Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 44 - FEBBRAIO 2005

 




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RISOLUZIONE FINALE

La Prima Assemblea nazionale dei Parchi regionali italiani, riunita dalla Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali a Càstano Primo, nel Parco Lombardo del Ticino, nei giorni 22 e 23 aprile 2005, ha discusso la situazione delle aree protette del nostro paese e le prospettive di rilancio del loro ruolo per una più efficace politica di salvaguardia della natura, di migliore promozione della qualità della vita, di difesa del suolo dai rischi di abbandono e degrado e per un duraturo sviluppo basato sull'uso sostenibile delle risorse naturali e sulle identità e culture locali.

Il confronto e la valutazione delle esperienze realizzate hanno chiaramente evidenziato il sostanziale contributo fornito dalle Regioni e il ruolo determinante che hanno dato le aree protette regionali nel condurre l'Italia nelle prime posizioni in quanto a territorio protetto e a politiche di sviluppo locale sostenibile. Per la qualità e la ricchezza degli ecosistemi interessati; per l'efficacia della promozione di un equilibrato sviluppo; per la capacità di coinvolgimento delle istituzioni, delle comunità e del volontariato anche sociale, i parchi regionali costituiscono un elemento essenziale del sistema nazionale delle aree protette. Un sistema che richiede ora di essere esteso, sostenuto e consolidato con scelte politiche di raccordo, a livello regionale e nazionale, di carattere programmatico, operativo e gestionale, nello spirito e secondo gli indirizzi della legge 394, realizzando una costruttiva collaborazione nella adozione di programmi, misure, strumenti e progetti integrati. In particolare le Regioni sono chiamate al rilancio dei propri sistemi di aree protette e ad esprimere una funzione centrale per la rapida costruzione della “Rete Ecologica Nazionale”. A questo scopo l'Assemblea avanza alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano un insieme di proposte derivanti tanto dalle specifiche esigenze rilevate quanto dalla generale elaborazione unitaria della Federparchi, ispirata ai principi della leale collaborazione tra tutti i livelli istituzionali, del lavoro per grandi programmi di sistema connessi a quelli europei e mediterranei, del riconoscimento dell'autonomia degli Enti gestori, della tutela coordinata tra aree terrestri e marine, della elaborazione degli strumenti tecnici nazionali di base.
L'Assemblea invita pertanto le Regioni e le Province Autonome a:
- aggiornare la legislazione secondo i principi della legge quadro nazionale (394/91) ove si siano manifestate lacune in fatto di estensione dei territori protetti, di capacità di coordinamento, di autonomia degli Enti di gestione;
- adeguare la normativa con l'introduzione di elementi propri delle reti ecologiche, rivolti all'integrazione con la rete Natura 2000, alla previsione di nuove forme di protezione per i paesaggi tipici, i corridoi ecologici e le diverse emergenze ambientali, alla valorizzazione della iniziativa locale e provinciale impegnata in forme originali di associazione e di pianificazione di area vasta;
- prevedere misure anche legislative che assicurino l'inclusione dei parchi nei processi di programmazione dello sviluppo territoriale, promuovano efficaci strumenti di partecipazione alla vita dei parchi da parte delle popolazioni e degli attori sociali, riconoscano un adeguato status giuridico per gli amministratori dei parchi;
- assicurare ai propri parchi e alle aree protette le dotazioni finanziarie, organiche e tecnico- strumentali necessarie a garantirne il buon funzionamento e l'esercizio di un ruolo competente e autonomo;
- sostenere la pianificazione territoriale e socio-economica dei parchi, assicurandone la rapida approvazione e l'efficacia nei confronti della nuova pianificazione paesistica, di quella di settore e integrandola con la pianificazione generale;
- favorire la ricerca scientifica orientata ai parchi, specialmente in campo naturalistico strumento indispensabile per l'adozione dei provvedimenti amministrativi e di gestione;
- associare i parchi e le rappresentanze delle aree protette alle sedi di discussione e confronto sulle scelte programmatiche e progettuali regionali, in particolare attraverso l'istituzione di Tavoli di concertazione Regioni-Parchi- Autonomie;
- introdurre l'adozione di Piani regionali delle Aree protette quali strumenti di programmazione coordinata e pluriennale elaborata con la partecipazione degli attori sociali;
- adottare strumenti di coordinamento tra le Regioni, allo scopo di favorire la collaborazione e un più efficace rapporto con lo Stato, una migliore collaborazione tra gli Enti gestori e l'avvio di una graduale assimilazione delle tipologie di parco e delle pratiche gestionali;
- esprimere il massimo impegno nelle sedi di concertazione nazionale, a partire dal Tavolo tecnico recentemente insediato da rendere organico alla Conferenza Stato-Regioni- Autonomie;
- assicurare il necessario contributo alla introduzione di un “Programma nazionale pluriennale per la Rete ecologica nazionale”, da concertarsi nelle sedi istituzionali, con il compito principale di integrare le attività di tutte le aree protette terrestri e marine nel quadro delle politiche nazionali e dei grandi progetti territoriali;
- rivendicare la partecipazione alla definizione in tempi brevi del Piano nazionale della Biodiversità, della Carta della Natura e del Piano nazionale del Mare e delle Coste;
- avviare una azione determinata e la partecipazione diretta per il rilancio dei programmi per l'Appennino (APE), per le Coste (CIP), per le Alpi, per il Bacino del Po (PADUS) e per le Isole minori (ITACA);
- rivendicare la rapida attuazione delle leggi nazionali che prevedono il trasferimento alle Regioni delle Riserve naturali dello Stato, con l'impegno del successivo trasferimento ai parchi;
- partecipare attivamente ai processi per la creazione dei collegamenti necessari a mettere in rete le aree protette europee e mediterranee e le istituzioni da cui dipendono. L'Assemblea impegna Federparchi a discutere queste proposte con le forze sociali, le associazioni delle autonomie, quelle ambientaliste e del volontariato, ad integrarle con il contributo dei Coordinamenti regionali e a sottoporle a ciascuna Regione e nelle sedi nazionali di concertazione, allo scopo di ottenere pronunciamenti e azioni rispondenti agli obiettivi indicati. I Parchi regionali, nelle loro componenti amministrative, tecniche e operative, si impegnano a esprimere al meglio delle proprie capacità gli indirizzi qui espressi allo scopo di assicurare il contributo determinante dei parchi alla realizzazione di una buona e lungimirante amministrazione, condizione essenziale per la realizzazione di una vera politica nazionale delle aree protette e per la costruzione della Rete Ecologica Nazionale.