Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 35 - FEBBRAIO 2002


IL FUTURO DELL'UNIONE EUROPEA
la Dichiarazione di Laeken
Nel momento in cui l'Unione Europea (UE) ha introdotto la propria moneta unica e l'allargamento dei suoi confini ad altri Stati si pone come processo irreversibile, si apre un importante dibattito sul futuro dell'Europa.
Il Consiglio europeo svoltosi a Laeken (B) il 14 e 15 dicembre scorsi, a conclusione del semestre di Presidenza belga dell'Unione, ha fornito nuovi ed importanti impulsi per rafforzare la dinamica dell'integrazione europea.
Il Consiglio europeo ha avuto successo per la sua ambizione principale che consisteva nell'adottare una dichiarazione che aprisse la strada ad una incisiva riforma.
Il vertice ha riportato risultati positivi anche per quanto riguarda il ruolo dell'UE sulla scena internazionale, ma non ha risolto il problema delle sedi di una dozzina di nuove Agenzie, fra le quali anche quella dell'Autorità alimentare europea per la quale l'Italia candidava la città di Parma.
La Dichiarazione di Laeken sul futuro dell'Unione Europea, allegata alle conclusioni ufficiali della Presidenza, enuncia le sfide che l'Europa deve affrontare ed il suo nuovo ruolo in un mondo in rapida mutazione, globalizzato ma estremamente frammentato.
Raccogliere le sfide ed avviare le necessarie riforme significa per l'Unione "diventare più democratica, più trasparente, e più efficiente...avvicinare i cittadini - in primo luogo i giovani - al progetto europeo ed alle Istituzioni, strutturare la vita politica e lo spazio politico in un'Europa allargata, trasformare l'Unione in un fattore di stabilità e in un punto di riferimento in un mondo nuovo, multipolare".
Il documento espone tutta una serie di domande mirate le cui risoluzioni potranno consentire una migliore ripartizione e definizione delle competenze, una maggior democrazia trasparenza ed efficienza, la semplificazione degli strumenti e la prospettiva di adozione di un'unica carta costituzionale per i cittadini dell'UE.
Questi quesiti rappresentano la base del lavoro di un organismo (Convenzione) designato ad hoc dal Consiglio europeo, per esaminare le questioni essenziali, ricercarne le diverse soluzioni possibili, preparare in forma strutturata, ampia e trasparente la prossima Conferenza Intergovernativa che nel corso del 2003 varerà importanti riforme.
La Convenzione terrà la seduta inaugurale il 1° marzo 2002: in quell'occasione si procederà alla designazione di un Presidium, con funzione di organo direttivo, formato da 12 membri ed alla definizione del metodo operativo che dovrà permettere di concludere i lavori dopo un anno e di presentarne i risultati al Consiglio europeo.
Presidente della Convenzione è stato designato l'ex presidente della Repubblica francese Valèry Giscard d'Estaing mentre gli ex primi ministri Giuliano Amato e Jean Luc Dehaene (Belgio) lo affiancheranno in qualità di vicepresidenti.
La Convenzione sarà composta da un centinaio di membri oltre al presidente ed ai due vice-presidenti: 15 rappresentanti dei Governi degli Stati membri, 30 membri dei Parlamenti nazionali (2 per Stato membro), 16 membri del Parlamento europeo, due rappresentanti della Commissione europea. Anche i paesi candidati all'adesione parteciperanno a pieno titolo ai lavori.
In qualità di osservatori permanenti saranno invitati 6 rappresentanti del Comitato delle Regioni, 3 del Comitato economico e sociale ed il Mediatore europeo. Su invito del Presidium, potranno partecipare il presidente della Corte dei Conti e della Corte di giustizia europea.
Il Presidium quale organo propulsore fornirà una prima base per i lavori della Convenzione consultando esperti su qualsiasi questione tecnica che riterrà utile approfondire , creando gruppi di lavoro.
Nel panorama istituzionale europeo la Convenzione rappresenta quindi una significativa novità: mai in precedenza l'avvio di un processo riformatore era stato accompagnato dalla creazione, seppure temporanea, di un organismo interistituzionale ed intergovernativo incaricato di predisporne le basi operative.
Certamente il compito che si trova ad affrontare non è semplice, per la natura dei problemi che dovrà affrontare, per l'articolazione dei dibattiti che l'animeranno in sede europea e nei singoli stati, per la necessità di individuare opzioni e scelte strategiche.
Il frutto del lavoro della Convenzione dovrebbe essere, come il Presidente Prodi ha auspicato di fronte al Parlamento europeo, "un testo coerente, sorretto da una logica propria... che renda trasparente l'organizzazione dei poteri pubblici europei...un testo infine capace di evolvere e che, a questo fine, sia diviso fra un insieme di regole fondamentali e disposizioni di carattere tecnico."
Se l'introduzione dell'euro ed il futuro allargamento sono due realizzazioni di portata storica, i lavori della Convenzione possono rappresentare l'avvio di un processo costituente per ridefinire nuove regole della "comune casa europea".