Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 45 - GIUGNO 2005




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ARCIONELLO: UN'AREA PROTETTA PER VITERBO

Storie di disordinaria cittadinanza attiva

Introduzione

Quella che vogliamo condividere con i lettori di Parchi è una storia di partecipazione non usuale in questa città. Crediamo che in molti luoghi di questo "occidente" la democrazia partecipata sia un'utopia o, nella peggiori delle ipotesi, un bluff; per questo insistiamo nella ricerca e "sfociamo" nella contestazione (giocosa). Queste condizioni sono uno dei punti fermi della "protesta": serietà delle richieste e "leggerezza" delle contestazioni; l'imperativo è: redigere atti professionalmente ineccepibili e organizzare giornate ludico-illustrative coinvolgenti.

La storia

Nel luglio dell'anno 2003 il Consiglio Comunale di Viterbo da il via a cinque "Piani Integrati" pari ad altrettante varianti al Piano Regolatore Generale. Il periodo, più propizio a bagni di sole piuttosto che afose sedute nella Sala Regia comunale, ha generato diverse defezioni e, sicuramente, ha annebbiato le menti dei presenti. Alcuni "Piani Integrati" hanno ottenuto l'avallo di tutti gli schieramenti, altri sono passati a maggioranza con composite aggregazioni (ma queste sono sfumature che esulano dall'argomento). Termina qui la nostra analisi politica ed inizia la mera narrazione dei fatti. Uno dei cinque "Piani integrati" ricade su di un'area cara ai cittadini viterbesi sia perché quel territorio storicamente è stato legato alle attività umane, alle risorse necessarie, indispensabili, come le acque (si tratta di un fosso), sia perché, attualmente, costituisce una delle poche enclavi ambientali, zone a verde, della città (da valorizzare!!!). Il programma integrato, in questione, riguarda un'area di 24 ettari che si estende dalle pendici del Monte della Palanzana (ceduo castanile e quercino) fino a via Genova (al margine delle mura cittadine, al centro vero e proprio), lungo il corso del fosso Luparo, a monte, e del fosso Urcionio, più a valle. Attualmente la zona, ai sensi del P.R.G. vigente, è destinata ad:

  • F6 (parco pubblico), costituendo ciò uno degli "standard";
  • F2 (servizi pubblici);
  • E3 (zona agricola).

Con il progetto comunale viene proposta una variante su tutta l'area per trasformarla in zona H (edilizia privata residenziale e commerciale). Un cuneo verde ed incontaminato che le previsioni del programma vogliono far diventare un intreccio di strade, bretelle, rotonde (se ne contano 6), raccordi che dovrebbero collegare tra loro e con la città i tre comparti edificati. Nella prima fase le volumetrie riguardano solo tre aree: Arcionello (2,5 ettari per 35.000 metri cubi), Pian di Cecciole (6,5 ettari per 89.000 metri cubi) ed ex-cava Anselmi (15 ettari per 30.000 metri cubi), ossia un totale di circa 13 ettari per 154.000 metri cubi complessivi. I restanti 11 ettari, per ora, non sono stati oggetto di progettazione attuativa, ossia di nuova edificazione. Lo strumento adottato è quello dell'edilizia contrattata, ossia in cambio delle concessioni edilizie i proponenti devono realizzare delle opere pubbliche per un totale di 4 milioni di euro (26 euro/mc). Tra queste opere pubbliche sono previsti: parcheggio di 6.700 mq in prossimità del centro; rotatorie stradali e bretelle di collegamento; eventuale acquisizione - fino ad esaurimento delle disponibilità - di aree per il parco pubblico e loro sistemazione. Poiché sono state presentate 5 osservazioni contro il provvedimento, il consiglio comunale dovrà controdedurre prima dell'eventuale approvazione definitiva. In ogni caso sarà poi la Regione a dire l'ultima parola. Questo in breve quanto previsto per la lingua di verde che si snoda dalle mura a monte della Città e che ha stimolato la fantasia di un gruppo arrabbiato e colorito di persone che ha iniziato ad incontrarsi, analizzare e discutere.

L'azione

Come primo passo ufficiale il "Coordinamento per l'Arcionello" pubblicizza quanto accade e invita professionalità e personalità a partecipare alla redazione e presentazione, ai termini di legge, di opposizioni formali e contestualizzate contro il metodo, la forma e, soprattutto, a difesa dei vincoli esistenti sull'area. Le osservazioni di singoli, liberi cittadini, associazioni e professionisti abilitati, (lesi anche nei propri diritti) pongono subito il primo ostacolo all'Amministrazione. L'iter si blocca necessariamente in quanto mancano a norma della Legge 109 del 1996 alcuni elaborati progettuali obbligatori tra cui l'indagine geologica e vegetazionale. La protesta assume una forma divertente: passeggiate-racconto domenicali ed animazione con i bambini nell'area stessa (quella indicata come standard dal Piano Regolatore) creano una diffusa contestazione del "Piano Integrato" in questione che induce il Sindaco a bloccare tutti quelli presentati. Questo, ahinoi, accadeva in occasione dell'approssimarsi delle elezioni. Oggi, oramai, a conferma dell'urna avvenuta per l'ex-attuale primo Cittadino, le "ruspe" riprendono a lavorare. Un Comitato di Saggi, incaricato in tempi non sospetti dallo stesso, in pratica, avvalora le nostre tesi. Una conferenza pubblica affollatissima decreta la vittoria della battaglia di civiltà. La creazione di libri e cartine con la perimetrazione del Parco, assieme a una valanga di cartoline e messaggi mail, hanno consentito la condivisione del progetto a livello comunale e dato il lancio ad una proposta di Legge avanzata al Consiglio Regionale del Lazio per il "Parco dell'Arcionello".

Il risultato

Il Sindaco, partecipa alle iniziative, riconosce il valore dell'area e si fa promotore di un compromesso, da il proprio assenso informale alla creazione dell'Area Protetta ed incarica i propri tecnici di effettuare indagini volte alla effettiva conoscenza e possibilità della creazione del Parco; inoltre organizza un Tavolo Tecnico tra i gruppi consiliari comunali, i tecnici comunali, i progettisti ed alcuni rappresentanti del Coordinamento per l'Arcionello. I lavori dopo una presentazione, anche alla stampa, vengono delegati alla Commissione Urbanistica cui il Coordinamento viene invitato. La partecipazione alla Commissione, unitamente ad un diffuso ottimismo generale determinano, ad opera di un partito (di maggioranza), la contestuale presentazione di una proposta perimetrazione di Area Protetta simile a quella presentata da altri partiti (di opposizione) che viene ufficialmente inserita nel Piano stralcio delle Aree Protette della Regione Lazio. Altre iniziative tengono viva l'attenzione della società civile: campagne di pulizia, conferenze, incontri, numerosissimi articoli sulla stampa locale, passeggiate-racconto e passeggiate musicali. Alle ultime iniziative prendono parte organi politici delle Amministrazioni comunali, provinciali e regionali che si trovano concordi per la ricerca di una soluzione e la creazione dell'Area Protetta. La ripresentazione di un "Piano integrato" rivisto e corretto unitamente al confronto tra tecnici di parte del Coordinamento, progettisti e Amministrazione comunale determina un approfondimento della perimetrazione e la definizione dello strumento giuridico. Ora, definiti i confini politico-amministrativi in cui muoversi, si potrebbe passare ad una pianificazione partecipata volta, tra l'altro, a definire come recuperare le segherie di peperino e che destinazione debbano avere quelle volumetrie sottratte all'edilizia residenziale. Successivamente potrebbero essere coinvolte tutte le realtà cittadine in una gestione condivisa. Chissà che non sia proprio una "favola"???

di Pierluca Gaglioppa