Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 43 - OTTOBRE 2004

 




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TURISMO DUREVOLE E SOSTENIBILE CON "COMPAGNIA DEI PARCHI"

Tutela ambientale, utilità sociale, sviluppo economico.

Vi parlerò dell'esperienza dei parchi italiani e del loro rapporto difficile, ma anche virtuoso, con il turismo. In Italia vi sono oltre 900 aree naturali protette (22 parchi nazionali, 130 parchi regionali, 24 aree marine protette, 47 zone umide e 733 tra riserve statali e regionali, oasi e altre aree protette gestite da consorzi, enti locali e associazioni ambientaliste). 3.500.000 sono gli ettari (circa il 12% del territorio) e 2.675 i Comuni dei parchi (uno su tre). Un terzo della popolazione italiana vive all'interno di aree protette. Molti parchi erano già territori turisticamente rilevanti, altri lo sono diventati grazie alla istituzione dell'area protetta. Milioni sono i turisti e gli escursionisti che scelgono per la propria vacanza i parchi, all'interno dei quali vi sono numerose strutture ricettive e, in questi ultimi anni, è cresciuto il numero di agriturismi, ostelli, camping-natura e bed and breakfast. Il turismo oggi è una concreta opportunità per le comunità e gli imprenditori locali dei parchi italiani. Come sappiamo il turismo ha un carattere ambivalente: può favorire lo sviluppo economico e culturale di un territorio o, al contrario, determinare il suo irreversibile degrado. Per questa ragione i parchi devono compiere fino in fondo la propria missione: tutelare il patrimonio naturalistico, ambientale e culturale, oltre che l'identità locale, perché questi elementi rappresentano la principale motivazione per la scelta del viaggio e della vacanza. In Italia è in atto una profonda evoluzione del rapporto tra domanda e offerta, caratterizzata da una forte tendenza alla selezione degli acquisti e ad un'attenzione particolare al contenuto della vacanza e al significato profondo del viaggio. Nei consumi turistici cresce la multi-vacanza, il viaggio a tema, la ricerca del benessere psico-fisico, la preferenza per località e strutture che privilegiano la qualità ambientale. Una conferma della domanda di natura e autenticità si ha osservando i contenuti della comunicazione turistica italiana e di importanti paesi europei (Austria, fate il pieno di natura; Salisburgo, l'armonia non si inventa ... esiste in natura; Trentino, la tua ricarica naturale; Puglia, TerrAutentica; Corsica, la biovacanza). Nel mercato globale del turismo la qualità ambientale e l'applicazione, anche alle strutture ricettive, dei sistemi di certificazione e di procedure che riducono il consumo di energia e la quantità di rifiuti e inquinamento, rappresentano oltre che una scelta di valore etico, un elemento di promozione e un requisito essenziale per essere competitivi. In un territorio a forte vocazione turistica ecologia e economia non devono contrapporsi. In altre attività economiche l'esigenza di uno sviluppo sostenibile è indotta/imposta dall'esterno, come limite all'uso delle risorse naturali. Nel turismo, invece, la sostenibilità è un'esigenza interna. L'ambiente è il principale sub-sistema del turismo e la distruzione di risorse naturali e del paesaggio provoca l'immediata vulnerabilità del sistema turistico. L'ambiente, i beni culturali, il paesaggio, la biodiversità, l'identità locale, non vanno difesi dal turismo, ma in funzione del turismo, per assicurare ad esso redditività e continuità nel tempo. Un parco rappresenta una forte attrazione perché evoca naturalità e tipicità; il marchio del parco richiama valori e significati che motivano sempre più la scelta del viaggio. Distruggere un tale patrimonio significa annullare ogni possibilità di sviluppo e far scomparire quel territorio come destinazione turistica. Su questa linee di principio vi è sempre più un'ampia condivisione, ma ci sono ancora molte difficoltà a realizzare concretamente l'obiettivo di conciliare ambiente, turismo, sviluppo. Gli strumenti a disposizione (capacità di carico, indice di intensità turistica, bilancio ambientale, il piano del parco e le carte del turismo sostenibile) ci aiutano, ma la loro concreta applicazione risulta sempre molto problematica. Il modello di sviluppo di questi anni è stato sicuramente distruttivo, ma quando dobbiamo indicarne un altro, abbondiamo in aggettivi (sostenibile, soft, alternativo, responsabile, durevole, compatibile, ecc.), che servono più a evocare immagini legate all'armonia con la natura e al mondo rurale. La questione è veramente complessa perché il turismo sostenibile non può proporsi come alternativa elitaria in ristrette porzioni di territorio, ma deve essere in grado di affrontare le questioni connesse al turismo di massa che provoca annualmente sei miliardi di spostamenti, produce il 6% del PIL mondiale e occupa 127 milioni di persone (1 addetto ogni 15), con impatti economici, sociali e ambientali facilmente immaginabili. Molti parchi sono già impegnati su questo fronte, ma tutte le aree protette saranno prevedibilmente interessate da tale fenomeno. Nelle aree protette italiane vi è un forte incremento di presenze e sempre più, nella comunicazione di un'area, la presenza del parco diventa uno dei principali elementi da pubblicizzare. Gli imprenditori turistici operanti nei parchi evidenziano nel materiale promozionale e in ogni altro modo possibile, che le proprie strutture sono all'interno dell'area protetta, considerandolo un valore aggiunto e un importante fattore di attrattiva. Inoltre il grande investimento in educazione ambientale che parchi, associazioni, governi e mezzi di comunicazione stanno facendo, in particolare nelle scuole, porterà i ragazzi di oggi, presumibilmente, a scegliere domani, mete turistiche in grado di soddisfare il bisogno di conoscere ambienti naturali integri oltre che la storia, le tradizioni e la cultura dei luoghi visitati. In questo scenario il turismo nei parchi non può più essere considerato un prodotto di nicchia per i fine settimana degli abitanti delle città, ma una concreta possibilità di sviluppo locale. È necessario attivare un rapporto positivo con l'imprenditoria turistica. Dobbiamo insieme condividere l'obiettivo che riconciliare turismo e ambiente è l'interesse comune, la reciproca convenienza, perché uno sviluppo invasivo produce costi ambientali superiori ai benefici economici e porta al declino inarrestabile del territorio. Da questa impostazione generale è scaturita la decisione di Federparchi, Legambiente e altri operatori privati, di costituire "Compagnia dei Parchi", il primo Tour Operator che commercializza, esclusivamente, l'offerta ricettiva e i servizi di qualità presenti nei parchi italiani. Quattro sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere:

  1. adesione di ogni parco alla Carta europea del turismo sostenibile;
  2. organizzare il sistema di qualità dell'offerta attraverso la definizione rigorosa e condivisa di parametri omogenei per la concessione del marchio del parco alle strutture ricettive e ai servizi turistici. Solo le aziende che meriteranno il marchio saranno inserite nel catalogo e commercializzate. Infatti, l'aspetto centrale è l'operazione fiducia: garantire quello che si promette, anzi promettere meno di ciò che si può realmente offrire. Il parco evoca un sentimento di fiducia che non bisogna tradire;
  3. promuovere in ogni area protetta la costituzione di un network, puntando innanzitutto sulle guide del Parco e le cooperative che in questi anni si sono costituite, per fornire oltre alla ricettività, ogni altro servizio (mostre, eventi, escursioni, prodotti tipici e di artigianato, numeri utili, curiosità, ecc.), organizzando un sistema di offerta che faccia vivere un'esperienza unica che sarà riportata, al ritorno dalla vacanza, nei luoghi di origine;
  4. comunicare il valore della vacanza nel Parco, il suo significato profondo. Questione complicata che non si risolve con la pubblicità.

Nella vacanza vi sono almeno tre fasi: il prima, il durante, il dopo. In ognuna fondamentale è la comunicazione. La prima fase: la scelta della vacanza. In essa molto forte è l'investimento emotivo, l'immaginare i luoghi, l'assumere informazioni da ogni fonte. È un momento esaltante, una sorta di "Sabato del villaggio", un anticipo di felicità che la vacanza scelta sicuramente sarà in grado di assicurarci. In questa fase molto importante è la promozione d'area, la presenza nelle televisioni, le dichiarazioni entusiaste di personaggi amati dal pubblico, la percezione positiva di quel luogo che si riesce a trasmettere. La seconda fase: il durante della vacanza. Si alloggia nella struttura scelta, si vedono i luoghi, si ha modo di valutarli, di confrontare le proprie aspettative con la realtà. In questa fase è fondamentale la comunicazione diretta del territorio. È la comunità locale a dover garantire ciò che ha promesso, rispettando gli impegni presi con la promozione. La terza fase: il dopo. Si rientra, si fa il bilancio esaltante o deludente e si racconta la propria esperienza. In questa fase a comunicare è il turista/cliente che col passaparola, il più importante strumento di comunicazione di massa, determina il successo o il declino di una struttura o di un territorio. Perché Federparchi si impegna direttamente nella promozione e nella commercializzazione del turismo nei parchi e non lascia questo compito ai tour operator privati? In questa fase pensiamo tocchi a noi organizzare il prodotto e il sistema di offerta. Altre scelte contengono il rischio della strumentalizzazione, della banalizzazione. Le strutture ricettive presenti nei parchi sono già commercializzate, ma solo per la loro ubicazione nel territorio dell'area protetta, che viene tra l'altro molto enfatizzata, ma che non rappresenta di per sé una garanzia. Anzi, nel caso di ricettività banale, senza una precisa identità e con servizi scadenti, si trasforma in un danno per il parco e per quegli operatori turistici che lavorano in qualità. "Compagnia dei Parchi" operando in maniera selettiva può immettere sul mercato un'offerta che garantisce qualità e un rapporto autentico, non folcloristico, con il territorio e le comunità locali. "Compagnia dei Parchi" vuole essere lo strumento per andare oltre la semplice promozione del territorio (i bellissimi depliant che tutti stampano), per stabilire un rapporto fiduciario con le imprese turistiche, per dimostrare concretamente che i parchi sono un valore aggiunto per il bilancio aziendale oltre che per quello ambientale. Nel turismo, più che in ogni altro settore economico, il tema cruciale che abbiamo di fronte non è quello di porre limiti allo sviluppo, ma di far crescere la consapevolezza che vi è un limite, oltrepassato il quale ogni possibilità di sviluppo è irrimediabilmente compromessa. Quel limite non dovrà mai essere superato se vogliamo sviluppare un'economia turistica che ha come punti di riferimento la tutela ambientale, l'utilità sociale e, necessariamente, il mercato. Anche in questo modo si esprime il conflitto più generale tra globalizzazione e dimensione locale. Le numerose Carte e Dichiarazioni sul turismo sostenibile e i Documenti dell'O.M.T., indicano che "il futuro del turismo è nella salvaguardia della specificità del territorio". I parchi italiani, possono immettere, in un mercato turistico stanco delle tradizionali offerte e alla ricerca spasmodica di novità, destinazioni e tipologie di vacanza in grado di soddisfare il bisogno e il desiderio di un rapporto autentico con l'ambiente, la storia, la cultura materiale delle comunità locali. Può anche apparire paradossale, ma nell'era globale e del presunto dissolvimento delle identità locali, un territorio si valorizza e costruisce il proprio futuro proprio grazie alla sua specificità e i parchi con le loro azioni possono dare una risposta concreta ed efficace all'omologazione, al grande Uno, promuovendo la molteplicità delle culture locali, coltivando il senso di appartenenza al territorio, che rappresenta il modo più efficace e saggio per garantire la tutela e il suo sostenibile sviluppo. La formula vincente del turismo è semplice da dire e difficilissima da realizzare: la località ideale è quella che conquista con l'immaginario e soddisfa con il reale. I parchi sono ben posizionati nell'immaginario. In questo momento siamo impegnati a organizzare un sistema di offerta che tutela il territorio, soddisfa realmente i visitatori, contribuisce allo sviluppo economico delle comunità locali e dimostra concretamente che i parchi rappresentano un'opportunità. Per fare questo abbiamo bisogno di professionisti preparati e competenti, ma anche appassionati e sensibili. Abbiamo bisogno di luoghi di studio e attività formative in grado di trasmettere conoscenze scientifiche rigorose, ma anche una visione generale del mondo. Proprio quello che ho trovato qui grazie alle Università di Corte e di Siena-Grosseto. Ai ragazzi che sono qui auguro di poter incontrare, nella loro vita professionale, i Parchi, istituzioni che vogliono bene alla Terra e al futuro dell'Umanità.

di Matteo Fusilli (Presidente di Federparchi)
Dall'intervento al Parco di Corsica, settembre 2004