Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 36 - GIUGNO 2002


TAM TAM
  Dai giornali dei parchi

Continua l'appuntamento con le riviste delle aree protette.
Un'opportunità che "Parchi" desidera offrire a parchi e riserve di ogni parte del Paese per avviare uno scambio di informazioni efficace, per valorizzare gli sforzi avviati in questi anni sul piano della comunicazione e tutto ciò che dai parchi viene "raccontato" in termini di esperienze, progetti, iniziative di ampio respiro e quant'altro. Si invitano, nella circostanza, le redazioni dei parchi
a collaborare, inviando i testi all'indirizzo di posta elettronica della rivista (f.zandri@fastnet.it) e il materiale fotografico al Parco del Conero Via Vivaldi 1/3- Sirolo (Ancona), all'attenzione di F. Zandri.
Attendiamo il vostro contributo!



IL MARTIN PESCATORE
Notizario dell'ente Parchi e Riserve Naturali del Lago Maggiore
N.29
Info: 0322240329 - Fax: 0322240240

Qualità dell'aria e qualità della vita
I risultati di un'indagine nelle aree protette della Valle del Ticino e del Lago Maggiore

I parchi regionali del Ticino e del Lago Maggiore sono inseriti in un contesto ricco di insediamenti abitativi, di attività produttive, di vie di comunicazione a cui si è recentemente aggiunto il traffico aereo e veicolare indotto dall'aeroporto di Malpensa. Un'indagine avviata lo scorso anno sulla qualità dell'aria si propone di valutare il grado di inquinamento dell'aria allo stato attuale, per tenere seriamente sotto controllo l'evolversi della situazione, valutare se l'inquinamento rappresenta un pericolo per gli ecosistemi e sviluppare una maggiore consapevolezza sui problemi ambientali nel pubblico. Per lo studio, finanziato dalla Regione Piemonte, ci siamo avvalsi dell'Istituto di Ricerca Ambientale Italia.
Le concentrazioni di benzene osservate risultano complessivamente piuttosto modeste, non trascurabili tuttavia se si considera che sono state rilevate in aree protette. Questo inquinamento è prodotto principalmente dal traffico, non ne sono noti con sufficiente precisione gli effetti sulla vegetazione ma sono ben conosciuti i danni sulla salute umana.
Questo inquinamento è emesso dall'utilizzo di combustibili fossili in centrali termoelettriche, riscaldamento a olio e veicoli diesel. E' responsabile, con il biossido di azoto, delle piogge acide ed ha un'azione caustica sulle foglie danneggiandone la superficie e le strutture interne con formazione di tipiche necrosi scure.
Le concentrazione rilevate nelle nostre aree protette sono assai modeste e non destano preoccupazioni per quanto riguarda la salvaguardia dell'ambiente naturale.
Anche gli ossidi di azoto contribuiscono all'acidificazione delle piogge, oltre che partecipare alla formazione dell'ozono.
Più preoccupante è l'apporto di azoto con le precipitazioni, che risulta superiore ai valori di carico critico. Un forte apporto di azoto nei nostri suoli comporta il rischio di squilibri nutritivi (una sorta di eutrofizzazione) e conseguente maggior sensibilità ai parassiti.
Una delle nostre maggiori fonti di preoccupazione è l'ozono a livello del suolo.
Il posto dell'ozono dovrebbe essere nella parte più alta dell'atmosfera, dove è utile per schermare le radiazioni solari nocive, mentre a livello del suolo, dato che è un fortissimo ossidante, altera la fotosintesi e i tessuti delle piante, ossida i metalli e irrita a naso, gola e polmoni di chi lo respira.
Per completare l'indagine e valutare le sinergie tra i vari inquinamenti sono state esaminate le condizioni delle chiome degli alberi presso quattro aree nel Parco del Ticino e una ai Lagoni di Mercurago.
I dati raccolti evidenziano condizioni di moderata sofferenza degli alberi, prevalentemente nella porzione sud del Parco del Ticino, indicata da ingiallimenti e defoliazioni, indici di stress.

Prime conclusioni
Per quanto riguarda l'ozono, il biossido di azoto e le deposizione azotate i valori di riferimento per la protezione della vegetazione sono diffusamente superati.
Le numerose attività umane presenti influiscono in modo rilevante sulla qualità dell'aria e determinano, sul lungo periodo, condizioni di potenziale pericolo per gli ecosistemi e per la stessa salute umana.
Le ricerche proseguiranno con lo scopo di determinare quanto più precisamente possibile le fonti di questi inquinanti.
Francesca D'Amato

IL PARCO RACCONTA
Periodico quadrimestrale di natura, cultura, educazione ambientale ed economia
del Parco naturale regionale dei Monti Lucretili
Anno I-Numero 1
Info: 0774-637027 - Fax: 0774-637060

Cantiere scuola e lavoro
Il progetto del Cantiere Scuola e Lavoro finanziato attraverso un piano triennale, che ha consentito, tramite avviso pubblico, il reclutamento di 75 unità, ha avuto come obiettivo prioritario quello di contribuire al sostegno dell'occupazione grazie ad un insieme organico e coordinato di azioni volte al rafforzamento del sistema economico locale.
Ciò è stato reso possibile attraverso l'attivazione di un processo che partendo dalla valorizzazione in rete del patrimonio ambientale-culturale del territorio e dalla qualificazione delle qualificazione delle risorse umane e produttive locali, possa stimolare e sostenere la crescita imprenditoriale, e generare nuovi investimenti e nuovo sviluppo.
Il programma ha colto le opportunità presenti nel Parco (distretto rurale/ambientale caratterizzato da due assi strategici: quello del settore agricolo-forestale, e quello naturale-culturale, da interpretarsi in chiave di promozione turistica), stimolando nei soggetti istituzionali ed economici, e nei cittadini -soprattutto giovani- una crescente motivata consapevolezza intorno alle potenzialità inespresse dell'area, e intorno agli strumenti e alle azioni da mettere in campo per promuovere lo sviluppo.
Il programma si è caratterizzato per la stretta integrazione con le finalità istituzionali del Parco.
Pertanto i suoi strumenti di pianificazione, in particolare il Piano d'Assetto, hanno rappresentato il riferimento dal quale muovere per stimolare l'avvio di nuove attività economiche, al fine di creare un efficace sistema di offerta turistica e di fruizione dell'area.
In questo senso il Parco si è identificato come promotore dello sviluppo sostenibile e il programma svolto è il presupposto necessario per la creazione della rete locale delle imprese ecocompatibili.
In tale ambito è stato inoltre definito il quadro delle iniziative con cui raccordarsi, quali per esempio il progetto Leader II, favorendo il coordinamento con gli enti e le istituzioni che li hanno promossi.
Questo programma è stato indirizzato verso tre settori specifici:

  • l'Agro-alimentare per la valorizzazione e la promozione dei prodotti tipici locali, anche attraverso la certificazione di qualità, l'introduzione di marche e di metodi innovativi di produzione, come il biologico;
  • Culturale, per la valorizzazione e la promozione in rete del patrimonio culturale diffuso, in riferimento anche ai beni paesaggistici, e alla tutela dei centri storici;
  • Turistico-fruitivo, al fine di potenziare e qualificare il sistema locale di offerta e di ricettività turistica, incrementandone i livelli, di caratterizzazione e di tipicità.
    Giuseppe Valeriani
LA VOCE DEL LAGO
Mensile di informazione e cultura del territorio del Lago di Bracciano
N.4 Aprile 2002
Info fax: 06-9968527

Archeologia a cavallo
Uno sport, una ricerca, uno scopo
Andare per la campagna significa guardare, vedere, osservare, riconoscere, paragonare, riflettere, immaginare, comprendere. Vent'anni sono ormai passati da quando nacque l'iniziativa di formare il gruppo "Archeologia a cavallo". L'idea venne allora spontanea a noi dell'Ante (l'Associazione nazionale per il turismo equestre), che già da molti anni viaggiavamo a cavallo nel territorio di Roma, tra il Tevere e il mare, cui il lago di Bracciano costituisce quasi il centro geografico, ricco di tesori meravigliosi, non solo creati dalla natura ma anche da mani antiche, di gente etrusca, falisca, romana.
Preziose testimonianze che incontriamo disseminate in questa grande campagna, spesso ignorate, abbandonate, semidistrutte ma che sempre ci sorprendono con i loro insegnamenti, le loro ammonizioni.
Lo scopo di "Archeologia a cavallo" è quello di ritrovare quanto d'antico esiste ancora sul territorio e di farlo conoscere a quante più persone possibile al fine principale di conservarlo e valorizzarlo.
Ripercorriamo proprio quei percorsi antichi che necessariamente collegavano tutte le costruzioni e le testimonianze che ritroviamo nel nostro territorio.
Perché mai però, questa ricerca e questa conoscenza farle proprio a cavallo?
Certo, nel territorio si può andare anche a piedi per esempio ed in bicicletta, tanto per citare i classici modi eco-compabili e non intrusivi.
A cavallo però in questo caso abbiamo una serie di grossi vantaggi, camminiamo su qualunque terreno, possiamo guardare corsi d'acqua, saltare fossi e muretti, in salita, in discesa, nel fango.
Non basta, una volta in sella siamo ad un'altezza che può definirsi ideale: abbastanza alta per guardare oltre le siepi, le recinzioni ed i muri, ma anche sufficientemente vicina al terreno per vedere qualsiasi cosa senza l'assoluta necessita di scendere.
In una giornata possiamo percorrere senza stancarci 25-30 chilometri, che possono arrivare anche a 50-60 in caso di bisogno, e tutto ciò portandoci appresso 10-15 chili di bagaglio.
Il più grande vantaggio di essere a cavallo però lo proviamo proprio quando ricerchiamo i tracciati degli antichi percorsi, sia si tratti di piccoli sentieri che di importanti strade ancora lastricate con "basoli" della Roma Imperiale. Una volta a cavallo, ci accorgiamo infatti di essere esattamente nelle identiche condizioni di un cavaliere di 2000 anni fa, su quel sentiero antico, quello di sempre.
Di viaggi lungo le antiche strade nella nostra regione con il gruppo di cavalieri di "Archeologia a cavallo" ne abbiamo ormai fatti molti. Abbiamo cominciato nel 1982 con la prima Via Clodia, tra Bracciano e Saturnia. Poi abbiamo percorso la Falisca-Amerina da Nepi ad Amelia e tante strade "minori" che attraversano il nostro territorio.
In questi anni siamo poi andati allargando i nostri orizzonti, prima con il percorso italiano della via Francigena da Luni a Roma, poi per l'anno Santo il viaggio a cavallo dall'Abbazia inglese di Canterbury sino a San Pietro. Poi la Via Appia, nel 1996, la strada che per i Romani era la regina di tutte le strade.
Abbiamo detto che il nostro interesse è di contribuire a conservare le testimonianze antiche: ma cosa succede nel nostro territorio a questo grande, prezioso patrimonio quasi sconosciuto disperso nei campi?
Le amministrazioni locali, salvo rare eccezioni non conoscono l'esistenza di questo patrimonio e forse non sono neppure attrezzate per vederlo. E accade anche che si autorizzino lavori stradali ed iniziative private dove gli operatori tutto distruggono e disperdono senza la benché minima attenzione. Non si tratta di porre vincoli o limitazioni e divieti, si tratta soltanto di prendere atto delle testimonianze che esistono sul territorio senza scaricabarili di responsabilità e di pertinenze.
Con il nostro gruppo di "Archeologia a cavallo" abbiamo potuto godere di molti tesori antichi. Ma è un peccato che poco o nulla si faccia per renderli accessibili a tutti. Ed è ancora più triste che vengano abbandonati al degrado o alla scomparsa.
Luigi Triossi

LA VOCE DEL PARCO
Periodico di informazione del Parco Nazionale delle Cinque Terre
Anno II - Numero 4
Gennaio 2002
Info: 0817-760000 - Fax: 0817-760061

Terre incolte, avanti con entusiasmo dopo Riomaggiore è la volta dei muretti sopra Vernazza
Sarà sopra l'abitato di Vernazza il secondo intervento di recupero delle terre incolte portato avanti dal Parco nazionale delle Cinque Terre. Nei mesi scorsi è andato avanti il primo esperimento, quello sulla collina che sovrasta la Via dell'Amore.
Per rifare le terrazze abbandonate e impiantare nuovamente i vigneti, bloccando così l'avanzare delle frane, il Parco era stato in qualche modo costretto a scegliere la collina tra Riomaggiore e Manarola in quanto per riaprire la Via dell'Amore, dopo le frane del Novembre Duemila, aveva speso centinaia di milioni. Adesso quel progetto sta andando avanti molto bene, con gli operai al lavoro per sradicare gli arbusti, rifare le piane e scavare le buche dove mettere le nuove barbatelle. E un domani anche le casupole torneranno a nuova vita ospitando per una ventina di anni i locatari che, con il loro denaro, garantiranno il mantenimento delle piane prima del loro ritorno, in perfette condizioni, ai legittimi proprietari.
Visto il buon senso di questa prova, le cose hanno iniziato a muoversi anche negli altri paesi. E ora il Parco potrà intervenire sopra Vernazza, in quell'area a due passi dalla chiesetta di Reggio che alcuni anni fa venne devastata da un rogo spaventoso.
E proprio quell'incendio ha reso ancor più precario l'equilibrio creato con quei muretti a secco costruiti col il lavoro di generazioni e poi abbandonati troppo velocemente. Non a caso è in quella zona che lavorano i Volontari antiincendi boschivi (i Vab). L'area interessata dal lavoro è di circa due ettari ma non si esclude un successivo allargamento.
Poi sarà possibile intervenire anche per piantare non solo viti ma anche alberi di olivo. E in questo caso si potrebbe intervenire nel canalone sopra Riomaggiore.
E i problemi, tutti superati?
Qualcuno sì altri no. Se la diffidenza dei proprietari dei terreni sembra essere stata almeno in parte superata, ora c'è il problema di trovare le persone disponibili a fare questi lavori. Purtroppo anche tra i ragazzi disoccupati c'è ancora un forte pregiudizio per quanto riguarda i lavori all'aria aperta e in special modo in agricoltura. Eppure il Parco offre compensi superiori alla media a chi è intenzionato a lavorare per recuperare i muretti a secco.
Senza dimenticare che in questo modo si ottiene una professionalità che nelle Cinque Terre garantisce di non restare senza impiego.
E, ultimo ma non ultimo, è in pratica un lavoro da salariato, non da agricoltore . Altri problemi riguardano i manovratori dei mezzi tecnici: per usare questi mezzi nelle piane non basta chiamare gli addetti nell'edilizia, servono capacità particolari.
Oggi il Parco e la Cooperativa agricola Cinque Terre usano un ruspista a tempo pieno e uno part-time, ma la corsa contro il tempo ingaggiata nei confronti delle frane rende necessario l'impiego di altre persone.
Ma trovarle non è facile. Insomma, c'è l'emergenza frane, ci sono le idee e i mezzi per fermarle, ci sono i soldi ma manca la manodopera. Eppure oggi questi lavori sono il più possibile meccanizzati ma anche questo non basta .
I giovani disposti a dare il buon esempio per fortuna ci sono, ma non bastano.

PARCHI E RISERVE NATURALI LE AREE PROTETTE DELLA LOMBARDIA
Pubblicazione trimestrale
Anno IV - n. 1/ 2002
Info: 02-83311829 / 02-83311827
Fax: 02-83311833

Un duro inverno condiviso in rete
Una ballerina gialla (Motacilla cinerea), piccolo passeriforme insettivoro legato strettamente ai corsi d'acqua, cerca di raccogliere minuziosamente le poche briciole sotto i balconi di un condominio nella pianura intorno a Torino.
Alcuni aironi guardabuoi (Bubulcus ibis) vengono ritrovati morti per stenti nelle campagne del lodigiano.
Un airone cenerino (Ardea cinerea) quasi adulto ricerca una dose di proteine nel corpo senza vita di un altro cenerino incastrato nella morsa del ghiaccio di un canale agricolo presso Pavia.
Alcune decine di strolaghe mezzane (Gavia arctica) decidono di passare l'inverno nelle acque del lago di Garda.
Un gabbiano del Palas (Larus ichthyaetus) sceglie le acque dell'invaso di Lentini, in Sicilia, mentre più di 62 mila fischioni (Anas penelope) si rifugiano nelle acque della provincia di Rovigo, dove le aste del Po, da qualche anno precluse all'attività venatoria, sempre più spesso ospitano uccelli acquatici.
Si tratta solo di pochi, ma di chiari esempi di quanto ha provocato l'inverno appena trascorso, tra i più freddi degli ultimi decenni. Accanto a episodi di vita, episodi di sofferenza della natura che hanno interessato tanto le specie più comuni quanto le più rare. I dati sono stati diramati da EBN-Italia, un'associazione senza fini di lucro nata nel 1997, che si propone la diffusione dell'attività di osservazione e di riconoscimento in natura degli uccelli (birdwatching).
Presente su Internet con il sito www.ebnitalia.it, costituisce un prezioso serbatoio di informazioni riguardanti l'avifauna presente sul nostro territorio nazionale. In questo modo, mese per mese, un pubblico sempre più vasto ha la possibilità di accedere ai report periodici che riassumono le osservazioni più interessanti eseguite da appasionati che aderisono alla mailing list di EBN.
Squadre di " sbinocolatori" che grazie a questo tam-tam hanno percorso in lungo e in largo la penisola moltiplicando i dati raccolti, amplificando il valore di alcune aree naturali e raccoglieno informazioni di sicura utilità anche per la ricerca faunistica
L.Meroni/S. Luzzini

PARCO TICINO
Anno 5 - Numero 1
Info: 02-97210233-Fax: 02-97950607

Il progetto del centro di etica ambientale in lombardia
Dopo l'approvazione (5 ottobre 2001) da parte della Giunta Regionale dello schema di Convenzione (stipulata tra Regione Lombardia, Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, Comune di Morimondo) il "Centro di Etica ambientale " è ormai pronto per la partenza.
Si stanno definendo gli ultimi assetti amministrativi-organizzativi (costituzione del Comitato Scientifico, nomina del Coordinatore/Direttore del "Centro", localizzazione della sede) , si sta intensificando e qualificando la piattaforma teorico-strategica-operativa.
Il Centro di Etica Ambientale che sorge e si struttura in Lombardia, come Ente Istituzionale, in quella che è, a quanto pare, la prima esperienza del genere in Italia, trae spunto da una particolare situazione culturale che si è venuta a delineare, nello sviluppo della civiltà mondiale, alla fine del secondo millennio.
Molte le preoccupate sollecitazioni che luoghi alti, di prestigio culturale ed istituzionale, di rappresentanza della civiltà umana hanno indirizzato, nel corso dell'ultimo trentennio, in senso critico, a proposito dei "limiti dello sviluppo":
  • la pubblicazione del testo I limiti dello sviluppo (del Mit di Boston), ad opera del Club di Roma, nel 1972;
  • sempre nel 1972, la Conferenza di Stoccolma, dell'ONU che sollecitava "governi" e "popoli" "perché esercitano insieme i loro sforzi per la preservazione e il miglioramento del genere umano"
  • alla fine degli anni Settanta (1979), l'introduzione di un nuovo criterio etico ad opera di H. Jonas, il "principio di responsabilità";
  • nel 1978 il Rapporto Brundtland che arricchiva lo scenario strategico introducendo la definizione di "sviluppo ecosostenibile";
  • nel 1989 l'Assemblea Ecumenica Europea "Pace e Giustizia" che richiamava l'attenzione sulla "difesa dell'ambiente" come "problema primario e globale";
  • la grande Enciclica di Giovanni Paolo II, Centesimus Annus del 1991 che criticava "l'insensata distruzione dell'ambiente" in atto e invitava ad impegnarsi per la "civiltà dell'amore" e della "solidarietà" verso tutta la creazione;
  • il Summit di Rio nel 1992 con la Dichiarazione di 27 principi e l'Agenda XXI che impegnava i vari governi internazionali a porre precisi vincoli etico-normativi e tecnico-scientifici ai propri comportamenti tecnico-pratici;
  • la Giornata del "Parlamento delle Religioni mondiali, tenutasi a Chicago nel 1993;
    Anche le immani questioni dell'impatto arrecato all'intero Pianeta dall'operare umano aprono alla necessità di un ulteriore e più sapiente approfondimento delle forme e della qualità dell'abitare:
  • surriscaldamento del Pianeta
  • irrespirabilità dell'aria
  • scarsità delle risorse idriche
  • avanzamento della desertificazione
  • deforestazione (al ritmo di 14 milioni di ettari all'anno)
  • distruzione della specie vivente (74 al giorno tra specie vegetali ed animali)
  • inquinamento dei mari e dei fiumi
  • depauperamento delle risorse
    sono alcuni dei segni che tragicamente segnalano l'insostenibilità della qualità dell'attuale forma di sviluppo.
    Di qui la necessità di ripensare le categorie, i principi filosofici, i valori che dovranno ispirare e orientare l'operare umano nei prossimi secoli e/o addirittura nel prossimo millennio.
    Il Centro di Etica Ambientale è definito dai principi fondamentali della filosofia, dell'epistemologia, dell'etica ambientali:

  • un rapporto non di dominio ma di dialogo, di collaborazione, di reciproca integrazione tra persone umane e ambiente naturale, nell'impegno a custodire e a tutelare valori e risorse ivi presenti.
  • L'apertura al senso della bellezza, della complessità, dell'unità dei dinamismi e delle relazioni, sia della forma della totalità ecosistemica sia in quella della singolarità degli enti, che costituiscono l'ambiente naturale.
  • Il superamento di quello che uno dei grandi scienziati del nostro secolo, Erwin Schrodinger, ha chiamato l'"idiozia dello specialismo" e la ricerca di una nuova alleanza tra le culture.
  • La centralità, nella costituzione della piattaforma dell'etica ambientale, delle figure proprie dell'"eterna vita dello spirito": stupore, apertura ek-statica, silenzio, ascolto, capacità di visione, umiltà, semplicità, comunionalità, tempo come otium, contemplazione.
    Il Centro di Etica Ambientale mira, poi a:
  • Recuperare e valorizzare i preziosi depositi di sapienzialità religiosa, filosofica, spirituale propri della forma pre-moderna dell'"abitare", improntati ai principi dell'amore e del rispetto verso la natura.
  • Porre a confronto, in un dialogo fecondo, le varie tradizioni di cultura ambientali con i percorsi e i valori della modernità (scienza, tecnica, democrazia).
  • Selezionare le piattaforme epistemologiche ed etiche per adeguarle al progetto di una "nuova", aggiornata "alleanza" tra uomo e natura, di cui sempre più urgentemente si avverte l'esigenza, per la costruzione della nuova casa europea della libertà, della pace, e della solidarietà.
    Il Centro di Etica Ambientale si propone come:
  • Laboratorio di ricerca sulle problematiche della filosofia ed epistemologia ecologiche, con particolare attenzione ai teme dell'etica ambientale in collegamento con le religioni, il mondo della tecnica, i processi dell'abitare umano, le nuove cruciali questioni della bioetica e della dignità del mondo animale.
  • Luogo di promozione e diffusione delle tematiche e delle strategie ambientali.
  • Centro di formazione impegnato a sollecitare l'aggiornamento delle identità cognitive, spirituali ed etiche dei soggetti, alla luce dei valori dell'epistemologia, della filosofia e dell'etica ambientali.
    La produzione scientifico-culturale del Centro si avvarrà della collaborazione di Università, Istituti di Ricerca, Associazione varie.
    Il Centro di Etica Ambientale fornisce i seguenti servizi:
  • Progetti e corsi di formazione
  • Consulenza epistemica
  • Consulenza strategico-culturale
  • Consulenza didattico-pedagogica
  • Organizzazione (in sede o in altri luoghi) di :
    • Convegni
    • Seminari
    • Conferenze

Luciano Valle