delle coste. Autorità e studiosi del calibro di Nicola Greco e di Silvano Riggio, di Giovanni Scabbia e Carlo Desideri, di Giovanni Diviacco e via elencando hanno raccolto nel volume base del seminario tutte le più recenti acquisizioni in modo da avviare i lavori della giornata di confronto tra addetti ai lavori partendo da una serie di "paletti" già saldamente piantati, per verificarne la consistenza e per andare avanti nella soluzione dei problemi affrontati.
Da questo primo ma sostanzioso e sostanziale punto di vista il seminario di villa Caprile è servito per fare il punto su almeno tre importanti questioni: l'ingorgo legislativo, lo stato del percorso del piano delle coste, gli attuali ingorghi amministrativi relativi alle aree protette marine.
Ma di molte altre cose si è parlato (dalla erosione costiera agli inquinamenti; dal turismo sostenibile, alle conseguenze sulle attività turistiche del terrorismo, dall'impegno delle associazioni ambientaliste per i problemi della tutela della coste, alle difficoltà che incontrano settori specifici della pubblica amministrazione ad uscire dalle logiche vecchie e fuorvianti del centralismo burocratico e confusionario). La giornata seminariale è servita anche a fare il punto su quella che Enzo Valbonesi (presente tra i relatori in qualità di componente del comitato promotore) ha chiamato "la seconda fase del progetto CIP, che consiste nella costruzione della dimensione nazionale del progetto stesso, attraverso una ridefinizione collegiale dei singoli obbiettivi che non sempre sono a fuoco, e soprattutto attraverso un lavoro di divulgazione e di confronto del progetto con le varie comunità regionali, basandosi sulla collaborazione degli enti parco costieri e marini più attenti e sensibili". A questo proposito va segnalato l'annuncio dell'adesione al progetto CIP del parco del delta del Po, il cui presidente Valter Zago ha partecipato ai lavori del seminario, preannunciata dal prof Giovanni Gabbianelli, componente del comitato tecnico scientifico di quella area protetta. Ma egualmente significativa è stata la richiesta del Comune di Pantelleria e dell'Agenzia per l'ambiente della Sicilia di svolgere un incontro di CIP proprio a Pantelleria per rilanciare insieme la proposta di parco marino, nonché l'annuncio che la stessa Agenzia per l'ambiente è disponibile ad essere il "motore" del progetto CIP in un'area strategica come la Sicilia. La parte tecnica e amministrativa dei lavori è stata aperta e conclusa da Renzo Moschini, coordinatore del volume base del seminario e regista dell'appuntamento di villa Caprile. Occupandosi in particolare delle leggi e dello stato dell'arte in materia di gestione integrata delle coste, Moschini ha sottolineato "il forte elemento di novità introdotto da CIP, soprattutto perché questa proposta di progetto di sistema nasce dall'interno della realtà delle aree protette costiere e ne rappresenta la volontà di essere garanti di qualità amministrativa e culturale, in collaborazione con le autonomie locali, le regioni, le associazioni tutte".
Riprendendo questo concetto Renzo Moschini nelle conclusioni dirà che CIP si candida ad essere il punto di riferimento di iniziative comuni per le aree protette marine oltre che per quelle terrestri costiere, per l'evidente unicità di una serie di temi, senza voler pretendere di entrare nel merito di questioni specifiche al mare, delle quali altri sono competenti e garanti". I lavori si sono aperti con il saluto della presidente di uno dei due parchi costieri marchigiani, il San Bartolo, ospite della iniziativa, Nadia Regnoli, la quale ha ripercorso le tappe di CIP, che rispecchia "l'impegno di coordinarsi da parte dei parchi marchigiani", svolgendo insieme molta attività, che ha dettagliatamente ricordato.
A plaudire agli obbiettivi che il progetto si è prefissato ed al lavoro già svolto si sono succeduti al microfono il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Palmiro Ucchielli ed i sindaci di Pesaro e di Gabicce Oriano Giovannelli e Domenico Pritelli, testimoni degli effetti positivi che le aree protette (costiere e non) hanno suscitato, pur in pochi anni di attività.
Al seminario hanno offerto il loro contributo anche Giovanni Scabbia, che ha illustrato il piano delle coste al quale sta lavorando l'Enea per conto del ministero, indicando priorità e metodologie di indagine, e fornendo utili elementi di valutazione sul percorso complessivo della elaborazione e della approvazione; il giurista Carlo Desideri, che ha fatto li punto sulla legislazione in materia e sulle problematiche legate alla gestione, mettendo in luce la confusione istituzionale esistente in materia; Giovanni Diviacco, che ha relazionato sulle caratteristiche della gestione integrata delle aree protette; Salvatore Giarratana, che ha illustrato il caso della Regione Sicilia e delle sue oltre cento aree protette (più del 13% del territorio), Paolo Trevisani, che ha collegato lo sviluppo sostenibile nella fascia costiera con i temi del turismo nuovo che è necessario organizzare con precisi criteri di sostenibilità. A questo punto ha preso la parola il presidente di Federparchi, Enzo Valbonesi, che ha insistito sul concetto di "rete" per rendere operativo un progetto che riguardando una questione delicata e complessa ha bisogno di essere costantemente rimotivato e rimesso a fuoco.
L'altro progetto di sistema, APE, nato prima, e relativo ad aree con problematiche meno aggrovigliate e delicate, e con condizioni di partenza più omogenee, presenta già alcune difficoltà ad andare avanti speditamente. Federparchi considera i progetti per le Alpi, gli Appennini, le coste ed i fiumi tutti egualmente strategici, e tutti parte del comune disegno di sviluppo nel quadro del sistema nazionale delle aree protette. Per questo Federparchi è fortemente impegnata anche sul versante delle coste, e partecipa direttamente al progetto Cip fin dalla sua nascita, all'interno del comitato promotore. Claudio Zabaglia, responsabile dei parchi dell'assessorato all'Ambiente della Regione Marche ha concluso i lavori della mattinata. Nel pomeriggio sono intervenuti fra gli altri autorevoli rappresentanti del Wwf e di Legambiente (Franco Ferroni e Franco Perilli), il prof. Giovanni Gabbianelli, docente di scienze ambientali dell'università di Bologna, Elio Lanzillotti, che ha illustrato l'esperienza della gestione integrata dei parchi costiero e marino di Torre Guaceto, nei comuni di Brindisi e Carovigno, con 940 ettari di terre emerse e 2.200 di area marina. L'ente gestore è la sezione pugliese del Wwf, i miliardi ci sarebbero, ma le direttive contrastanti di due pezzi di ministero dell'Ambiente differenti rendono difficilissima la gestione.
Tra i contributi da segnalare, quello dell'architetto Antonio Minetti, che ha parlato a nome dell'assessorato all'Ambiente della Regione Marche, garantendo l'apporto della regione stessa anche nel momento del passaggio dalla prima fase (sostanzialmente marchigiana) alla seconda, necessariamente nazionale, facendo presente che "ci sono lavori ancora in corso, mentre altri sono già completati, come il volume che ha preparato questo seminario, il seminario stesso, la mostra che è già stata esposta a "Parcoproduce" e nel parco del Conero, che in questo momento è esposta nella saletta "San Domenico" nel centro storico di Pesaro e che dovrà proseguire il suo viaggio per l'Italia per informare sulle caratteristiche del nostro progetto. Le azioni ancora in corso - che riguardano l'erosione ed il turismo sostenibile - sono e saranno sempre all'insegna della cantierabilità avanzata, della fattibilità e della completezza".
Mariano Guzzini, coordinatore del progetto Cip, al termine dei lavori che ha introdotto e presieduto, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Nelle intenzioni nostre, il seminario nazionale di villa Caprile avrebbe dovuto fornire risposte su due ordini di problematiche. Volevamo capire se le ricerche e lo stato dell'arte relativamente alla gestione unitaria della costa già raccolte in un volume prodotto dal Cip a questo scopo fossero il punto più aggiornato della riflessione, in questa fase amministrativa e politica.
E volevamo verificare l'indice di gradimento nazionale del medesimo progetto Cip, elaborato e costruito nelle Marche in funzione di integratore degli altri progetti di sistema nazionali, in modo da colmare una evidente lacuna nel complesso dei progetti di area vasta oggi in campo.
Le risposte che sono venute sono molto positive, anche se contengono anche, come è giusto che sia, alcune note critiche. Molto positiva, intanto, è la verifica sull'analisi che stiamo sviluppando in ordine alla necessità di superare rapidamente il divario tra la necessità di gestione unitaria delle coste e l'attuale ingorgo istituzionale.
Molto positiva è stata anche la risposta delle Regioni, dei Parchi, singoli e associati, nella Federparchi, del mondo della ricerca e della realtà dell'associazionismo in ordine all'utilità nazionale del progetto "Coste italiane protette".
Molto importanti sono state anche le messe a punto critiche ed autocritiche, sulle quali il comitato che pro tempore sto coordinando dovrà riflettere ed assumere nuovi orientamenti.
L'avvio di una sfida così complessa non può che essere segnato da difetti che occorre saper correggere, per arrivare in porto. Tuttavia il seminario veramente "nazionale" di villa Caprile ci ha detto che la rotta è giusta. Con qualche rapida ed accorta manutenzione dello scafo, chi se la sentirà potrà utilizzare il lavoro che abbiamo fatto per puntare alla traversata vera, che ancora non è cominciata".