Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 37 - OTTOBRE 2002


LA BIODIVERSITÁ
NELLE FORESTE CASENTINESI
L’atlante recentemente realizzato sarà indispensabile
per attuare una corretta pianificazione
di Oscar Bandini-Chiara Benvenuto*
La diversità biologica, espressione della ricchezza delle forme di vita vegetali ed animali, è un segno distintivo della natura e costituisce la base della stabi lità ecologica degli ecosistemi: un’elevata complessità implica una maggiore resistenza ai fenomeni perturbativi esterni (naturali o antropici) che possono mettere in pericolo i precari equilibri naturali.
Il problema della diminuzione della biodiversità a livello globale è stato affrontato per la prima volta nel Earth Summit tenutosi a Rio de Janeiro nel giugno 1992: la diversità biologica deve essere considerata una risorsa mondiale da gestire con oculatezza e soprattutto da conservare.
La riduzione della biodiversità è oggi accelerata dalle alterazioni e modificazioni dell’habitat naturale conseguenti alle attività antropiche. Gli interventi sul territorio, l’inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque, la gestione produttiva delle foreste, gli incendi, le pratiche agricole e pastorizie, la caccia e il bracconaggio, la competizione con specie alloctone introdotte accidentalmente o volontariamente dall’uomo sono solo alcuni dei problemi che portano all’accentuarsi del fenomeno dell’estinzione di specie e comunità.
Per riuscire a conservare la diversità biologica bisogna in primo luogo conoscerla e monitorarla nel tempo. L’Atlante della biodiversità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna, risultato di una borsa di studio promossa l’anno scorso dal parco, si propone infatti di valutare l’attuale “status” della biodiversità nel territorio del parco, la cui conoscenza è indispensabile per attuare una corretta pianificazione degli interventi gestionali e conservazionistici e una rigorosa ed oculata salvaguardia degli ecosistemi dalla graduale ulteriore rarefazione.
Il progetto è stato svolto in fasi successive. Inizialmente si è provveduto alla riorganizzazione e all’aggiornamento su base informatica dell’archivio bibliografico del parco, una raccolta di quasi 1000 documenti – pubblicazioni tecnico-scientifiche e di settore, tesi di laurea, articoli divulgativi, informazioni fornite dal personale del Corpo Forestale dello Stato e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente, risultati di ricerche finanziate o autorizzate dall’ente parco – permettendo così una facile e rapida consultazione del catalogo. Contemporaneamente sono state aggiornate le check-lists della flora e della fauna vertebrata e invertebrata (si rimanda alla tabella riassuntiva per una revisione delle entità presenti nel parco). Le check-lists, evidenziando lo stato delle conoscenze relative alle presenze faunistiche e floristiche nel territorio del parco, costituiscono la base di partenza per la programmazione delle linee di ricerca da intraprendere sia per integrare le liste stesse, sia per approfondire le conoscenze sulle specie presenti e quindi individuare opportuni interventi conservativi. La base per l’elaborazione della check-list è la banca dati, strutturata in modo da correlare ogni specie (identificata da nome scientifico, autore, codice, genere, famiglia, ordine e classe di appartenenza) alla corologia, alla fenologia, all’origine e alle fonti bibliografiche di riferimento. Per poter valutare l’importanza conservazionistica delle specie, sono stati inseriti riferimenti a leggi e direttive, internazionali, nazionali e regionali, nelle quali ogni specie è segnalata, nonché la categoria proposta nelle liste rosse nazionali.
In questo modo sono state identificate le specie a priorità di conservazione (specie rare, minacciate di estinzione, in via di progressiva rarefazione, da proteggere) i cui dati di presenza sono stati successivamente inseriti nell’archivio elettronico del Sistema Informativo Geografico (Geographical Information System, G.I.S.) che permette di elaborare carte tematiche di distribuzione. Il GIS costituisce uno strumento di estrema utilità per ottenere analisi integrate di tutte le risorse ambientali. Consente di archiviare, gestire, analizzare e rappresentare dati georeferenziati, permettendone un aggiornamento continuo nel tempo.
È stato infine preparato l’atlante della biodiversità del parco. Per ogni taxon esaminato è stata compilata la lista completa delle specie presenti nel territorio in esame. Inoltre sono state individuate le specie ritenute a priori maggiormente minacciate, per ognuna delle quali sono state realizzate schede sintetiche comprendenti anche fonti bibliografiche, status, codice, caratteristiche identificative, note su habitat, biologia, ecologia e distribuzione, individuazione dei principali fattori limitanti, con proposte di azioni di salvaguardia e tutela specifica. A differenza dei fattori limitanti, che sono stati analizzati per ogni entità considerata, le proposte di intervento conservativo sono state riunite per gruppi, auspicando interventi mirati non solo a singole specie (spesso specie-simbolo) ma al ripristino o al mantenimento di condizioni di naturalità che influenzano le diverse componenti dell’ecosistema.
Non a caso spesso gli interventi proposti si ripetono in generi, ma anche ordini e classi diverse a testimonianza di problematiche comuni, relative spesso ad alterazioni dell’habitat. A questo proposito si possono definire strategie generali finalizzate a bloccare il processo di semplificazione e banalizzazione degli habitat, che porta ad una riduzione continua ed irreversibile del numero delle nicchie ecologiche disponibili, legata talvolta ad un aumento demografico di specie opportuniste o alloctone.
L’area del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna comprende un tratto dell’Appennino di 36400 ettari che raccoglie una notevole biodiversità vegetale: sono state censite più di mille specie.
Tra le numerose specie di orchidee presenti è da segnalare Epipactis purpurata, inserita nel Libro rosso delle piante d’Italia. Consistente anche la presenza di molte specie di pteridofite: Dryopteris expansa, Dryopteris affinis subsp. cambrensis e Gymnocarpium robertianum sono state segnalate recentemente e si vanno ad aggiungere ad altre specie di importanza conservazionistica, quali Huperzia selago, Lycopodium annotinum, Asplenium viride Phyllitis scolopendrium scolopendrium e Matteuccia struthiopteris, entità caratteristica del parco. Nel corso del lavoro nuove specie vegetali sono state individuate nel territorio (ad es. Corydalis pumila e Filipendula ulmaria) e solo recentemente è stata confermata la presenza di Lycopodium clavatum, specie da tempo non più segnalata. Sono aumentate anche le conoscenze sugli invertebrati, generalmente considerati solo marginalmente, nell’elaborazione di strategie di tutela ambientale.
Gli invertebrati rappresentano una fonte preziosa di informazioni: un loro utilizzo come “indicatori biologici” risulterebbe una strategia mirata alla conservazione dell’ecositema in generale e quindi dei suoi singoli componenti in particolare. Più approfondite sono le conoscenze sulla fauna vertebrata. In particolare nel territorio del parco sono state condotte molte indagini specifiche sul lupo (“specie-simbolo” di quest’area protetta) e sugli ungulati (oggetto di interventi gestionali) tra i mammiferi, sugli uccelli (il parco è caratterizzato da una ricchissima avifauna) e sugli anfibi.
Il parco inoltre presenta un’elevata biodiversità di popolamenti di chirotteri.
L’intero programma di ricerca è stato svolto con l’intento di fornire la base delle conoscenze attuali relative alla composizione specifica e alle caratteristiche ecologiche delle popolazioni animali e vegetali presenti sul territorio del parco, con particolare attenzione alle specie e priorità di conservazione. Sono stati inseriti anche dati “storici”: i dati pregressi ed il loro costante aggiornamento permetteranno di elaborare gli andamenti dei locali popolamenti e, conseguentemente, la valutazione dello status di conservazione di ogni singola specie, allo scopo di analizzarne le eventuali cause di diminuzione ed intraprendere azioni di conservazione. La salvaguardia del patrimonio di diversità biologica che il parco comprende (diversità specifica e diversità di habitat) richiede una serie di azioni di tutela cui fare ricorso per proteggere le singole specie minacciate o a rischio e gli habitat che le ospitano.
Azioni di ricerca, censimento (qualitativo o quantitativo) e costante monitoraggio per specie e habitat fragili e in pericolo sono indispensabili per integrare eventuali carenze conoscitive, per seguire le fluttuazioni delle specie di importanza conservazionistica e la dinamica di popolazione, per studiare i diversi aspetti biologici delle specie presenti in relazione agli ecosistemi, per individuare eventuali fattori di impatto o cause di declino e prevederne misure di contenimento, per individuare le strategie di conservazione, per valutare gli esiti di misure adottate o di interventi realizzati. La conservazione non può essere scissa dalla ricerca scientifica: è infatti indispensabile la conoscenza dello status, della distribuzione, della biologia ed ecologia delle specie oggetto delle misure di salvaguardia.

SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE SPECIE PRESENTI NEL PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA (TRA PARENTESI LE SPECIE DI ORIGINE ESOTICA)