Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 39 - GIUGNO 2003


UNA ASSOCIAZIONE PIU’ FORTE E UN TAVOLO NAZIONALE,

Alcuni fatti sono alle nostre spalle, ed è difficile sottovalutarne l’importanza.
Si è svolta a metà Giugno la quarta assemblea congressuale di Federparchi, nel monastero di Santa Croce di Bocca di Magra, preceduta dal convegno internazionale su “l’Europa e i parchi”, svoltosi nel castello di Riomaggiore, sotto un sole impietoso ma con un indiscusso successo; e il successivo diciotto giugno, con una riunione al ministero dell’Ambiente che ha visto impegnati assieme al ministro e al direttore generale anche gli assessori regionali e Federparchi con l’intera giunta schierata al completo si è chiusa con decisioni impegnative e molto attese la seconda conferenza di Torino sulle aree protette, che adesso ha un suo documento finale, e soprattutto un tavolo tecnico politico permanente, coordinato dal ministero, che dovrebbe consentire di seguire l’attuazione dei punti concordati, e la soluzione dei problemi che dovessero sorgere.
Non siamo ancora alla Conferenza Stato Regioni allargata, ma è stato messo in piedi un “tavolo serio”, che potrebbe essere la sede del confronto più serrato e ravvicinato tra le aree protette, il governo nazionale e le regioni.
L’assemblea congressuale, come non ha mancato di osservare Matteo Fusilli, nella sua relazione introduttiva, si è tenuta “nel pieno di un periodo di transizione che investe l’intera architettura istituzionale del Paese e alla vigilia di una revisione della legislazione sui parchi” In questo contesto, ed in questo scenario, non era per nulla scontato che la due giorni di Riomaggiore e di Bocca di Magra fossero la riprova della unità, della serenità e della forza che oggi ha raggiunto la Federazione italiana dei parchi e delle riserve naturali.
Non era scontata la presenza delle più importanti associazioni di parchi europee, dei parlamentari europei, della parte più impegnata del mondo dei parchi italiani, delle associazioni ambientaliste. E non era neppure scontata la presenza costante, attenta e impegnata dell’assessore regionale ligure e degli assessori provinciali di La Spezia e di Genova, a dimostrazione della trasversalità dei nostri temi, o, meglio, dell’impossibilità di contenere in rigidi schemi partitici la pur chiara e netta linea unitaria dell’insieme delle aree protette italiane.
Altri meglio di me hanno già commentato tutti i fatti che ho ricordato.
Giulio Ielardi in questo stesso numero della rivista fornisce la cronaca dettagliata delle due giornate liguri, e il sito www.parks.it da subito ha fornito relazioni, commenti e quant’altro.
Quindi il mio compito è molto facilitato.
Posso ringraziare Matteo Fusilli per aver citato la rivista “Parchi” (anzi: “la nostra rivista diretta da Mariano Guzzini”), e le nostre “bellissime interviste”, perché non è scontato che in tutti i parchi si consideri questa rivista “la nostra rivista”, e il lavoro che da anni viene sviluppato all’ombra di questa testata come parte integrante e spesso fondante della nuova cultura delle aree protette italiane.
E il fatto che il presidente di Federparchi, in un momento di svolta, di crescita della nostra associazione, si sia preoccupato di segnalare a tutti i nostri associati e a tutti gli invitati all’Assemblea il valore di questo strumento ci fa guardare con maggiore serenità alle questioni anche editoriali che dovremo affrontare tutti insieme alla ripresa autunnale.
Posso ringraziare Renzo Moschini per il risultato molto evidente (e certamente non scontato) del suo paziente lavoro di tessitura che da molti mesi porta avanti sulle tematiche europee, con la creazione di gruppi di lavoro, la ricerca puntigliosa di interlocutori istituzionali, e l’individuazione di un percorso culturale, scientifico e politico capace di ottenere risultati non effimeri, e di lungo periodo.
Adesso su quel cammino siamo in buona compagnia. E appare possibile incontrarsi (nella sede IUCN di Bruxelles?) con le autorità costituite per cominciare ad esistere in quanto parchi europei, senza trascurare l’occasione della prossima campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo come occasione per saggiare le volontà di ogni gruppo politico.
Posso, infine, ringraziare tutti gli amministratori (regionali e di enti locali, e di parchi) liguri i quali sono stati splendidi nell’ospitalità, cancellando secoli di maldicenza sulla parsimoniosità, ma sono stati anche in grado di collegare meticolosamente e puntigliosamente ogni occasione di svago con le ragioni del nostro impegno di tutela e di valorizzazione dell’ambiente.
A me è capitato, per puro caso, di introdurre un incontro che ci fu anni fa a Catania, sul rapporto dei parchi con le coste e con il Mediterraneo.
E mi è capitato, sempre per puro caso, di concludere all’isola di Palmaria la tre giorni ligure di Federparchi.
Mentre ringraziavo il sindaco di Portovenere, e l’assessore Massimo Caleo (che è anche coordinatore della Federparchi ligure) mi è passato nella mente il film di tutti questi anni passati a lavorare nella speranza che un giorno succedesse quello che stava succedendo: che i parchi fossero uniti all’interno di una unica e forte associazione, i parchi e le aree protette, marini, costieri e montani.
E che da questa grande forza si potesse partire per uscire dai nostri recinti e dai nostri confini, per costruire in Europa e in Italia progetti di area vasta, di sistema, superando esitazioni ed incomprensioni, e collaborando nella soluzione di vecchi monumenti alla incompiutezza, come la questione della classificazione, quella delle reti ecologiche, e molte altre ancora, delle quali si è dettagliatamente discusso al ministero, con il Ministro e con Aldo Cosentino, quando finalmente si è costituito il tavolo tecnico politico.
È con queste impressioni che chiudo questo numero della rivista.
Un numero che è stato fermo a lungo in composizione, per problemi dei quali avremo occasione e necessità di riparlare più diffusamente con i nostri lettori, e che finalmente prende il largo recando un pacchetto di buone notizie che si può sintetizzare in una sola: Federparchi è cresciuta molto, è in campo in tutta Italia, ed è una forza reale a disposizione di quanti vorranno compiere ulteriore strada nell’affermazione di una politica di tutela attiva delle aree protette e di sviluppo sostenibile dell’intero paese.
I problemi, naturalmente, non si sono dissolti magicamente, in virtù dei magici paesaggi liguri. Le molte questioni aperte con il ministero e con parecchi governi regionali aspettano decisioni rapide ed efficaci, e forse comporteranno iniziative, confronti, vertenze.
Ma quello che mi preme ricordare a tutti dopo questo ricco raccolto di dati incoraggianti é che lo sviluppo sostenibile italiano è possibile, se la forza delle nostre idee e della nostra passione sarà messa pienamente a frutto.

Commenti di Mariano Guzzini