Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 44 - FEBBRAIO 2005

 




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LIETO EVENTO IN CASA FEDERPARCHI

Nasce a Riomaggiore l'OPE, l'osservatorio dei parchi europei

“Perciò agli slanci dell’osservazione
e del pensiero umano
l’universo intero è insufficiente,
perché anzi la nostra mente
spesso eccede i limiti del mondo”
(Del Sublime, Pseudo Longino)

Con seduta del 17 marzo scorso, è nato a Riomaggiore l’OPE, Osservatorio Parchi Europei, dopo una gestazione durata ben due anni; la proposta di creare un organismo che fungesse da interfaccia poliedrico per le aree protette del Continente, era stata avanzata da Federparchi già nel 2003, durante un seminario internazionale svoltosi presso il Parco Nazionale delle Cinque Terre (partner davvero entusiasta e fondamentale nella genesi di OPE) e, quindi, la stessa intenzione veniva confermata ed ulteriormente elaborata, in medesima sede ed analoga occasione, nell’anno successivo.
L’Osservatorio, presieduto da Franco Bonanini (Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre) e diretto da Renzo Moschini (studioso,fondatore della rivista Parchi), è costituito essenzialmente dal Comitato Direttivo composto da Matteo Fusilli (Presidente di Federparchi), Giuseppe Rossi (Direttore di Federparchi), Roger Croft (Commissione IUCN Aree Protette d'Europa), Marià Marti (Fedenatur, Barcellona), Michael Starret (Presidente di Europarc), Walter Mazzitti (Giunta esecutiva Federparchi), Jamie Skinner (Direttore Centro di Cooperazione per il Mediterraneo IUCN),Valter Zago (Vice presidente di Federparchi), Angelo Messina (Vice Presidente di Federparchi), Antonio Canu (funzionario del WWF), Fabio Renzi (funzionario di Legambiente), Stefano Massone (ex dirigente della Regione Liguria), Gérard Moulinas (Direttore della federazione Francese dei Parchi Naturali regionali); OPE si avvale, inoltre, a Riomaggiore, di un Ufficio Tecnico con funzioni organizzative, gestito da chi scrive.
La scelta delle Cinque Terre, oltre che per la disponibilità con cui il relativo Ente Parco ha raccolto l’idea di OPE, è risultata da subito particolarmente felice per la corrispondenza intrinseca di questi luoghi ai significati più alti dell’Osservatorio: intanto, simbolicamente, è proprio in questo parco che, benché mai pacificamente, anzi in continua lotta, trovano sintesi dinamica l’uomo e l’ambiente naturale e, pertanto, ad un tempo, sono d’attualità nel Parco la dimensione puramente naturalistica e quella, più sociale ed economica, del sistema antropico; ancora, da un punto di vista geografico, il Parco ligure non può che essere considerato eccezionalmente strategico quale “ascella” ideale che segna il contatto ed assieme la soglia di contaminazione (così come si propone OPE) tra l’Europa continentale e quel Mar Mediterraneo che ne rappresenta la vivacissima ed inseparabile estensione.
Ma quali sono le caratteristiche e i propositi di OPE? Perché si è sentita l’esigenza di istituire un nuovo organismo fra i tanti già esistenti ed operanti, seppur con diverso successo, nel mondo delle aree protette?
Innanzi tutto, l’Osservatorio di Riomaggiore, partendo da una disamina dei parchi costruita su basi scientifiche e puntuali, intende promuovere la corretta visibilità di quella che può essere definita l’Europa delle aree protette. In parte favorendo la nascita di nuove reti, in parte rammagliando quelle già attive, l’OPE si fa cardine di una fitta trama di confronti, di proficui e veloci scambi di conoscenze e buone pratiche; esso rappresenta, cioè, il soggetto animatore/mediatore di un rapporto a distanza fra le tante e diversissime aree protette europee fino a innestare fra queste (ma non solo) una circolazione virtuosa della sostenibilità.
L’Osservatorio, quale principio ispiratore, confida dunque nella prassi più tipica della cosiddetta politica di sistema, dove l’elemento di interdipendenza fra le parti consiste nella costante “connessione complessa” (su diversi temi e con diverse modalità) garantita da OPE ai soggetti che, a diverso titolo, ad esso partecipano e parteciperanno.
Tuttavia l’azione di OPE non si esaurisce nella ricognizione, per quanto presumibilmente capillare ed approfondita, di che cosa si fa nei parchi europei; neppure, in seconda battuta, nell’impegno a divulgare – previa razionalizzazione e sistematizzazione - quanto raccolto nella rete all’uopo approntata, così da trasformarlo, più o meno tout court, in autorevole massa critica. L’Osservatorio va oltre e, non pago di osservare, manifesta la volontà di radicarsi, in relazione ovviamente alle aree protette di riferimento, come soggetto principalmente propositivo, di particolare ed inedito prestigio.
Il soggetto individuato da OPE come interlocutore di riferimento è l’Unione Europea e ciò in considerazione del fatto che, attualmente, nessun parco, a prescindere dalle classificazioni (estensione, tipologia dell’ amministrazione ecc.), può esimersi dal riconoscere la dimensione sovranazionale come il luogo per eccellenza del contendere e verso cui, in maniera crescente, ci si dirige alla volta di piani e programmi.
Peraltro, l’Osservatorio viene alla luce in un momento non poco problematico del rapporto fra i parchi (nel senso più lato) e l’Unione: ecco così che, da una parte l’UE detta indirizzi e direttive cui necessariamente anche i parchi, come istituzioni a tutti gli effetti, devono, almeno negli obiettivi, uniformarsi rigorosamente; dall’altra, contemporaneamente, l’Unione pare, di quegli stessi parchi, clamorosamente dimenticarsi, fino a citare in tanta parte della cospicua documentazione di settore, in maniera quasi esclusiva sic e zps che pure, prevalentemente, proprio in quelle medesime aree protette sono ricompresi.
Fra le finalità prioritarie dell’OPE c’è allora quella di dirimere una simile e lampante incongruenza inaugurando una lettura e quindi una gestione il più possibile globali della questione parchi europei nella sua organica identità complessiva; l’impegno dell’Osservatorio si svilupperà, in tal senso, sia interagendo direttamente con l’Unione, sia strutturandosi come sorta di ideale punto di riferimento delle aree protette, punto in cui, avviando fra queste una sostanziale condivisione ed armonizzazione degli obiettivi, si proceda ad ottimizzarne la redazione di proposte da presentare e sostenere nelle opportune sedi comunitarie.
Con l’atto stesso dell’istituzione, l’Osservatorio Parchi Europei ha acceso un rapporto di consulenza scientifica con il noto CED PPN (Centro Europeo di Documentazione sulla Pianificazione dei Parchi Naturali), istituto del Politecnico di Torino, Dipartimento Interateneo Territorio, membro dell’Unione Mondiale della Natura e che, da più di un decennio, svolge attività di ricerca sulle aree protette europee, valendosi di un network composto da oltre 700 referenti e di un imponente archivio tematico informatizzato.
L’OPE, cui il Parco Nazionale delle Cinque Terre ha destinato in quel di Riomaggiore apposito locale, dispone di un proprio sito web (www.opeweb.net) ove sarà possibile consultare materiale di approfondimento (tra cui documentazione proveniente dal data base CED PPN), conoscere le iniziative dell’istituto e quindi iscriversi alla mailing list così da ricevere la newsletter on line dell’istituto.
Parallelamente alla comunicazione telematica, il Direttivo di OPE sta studiando la possibilità di produrre un proprio notiziario in versione cartacea e quindi un annuario, comprensivo di una rassegna delle attività svolte insieme con contributi originali in relazione alle tematiche affrontate; è fatta salva la pubblicazione di atti di seminari, ricerche e studi promossi e patrocinati dall’Osservatorio.
È plausibile, fin dall’esordio operativo di OPE, delinearne una programmazione di massima delle attività per l’anno in corso. Da evidenziare, intanto, l’originale modus operandi scelto dall’Osservatorio per cui tutte le iniziative - di norma internazionali, nello spirito più autentico di OPE – risultano strutturate come veri e propri workshop, anticipati da gruppi di lavoro ristretti, propedeutici alla definizione dei temi e dei protagonisti più pertinenti; si tratta, in buona sostanza di tavoli tecnici di confronto tematico con i referenti riconosciuti più autorevoli in merito alle questioni di volta in volta esperite: il tutto finalizzato alla redazione di documenti, atti e proposte condivisi, fatti propri e quindi divulgati, nelle apposite sedi, da OPE.
Tre, allora, le questioni salienti attorno alle quali OPE organizzerà eventi di riflessione e confronto: le Alpi, già interessate da innumerevoli progetti e accordi internazionali; il Santuario dei Cetacei, laboratorio di collaborazione fattiva fra diverse nazionalità; le fonti di energie rinnovabili, tema al limite fra l’urgenza di un ambiente più pulito e la salvaguardia scrupolosa del paesaggio; infine il Libro Verde dei parchi europei, un’ambiziosa opera multidisciplinare che restituisca precisamente lo stato dell’arte delle aree protette del vecchio continente e per la cui redazione OPE si impegna a coordinare, nel prosieguo, momenti di approfondimento riguardo ad indirizzi guida e contenuti.
Tanto giovane e già tanto ambizioso, dunque, OPE.
Nella cara speranza che si tratti di un fortunato caso di enfant prodige, il Direttivo OPE, intraprendendo le prime mansioni, si augura di raccogliere una sempre più ampia adesione ed un sempre maggiore consenso attorno all’istituto appena sorto.
Good luck OPE!

La sede di OPE, per ogni eventuale contatto, è a Riomaggiore, provincia della Spezia, in via Telemaco Signorini, n. 118. L’Ufficio Tecnico risponde al numero telefonico (+39)0187920767. Fax (+39)0187/760061.
L’e-mail è ravazzoni.pn5t@libero.it.

di Laura Ravazzoni