Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 42 - GIUGNO 2004

 



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CONFERENZA DEI MEMBRI IUCN DEI PAESI DEL MEDITERRANEO

2- Documento conclusivo

I membri IUCN dei paesi del Mediterraneo rilevano come la regione mediterranea, per la sua particolare conformazione geomorfologica e la sua storia, è uno dei luoghi al mondo con la più alta diversità biologica, paesaggistica e con endemismi ed ecosistemi unici; il bacino del Mediterraneo, nell’arco di migliaia di anni, ha costituito la matrice per lo sviluppo di grandi civiltà rappresentative di alcuni degli esempi più straordinari della cultura umana di ogni tempo;
la regione mediterranea è un luogo di massima rilevanza nella biodiversità mondiale caratterizzato da una consistente influenza delle attività di agricoltura, pesca e turismo, su storia, economia e paesaggio nonché da aree protette di dimensioni relativamente piccole con forti interazioni con le comunità locali;
le relazioni storico culturali esistenti fra i diversi paesi rivieraschi abbiano portato alla formazione di un substrato culturale condiviso tra i popoli e ad un forte senso di identità e solidarietà intorno ad un mare comune;

Riconoscendo:
- che il Centro di Cooperazione Mediterranea dell’IUCN ha svolto un ruolo importante nella costruzione di legami cooperativi e di scambi programmatici nella regione mediterranea, anche grazie al supporto di base del Ministero dell’Ambiente spagnolo ed all’autorità regionale dell’Andalusia;
- un consistente numero di attività nazionali ed internazionali sono state recentemente poste in essere allo scopo di favorire una visione onnicomprensiva della conservazione delle risorse naturali del Mediterraneo;
- l’impulso dato all’incremento del numero delle aree protette nella regione mediterranea, nonché il significativo sviluppo di soluzioni gestionali innovative;
- l’esistenza, nel Mediterraneo, tra la maggior parte dei paesi, di tematiche comuni volte alla conservazione ed allo sviluppo socio economico, malgrado ancora esistano significative disparità sulle sue rive in termini di prodotto interno lordo e di percentuale della superfici protette nazionali;
- l’importanza del mantenimento del paesaggio culturale agrario e delle varietà di razze domestiche e di pratiche, sia agricole, sia di allevamento tradizionali;
- che nonostante gli sforzi effettuati l’attuale degrado degli ecosistemi mediterranei e la conseguente minaccia alle risorse naturali, biologiche e culturali in essi contenuti, risultano ancora preoccupanti;
- l’importante ruolo degli ecosistemi e delle culture del Mediterraneo nel conseguimento dell’obiettivo CBD del 2010 e degli obiettivi di sviluppo del millennio;

I partecipanti
- Sollecitano tutti i paesi del Mediterraneo e l’IUCN a coordinare le proprie azioni con il fine di promuovere piani strategici per la conservazione dei più significativi sistemi ambientali mediterranei, quali le aree montuose, i grandi bacini imbriferi, i sistemi costieri marini, le isole e il mare aperto;
- Sollecitano tutti i paesi del Mediterraneo e l’IUCN ad incrementare la cooperazione fra gli stati e le organizzazioni, al fine di realizzare un sistema di aree protette che sia rappresentativo degli ecosistemi marini e terrestri del Mediterraneo ed eficacemente gestito, tenendo anche conto, dove appropriato, della Dichiarazione di Malibu’ sugli ecosistemi di tipo mediterraneo;
- Esortano i gestori di aree protette a promuovere la valorizzazione economica e l’uso sotenibile dei prodotti e dei servizi delle aree stesse;
- Si impegnano a scambiare informazioni, esperienze ed expertise, ed a lavorare insieme, in ambiti quali la gestione delle aree protette, degli ecosistemi e delle specie, la risoluzione dei conflitti e il dialogo con gli stakeholder, il trasferimento di tecnologie e l’accesso alle risorse genetiche, nonchè a promuovere iniziative concrete per la ricerca, il monitoraggio ed attività mirate alla capacity building;
- Sostengono le indicazioni della Convenzione sulla Diversità Biologica nell’attuare strategie per la tutela dei saperi tradizionali e per la loro integrazione nelle politiche di conservazione e di gestione delle risorse naturali;
- Si impegnano a facilitare la collaborazione fra aree protette e organizzazioni internazionali che operano nel Mediterraneo, quali l’IUCN, l’UNEP (specialmente il RAC/SPA), compresi i vari network nazionali ed internazionali (quali EUROPARC, Federparchi etc.) per assicurare il giusto ruolo alle aree protette del Mediterraneo nelle politiche ambientali e nei forum internazionali;
- Promuovono la valorizzazione di progetti esistenti per aumentare il potenziale “sistemico” delle aree protette e incentivare la creazione di reti ecologiche in terra e in mare, attraverso approcci innovativi come i processi di conservazione eco-regionale;
- Incoraggiano tutti i gestori delle aree protette mediterranee a stringere relazioni con le comunità locali e ad assicurare che le aree protette siano viste come un’opportunità per una migliore qualità della vita e per la promozione di meccanismi di sviluppo locale sostenibile, incrementando la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione pubblica;

Richiedono maggiore impegno nell’attuazione:
- della Convenzione sulla Diversità Biologica facilitando l’implementazione del programma di lavoro sulle aree protette, l’applicazione dell’approccio ecosistemico, delle linee guida sulle specie aliene invasive, del programma di lavoro sulle foreste, della Strategia Globale per la Conservazione delle Piante, dei principi sull’uso sostenibile della biodiversità, delle linee guida volontarie sul turismo sostenibile e delle linee guida di Bonn sull’ABS;
- della Convenzione di Ramsar ed il programma MedWet, facilitando l’integrazione delle politiche per la gestione sostenibile dell’agricoltura, delle riserve di acqua dolce e della diversità biologica;
- della Convenzione di Barcellona, esortando gli stati che non lo abbiano ancora fatto a ratificarne i protocolli, soprattutto quelli riguardanti la sicurezza della navigazione, le Specially Protected Areas ed il Piano d’Azione Strategico sulla Biodiversità (SAP-BIO), facilitandone l’implementazione;
- della Convenzione contro la Desertificazione, attraverso l’identificazione delle migliori pratiche per la gestione dei territori aridi e semi aridi e del ruolo delle conoscenze traditionali e dei sistemi di aree protette nella gestione delle acque dolci;
- della Convenzione di Bonn e dei suoi accordi specifici.
I membri partecipanti inoltre:
- sollecitano i gestori delle aree naturali protette a migliorare i processi di governace affinché nelle decisioni e nelle azioni venga garantita trasparenza ed efficienza, partecipazione ed equità, favorendo l’accesso alle informazioni e promuovendo lo sviluppo di iniziative di sostegno alle comunità locali.
- sostengono l’Intersessional Plan 2005 - 2008 del Centro IUCN per la Cooperazione nel Mediterraneo e l’iniziativa IUCN Countdown 2010;
- richiedono all’IUCN di lavorare con i membri ed i partner regionali appropriati per assicurare una vasta distribuzione delle conclusioni e degli orientamenti derivanti dalla riunione sulle aree protette nel contesto Mediterraneo, svoltasi a Murcia, e dal V Congresso Mondiale dei Parchi di Durban, e richiedono di facilitare il processo di sviluppo di piani di conservazione delle specie di interesse regionale ed il processo per l’identificazione di una strategia per le specie aliene invasive a livello del Mediterraneo, tenendo in conto la Strategia Pan Europea sulle Specie Alloctone Invasive, sviluppata nell’ambito della Convenzione di Berna;
- sostengono la costituzione di una associazione delle Aree Protette del Mediterraneo e, laddove appropriato, di associazioni nazionali;
- salutano con favore l’iniziativa italiana del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di condividere la sua consolidata esperienza nel settore della gestione delle aree protette, fra l’altro ospitando questa riunione dei membri dell’IUCN e ospitando il primo Ad-Hoc Open Ended Meeting sulle aree protette, nell’ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica, che avrà luogo in Italia nell’aprile del 2005;
- riconoscono l’importanza di assicurare una presenza di alto profilo tecnico e politico a tale Open Ended sulle aree protette e invitano l’IUCN ad organizzare una riunione preparatoria degli stakeholders delle aree protette mediterranee.

I partecipanti riconoscono infine che gli intenti espressi in questa dichiarazione si potranno realizzare solo in un clima di solidarietà e di pace.