Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 42 - GIUGNO 2004

 



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REALTA’ E PROSPETTIVE DI FEDERPARCHI

Nell’assemblea annuale dell’associazione

Cari colleghi, giungiamo a questo nostro tradizionale appuntamento di metà anno in una situazione non facile per i parchi italiani. Molte delle considerazioni critiche che ormai da tempo svolgiamo nei nostri incontri e che proponiamo nei documenti ufficiali, conservano la loro validità, poiché non si registrano sostanziali cambiamenti di rotta da parte dei nostri interlocutori istituzionali, nazionali e regionali.
Si sono appena tenute le importanti elezioni per il primo Parlamento dell’Europa allargata e c’è da segnalare che anche in questa occasione, almeno in Italia, i temi ambientali e in particolare quelli della gestione territoriale, non hanno travato spazio adeguato nella fase del confronto elettorale. Mi sembra che la stessa cosa possa dirsi per la rilevante quota di consultazioni amministrative, con una timida eccezione, forse, per le elezioni in Sardegna, dove un certo peso hanno assunto le considerazioni sul ruolo dell’ambiente, delle coste e del mare e persino, anche se in modo ancora superficiale e propagandistico, sul ruolo dei parchi. Ci auguriamo, naturalmente, che la Regione assuma decisioni impegnative per l’avvio effettivo del Parco del Gennargentu.
Una situazione generale non facile dunque, che temiamo possa essere ancora condizionata dall’avvicinarsi delle prossime scadenze elettorali per il rinnovo dei Consigli regionali prima e del Parlamento nazionale poi.
Per limitare le conseguenze di una prevedibile condizione di instabilità, ogni nostro sforzo deve essere indirizzato a dialogare con tutte le istituzioni, a proporre linee e programmi che consentano la collaborazione di ogni livello decisionale e di governo, a estendere fra i cittadini e all’interno di ogni schieramento politico, la conoscenza del valore delle aree protette italiane. L’obiettivo è quello di far assumere ai parchi, pienamente e definitivamente, il ruolo che compete loro nel quadro istituzionale voluto dalla legge.
Non è, come sappiamo, un lavoro facile. Esso richiede grande attenzione e molto spirito unitario - che fortunatamente nell’associazione non manca - per evitare continui “stop and go” e conseguire obiettivi da troppo tempo solo annunciati.
Gli esempi non mancano, a cominciare da ciò che abbiamo discusso coi nostri autorevoli interlocutori della Commissione Ambiente nella tavola rotonda della mattinata. Una indagine sulla gestione amministrativa dei parchi nazionali, avviata sulla base di premesse non lusinghiere per gli enti di gestione – accusati superficialmente di essere incapaci di corrispondere agli ordinari impegni gestionali, primi fra tutti quelli della spesa – ha dovuto concludere che, nonostante norme obsolete, residuo di una organizzazione burocratica d’altri tempi, essi sono cresciuti molto e in fretta.
Che alcune modifiche, individuate attingendo al ricco bagaglio delle nostre proposte, potrebbero rapidamente consentire di liberare energie e potenzialità. Ma a questa positiva conclusione non è seguita finora, alcun atto concreto.
Un altro caso significativo della situazione che intendo descrivere è quello del Tavolo interistituzionale sulle aree protette a supporto del lavoro della Conferenza Stato-Regioni-Autonomie. La sua costituzione, avvenuta nei mesi scorsi, rappresenta il successo di una lunga battaglia della nostra Associazione. Lo indicammo come il punto centrale di una strategia di “sistema”, rivolta ad assicurare la piena e leale collaborazione tra tutte le istituzioni. Abbiamo salutato la sua nascita non come una concessione alle nostre rivendicazioni, ma come la presa di coscienza, da parte di tutti, della necessità di un percorso nuovo da intraprendere.
Ma il Tavolo non è stato ancora convocato. Non si sono dunque potute discutere questioni essenziali che non hanno altra sede per essere istruite in modo unitario e organico, come ad esempio gli aspetti concreti per l’attuazione del trasferimento delle Riserve naturali dello Stato ai Parchi, l’esercizio della piena titolarità nell’attività di vigilanza, l’integrazione tra la gestione terrestre e quella marina, la dotazione di strumenti di programmazione anche finanziaria.
Torniamo e torneremo a insistere perché il lavoro del Tavolo sia avviato e tutti i soggetti che lo compongono, a partire dalle Regioni, ne sentano il funzionamento come un dovere e un’ opportunità. Così come torneremo a riproporre il tema della dotazione di fondi per i parchi nazionali. L’iniziativa unitaria di denuncia e sollecitazione della Federazione e di tutti i presidenti dei parchi nazionali, ha prodotto, anche se parzialmente, un discreto risultato.
Uno stanziamento iniziale per il 2004, francamente inaccettabile, è stato corretto e incrementato di 5 milioni di euro. Ma ciò sicuramente non tranquillizza poiché non è stato ancora introdotto alcun elemento di certezza per il futuro.
Infine richiamo la vostra attenzione sullo stato dell’iter per la delega al governo in materia di revisione della legislazione ambientale. Sulla parte di quel provvedimento relativa ai parchi abbiamo già avuto modo di soffermarci numerose volte.
Ora la questione che si pone, di fronte all’ennesimo trasferimento, da un ramo all’altro del Parlamento, della legge delega - che fa perdere credibilità all’ipotesi di una sua definizione in tempi utili - è se non sia venuto il momento di lavorare per alcune limitate, specifiche modifiche che, senza intaccare l’impianto della legge, aiutino a risolvere quegli aspetti di efficienza e funzionalità di cui abbiamo parlato stamattina: una programmazione almeno triennale dei finanziamenti, l’istituzione di un fondo per cofinanziare i progetti europei, lo status degli amministratori, la fuoriuscita dal parastato, la nomina dei direttori da parte degli organi dell’Ente Parco. Su questo punto dovremo riflettere per assumere gli atteggiamenti conseguenti.
Un quadro complessivo, cari colleghi, connotato anche dalle numerose situazioni di commissariamento, vacanza o precarietà degli organi gestionali dei parchi, determinate dall’assenza di uno spirito di leale collaborazione che deve sempre contraddistinguere le scelte del Ministero e delle Regioni. In questa quadro penso di poter dire che la Federparchi, con la propria capacità di tenere il campo in modo unitario, coerente, critico ma collaborativo, sempre propositivo, rappresenta un elemento di stabilità, un punto di riferimento importante, un vero e proprio collante in grado di sopperire, con la propria azione, alle difficoltà del sistema. Questa capacità è una costante che si rinnova nonostante l’avvicendamento nei nostri organismi (in meno di quattro anni sono cambiati ben venti componenti del Consiglio), che per evidenti e fisiologiche necessità vedono l’uscita di componenti che vi hanno portato un lungo ed apprezzato contributo e l’ingresso di nuovi colleghi.
Ai primi - fra i quali cito Franca Olmi, Mariano Guzzini, Stefano Maestrelli, Valter Bonan, Massimo Caleo e Carlo Alberto Graziani - voglio porgere il nostro saluto più amichevole e grato; ai secondi, che dovremo nominare fra poco, un altrettanto amichevole augurio di buon lavoro.
La nostra Associazione, in questi anni e soprattutto in questi ultimi mesi, è molto cresciuta. I documenti contabili che vi sono stati sottoposti per l’approvazione, che pure indicano un incremento considerevole del lavoro, raccontano solo in parte della nostra realtà, che è fatta di relazioni e contatti in ogni parte d’Italia e con una grande pluralità di soggetti, di servizi e sostegno ai nostri associati, di attività promozionali che tengono alto il livello di attenzione degli enti e dei cittadini. Non intendo fare un elenco dettagliato delle tante iniziative che abbiamo promosso. Se sarà il caso ne potremo discutere esaminando il Bilancio. Desidero soffermarmi su quelle principali, che necessitano di un impegno comune, di una collaborazione generale e danno il segno di una precisa direzione di marcia.
Un grande peso hanno assunto le relazioni e le attività internazionali. Vediamo in questo più ampio orizzonte, in particolare nei legami europei e mediterranei con le organizzazioni delle aree protette, un modo utile e concreto per contribuire ad elevare la qualità del nostro lavoro e assicurare ad esso uno sbocco “oltre i confini”, coerentemente con le indicazioni definite nel Congresso Mondiale di Durban. Il 24 maggio scorso, Giornata europea dei parchi, a Riomaggiore, con il prezioso e determinante contributo del Parco delle Cinque Terre, è stata ufficialmente avviata l’attività dell’Osservatorio sulle politiche europee per le aree protette. In quella occasione, alla presenza di autorevoli dirigenti di aree protette europee, è stata condivisa la nostra proposta di costituire la “Federparchi del Mediterraneo”, un’associazione rappresentativa delle istituzioni dalle quali dipende la gestione delle aree protette del Mediterraneo, complementare alle storiche associazioni a matrice tecnica e funzionale, ma diversa perchè impegnata a operare sul terreno delle scelte politico - istituzionali.
Il Ministero dell’Ambiente ha assicurato il suo sostegno e un fitto calendario di incontri è programmato a partire dai prossimi giorni, approfittando anche della proiezione mediterranea che quest’anno assumerà “Goletta Verde”, della nostra titolarità in progetti comunitari che prevedono azioni transnazionali e della partecipazione di Federparchi a programmi di cooperazione con i paesi balcanici, attivati recentemente dal Ministero degli Affari Esteri e dal FORMEZ.
In questo quadro assumono un valore del tutto particolare le importanti responsabilità che stiamo assumendo nei rapporti con l’UICN. Si apre domani a Napoli l’incontro dei membri mediterranei dell’IUCN, organizzato congiuntamente con il Centro Mediterraneo di Cooperazione di Malaga, il Ministero dell’Ambiente e il Parco Nazionale del Vesuvio. Devo, inoltre, con grande piacere annunciare che alla Federparchi è stato attribuito il prestigioso incarico di coordinare il Segretariato del Comitato italiano dell’IUCN che si occuperà, tra l’altro, degli aspetti preparatori e organizzativi della partecipazione italiana al prossimo Congresso Mondiale di Bangkok che si terrà in novembre e che affronterà un tema molto vicino alla nostra esperienza: “People and Nature, only one World”.
E’ un riconoscimento importante all’Associazione, ma soprattutto, una conferma del valore di tutti i parchi italiani.
Un altro campo molto impegnativo è quello dalla promozione. Il successo della “Giornata Europea” del 24 maggio e di “Parchi in Piazza”, la cui manifestazione centrale si è svolta a Milano con la diretta televisiva di Ambiente Italia, è un dato molto importante. Grazie alla partecipazione di un numero sempre maggiore di enti, e all’impegno appassionato di coloro che materialmente concorrono all’ organizzazione, questo appuntamento si è affermato come un’occasione indispensabile per richiamare l’attenzione generale sul nostro mondo. Il successo di Mediterre, che si è tenuta quest’anno a Otranto, non era scontato e per questo ci soddisfa ancora maggiormente. La presenza di tanti espositori italiani e stranieri, la partecipazione qualificata e numerosa a convegni e dibattiti, la copertura mediatica, ma soprattutto l’afflusso di pubblico, ci hanno ripagato dell’impegno davvero molto intenso. Il Consiglio Direttivo ha, a questo proposito, iniziato una riflessione da cui emerge l’idea di una rassegna itinerante, che possa cioè proporsi in sedi diverse e coinvolgere nell’organizzazione e nel sostegno anche altre istituzioni. In questo campo non mancano poi ulteriori sollecitazioni. Discuteremo nelle prossime settimane con il Comune di Milano, la Regione e con il nostro Coordinamento lombardo, la praticabilità di una rassegna nazionale dedicata alle attività dei parchi verso i bambini e la scuola. Stiamo, inoltre, discutendo con la società che gestisce le più importanti fiere italiane, la possibilità di una unica, grande e completa manifestazione nazionale del mondo dei parchi. Un obiettivo ambizioso, che rende evidente l’interesse degli operatori del settore a un positivo rapporto con i parchi, l’autorevolezza e la consistenza della realtà che siamo riusciti a costruire fin qui. Lo stesso messaggio ci giunge dalla disponibilità di alcuni editori, a impegnarsi in una impresa editoriale che potrebbe portare mensilmente in edicola l’informazione sui parchi, con la nostra collaborazione a garanzia della coerenza dei contenuti da comunicare. Stiamo verificando attentamente i termini concreti dell’operazione, ma guardiamo a questa ipotesi con molta fiducia, nel quadro di una riorganizzazione e di un rilancio dell’intero sistema della nostra comunicazione, a cominciare dalla rivista “Parchi” che dovrà caratterizzarsi sempre più come strumento di approfondimento tecnico e scientifico, rappresentativo del lavoro di studio e ricerca dei tanti soggetti con i quali abbiamo relazioni, sede del dibattito culturale di cui siamo animatori e al quale amministratori e operatori dei parchi devono sempre più partecipare direttamente. Ho approfondito, come dicevo, solo alcuni grandi aspetti del lavoro che abbiamo svolto o che stiamo svolgendo e che ha per la verità raggiunto una articolazione e una estensione molto impegnative. Nonostante ciò credo che possiamo e dobbiamo proporci di fare ancora di più.
In primo luogo riprendendo l’attività dei coordinamenti sui programmi di sistema. Tanto per le Alpi che per il Bacino del Po, che per le Coste e soprattutto per Ape, esiste la necessità che si concretizzi rapidamente una nuova fase propositiva e operativa.
C’è poi da portare a conclusione il lavoro del Gruppo che abbiamo costituito per le Aree Marine, che si sta occupando dell’elaborazione di una proposta organica di revisione della normativa, dell’organizzazione, dei programmi e delle condizioni operative di questo comparto fondamentale del nostro sistema.
Ciò che stiamo preparando, grazie all’impegno del Vicepresidente Angelo Messina e di altri collaboratori, è un contributo di grande valore e vogliamo che i risultati cui giungeremo, dopo una consultazione ampia al nostro interno, vengano presentati e discussi in occasione di un grande appuntamento nazionale.
Ad un appuntamento simile stiamo lavorando anche per i parchi regionali.
In questo caso non si tratta evidentemente di elaborare proposte, ma di mettere a confronto le diverse legislazioni ed esperienze, indicare i punti da correggere, ricercare gli aspetti che possono contribuire a rafforzare il sistema nazionale. La prima Assemblea nazionale delle aree protette regionali si terrà nel Parco del Ticino, il primo istituito in Italia, che celebra proprio nel 2004, i sui trenta anni di vita. Abbiamo, inoltre, individuato la necessità di concentrare la nostra attenzione su uno degli aspetti più rilevanti del sistema dei parchi italiani: quello della presenza, del recupero e della utilizzazione di un immenso patrimonio architettonico e artistico.
Un aspetto mai dimenticato e anzi sempre citato, se non altro per la grande mole di interventi effettuati dai parchi, ma in realtà, mai affrontato compiutamente in relazione alle funzioni di tutela, protezione del paesaggio, valorizzazione storica e sviluppo di attività economiche compatibili.
La città di Matera ci sembra essere, senz’altro, il luogo d’elezione per questo prossimo impegno da organizzare con la collaborazione e il coinvolgimento del Coordinamento regionale della Federparchi.
Infine un riferimento all’idea del Piano d’Azione, del quale abbiamo cominciato a parlare nel corso dell’Assemblea di dicembre e che rappresenta lo strumento riassuntivo di tutti nostri programmi e delle nostre proposte.
Abbiamo steso una prima idea di lavoro, che vi sottoponiamo in cartella, su cui iniziare a lavorare nelle prossime settimane.
Vi rivolgo l’invito più caloroso a contribuire direttamente all’elaborazione del documento, con apporti anche scritti, per definire insieme e nel modo più efficace, i nostri orientamenti futuri.
Come potete vedere non sono di poco conto le iniziative intraprese e gli impegni da realizzare nei prossimi mesi. Ricerchiamo continuamente nuove strade e strumenti per far crescere il livello delle nostre conoscenze, delle relazioni e dei servizi.
Una possibilità che ci è data dalla fiducia dei nostri associati sempre più numerosi e qualificati.
Una fiducia alla quale cerchiamo di corrispondere continuando ad assicurare alla Federparchi, autonomia, unità, autorevolezza, vivacità e, come risulta dal bilancio presentato, anche garanzie economiche.
Tutti elementi con i quali confidiamo di affrontare con successo, insieme, anche questo periodo decisivo per il futuro delle aree protette italiane.
Grazie.

di Matteo Fusilli