Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 44 - FEBBRAIO 2005

 




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Le riforme dei riformisti

LIBRI

Le riforme dei riformisti

A cura di
Giovanni Matteoli
Edizioni Riformiste, Roma
Gennaio 2005
Pag. 120 - 4 euro

È un interessante volumetto, dichiaratamente di parte, che reca come sottotitolo “come prepararsi a governare l’Italia del 2006”. Dalla prefazione di Matteoli si apprende che il progetto di raccogliere una serie di contributi che tendono a indicare alcune linee di un programma riformista di governo per la campagna elettorale e per la prossima legislatura è nato ad Orvieto, durante i lavori dell’assemblea annuale di Libertàeguale.
Il risultato sono dieci saggi, articolati in una introduzione a due mani firmata da Enrico Morando e Michele Salvati (“Stato, mercato, interessi e diritti: la bussola di una nuova stagione riformista”), e da altri nove saggi (scuola e formazione, di Paolo Benesperi e Vittorio Campione; come chiudere la transizione istituzionale, di Stefano Ceccanti; L’ambiente, nuova opportunità, di Fausto Giovanelli; Bioetica riformista, di Claudia Mancina; la riforma del welfare, di Tommaso Nannicini; la giustizia, di Roberto Racinaro gli assetti del mondo dell’informazione, di Carlo Rognoni; una politica economica prossima ventura, di Nicola Rossi; il problema del lavoro: flessibili ma sicuri, di Tiziano Treu).
Ho voluto riportare temi e autori perché risultasse evidente agli addetti ai lavori che i materiali offerti sono i nodi dell’attuale dibattito, e che gli autori sono abituali esperti delle materie che trattano.
Segnalo questo volumetto precisamente per la circostanza piuttosto nuova che vede collocato il tema che è abitualmente al centro delle nostre attenzioni nel ristretto pacchetto degli argomenti principali di chi si accinge a redigere un programma.
Il contributo di Fausto Giovanelli è (direi “ovviamente”) ricco di stimolanti considerazioni, e molto centrato. Sicché può essere letto da tutti con profitto. Per alcuni sarà una bella scoperta, per altri un utile ripasso. Tuttavia l’interesse di questa rivista per questo volumetto risiede in una speranza, tutta da verificare in avvenire. Che l’argomento trattato da Giovanelli resti nel gruppo di testa dei contenuti programmatici di ogni schieramento politico che stesse elaborando strategie nell’interesse del Paese, in fabbriche o conventi, in baite di montagna o piuttosto in segrete stanze blindate.
Se, per uno strano gioco del destino, la prossima scadenza elettorale si giocasse addirittura sui contenuti programmatici, e se tra i contenuti ci fosse davvero un modo diverso di svilupparci, noi che queste cose le sperimentiamo da anni nelle aree protette avremmo da dire qualcosa, e soprattutto avremmo qualche ragione di sperare.


Proprietari di sé e della natura

Proprietari di sé e della natura

di Novello Papafava
seconda edizione,
aprile 2005
Liberilibri editore, Macerata
Pag. 260 - 14 euro.

Mesi fa mi capitò di recensire questo libro sul “Giornale dei parchi” ondine, nella rubrica dei libri del mese. Successivamente a Roma partecipai a un dibattito (trasmesso in diretta da radio Radicale). Nella prima recensione davo il benvenuto all’autore nel mondo degli affezionati al tema della conservazione della biodiversità e della tutela della natura, che è una vasta galassia, all’interno della quale c’è spazio per molte opinioni spesso in stridente contrasto fra loro, ma tutte unite dalla passione e dalla speranza di invertire le tendenze in atto al degrado e alla dissipazione dei beni non riproducibili.
Alla tavola rotonda di Roma elencai i punti di differenziazione tra le mie opinioni e quelle di Papafava, ma contemporaneamente evitai di assumere atteggiamenti di sufficienza e manichei, nella convinzione che aumentare i nemici non aiuta nessuna buona causa.
Nel frattempo quello che consideravo il libro d’esordio di un ricercatore fortemente ideologizzato in un contenitore assolutamente liberale e liberista ha cominciato a girare l’Italia. È stato presentato. Ha esaurito la prima tiratura e si ripresenta in una seconda edizione a solo un anno dalla prima.
Quali sono le ragioni del successo del volumetto? Il sottotitolo (“Un’introduzione all’ecologia liberale”) mette il lettore sulla strada giusta. Anche in questo caso non ci sono infingimenti o furberie. L’autore è di destra, è assolutamente certo che i mali del mondo sono soprattutto provocati dall’intervento pubblico, e che ogni salvezza ed ogni soluzione verranno dalla libera e responsabile iniziativa dei privati.
Su questo “dogma” al quale Novello Papafava crede molto più fermamente di quanto Papa Woitila credesse all’immacolata concezione si articola un libro di gradevole lettura, che si apre con una citazione da l’uomo senza qualità, si snoda in nove capitoli ricchi di opinioni, e si conclude con un riferimento al maremoto d’oriente (“adattarsi ai rischi”).
In poche righe di aggiornamento che l’autore inserisce nella seconda edizione si precisa che “il metodo di questo lavoro non è empirico, ma aprioristico”. Devo dire che me ne ero accorto.
Come scrivo nella mia rubrica, in altra parte di questa medesima rivista, trovo eccessivo e un poco fuorviante definire questo testo di Papafava una sorta di manifesto della linea politica della destra italiana in materia di ecologia. Non solo, infatti, qui si parla molto più prudentemente di “una introduzione all’ecologia liberale”, ma soprattutto perché il lavoro ha tutte le caratteristiche di parzialità, soggettività e libertà individuale che è giusto abbia la libera ricerca di chi espone tesi esponendosi in prima persona, e pretendendo di essere approvato o contrastato con il suo nome e cognome, e non in nome collettivo.
Infine una ultima considerazione. Non avverto vantaggio alcuno dalla circostanza che i testi di ecologia siano prevalentemente espressione di aree culturali democratiche e di sinistra. Ovviamente non lo trovo sgradevole. Capisco perfino la ragione di un affollamento di quel tipo di competenze politicamente orientate, come conseguenza di processi che si sono sviluppati nel segno del confronto aspro e spesso del conflitto.
Tuttavia (almeno a me) sembra chiaro che il vuoto a destra non aiuta nessuna causa. Novello Papafava, con impeto giovanile e con pesanti pregiudizi ideologici, apre la strada a contributi individuali che “da destra” provano ad affrontare i medesimi temi che altri, con i loro pregiudizi ideologici e spesso senza neppure impeti giovanili affrontano “da sinistra”. Sarebbe un guaio se questo libro, ricco di spunti e di affermazioni a mio modo di vedere discutibili, perdesse il suo carattere di contributo originale e spontaneo, impennacchiandosi con timbri, bolli e stemmi di partito che lo sfigurerebbero irrimediabilmente.


Museo del parco

Museo del parco

catalogo
a cura del Centro
internazionale
di scultura all’aperto
di Portofino
a cura di Daniele Crippa
Pag. 240 – s.i.p.

Nel numero scorso di questa stessa rivista Valeriano Trubbiani riferendosi a Giacomo Leopardi scriveva: “… mentre verosimilmente avrebbe pensato dinamicità operative e museali, attrezzerie e realizzazioni anche di tipo creativo. Ma a questo qualcuno oggi sta pensando, se è vero che in molti luoghi si stanno allestendo dentro o in prossimità dei parchi singolari poli museali ove ad esempio accanto alla natura diretta si pone quella reinterpretata dagli artisti, a confronto”.
A puntuale conferma di questa affermazione, grazie alla cortesia di Daniele Crippa siamo in grado di suggerire al nostro lettore attento l’esistenza di questo volume, arricchito addirittura da una presentazione di Jorge Louis Borges, e dalle introduzioni della baronessa Lucrezia De Domizio Durini e di Daniele Crippa.Il volume aiuta a capire cosa ci sia dietro un piccolo cancello incastonato in un arco di mattoni rossi a vista, che si affaccia sul molo del porticciolo di Portofino, e che reca l’indicazione “museo del parco”. È un centro internazionale di scultura all’aperto, e dispone anche di un sito web (www.museodiportofino.it). Lettore avvisato…


I parchi regionali delle Marche

I parchi regionali delle Marche

di Erika Roccato
Quaderni del Centro di
Geobiologia Università degli Studi “Carlo Bo”
Urbino, dicembre 2004
Pag. 110 – s.i.p.

Il titolo completo di questo bel lavoro prosegue “tra sostenibilità ambientale e valorizzazione paesistica”. Come scrive nella presentazione Peris Persi il lavoro offre un contributo di conoscenza a realtà ambientali di particolare valore paesaggistico e culturale. “I parchi regionali delle Marche, specifico oggetto d’indagine, costituiscono uno scrigno prezioso all’interno del quale i segni dello storico rapporto tra la natura e l’attività umane si conservano nel modo più armonioso”.
La Roccato (che da anni segue con attenzione queste tematiche, all’università dove insegna, nei convegni specialistici, e addirittura nel surreale mondo della redazione della nostra stessa rivista) dedica il primo capitolo del suo libro ad un efficace “ripasso” delle questioni più generali. Il titolo è “Ambiente e paesaggio tra Stato e Regione”, ed i sottotitoli sono: nascita e sviluppo del parco moderno, la svolta degli anni ottanta, la legge quadro e la classificazione delle aree protette, la gestione dell’area parco e gli strumenti di pianificazione, la direttiva Habitat, Natura 2000 e la rete ecologica nazionale, la legge 246/98, i grandi sistemi ambientali e i progetti di area vasta; l’Europa e il Paesaggio; strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile.
Ho riportato un poco pignolescamente i titoli dei vari capitoli affinché risultasse ben chiaro che non ci troviamo davanti al solito quadernetto divulgativo sul sistema dei parchi marchigiani, ma ad un lavoro universitario che colloca le problematiche di ciascuno dei parchi regionali all’interno di un preciso scenario internazionale e nazionale, non dimenticando di dare conto delle politiche della Regione Marche.
Questa operazione viene compiuta nel secondo capitolo. Il titolo generale è: “Le Marche: strategie paesistico-ambientali”. I singoli capitoli: l’incerto avvio della politica ambientale regionale; il piano paesistico ambientale regionale: un balzo in avanti; i parche delle Marche: il successo dopo una laboriosa gestazione; norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette; riserve naturali: il ruolo della Regione e dello Stato; un primo bilancio (senza enfasi o pessimismi).
Dopo questi due capitoli di impostazione sono illustrati dettagliatamente i quattro parchi regionali (il monte Conero, la Gola della Rossa Frasassi, il monte San Bartolo, il Sasso Simone e Simoncello).
Le conclusioni riprendono il tema della politica ambientale regionale tra luci e ombre. Interessanti allegati (la classificazione delle aree protette; le normative di riferimento; i parchi e le riserve; il territorio protetto dallo Stato e dalla Regione; le aree floristiche e quelle Bioitaly) e la bibliografia completano il testo.
Erika Roccato è docente di geografia regionale presso la facoltà di scienze della formazione dell’Università “Carlo Bo” di Urbino. Da questo numero ha accettato di far parte del comitato scientifico della nostra rivista.


Le migrazioni

Le migrazioni

a cura di Emilio Baldaccini
e di Lilia Capocaccia Orsini
Erga edizioni, Genova
Pag. 230 – 12 euro

Il sottotitolo di questo “quaderno dei mercoledì della scienza degli amici dell’acquario di Genova” suona: “animali attraverso il mare, il cielo e la terra”.
Il volume è riccamente illustrato, è di piacevole lettura e percorre la straordinaria avventura delle migrazioni, dando un quadro generale del fenomeno e spiegando come regolari cambiamenti di habitat rientrino nelle strategie di sopravvivenza di un gran numero di specie animali, che hanno trovato proprio in questo periodico viaggiare il segreto del loro successo evolutivo.
Si migra camminando, volando, nuotando. Lo fanno gli insetti, i pesci, i rettili, gli uccelli, i mammiferi. Lo fanno legioni sterminate di animali disegnando sul nostro pianeta una rete fittissima di percorsi attraverso il mare, il cielo e la terra.
Dopo le biografie degli autori e la prefazione di Lilia Capocaccia Orsini, Emilio Baldaccini si occupa di chiarire che cosa sia la migrazione, Paolo Luschi illustra le tecniche per lo studio della migrazione e, assieme a Resi Mencacci, scrivei di migrazione attraverso il mare. A seguire, Emilio Baldaccini riferisce sul migrare attraverso il cielo di insetti, pipistrelli e uccelli, e poi sul migrare attraverso la terra dei mammiferi.
Alessandro Sale si occupa del ruolo dei fattori oceanografici nei movimenti degli animali marini, ed Emilio Baldaccini del “divenire migratori. L’evoluzione di un fenomeno”.
La bibliografia e l’indice dei nomi scientifici chiudono il quaderno.
Emilio Baldaccini è ordinario di Etologia all’Università di Pisa; Lilia Capocaccia Orsini è naturalista. Già direttore del museo di storia naturale di Genova, è presidente dell’associazione degli Amici dell’Acquario di Genova.


Le istituzioni e la gestione delle aree protette

Le istituzioni e la gestione delle aree protette

di Renzo Moschini
Tagete Edizioni, Pontedera (Pi)
Pag. 80 – s.i.p.

Si tratta di un numero speciale dei quaderni del Centro studi Valerio Giacomini sulle aree protette, formatosi presso il parco Migliarino San Rossore Montecuccoli di Pisa. Il fascicolo è interamente dedicato al ruolo delle istituzioni nella gestione delle aree protette, che, oltre ad essere un tema molto caro da sempre all’autore, Renzo Moschini, è anche quanto mai caldo e delicato, specie nella fase attuale che vede sovente le istituzioni anziché operare in “leale collaborazione” scontrarsi e polemizzare.
L’occasione è stato il convegno nazionale promosso congiuntamente dal Centro Studi del parco Migliarino, dalla lega nazionale delle autonomie e da quella toscana, e dalla amministrazione provinciale di Pisa, tenutosi nel capoluogo pisano.


Filando filo verde

Filando filo verde

di Mariano Guzzini
Affinità elettive editore,
Ancona, 2005
Pag. 176 – 14 euro

Non si tratta di una omonimia. L’autore di questo libro è il direttore di questa rivista. E per metà del libro ripubblica tutte le interviste da lui curate e uscite proprio su “Parchi”.
Il lettore ritroverà quindi Alberto Magnaghi, Gianni D’Elia, Piero Ottone, Piero Bevilacqua, Franco Cassano, Roberto Gambino, Antonio Cianciullo, e Valeriano Trubbiani impegnati a conversare con Mariano Guzzini sul futuro delle politiche di sviluppo sostenibile, e sulle buone ragioni della tutela e della valorizzazione delle aree protette.
Un noto proverbio sostiene che le cose ripetute giovano. Inoltre assumono significati nuovi per il solo fatto di ritrovarsi in un solo testo, e quindi diventando più facilmente parte di un solo compatto ragionamento che l’autore delle interviste rifà in pubblico, ma come seconda parte di un nuovo discorso che riguarda l’impegno politico e la sua accezione verde e ambientalista.
In apertura di volume il sindaco di Ancona Fabio Sturani, presidente della comunità del parco del Conero, dove Guzzini per parecchi anni ha svolto la funzione di presidente, afferma di ritenere apprezzabile il lavoro, e le “otto lezioni sulla politica ambientale ed ecologista”.
Il libro è illustrato con le riproduzioni di Irene Canovari, una giovane artista di origini maceratesi ma residente a Malta, della quale Guzzini traccia un rapido profilo argomentando le ragioni della scelta.