Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 42 - GIUGNO 2004

 



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LIBRI

Le visioni, il lavoro, le speranze

1999 - 2003
Edizioni del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Febbraio 2004, pag. 76 - s.i.p.

Il volume, di grande formato, arricchito da moltissime foto a colori, cartine, e di riproduzioni di manifesti e pieghevoli relativi alle iniziative svolte, è un bilancio completo e attraente del lavoro svolto e delle prospettive per l’avvenire del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, fotografato al momento del passaggio delle consegne tra la gestione di Valter Bonan e la successiva. Dopo una introduzione di Valter Bonan che sottolinea l’importanza del lavoro svolto negli ultimi cinque anni, sei sezioni si occupano della pianificazione, delle conoscenze (dalle ricerche faunistiche, geologiche, su flora, vegetazione, aspetti agronomici e selvicolturali, storia, archeologia, architettura, gestione territoriale, turismo, trasporti, qualità ambientale, aspetti giuridici ai progetti di selvicoltura e riordino forestale, di salvaguardia degli habitat faunistici e controllo zoosanitario, del recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio, al sistema informativo territoriale), delle buone pratiche per la sostenibilità, della partecipazione e condivisione delle scelte, degli scenari futuri a partire dalla scelta della qualità e del “chi è?” del parco. Elencati così, freddamente, possono sembrare argomenti pesanti, da lasciare agli specialisti. Al contrario, grazie alla pregevole grafica della Dreams Project di Firenze, ai disegni di Patrizia Pizzolotto, e alla capacità di tutti i curatori dei testi di rendere comunicabili anche argomenti complicati, senza peraltro abbassare la guardia rispetto alla necessità di un serio approfondimento, il volume si fa leggere con interesse, e restituisce anche a chi non fosse mai stato nel parco delle Dolomiti Bellunesi il senso di un lavoro amministrativo importante nei moltissimi aspetti che quel lavoro comporta, dall’attenzione alle strutture per l’accoglienza, e per i centri visitatori, ai rifugi, ai bivacchi, ai sentieri natura, a quelli tematici e a tutti gli altri, alla biodiversità coltivata, e alle Malghe, nel quadro dell’attenzione nuova per l’agricoltura, alle iniziative per l’innovazione e per l’economia, con il progetto Life sulla mobilità sostenibile, con il parco fossil free, l’Agenda 21, l’atlante Slow Food, la certificazione integrata qualità – ambiente, e molto altro ancora, dalla rete ecologica alla Convenzione delle Alpi. Nell’ultima pagina, accanto al presidente Bonan e al direttore Campagnari, è ritratto un folto gruppo di tecnici in divisa del parco. Sono facce giovani e giovanissime, sorridenti, che fanno pensare ad un futuro che non subirà interruzioni o involuzioni, anche se il timone passerà ad altri. Aver lavorato bene significa anche questo: lasciare non solo una eredità di realizzazioni, di progetti e di speranze, ma anche una nuova generazione di tecnici e di operatori in grado di sviluppare visioni, lavori e speranze nel lungo futuro che le Dolomiti bellunesi hanno di fronte a loro.

M.G.

Ecolologia Forestale

di Marco Paci
Elementi di conoscenza
dei sistemi forestali
Ed agricole - Il sole 24 ore
Bologna 2004
pag. 310; 39.50 euro


Il saggio di Paci è impostato in modo da fornire un quadro di conoscenze su struttura e meccanismi di funzionamento dei sistemi forestali, presupposto per affrontare correttamente le problematiche gestionali dei boschi.
Pur trattando una disciplina di base l’opera presenta, nell’insieme, un taglio applicativo: non a caso parole come selvicoltura e gestione sostenibile compaiono ripetutamente nel testo.
L’introduzione storica del lavoro pone al centro dell’attenzione la specificità dell’azione antropica nei confronti degli ecosistemi forestali.
Vengono messi a fuoco i rapporti uomo-bosco nel corso delle varie epoche fino ad arrivare ai nostri tempi, contrassegnati da cambiamenti climatici, inquinamento, deforestazioni su vasta scala.
Il capitolo a seguire verte sull’introduzione dei concetti base per lo studio dei sistemi: struttura e funzionamento degli ecosistemi forestali vengono descritti nelle loro grandi linee. Segue l’approccio analitico, basato sul ruolo svolto dalle componenti abiotiche e biotiche e si affronta quindi il dinamismo dei sistemi forestali, soggetti a continue trasformazioni, cercando di fornire risposte ad una serie di domande. Molte risposte possono arrivare dallo studio delle foresta vergini, punti di riferimento per interpretare il dinamismo della vegetazione in assenza di disturbo antropico.
Dall’ecosistema si passa al paesaggio, insieme di ecosistemi interagenti tra loro.
La biodiversità e la complessità vengono analizzate in un capitolo a parte, nelle loro implicazioni biologiche, ambientali, funzionali e culturali.
Conclude la trattazione una analisi di criteri e indicatori di gestione forestale sostenibile.

Tutto Eco 2004

Annuario dell’ecologico
A cura di Rosa Maria Bertino
e Achille Mingozzi
presentazione di
Beppe Grillo
Distilleria EcoEditoria, Forli
pag. 184 - otto euro

L’edizione 2004 del “trova futuro” contiene oltre 2.500 indirizzi che riguardano la bioarchitettura, la bioedilizia, l’arredamento, la casa, le energie alternative, il riciclo, le fattorie didattiche, l’abbigliamento, la cosmesi, il commercio equo, e molto altro ancora.
L’ecologia vissuta e replicabile è il filo verde che collega le venti esperienze raccontate nel volume, come aiuto concreto nella ricerca del futuro possibile. Oltre alla parte introduttiva iniziale ed a quella di documentazione finale, gli approfondimenti, gli indirizzi e le schede prodotti sono suddivisi in cinque grandi sezioni: ambiente, energia, casa, persona, etico.
La grafica aiuta a passare da una sezione all’altra attraverso i simboli ed i colori collegati.
“Ma questo annuario non sarebbe mai stato così ricco di notizie, di novità, di spunti di riflessione - scrivono nell’editoriale i curatori Rosa Maria Bertino e Achille Mingozzi - senza la collaborazione di tre pilastri insostituibili come Andreina De Tomassi, inviato di Repubblica, Fabio Gavelli, giornalista de il Resto del Carlino e Maurizio Pallante, esperto di energia e di letteratura. Sono stati loro ad orientarci, suggerirci soluzioni, confermare le scelte operate e sciogliere i nostri dubbi”.
Sfogliando le pagine di Tutto Eco si apre un arcobaleno di esperienze che stimolano la nostra voglia di cambiare: dalle fattorie didattiche che sfruttano la povertà dei mezzi per sviluppare la fantasia dei bambini, agli abitanti di quei comuni che hanno imparato a riciclare quasi tutto, dai materiali innovativi biodegradabili, all’esperienza dell’azienda tedesca Solvis che produce pannelli solari, dagli abitanti di Schoenau che producono energia da soli, ai primi veicoli di biodiesel, dai colori vegetali al cotone ecologico alle storie delle botteghe del mondo fino alla microfinanza di Etimos.
Lo speciale “casa ecologica” passa in rassegna diverse tipologie di abitazioni ecologiche.
È il caso delle quattromila “case passive” senza riscaldamento dove nessuno ha freddo di Corte Nuova, condominio di Concorezzo (Milano) frutto di una ristrutturazione con criteri ecologici che garantisce un risparmio energetico del 30%; è il caso di “casa Willeit” premiata dalla Provincia di Bolzano per i bassi consumi energetici; del prototipo della “casa di legno Montemiele” di Falzes (Bolzano) premiata come esempio di cultura del paesaggio; della casa di terra di Giovanni e Piero Giachero a San Maurizio Canavese (Torino)e infine di quelle “di carta” di Shigeru Ban, realizzate al 90% con cartone riciclato e quindi al 90% a loro volta riciclabili.
Ulteriori informazioni possono essere richieste ad Alessandra Agnoletti, 0543-32532, distilleria@biobank.it, oppure a Distilleria EcoEditoria, Forli, www.biobank.it

M.G.

Sillabario della Natura

di Paul Krafel
Ecomosaico -
Gli strumenti
Blu Edizioni
Chiasso (To),
maggio 2004
pag. 244 - 14,00 euro


Gradienti, flussi, cicli, spirali ascendenti e discendenti, equilibri in movimento e adattamenti: questi sono i sofisticati meccanismi che regolano la natura ma anche tante dinamiche della comunità umana.
Paul Krafel con pazienza e arguzia insegna - e ci insegna ad insegnare - a “vederli” in ciò che appare casuale e caotico: nei salti della pulce di mare, nel turbinio delle acque di montagna, negli stormi in volo e nelle code al supermercato.
E quel che più conta ci fornisce gli strumenti concettuali adeguati per imparare a curare le patologie di questi processi, a sciglierne gli ingorghi.
Così, con un linguaggio semplice, esempi e metafore immediatamente coinvolgenti, elabora il primo manuale d’uso dell’Ipotesi gaia di Lovelock.
“La fiducia nel fatto che troverò alleati - scrisse nella prima prefazione Krafel - mi ha portato a pubblicare il libro a mie spese… confido nel potere dei lettori di aiutarlo a raggiungere altri lettori. Se questo libro ti ha aiutato a vedere il tuo mondo in maniera incoraggiante, allora tu aiuta lui passando la copia ad un amico con le migliori raccomandazioni.”
L’Autore è forte di una lunga esperienza come ranger e naturalista al National Park Service ed ha collaborato con il Carter House Natural Science Museum nell’estremo nord della California.
Insieme alla moglie ha fondato “Chrysalis”, una scuola in cui si privilegiano gli studi naturalistici e dove tuttora insegna.

19 progetti per il Parco Agricolo Sud Milano

Volume di 50 pagine
Con CD allegato
Finito di stampare
Aprile 2004

Si tratta di un agile volumetto, ben illustrato e di gradevole lettura, che coglie l’occasione della presentazione di diciannove progetti per rammentare le caratteristiche del parco agricolo Sud Milano al lettore che non le conoscesse.
Si tratta di un’area di vaste dimensioni, comprendente il territorio agricolo di 61 comuni per oltre 46.000 ettari di terreno coltivato (quasi la metà dell’intera provincia milanese).
Concepito come un parco agricolo di cintura metropolitana per la conservazione di suolo libero non edificato, indispensabile per l’equilibrio ecologico dell’area metropolitana, il parco Sud comprende riserve naturali e protette, aree verdi attrezzate di rilevanza sovracomunale, zone boscate e ambiti di alto interesse paesistico e ambientale.
Notevoli sono anche le presenze architettoniche, tra cui le abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone, i castelli di Tolcinasco, Zibidio, Binasco, Cusago e Melegnano, ed i nuclei rurali delle antiche cascine.
I progetti illustrati nel volumetto e nel CD riguardano la forestazione di aree incolte e la riqualificazione flogistica di aree forestali già esistenti; la creazione di due poli per la didattica ambientale e la fruizione naturalistica presso il lago di Basiglio e il parco dei fontanili di Rho; il rafforzamento e la riqualificazione dei corridoi ecologici del parco agricolo Sud Milano; l’individuazione di una metodologia di progettazione, esecuzione di un progetto complesso e riproducibile in altre realtà protette regionali e nazionali; la messa a punto di un processo di comunicazione che consenta la percezione e la comprensione degli interventi realizzati, all’interno di un quadro di riferimento unitario. Sotto i titoli “come”, “dove” e “quando” il volume spiega chiaramente i contenuti dei progetti, la loro localizzazione, i tempi dell’attuazione e del monitoraggio di quanto realizzato.
Per ulteriori documentazioni esiste già attivato un sito (www.19progetti.com) mentre chi preferisce la comunicazione interpersonale di tipo classico può rivolgersi al direttore del parco agricolo Sud Milano, Uberto Cerini, che è persona competente, cortese e paziente, che non mancherà di soddisfare le richieste di invio del volume e del CD, o particolari curiosità che questa breve recensione avesse suscitato.
Di ritorno dal seminario internazionale di Lille, e dalla contemporanea assemblea di Fedenatur, che si sono occupati del tema “la natura, luogo di espressione della cultura - la messa a fuoco culturale nella gestione dei grandi spazi verdi periurbani” credo di dovermi permettere una postilla a questa recensione.
Come abbiamo conosciuto, in un passato non del tutto remoto, l’esaltazione di un modello unico di parco, e la diffidenza per chi non adottasse quel modello quasi si trattasse di una malattia ereticale, così abbiamo conosciuto forme di diffidenza e di supponenza verso chi trasformava aree senza particolari valori naturali in parchi che venivano definiti finti, in contrapposizione con altri, che si presumevano veri.
L’esperienza di molte realtà perturbane europee, compresa quella del progetto Rhur, e dello spazio naturale Lille Metropole ci mette in guardia contro ogni tipo di supponenza verso tutto ciò che conserva polmoni naturali ai margini delle metropoli, con interventi molto più difficili e coraggiosi di quando si trasforma in parchi una parte di montagna spopolata e abbandonata.
Con buona pace dei puristi, io consiglio di seguire con grande attenzione e con molta solidarietà il lavoro di chi strappa terre metropolitane all’appetito dei cementificatori delle periferie, contrapponendo nei fatti e non solo nei convegni un differente sviluppo, ed un nuovo ruolo dell’ambiente e del paesaggio, al tradizionale dilagare delle città costruite ed infrastrutturate.

M.G.

Paisaje, ordenamiento territoirial y turismo sostenibile

A cura di Alberto Capacci
Brigati - Genova 2003
pag. 211 - s.i.p.


Il volume raccoglie una selezione delle relazioni e delle comunicazioni presentate al Convegno internazionale “El Turismo en ed Desarrollo Regional y local”, che si è svolto a l’Avana (Cuba) nel settembre 2002, organizzato dal Grupo de Geoecologia, Paisajes y Turismo della Facoltà di Geografia dell’Università dell’Avana.
I contributi pubblicati non seguono lo stesso ordine con il quale sono stati presentati al convegno ma sono in ordine alfabetico.
Cinque di questi riguardano problematiche generali relative a management turistico, utilizzazione nella risorsa paesaggio e sostenibilità. Alfredo Ascanio illustra il modello di business proposto dallo statunitense Tom Peters, che si basa sulla flessibilità e sulla capacità di adattamento ad un contesto orientato verso la globalizzazione delle competenze e la competitività; Yoel Del Riso Yera ed Eduardo Salinas Chavez richiamano l’attenzione sulla necessità di studi scientifici che precedano il management turistico delle aree protette in modo da affrontare con criteri più oggettivi il difficile rapporto tra protezione della natura, risorse finanziarie e iniziative turistiche.
Joesè Manuel Mateo Rodriguez si interroga su come l’idea di paesaggio è interpretata in termini turistici dalle società postmoderne mentre Ycarim Melgaco Barbosa molti luoghi perdono la propria identità a causa del turismo diventando “non luoghi”.
A sua volta Geoffrey Wall riflette sugli effetti del turismo nelle isole tropicali.
Tre contributi - a seguire- sono rivolti a progetti mirati in fieri o in avanzata fase di esecuzione: quello nel Perù settentrionale cura di un’Agenzia internazionale giapponese di cooperazione (Alfonso Jimènez Martìnez e Yoshiki Hirabayashi); quello avviato nella penisola di Zapata, Cuba (Eros Salinas Chàvez e Manuel Davis) e quello delle riserve della biosfera cubane (Chelsea Teale).
Gli altri undici contributi sono rivolti a specifici casi studio in differenti aree geografiche: gli autori sono Pedro Acevedo Rodriguez e Sinai Barcia Sardinas; Genaro Aguilar Sanchez e Albino Cruz Morales; Margarita Barretto; Edson Vicente de Silva e Josè Manule Mateo Rodriguez; Maite Echarri Chavez e Eduardo Salinas Chavez; Alvaro Lopez Lopez, Alvaro Sanchez Crispin e Enrique Propin Frejomil; l’italiana Stefania Mangano; Sonia Montiel Rodriguez; Carolina Otero Cordones e Josè Maria Otero Moreno; Almudena Sanchez Amores, infine Alfredo Sanchez Munoz.

Conosci il mondo e lo spirito che lo abita

di Bruno Bravetti
Humana Editrice,
Ancona
pag. 268 - 12 euro

Bruno Bravetti, tra le molte sue incombenze, è segretario del Forum delle città adriatico -joniche ed è responsabile della comunicazione del parco regionale del Conero.
Ha di recente raccolto in volume una serie di note di viaggio, frutto in parte del lavoro svolto per il Forum, ma in gran parte dei ruoli ricoperti in un passato più o meno recente, che lo hanno visto fortemente impegnato in incarichi di primaria responsabilità nella solidarietà con paesi del terzo mondo in cerca di emancipazione e di sviluppo sostenibile, con particolare attenzione al Nicaragua della rivoluzione sandinista, ma anche ai paesi dell’altra sponda dell’Adriatico, che ha frequentato nel quadro della cooperazione legata al patto di stabilità per i Balcani e della collaborazione sotto l’egida dei rapporti transfrontalieri tra enti locali, nel corso dei quali a più riprese ha cercato di mettere in contatto amministratori e tecnici di varie nazionalità per utilizzare la risorsa ambientale e le aree protette esistenti all’interno di una rete che renderebbe più saldi i rapporti di amicizia, e maggiormente rapido il processo di ricostruzione post bellica nel segno dello sviluppo sostenibile e della valorizzazione dei beni naturali e paesaggistici.
In questo libro, che reca come sottotitolo “note di viaggio”, Bruno Bravetti non si occupa in modo specifico del suo lavoro di agente di collegamento tra le comunità locali e il mondo dei parchi.
La sua memoria è più vasta ed il suo ragionamento più ampio e più generale.
Con uno stile semplice e schietto, ed evitando accuratamente le trappole della memorialistica e dell’autocelebrazione, l’autore trasmette la memoria di una serie davvero grande di spostamenti (dalla Germania all’Ucraina, dall’Urss al Cile, dall’Ungheria al Nicaragua, alla Bosnia Erzegovina, a Cipro, all’Albania, alla Croazia, al Montenegro, alla Macedonia, alla Grecia, all’Algeria, alla Tanzania, all’Eritrea, all’Egitto, e l’elenco potrebbe continuare, ma mi fermo perché sono certo di aver reso l’idea.
Che cosa racconta Bravetti di tutto questo viaggiare?
Racconta dello spirito che abita nei diversi luoghi, riferisce di incontri, di progetti, di cose concrete che si cerca di mettere in moto, ma assieme ci trasmette - quasi senza dircelo esplicitamente, come conseguenza ovvia delle cose che descrive, il suo affetto per la parte meno allegra e vincente dell’umanità, per coloro che hanno maggior bisogno di solidarietà e di sviluppo, tanto che, alla fine della lettura, non resta tanto il ricordo dei singoli viaggi, quanto un sentimento complessivo che è lo stesso (a mio personale modo di vedere) di quanti, magari viaggiando meno, si impegnano nelle aree protette o in altri punti di frontiera delle pubbliche amministrazioni per invertire il modello di sviluppo che va oggi per la maggiore, quello della globalizzazione selvaggia, e delle crisi ecologiche che sono conseguenza della insufficiente attenzione ai limiti dello sviluppo.
Le “note di viaggio” di Bruno Bravetti sono il resoconto delle impressioni di un viaggiatore che non è un turista e nemmeno un apostolo, ma un uomo contemporanei ai problemi del mondo, che cerca di conoscere meglio le crisi e le speranze dei differenti popoli per tentare di fare sempre meno peggio e sempre meno inutilmente la propria parte. In questo senso il libro di Bravetti non è solo una gradevole e per molti aspetti interessante lettura, ma può essere di aiuto e di incoraggiamento per quanti, operando nella società civile e nel sociale, lavorano affinché un diverso sviluppo sia possibile, meglio prima che poi.

M.G.

L’educazione ambientale: un elemento iniziale per i parchi naturali periurbani

Atti della riunione tecnica di Le Mans (Francia) della Federazione europea degli spazi naturali e periurbani Fedenatur svoltasi il 18 ottobre 2002 (in francese e spagnolo)

La sicurezza negli spazi naturali periurbani. Le persone, l’ambiente e le attrezzature

Atti della riunione tecnica di Lisbona svoltasi il 7 giugno 2002 (in francese e spagnolo)

Gli spazi naturali periurbani nelle politiche urbane e metropolitane.

Atti della riunione tecnica di Barcellona svoltasi il 26 e 27 ottobre 2001 (in francese e in inglese).

Si tratta di quaderni bilingui, con gli interventi degli italiani mantenuti nella lingua nella quale sono stati pronunciati, che riportano le relazioni pronunciate nel corso delle varie giornate tecniche che periodicamente Fedenatur organizza in giro per l’Europa.
Di simile esistono solo i “nostri” quaderni contenenti gli atti dei convegni che si sono svolti a Gargnano, sul lago di Garda, organizzati dal Centro studi Valerio Giacobini, finchè è esistito.
A differenza dei quaderni del Centro Valerio Giacomini, assolutamente preziosi perché hanno affrontato tempestivamente temi che sono diventati di grande attualità a seguire, e che ancora oggi sono punto di riferimento per quanti vogliano occuparsi seriamente dei medesimi temi, questi atti hanno la particolarità di riportare sistematicamente ogni tema alle esperienze concrete dei parchi aderenti a Fedenatur, e di fornire quindi a chi ne fosse interessato non relazioni di tecnici impostate in modo generale, ma il confronto di esperienze illustrate nel dettaglio che finiscono per comporre un quadro di grande interesse sulla base del quale ciascuno potrà sviluppare, se lo vorrà, considerazioni più generali.
Avendo partecipato a quasi tutti gli incontri, posso dire che gli atti (termine che traduco dallo spagnolo “actas”, mentre i francesi usano il più fantasioso termine “bilan”, bilancio) non rendono giustizia né delle relazioni, che si appoggiano sempre su slides e su programmi di power point difficilmente riproducibili, né dei dibattiti di grandissimo interesse che seguono alle relazioni, e che consentono di comprendere fino in fondo le diverse realtà dei parchi europei, i diversi modi di affrontare i problemi comuni, a partire dai fondi destinati, dal personale impiegato, dal coinvolgimento di altri enti pubblici o di privati, e via dicendo.
Tuttavia i fascicoli che recensisco in questa sede, e che possono essere richiesti a Fedenatur, a Barcellona, tel. +34 93 280 0672, fax +34 93 280 6074, indirizzando la richiesta a Marià Marti i Viudes, segretario generale, sono in ogni caso di grande utilità per capire meglio come parchi fortemente antropizzati, che vivono i problemi del peso di grandi città sulla loro funzionalità, operano per capovolgere il problema, e per essere un aiuto essenziale per le città e per i bisogni di chi vive nelle metropoli europee e sente il bisogno di natura e di paesaggio come primario.
I tre temi affrontati dai tre fascicoli sono davvero centrali in Europa: l’educazione ambientale, la sicurezza, e le politiche urbane e metropolitane sono questioni di assoluto rilievo.
Ed è molto interessante confrontare le esperienze dei parchi spagnoli, francesi e italiani, per cogliere le linee di tendenza pressoché spontanee che unificano il lavoro che si sta svolgendo, senza la possibilità di farlo conoscere sui grandi mezzi di comunicazione, o in qualche altro modo più di nicchia. Che io sappia questi fascicoli sono una esperienza inedita nel mondo dei parchi, e quindi a maggior ragione interessante e da incoraggiare.
Se vogliamo essere sempre più europei, e sempre meno sepolti nelle nostre beghe locali e provinciali, seguire questi sassolini che Fedenatur lascia sul terreno segnando i suoi percorsi può non essere un lavoro gratuito, di semplice erudizione, ma potrebbe essere il modo per chiedere di più a tutti noi, nel terreno della comunicazione e dello scambio di esperienze, in modo da costruire uno spazio mediterraneo ed europeo ancorato fortemente ai contenuti ed alle esperienze di lavoro, senza ideologie e senza appelli generici, praticando le buone politiche e osando una progettualità sempre meno casuale e sempre più coordinata e confrontata.
Tenendo presente il consiglio che ci viene da lontano, da un intellettuale nato a Cordoba e vissuto a Roma, Lucio Anneo Seneca: “non è vero che non osiamo perché le cose sono difficili.
La verità è che le cose sono sempre più difficili perché noi non osiamo”.

M.G.

Hornitos, idee esplosive per ragazzi vulcanici

"La Montagna e i suoi buoni frutti" È il primo numero di una nuova collana di pubblicazioni: “Hornitos, idee esplosive per ragazzi vulcanici", a cura del Parco dell’Etna.
Compito fondamentale per un’area protetta è favorire e stimolare la conoscenza del proprio territorio.
Il rispetto e quindi la volontà di salvaguardare e valorizzare il prezioso ambiente etneo, possono nascere solo dalla conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni, e delle produzioni che identificano e differenziano questi luoghi.
Affinché il patrimonio costruito nel corso dei secoli sia conservato e tramandato, è necessario che esso rientri a fare parte del bagaglio culturale della popolazione locale.
Pur nella molteplicità di luoghi e occasioni di conoscenza e sensibilizzazione offerti dalla nostra società, è la scuola il luogo di elezione per la formazione culturale.
In particolare sono gli studenti delle scuole elementari e delle medie inferiori il "grimaldello" per penetrare capillarmente nella società e per raggiungere anche fasce di popolazione scarsamente interessate o diffidenti.
Per meglio dire, questi studenti sono la parte della popolazione più sensibile all’innovazione e capace di portare nuovi punti di vista in seno alla famiglia e, pertanto, alla comunità locale.
L’Ente Parco dell’Etna, già impegnato nel campo dell’educazione ambientale, ha quindi pensato di farsi promotore di stimoli e curiosità da inserire nei percorsi formativi avviando una collana di pubblicazioni dedicata ai ragazzi di età compresa tra i 9 e i 14 anni.
È così nato "Hornitos - idee esplosive per ragazzi vulcanici" che accompagnerà virtualmente i ragazzi nel Parco dell’Etna.
Nell’era di internet, Hornitos è stato pensato come una pagina web e funziona come un ipertesto: un articolo principale contiene delle "parole chiave" che permettono, saltando da una pagina all’altra, di approfondire i diversi argomenti trattati.
La prima pubblicazione è "La Montagna e i suoi buoni frutti". È un buon inizio perché l’agricoltura, arte antica ma rinnovata costantemente da nuove conoscenze scientifiche e tecniche, caratterizza grande parte del territorio etneo e fornisce produzioni di alta qualità.
L’ampia gamma varietale dei frutteti, il riconosciuto pregio dei vini, la delicatezza degli olii extravergine di oliva, ma soprattutto la scelta di produrre nel rispetto dell’ambiente, fanno dell’agricoltura uno strumento che dà valore al Parco dell'Etna, territorio unico e meraviglioso.

Verso la gestione integrata della costa del Monte San Bartolo: risultati di un progetto pilota

a cura di
Rodolfo Coccioni
Quaderni del centro di Geobiologia dell’Università degli Studi di Urbino


Il nostro lettore ha quasi certamente memoria del progetto di area vasta CIP, “coste italiane protette”, che alla conferenza di Torino sulle aree protette figurò nelle relazioni ed in molti interventi accanto al progetto APE, Appennino parco d’Europa, alla convenzione per le Alpi e a pochi altri progetti che negli anni più recenti rappresentarono la speranza di un pacchetto di progetti che riuscissero (in reciproca sinergia) a dare una spina dorsale ed una qualche concretezza all’idea di una progettualità complessiva del sistema nazionale dei parchi, nel contesto dell’idea forte enunciata dall’allora ministro Ciampi e dal suo staff a Catania, quando furono presentate nuove idee per un nuovo sviluppo.
Si parlò di CIP a Mediterre e a Sarajevo, all’Accademia dei Lincei e ripetutamente nelle assemblee di Federparchi.
A metà del 2004, nel contesto mutato del dopo elezioni europee, è disponibile questo bel “quaderno” illustrato completamente a colori, che contiene dieci lavori prodotti da altrettanti gruppi di lavoro, in conseguenza della attività della squadra urbinate del progetto CIP marchigiano.
Il responsabile del progetto generale, Rodolfo Coccioni, riassume bene nella sua introduzione al volume lo stato attuale dell’arte, informando il lettore sugli enti coinvolti, sulle problematiche affrontate ed esprimendo l’augurio che lo studio sia di stimolo alle pubbliche amministrazioni per l’attuazione di un “piano ambientale”di sorveglianza e monitoraggio organico delle coste marchigiane”.
Nelle due presentazioni dei presidenti dei due parchi costieri aderenti al Cip, Sagramola e Regnoli, si parla bene del progetto CIP e si esprimono auguri analoghi.
Consigliando il lettore interessato a richiedere il volume direttamente a Rodolfo Coccioni, presso l’università di Urbino, (cron@info-net.it) non possiamo che associarci all’augurio dei due presidenti e del curatore.
Se il progetto CIP diventasse un argomento di cui si parlasse bene, ma solo al passato, come di un caro estinto venuto prematuramente a mancare nonostante la giovane età e le promettenti qualità, sarebbe un bruttissimo segnale.
L’apparizione di questo volume, che esibisce in copertina il “logo” del progetto CIP, e che dimostra nelle sue cento sessanta pagine una parte importante di quello che quel progetto contiene, ci consente di sperare ancora in una evoluzione positiva del cammino dei progetti di area vasta in generale, e di coste italiane protette in particolare.
Pur senza nasconderci che il cammino già molto accidentato che conoscevamo quando ne fummo responsabili, appare oggi ancora più in salita, e ancor più accidentato.
Ma sapendo anche che prima o poi lo sviluppo italiano dovrà obbligatoriamente passare per le scelte che Ape, Cip e gli altri progetti di sistema hanno proposto, se non vorrà abbandonarsi a derive pessime, governate dalla globalizzazione selvaggia, dall’antipolitica e da vecchie cianfrusaglie teoriche e pratiche che meritano solo di essere dimenticate.
Resta appesa ai nostri sogni, ma anche ai nostri bisogni, la domanda più inquietante: chi riprenderà e rilancerà il progetto di area vasta “coste italiane protette”, e in quali tempi?
Il volume curato da Cocioni é lì a dimostrare che si potrebbe...

M.G.