Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 39 - GIUGNO 2003


TAM TAM

Dai giornali dei parchi

Continua, con il contributo di tutti voi, l’appuntamento con la rubrica aperta alle voci dei parchi. Uno spazio dove articoli, interviste, commenti, segnalazioni pubblicate nei periodici delle aree protette italiane possono trovare accoglienza e una meritata risonanza.
Per creare rapporti sempre più stretti tra le redazioni e per amplificare progetti, ricerche, esperienze ed interventi condotti nell’ambito di questi speciali “laboratori”. Confidando nella vostra collaborazione vi invitiamo a segnalare e trasmettere alla nostra redazione i testi che voi riterrete più opportuno divulgare.

E-mail: f.zandri@fastnet.it
Materiale fotografico a: Parco del Conero, Via Peschiera, 30 - 60020 Sirolo (Ancona)


IL PARCO RACCONTA

Piazza Vittorio Veneto n.12
00018 Palombara Sabina (ROMA)
tel 0774.637027 - fax 0774.637060
e-mail montilucretili@inwind.it
Sito Web del Parco: www.montilucretili.it
e-mail Ente Parco: parco@uni.net

Bentornato capriolo
“Vai!!! Lascia!!!” appena liberato dalle braccia dei Guardaparco il capriolo balza in avanti, si ferma un attimo a guardare indietro con occhi grandi un po’ sorpresi e poi sparisce dietro gli alberi. È cominciata così la reintroduzione del capriolo nel territorio del Parco dei Monti Lucretili.
Un primo contingente di esemplari da marzo è libero di stabilirsi nel Parco e di riconquistare quegli spazi da cui la specie era scomparsa da molto tempo. Altre liberazioni saranno effettuate nel prossimo inverno.
Ma la storia è incominciata molto prima e l’intervento è stato preparato con cura. Facciamo un passo indietro: prima di tutto sono state realizzate due Aree faunistiche del capriolo, la prima nel territorio di Roccagiovine in località Ronci e l’altra a Le Mollie, a Monteflavio. Le strutture sono state realizzate mediante i fondi CE erogati dalla Regione Lazio, sotto la direzione dei lavori dello Studio Idea Verde.
Le Aree faunistiche oltre ad essere realizzati come centri di ambientamento e allevamento della specie sono dotate di pannelli didattico-informativi sulla biologia del capriolo e sul progetto in corso. Prima del rilascio degli esemplari è stato effettuato uno studio di fattibilità per la reintroduzione.
In esso stati analizzati tutti i fattori implicati nel buon esito dell’operazione, tra cui la disponibilità ambientale del territorio del Parco e gli obiettivi della reintroduzione, cioè aumentare la biodiversità dell’area, ripristinare un equilibrio biologico perduto, valorizzare un territorio ancora selvatico. I risultati dello studio sono stati inviati all’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, che ha espresso parere favorevole all’intervento. Sono quindi stati scelti gli esemplari da liberare ed il luogo del rilascio. Tutti gli animali liberati sono stati dotati di radiocollari che permettono di seguirne gli spostamenti e la sopravvivenza dopo il rilascio. Il monitoraggio è eseguito da tecnici biologi che lavorano al progetto. Quindi per ora, “Bentornato capriolo!”.

Il capriolo
Il capriolo (Capreolus capreolus, L) è il più piccolo cervide italiano. Ha forme snelle e arti adatti al salto, pesa circa 30 Kg. Le femmine sono leggermente più piccole dei maschi.
Il maschio ha un palco di circa 20 cm. che viene perduto ogni anno in autunno e ricresce completamente ogni primavera. I caprioli in Italia si ritrovano dalla macchia mediterranea fino alle foreste alpine e scelgono ambienti misti al confine fra i boschi e le radure. I caprioli sono erbivori che preferiscono brucare dai cespugli alimenti ricchi di proteine come gemme, foglioline, bacche e rametti. Mentre in inverno i capriolo vivono in piccolo gruppi, in primavera i maschi si separano, diventando territoriali.
In estate si svolge la stagione degli amori.
Dopo l’accoppiamento lo sviluppo dell’embrione si arresta, riprendendo la sua crescita in inverno. È così poi che i piccoli nascono tra aprile e l’inizio di giugno. Nei secoli passati la specie era diffusa su tutta la penisola italiana, ma in seguito alla caccia intensiva e alla perdita dell’habitat negli anni ’50 pochi nuclei della specie erano rimasti sulle Alpi e in Italia centrale.
In questi ultimi anni, in seguito delle reintroduzioni e alla maggiore attenzione dell’uomo per l’ambiente, la specie ha riconquistato molti dei suoi spazi perduti.

Ilaria Guj e Duccio Centili


LA VOCE DEL PARCO

Parco Nazionale delle Cinque Terre Area Marina Protetta delle Cinque Terre
Via T. Signorini, Riomaggiore
tel 0187.920113 - fax 0187.920866
Per comunicare direttamente con la redazione:
e-mail lvdpredazione@hotmail.com

In treno tra il mare e i monti.
Accordo tra il Comune di Pontremoli, il Parco delle Cinque Terre e la Camera di Commercio per offrire nuovi servizi a turisti e residenti.
Novità nell’offerta turistica delle Cinque Terre (senza dimenticare che della proposta possono beneficiare anche i residenti).
Il presidente del Parco, Franco Bonanini, l’onorevole Enrico Ferri, sindaco di Pontremoli ed il presidente della Camera di Commercio della Spezia Piergino Scardigli, hanno raggiunto l’intesa per collegare la Riviera con la Lunigiana utilizzando un treno d’epoca.
Il progetto è quello di usare la linea ferroviaria inaugurata oltre cent’anni fa per ripercorrerla come facevano i nostri nonni e garantire così una nuova attrattiva ai turisti italiani e stranieri. L’idea è di restaurare una carrozza degli anni Trenta ad uso ristorante per offrire alla clientela un ulteriore servizio. In questo modo, i viaggiatori all’andata potrebbero gustare un menù tipicamente ligure ed al ritorno un menù lunigianese. Il modo migliore per celebrare a tavola un perfetto matrimonio tra la costa che offre il mare, la natura, i terrazzamenti, i sentieri, l’arte e gli antichi borghi a picco sul mare e l’entroterra con i suoi castelli, il fiume Magra, i boschi e le sue origini medioevali. Il tragitto sarebbe mare-monti, in pratica Levanto-Pontremoli, attraversando quindi il Golfo della Spezia e la Val di Magra. Per permettere il decollo di questo interessante progetto è ovviamente indispensabile la collaborazione di Trenitalia ma la direzione del Trasporto regionale ligure ha già manifestato la sua disponibilità. Ferri in particolare ha sottolineato che sarebbe interessante sfruttare questo collegamento sulla strada ferrata in occasioni particolari come le feste natalizie, il premio Bancarella, il Bancarellino ed altri.


L’INFORMAFIUME

Piazza Giovanni XXIII n.6
Valenza (AL)
Tel 0131.927555 - Fax 0131.927721
e-mail informafiume@parcodelpo-vcal.it

Un progetto per lo sviluppo sostenibile:
Lo sportello informativo del parco è in funzione presso la sede operativa di Casale Monferrato, al servizio gratuito di operatori pubblici e privati

Informazioni a 360 gradi a sostegno dello sviluppo sostenibile, al servizio (gratuito) di Province e Comuni, imprese, soggetti singoli e associati che operano nel territorio del Parco e della sua Area Turistica.
Aggiornamento su legislazione, normative, bandi di concorso e di finanziamento, con assistenza diretta agli agricoltori, agli operatori turistici e agli enti locali: questi gli obiettivi di INFOFIUME, lo sportello informativo del Parco, inaugurato ufficialmente a Casale Monferrato, alla presenza di rappresentanti delle amministrazioni coinvolte e degli altri operatori locali ai quali è indirizzata l’attività. Il bilancio dei primi mesi di lavoro è estremamente positivo. “Lo sportello INFOFIUME, come strumento e veicolo di informazione, di accompagnamento e di consulenza per il territorio - spiega il Presidente del Parco Pierluigi Cavalchini- era già stato previsto e inserito nel Piano socio economico per la promozione e lo sviluppo delle attività compatibili nel 1996. Nel 2001 è stato co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente (tra i programmi di sviluppo sostenibile e di attuazione di Agende 21 locali), attraverso il progetto “Promozione della gestione sostenibile multifunzionale delle fasce fluviali” realizzato dall’Ente-Parco in collaborazione con l’ENEA. Lo sportello prevede anche specifiche attività di informazione e di sensibilizzazione sui temi connessi alla gestione dei corsi d’acqua.

Il territorio interessato
Il territorio interessato è quello dei 26 Comuni su cui opera l’Ente-Parco (23 Comuni delle province di Vercelli, Alessandria e Torino per il Parco dei Po vercellese/alessandrino e 3 Comuni della provincia di Alessandria per la Riserva Naturale del Torrente Orba), a cui si aggiungono i 24 Comuni confinati, delle province di Vercelli, Alessandria e Pavia, compresi nell’Area Turistica del Parco Fluviale del Po, così come definita dal Piano socio economico.

Come funziona lo sportello Informafiume
Ha attualmente la sua sede fisica a Casale Monferrato, ma è stato pensato per essere flessibile, quasi in forma itinerante, in modo da raggiungere diversi punti-chiave del territorio in base alle richieste, compreso l’intervento diretto nelle singole realtà e, di conseguenza, si avvale della presenza di tecnici (interni ed esterni all’Ente Parco) esperti dei diversi settori di intervento.
Per aggiornare tutti gli utenti in tempo reale vengono utilizzati strumenti di comunicazione classici (media locali, pubblicazioni delle associazioni di categoria, mailing mirati, notiziario dell’Ente-Parco, ecc.) e innovativi: siti internet del Parco e di Federparchi/Regione Piemonte, con relative news letter, gruppi, e-mail, ecc.
L’attività dello sportello è svolta all’insegna della semplicità e del dialogo con le parti coinvolte, nella consapevolezza che qualsiasi forma di sviluppo locale sostenibile e qualsiasi attività a sostegno di questo richiedono informazione e consenso da parte degli operatori, nonché il continuo flusso (di informazione, confronto e verifica) con gli stessi.
È in corso l’allestimento di apposite bacheche dedicate a INFOFIUME da collocare nelle sede degli enti locali e delle associazioni di categoria interessati allo sportello, e la pianificazione della partecipazione di INFOFIUME a eventi e manifestazioni inerenti lo sviluppo sostenibile, il territorio di competenza e i settori coinvolti.

Ettore Grassano


LA VOCE DEL LAGO

Via Ignazio Jacometti n.1
00061 Anguillara S. (RM)
tel e fax 06.9968527
e-mail lavoce@lavocedellago.it - www.lavocedellago.it

Proiettile a un guardiaparco gli abusivisti alzano il tiro
Un proiettile calibro 9 è stato recapitato venerdì 28 marzo a un guardiaparco del Parco di Bracciano Martignano. Una busta, affrancata con francobollo ordinario e recente oltre al nome e cognome del guardiaparco l’indirizzo della sede del Parco in via Aurelio Saffi a Bracciano. Dentro solamente un bossolo di pistola, un oggetto eloquente da pura intimidazione mafiosa.
Sulla missiva anonima nessun timbroche possa fare risalire al luogo di provenienza.

Le Poste infatti non timbrano più le lettere di posta ordinaria. Inquietante in qualche modo il francobollo da 0.41 euro raffigurante una scultura del Monumento Ossario realizzato nel 1948 a Sant'Anna di Stazzema in memoria dell’eccidio perpetrato il 12 agosto 1944 dai soldati tedeschi. Un francobollo, emesso il 17 agosto 2002, con una tiratura di tre milioni e mezzo di esemplari.
Ma se le indagini avviate sul fatto dai Carabinieri della Compagnia di Bracciano al quali il guardiaparco, che preferisce mantenere l’anonimato, ha presentato denuncia, si annunciano difficili, è certo il collegamento tra l’intimidazione e l’attività svolta dal guardiaparco.
Un lavoro che, condotto congiuntamente agli altri guardiaparco, ha portato negli ultimi due anni a una settimana di denunce penali, delle quali si sta occupando la Procura di Civitavecchia, emesse nella maggior parte per abusi edilizi commessi all’interno dell’area protetta e per, in minima parte, bracconaggio. “Sono abbastanza scosso- dice il guardiaparco raggiunto dall’intimidazione- anche perché non ho un’idea precisa dell’entità della cosa. Potrebbe essere solo una buffonata- commenta- oppure una cosa un po’ più seria. Tra breve- aggiunge- lascerò questo parco. Non per la minaccia ricevuta ma perché ho vinto un concorso che mi porterà a svolgere il servizio presso il Parco del lago di Vico”.
Con lui lasceranno il Parco di Bracciano- Martignano anche altri due guardiaparco anch’essi vincitori di recenti concorsi che li porteranno a svolgere il servizio in altre sedi. In un territorio che come tanti risulta anch’esso contraddistinto da una diffusa illegalità l’episodio segna una preoccupante escalation che arriva in concomitanza con il duro e nuovo attacco anche al Parco di Bracciano- Martignano segnato dalla legge approvata il 21 marzo scorso dalla Regione Lazio.
“È una cosa vergognosa” dice il presidente del Parco Piero Catena. “Non riesco a capire- aggiunge- come si possa arrivare a questo. Bisogna dire grazie- commenta- a chi ha alimentato le polemiche. Al guardiaparco- dice ancora Catena- da parte mia va tutta la solidarietà possibile. È una persona che fa solo il suo lavoro”.


NEBRODI IL PARCO TRA NATURA E CULTURA

Supplemento di Ambiente Duemila n.64
Via Ruggero Orlando 126,
98072 Caronia (Me)
tel 0921.333211 - fax 0921.333230
e-mail: pnebrodi@tiscalinet.it - www.parks.it/parco.nebrodi

Arriva il Bed & Breakfast. Parte il corso di formazione per imprenditrici dell’ospitalità voluto dal Parco dei Nebrodi
Ospitalità dall’ambiente, si direbbe se fossimo dei cultori della nostra lingua efficaci quali i francesi sono. Noi siculo-anglofili a oltranza - il Ducato di Bronte docet - diciamo Bed & Breakfast. Una tipologia di accoglienza al turista (letto e prima colazione al turista/letto e prima colazione “ospiti” in famiglia) molto diffusa ormai anche in Italia che, grazie ad una recente legge regionale, sta incominciando a contaminare positivamente anche la Sicilia.
Una soluzione ideale per zone povere di posti letto ma attente all’ambiente dove piuttosto che il moderno alberghetto in vetrocemento multicolor, il turista del parco (che amiamo definire piuttosto un viaggiatore attento) può alloggiare in una vera casa di paese, vivendo le tradizioni, i sapori e le conoscenze della gente del parco da protagonista.
E pagando anche meno! Una soluzione ideale per le donne i cui figli adulti lasciano stanze e tempo liberi, per le ragazze che amano le proprie radici e non vogliono essere deportate in città per trovare lavoro.
Ad Alcara Li Fusi, gioiello del cuore dei Nebrodi, dove la stupefacente bellezza delle rocce su cui vola il grifone toglie il fiato pure a chi ha il cemento nel cuore, 15 donne di ogni età (o quasi) sono dal 6 febbraio sui banchi per così dire ad imparare come si crea, si arreda, si mantiene e si gestisce un’attività di Bed & Breakfast. Donne di Alcara ma anche di altri paesi - San Marco d’Alunzio, Militello Rrosmarino, Longi, Galati Mamertino e Sant’Agata - che hanno veramente voglia di spendersi in un’attività nuova, molto femminile ma allo stesso tempo estremamente innovativa. Il corso -preferiamo chiamarlo “progetto” visto che si articola in diverse azioni complementari tra loro - è finanziato dalla misura 3.12 “Promozione della Partecipazione femminile al mercato del lavoro” del Programma Operativo Regionale (POR) Sicilia, nel quadro di Agenda 2000.
Ad oggi l’Ente Parco dei Nebrodi è l’unico parco siciliano ad essersi speso direttamente come capofila di progetto formativo, in associazione temporanea di scopo con una serie di soggetti esperti del settore. Una bella scommessa, in linea con la strategia di sviluppo locale varata con il PIT NEBRODI n.33, che rivoluziona il tradizionale ruolo di conservazione ambientale degli enti parco, valorizzandone la “mission” con un’investimento sulle risorse umane e sui saperi locali, in linea con il quadro dello sviluppo rurale sostenibile fortemente voluto dall’Unione Europea per l’attuale periodo di programmazione dei Fondi Strutturali 2000-2006. Per il progetto “Bed & Breakfast Netowork dei Nebrodi” (questo il titolo ufficiale dell’elaborato approvato dall’Assessorato Regionale alla Formazione Professionale) le risorse non sono enormi: si tratta di appena 130.000 euro che verranno però (ben) spesi fino all’ultima lira, ops!, euro. Dopo la selezione il parco ed i suoi partner sono pronti a partire con 20 ore di orientamento alla creazione di impresa (la fase di aula) che si articola attraverso lezioni teoriche e formazione a distanza attraverso pc, gestita direttamente dal Laboratorio delle Idee in collegamento da Fabbriano. Labidee è uno dei maggiori esperti di FAD in Italia, specializzato, giustappunto, in progetti per le donne e per le pari opportunità (molti realizzati direttamente su incarico del Ministero del Lavoro). Poi 120 ore di stage in strutture di B&B, alberghiere e ristorative, per “impratichirsi” con il mestiere. Infine, un accompagnamento individualizzato alla creazione e gestione: da come arredare meglio e con poco le camere per i turisti alla presentazione della colazione rigorosamente con prodotti tipici. Da come sfruttare le agevolazioni finanziarie per le attività autonome a come promuoversi su internet.
Fino a consentire, alle più brave, di entrare in circuiti europei di prenotazione insieme ad Inforjob, l’associazione padovana che ha “inventato” questa formula di network tra gestori di B&B e dispone di un marchio di qualità conosciuto in tutta Europa.
Al momento Inforjob (e la sua attivissima presidente Elena Tuccio) sta formando decine di donne in tutta Italia con il metodo FAD.
Le signore dei corsi già conclusi negli scorsi anni sono oggi socie di “Le Mille e una casa” e ricevono prenotazioni online da ogni dove.
Insieme in ATS Service di Palermo, società di formazione, Mainstreaming Agenda che si occupa della diffusione, Arbor, casa editrice che curerà una “guida” per promuovere le nuove attività e - a “capello” autorevole del tutto, L’Ente Bilaterale Regionale per il Turismo”

Roberta Messina


PANORAMI

Del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Via del Convento
67010 Assergi (AQ)
tel 0862.60521 - fax 0862.606675
www.gransassolagapark.it - ente@gransassolagapark.it

Nasce la carta dell’Aquila per la tutela della biodiversità nella aree montane.
A conclusione dell’Anno Internazionale delle Montagne, nell’ambito del Workshop “Biodiversità nella Montagna Italiana: qualità e gestione” organizzato dall’Ente Parco presso il centro di Ricerca Floristiche di Barisciano, i partecipanti hanno letto ed approvato un documento d’indirizzo per la tutela delle “Biodiversità nelle Aree Montane”. Il documento è stato denominato “Carta dell’Aquila” poiché presentato all’Aquila in occasione del convegno “Il Gran Sasso dall’Unità d’Italia: natura, economia e sviluppo”. La Carta dell’Aquila per la tutela della Biodiversità nelle Aree Montane, alla cui stesura hanno partecipato studiosi e ricercatori nei diversi campi delle scienze naturali, vuole porre l’attenzione sulla straordinaria biodiversità che si riscontra nelle aree montane del pianeta, in particolare nel nostro Paese, e sulla necessità di una sua tutela e corretta gestione. Nel documento viene sottolineata anche l’opportunità di preservare la biodiversità indotta dell’uomo, attraverso le attività tradizionali della montagna, che si riscontra essenzialmente negli ecosistemi di origine antropica quali i pascoli secondari o i campi coltivati. Inoltre, viene posta attenzione sulle montagne quali comprensori di notevole interesse nell’ambito agronomico e zootecnico per la straordinaria diversità e peculiarità delle varietà colturali e razze locali di animali domestici che ancora sopravvivono nelle aree più accidentate del pianeta. La Carta dell’Aquila individua gli enti territoriali di riferimento per l’intero territorio nazionale per studiare, sperimentare e attuare le azioni più opportune allo scopo di garantire la tutela della biodiversità naturale e quella indotta dall’uomo e, nel contempo, favorire la promozione economica e sociale delle comunità che ancora vivono nelle aree montane.


PARCHI E RISERVE NATURALI AREE PROTETTE DI LOMBARDIA E D’ITALIA

c/o il Verde editoriale
20123 Milano
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Piccoli parchi crescono
Sono ormai più di 40 e altrettanti ne stanno per arrivare: si tratta dei parchi locali, esperienza tutta lombarda che potrebbe essere adottata anche nel resto d’Italia. Dopo che per decenni la difesa della natura in Italia è stata affidata quasi esclusivamente ai parchi e alle riserve naturali d’interesse nazionale e regionale, si assiste di recente a un fiorire d’iniziative che aprono nuove strade alle politiche di conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche. Tutto ciò accade in un momento delicato per i parchi, sempre più di frequente chiamati a dimostrare la loro capacità d’essere organismi complessi e idonei a partecipare in modo incisivo a ogni fase di governo del territorio.
La stagione in cui tutto si misurava e si risolveva con la corsa a istituire aree protette sembra essere terminata da tempo. Oggi, oltre a crearne di nuove, si bada al consolidamento di quelle esistenti, alla loro qualificazione e all’irrobustimento delle loro strutture e delle loro attività. Inoltre, è diventato irrinunciabile progettare nuovi parchi a partire dal consenso delle comunità, soprattutto adesso che i programmi di protezione s’avvicinano sempre più alle aree urbane, introducendo nuove occasioni di dialogo tra soggetti rimasti a lungo in disparte. S’aggiunga anche che nei programmi dell’Unione Europea la difesa della natura e dei paesaggio è sempre meno confinata ai soli parchi e sempre più integrata in politiche di ampio respiro, che vanno dallo sviluppo rurale alla difesa del suolo, dalla pianificazione territoriale e paesistica fino a quella urbanistica.
Una realtà regionale
In questo rinnovato contesto assume un rilievo particolare la singolare esperienza dei parchi locali d’interesse sovracomunale (Plis) della Lombardia. Una categoria di parchi prevista fin dal 1983, anno in cui fu approvata la legge regionale quadro in materia di aree protette.
Negli anni queste realtà si sono moltiplicate per impulso autonomo dei Comuni, che hanno saputo cogliere per tempo il nuovo clima culturale che stava maturando. Ma è soprattutto ultimamente che i “parchi locali” sono stati investiti da una vera e propria esplosione d’interesse. Oggi sono oltre quaranta, e quasi altrettanti attendono di essere riconosciuti. I “parchi locali d’interesse sovracomunale” della Lombardia sono aree protette che nascono, a differenza dei parchi nazionali e regionali, dalla diretta volontà e su iniziativa dei Comuni interessati, realizzando una delle forme in cui si sostanzia quell’autogoverno locale sviluppatosi nell’ultimo decennio grazie alla legislazione sulle autonomie.
Il parco, così definito nei suoi confini, viene poi riconosciuto dalla Provincia competente per territorio, su delega della Regione Lombardia, che a partire dallo scorso anno ha affidato alle provincie anche la definizione delle modalità di pianificazione e gestione dei Plis.
C’è da credere che, a seguito dell’ulteriore decentramento, lo sviluppo di questa realtà subisca una nuova accelerazione.


PARCO DELL’ETNA

Ente Parco dell’Etna - Parco regionale
Via Etnea, 107/A
95030 Nicolosi (Ct)
fax 095 914738
E-mail: ufficiostampa@parcoetna.it
Sito internet: www.parcoetna.it

Il parco per le persone disabili
Il 2003 proclamato Anno Europeo dei diversamente abili. Le iniziative dell’Ente: Gurrida, un suggestivo sentiero interamente realizzato “per tutti”. Il 2003 è stato proclamato l’anno europeo per le persone disabili. L’iniziativa tende a coinvolgere tutti i paesi e le regioni sulla promozione dei diritti e delle opportunità delle persone disabili, coinvolgendo enti pubblici e privati e gli altri soggetti interessati a promuovere lo sviluppo umano in generale, all’interno del quale ogni persona viene valorizzata in quanto tale e considerata preziosa e irripetibile nella sua diversità.
L’obiettivo è quello di promuovere la salute con azioni concertate tra diversi soggetti pubblici e privati e creare le pari opportunità dei cittadini come condizione essenziale di uno sviluppo complessivo della società, che non può e non deve sprecare la ricchezza che ogni persona umana possiede e che può esprimere solo se vi è un ambiente favorevole alla sua espressione.
In questa direzione si era già mosso il parco scegliendo di realizzare un sentiero percorribile da tutti, il sentiero Gurrida: sia perché il valore del tempo libero è divenuto parte integrante del vivere umano, sia perché la possibilità di fruire la natura, goderne le bellezze e le peculiarità da parte di tutti darà sicuramente la sensazione di vivere appieno in parità con gli altri e ristabilire il contatto atavico con la natura.
È importante e prioritario far sì che dove vi siano impedimenti derivanti da malformazioni o da menomazioni che abbiano limitato le facoltà motorie dell’individuo, si mettano in atto tutti gli interventi e si realizzino le necessarie strutture che consentano di aprire il campo della fruibilità a “tutti”. Il sentiero “Gurrida”, inaugurato nella primavera del 2000, è localizzato nel versante nord-ovest dell’Etna ed ha la peculiarità nazionale di essere stato interamente realizzato anche per i disabili. Quest’area costituisce un ambiente unico della particolarissima morfologica delle lave, e rappresenta un importante spartiacque tra il torrente della Saracena da un lato, e il fiume Alcantara dall’altro. Tra questi due corsi d’acqua, il torrente Flascio che alimenta il lago stagionale di contrada Gurrida. Il lago ha carattere temporaneo in quanto si dissecca quasi del tutto durante il periodo estivo ad eccezione di un bacino artificiale realizzato a seguito di lavori di bonifica. L’area, allo stato odierno, è occupata in parte da vigneti e frutteti, il resto è interessato da formazioni prative e da vegetazione naturale igrofila e subigrofila. Il vigneto costituisce un’autentica rarità in quanto rappresenta l’unico esempio di vigneto che buona parte del periodo autunnale ed invernale risulta completamente sommerso dalle acque. Le particolari condizioni ambientali fanno sì che i migratori in transito lungo la rotta di svernamento ne approfittino per una sosta prima di riprendere il lungo viaggio che li porterà nei caldi paesi africani.
Così in autunno arrivano le anatre, le folaghe, gli aironi cenerini e gli aironi rossi si fermano soprattutto lungo i canali di drenaggio per catturare i pesci e gli anfibi di cui si nutrono.
L’inverno e la primavera sono le stagioni nelle quali l’area si riempie letteralmente di animali. Pavoncelle, beccaccini, pivieri, pettegole, combattenti e piovanelli, perlustrano senza sosta le aree ricoperte da pochi centimetri di acqua mentre stormi di anatre, tutte già in livrea nuziale volano da una parte all’altra del pantano alla ricerca di nuovi teneri germogli. Percorrendo questo sentieri “tutti” possono ammirare immergersi in questo ambiente: all’inizio percorrendo una passerella in legno di castagno immersa nelle acque del lago stagionale, poi sull’argine del bacino artificiale e, dall’interno di due capanni appositamente realizzati ed attrezzati, ammirare e fotografare l’avifauna in parte descritta. Per l’anno in corso, il parco sta realizzando una serie di pannelli che saranno “leggibili” anche dai non vedenti per allargare le possibilità di conoscenza veramente a tutti.

Luciano Signorello - Progettista e Direttore dei lavori Sentiero Gurrida