Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 45 - GIUGNO 2005




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L'INFORMAZIONE DI SERVIZIO DEL SECOLO XIX

Da oltre un anno ogni settimana una pagina è dedicata alle aree protette naturali liguri

La data di partenza non è certamente casuale: 20 maggio 2005, vigilia della settimana europea lanciata da Federparchi, Europarc e Ministero dell'Ambiente per promuovere le oltre 100 aree protette d'Italia. Quel giorno, un venerdì, il Secolo XIX inaugurò una nuova pagina dedicata ai parchi pubblici. Da allora l'appuntamento si è ripetuto ogni settimana, con una breve pausa estiva, e di numero in numero sono cresciuti l'interesse dei lettori e la collaborazione degli enti. Per la prima volta un quotidiano italiano riserva ai parchi naturali uno spazio fisso. Il successo dell'iniziativa induce ad alcune riflessioni su come sia possibile migliorare il rapporto fra il mondo della carta stampata non specialistica e quello delle grandi aree verdi italiane.

La difesa dell'ambiente e soprattutto delle aree protette è sempre stato un cavallo di battaglia del Secolo XIX, se non altro per il richiamo mediatico che esercitano sul pubblico due dei principali parchi liguri, Portofino e Cinque Terre. La suggestione implicita in questi due nomi fa sì che non si possa trascurare la cronaca del più piccolo abuso edilizio, della minima curiosità mondana o della più banale controversia che abbiano come teatro i due "sacrari" dell'ambientalismo italiano. Con i suoi corrispondenti e le redazioni di Chiavari e della Spezia, il più diffuso quotidiano ligure ha buon gioco nell'anticipare notizie su Portofino o sulle Cinque Terre, che la stampa nazionale e i canali televisivi riprendono spesso nei giorni successivi. Basti pensare all'inchiesta pubblicata nel gennaio 1999 sotto il titolo "Il Parco abbandonato": una denuncia degli sprechi, dei bilanci risibili, della disperata lotta dell'ente parco contro gli illeciti, del degrado di alcune zone del promontorio di Portofino, con l'indicazione di tutte le responsabilità certe. Pochi giorni dopo l'uscita delle prime puntate dell'inchiesta, il Corriere della sera mandò in inviato per realizzare un reportage che ricalcava quello del Secolo XIX.

Questa premessa serve per ricordare che il tema delle aree protette non è certamente nuovo al quotidiano ligure, che ha sempre dedicato risorse e spazio per soddisfare le richieste dei lettori, molto sensibili al tema della difesa del territorio regionale e delle biodiversità: si ricordi la lunga campagna del giornale contro le multinazionali che usurpavano la denominazione di specialità locali per commercializzare prodotti industriali come il pesto "genovese" o "alla genovese". Del tutto innovativo, invece, è lo spirito con cui è nata la pagina settimanale dedicata ai parchi naturali: in questo caso non si trattava di attaccare controparti istituzionali, ma di raccontare con la massima precisione possibile un mondo nel quale i lettori sono invitati a entrare.

Il cambio di prospettiva è solo apparentemente semplice, perché impone di affiancare al giornalismo investigativo un modello di informazione di servizio di cui in Italia si parla più come slogan che come impegno editoriale. Un aspetto non deve escludere l'altro, anzi, l'informazione di servizio è complementare a quella di denuncia. L'obbligo di esercitare la funzione di critica secondo i criteri di un accurato e onesto esercizio della professione giornalistica non deve far dimenticare che se l'informazione si ferma alla denuncia delle negatività, per i parchi si profilano rischi teorici tutt'altro che trascurabili:

  1. poiché fanno notizia solo i parchi che si impongono di più all'attenzione dei media, le denunce provenienti da aree meno "blasonate" rischiano di non trovare mai spazio sul giornale;
  2. anche se trattata con la necessaria oggettività, una notizia negativa che riguarda parzialmente un parco coinvolge, nell'immaginario dei lettori, l'intera area protetta, danneggiando la sua immagine complessiva (ad esempio, è difficile farsi un'idea esatta di quanto sia estesa la zona colpita dagli incendi, per cui si ha l'impressione che tutto il parco sia andato a fuoco e che non valga più la pena di fare un viaggio per visitarlo);
  3. se le denunce dei gravi scempi meritano le prime pagine dei giornali, il tormentone su polemiche estenuanti (meglio lo status di parco regionale o di parco nazionale, per esempio) induce il lettore alla disaffezione, con il rischio di diminuire la platea dei fruitori;
  4. le piccole battaglie di animalisti o proprietari di immobili e molte dichiarazioni di amministratori locali esprimono spesso interessi particolari, beghe di cortile che si scontrano con l'interesse pubblico primario, ossia la fruibilità dei parchi anche da parte di chi non vive entro i loro confini.

Oltre a queste quattro considerazioni critiche, occorreva tener conto di una crescente richiesta di informazioni pratiche sui parchi, sulle loro iniziative e le loro conformazioni. Bisognava sistematizzare tutte le informazioni di servizio - normalmente pubblicate nelle cronache locali e provinciali - in una pagina a diffusione regionale e nazionale (il Secolo XIX è distribuito in Liguria, nel Basso Piemonte e nei principali centri del Nord Italia, oltre che nelle zone turistiche care ai liguri, come la Sardegna, la Costa Azzurra, la Val d'Aosta e il Trentino Alto Adige). Ma soprattutto bisognava parlare dei valori e delle qualità dei parchi oltre che dei loro problemi.

L'occasione è arrivata con la nascita di "Weekend", il settimanale dedicato al tempo libero, che il direttore del Secolo XIX, Lanfranco Vaccari, ha lanciato nel maggio 2005. L'inserto del venerdì, curato da Nanni Basso e Silvia Neonato, offre suggerimenti e informazioni utili a una platea molto diversificata di "turisti" del fine settimana: si va dalla sagra fuori porta al tour culturale e al viaggio di 48 ore in una grande città europea. Non potevano mancare le immersioni nella natura, e la pagina sulle escursioni a piedi o in mountain bike (quando permessa) è appunto una piccola guida settimanale a una o più aree protette e al territorio circostante. È dunque prima di tutto uno spazio al servizio del lettore, perché il primo obiettivo di questi itinerari è di fornire tutte le indicazioni utili al visitatore.

Nella stessa pagina viene pubblicato il "Calendario dei parchi", raccolta settimanale dei comunicati che gli enti inviano sulle escursioni, le iniziative e le novità di ciascuna area. L'obiettivo è di ampliare questa rubrica almeno ai principali parchi naturali del Nord Italia. Durante la settimana, inoltre, le notizie sui parchi vengono ospitate in un'altra sezione del giornale, l'"Album", dedicata ogni giorno, con edizioni diverse in ogni provincia, agli appuntamenti per il tempo libero. Il contatto con gli enti parco si è ormai consolidato e la qualità dell'informazione è notevolmente migliorata.

Nella sua semplicità, la pagina del Secolo XIX ha avuto l'effetto di aumentare il numero di visitatori in tutti i parchi trattati abitualmente, e soprattutto in quelli più lontani dai canali mediatici. Se Portofino non avverte particolari incrementi perché le sue escursioni hanno sempre avuto un notevole successo, riscontri molto positivi arrivano dai parchi dell'Aveto, del Beigua, dell'Antola e di Montemarcello-Magra, che in alcuni casi hanno registrato il "tutto esaurito" in occasione di gite presentate il venerdì precedente su "Weekend". L'interesse è tale che Federparchi ha scelto il Secolo XIX per presentare in edicola nel 2006 una serie di monografie sui parchi liguri, curate da Fabrizio Càlzia, collaboratore della pagina settimanale.

Tutto questo è ancora troppo poco se si vuole incrementare il flusso turistico verso una risorsa naturale che una regione costiera come la Liguria non ha mai promosso con la necessaria convinzione: le aree protette dell'entroterra e i paesi che non vedono il mare. È una sorta di arco verde, che mette in fila una decina di parchi in Piemonte, Liguria e Toscana. A questo tema il Secolo XIX ha dedicato un'inchiesta in sei puntate apparsa fra ottobre e novembre 2005, che ha raccontato storie di degrado, di abbandono e di burocrazia, ma anche e soprattutto esempi di rilancio e segnali interessanti di ripresa. Ci sono paesi, spesso ignorati dagli abitanti della costa, che attirano con le loro leggende e il loro charme un turismo straniero di qualità; altri, come Torri (Imperia), che per la qualità di vita hanno richiamato nuovi nuclei familiari e hanno visto una notevole riduzione dell'età media; e infine centri spopolati che puntano su formule innovative come l'"albergo diffuso", ossia l'esproprio di case e terreni per accogliere turisti, come sta accadendo a Codeglia, un borgo medioevale in provincia della Spezia. Sono piccoli segnali che hanno la loro importanza, se è vero che in alcune agenzie tedesche specializzate in eco-turismo e case di vacanza la Liguria è seconda solo alla Toscana come meta in Italia e che le località più gettonate non si chiamano più soltanto Alassio, Andora o Riomaggiore, ma anche Dolcedo, Perinaldo, Tovo San Giacomo, Ortonovo. L'offerta di case nell'entroterra ligure è aumentata anche del 24 per cento nei primi otto mesi del 2005 (dato fornito dall'agenzia FeWo-direkt.de).

Fra interno della Liguria e Basso Piemonte si può individuare una vasta area con caratteristiche per molti versi affini che sta soppiantando il "Chiantishire" o l'Umbria nel cuore dei viaggiatori europei o nei sogni di chi cerca una residenza in campagna. Il Secolo XIX se ne è occupato (anche con un'inchiesta dedicata ad alcuni centri in provincia di Alessandria) per dare seguito alle sue campagne in difesa della biodiversità e dello sviluppo sostenibile del territorio.

Tutto questo resterebbe un fatto episodico se la stampa non ne seguisse lo sviluppo. Non si può parlare soltanto di ciò che non c'è o che è come non dovrebbe, perché il pubblico vuole sapere anche quello che c'è e che non conosce ancora. Un lettore attento viene soddisfatto nel suo senso civico dal giornale che lo informa sui problemi del verde protetto in Italia, ma vuole anche essere guidato alla scoperta di questa risorsa. Vuole partecipare al dibattito con cognizione di causa, desidera avere gli strumenti per discuterne. Se non aumenta il numero di visitatori informati, la qualità e il futuro stesso di molti parchi italiani rischiano di essere seriamente compromessi. Per questo è opportuno studiare altre forme di comunicazione costante attraverso canali prediletti dai giovanissimi (telefonino, internet, radio). L'esperienza del Secolo XIX in Liguria può essere replicata da altri giornali regionali per i rispettivi territori: ne nascerebbe un network di informazioni capace di dare nuovo ossigeno ai parchi.

Alessandro Cassinis
Vice Direttore del quotidiano Secolo XIX di Genova