Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 47 - FEBBRAIO 2006




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Countdown 2010 Alleanza planetaria per la conservazione

Per proteggere il patrimonio di biodiversità del nostro pianeta è stato lanciato a livello mondiale il “Countdown 2010”, che impegna i Governi ad attivare strategie per fermare la perdita di biodiversità. Ma rimangono meno di cinque anni per agire. Le responsabilità dell’Italia, le opportunità per le aree protette, il ruolo strategico di Federparchi.

Dalla Convenzione al Count Down: le tappe di un impegno La Convenzione sulla diversità biologica, la cosiddetta CBD, è stata firmata nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992.
La Convenzione nasce dalla consapevolezza della sempre maggiore diminuzione della diversità biologica a causa delle attività dell’uomo (inquinamento, deforestazione, ecc.).
Secondo una valutazione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), fino al 24% delle specie appartenenti a gruppi come le farfalle, gli uccelli e i mammiferi sono sparite completamente dal territorio di taluni paesi dell’Europa.
La Convenzione affida agli Stati la responsabilità della conservazione della diversità biologica nel loro territorio e dell’utilizzazione durevole delle loro risorse biologiche. Le informazioni e le conoscenze relative alla diversità biologica sono in genere insufficienti, ecco dunque la necessità di sviluppare capacità scientifiche, tecniche ed istituzionali per ottenere le conoscenze basilari grazie alle quali programmare ed attuare opportuni provvedimenti per conservare la diversità biologica.
Gli obiettivi della Convenzione sono la conservazione della diversità biologica, l’utilizzazione durevole dei suoi elementi e la ripartizione giusta ed equa dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche, mediante, tra l’altro, un accesso adeguato alle risorse genetiche e il trasferimento opportuno delle tecnologie pertinenti, tenendo conto di tutti i diritti su tali risorse e tecnologie, e mediante finanziamenti adeguati. La diversità è un elemento essenziale per la redditività a lungo termine delle attività agricole e alieutiche ed è alla base di numerosi processi industriali e della produzione di nuovi medicinali. La conservazione e l’utilizzo sostenibile della diversità biologica sono due elementi indispensabili per conseguire uno sviluppo sostenibile e per realizzare gli obiettivi di sviluppo in materia di povertà, salute e ambiente (i cosiddetti Millennium Goals).
Nel 2001 il Consiglio europeo di Göteborg ha fissato l’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità nell’Unione nel 2010.
Nel 2002, al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, i capi di Stato di tutto il mondo si sono accordati sulla necessità di ridurre sensibilmente il tasso di perdita della biodiversità da qui al 2010. La Convenzione sulla diversità biologica è stata unanimemente considerata come lo strumento principale in questo campo.
Altre tappe fondamentali sono state rappresentate dal Terzo Congresso Mondiale dei Parchi nel 2003, dalla Settima conferenza della Parti nel 2004, dalla costituzione del Gruppo di lavoro ad hoc sulle aree protette nel 2005 fino ad arrivare all’Ottava Conferenza delle Parti conclusasi ad aprile 2006 dove i maggiori sforzi si sono concentrati sull’attuazione del Piano Strategico della Convenzione che vede nell’obiettivo 2010 la sua più importante realizzazione.

Il conto alla rovescia: obiettivo 2010
Il “Countdown 2010” (“Conto alla rovescia 2010”) è una ampia alleanza di soggetti provenienti da tutti i settori che lavorano per realizzare gli impegni sottoscritti dai governi per fermare la perdita della diversità biologica entro il 2010.
L’iniziativa catalizza i Governi, le Organizzazioni Non Governative, il settore privato e i cittadini al fine di intraprendere azioni comuni per richiamare l’attenzione della pubblica opinione e tener fede agli impegni presi per conservare la diversità biologica.
Gli obiettivi principali sono quelli di incoraggiare ed assistere la piena implementazione nelle legislazioni nazionali degli impegni internazionali vincolanti e di intraprendere tutte le azioni necessarie, in particolare alla luce del Messaggio di Malahide e della Risoluzione di Kiev sulla Biodiversità, che segnano il cammino da seguire per una effettiva difesa della biodiversità. Il valore aggiunto dal “Countdown 2010” è quello di lavorare con le autorità nazionali e regionali al fine di intervenire a tutti i livelli attraverso azioni tangibili sul territorio e di aumentare il livello di consapevolezza attraverso una rete di comunicazione mondiale. Con questa iniziativa si sostiene lo sviluppo di una Lista Rossa per le specie di piante ed animali minacciate di estinzione in Europa, e allo stesso tempo si pone come interfaccia tra la scienza e la politica in Europa.

In Europa il ruolo leader dell’Italia
Dal lancio Europeo dell’iniziativa, avvenuta a Malahide in Irlanda nel 2004 sotto la Presidenza irlandese dell’UE, ad oggi i risultati ottenuti sono tangibili.
Il Consiglio dell’Unione Europea dei Ministri dell’Ambiente ha fornito il proprio pieno appoggio all’iniziativa individuandola come strumento essenziale per raggiungere l’impegno 2010 I livelli di implementazione sono sostanzialmente tre: livello nazionale, regionale e locale. A livello nazionale, il primo governo a sottoscrivere il “Countdown 2010” è stata la Norvegia, a seguire l’Italia e, successivamente, il Regno Unito che ha lanciato un Fondo d’azione “Countdown 2010” per la biodiversità. Il fondo, del valore di 3 milioni di pounds all’anno, supporterà progetti che hanno lo scopo di raggiungere l’impegno inglese di salvare la biodiversità entro il 2010. Organizzazioni di volontariato che si occupano di conservazione hanno potuto accedere a sovvenzioni fino a 250.000 pounds. Un ruolo strategico è destinato a svolgere il Comitato Nazionale facendosi promotore di una piattaforma nazionale per la gestione dell’iniziativa; inoltre, numerose sono le azioni locali, regionali e nazionali. Altri governi cha hanno sottoscritto il Documento sono la Francia e l’Austria, mentre con la Spagna in considerazione del forte ruolo di autonomia cha hanno le regioni si sta lavorando su scala regionale.
A livello regionale un esempio europeo interessante è fornito dalla regione Noord Brabant, in Olanda dove le autorità regionali applicheranno direttamente gli impegni sottoscritti nelle sedi europee contando anche su una collaborazione diretta con il Comitato Europeo delle Regioni. Un ruolo importante è stato svolto dall’Italia che, diventando membro del “Countdown 2010”, si è impegnata ad incoraggiare e assistere i decisori e la società nel conseguire gli impegni 2010 attraverso azioni dirette a focalizzare l’attenzione politica per tenere la biodiversità al centro della propria agenda, per mantenere una pressione continua su tutte le parti, per sviluppare e implementare un piano d’azione adeguato a giusti percorsi.
In questa direzione e sull’imprescindibile presupposto di avere il massimo possibile della conoscenza di base della biodiversità, la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, nel tracciare la sua road-map, ha avviato importanti iniziative, tra cui si ricorda: la pubblicazione di uno studio sullo “Stato sulla biodiversità”, il Piano di Azione per le Foreste Vetuste, la verifica dello stato dei paesaggi in Italia, il censimento della flora selvatica, la raccolta degli elementi di pubblicazione e di base di riferimento sulle specie, al fine di avere un quadro generale sulla biodiversità animale, il rafforzamento degli impegni nel Mediterraneo a seguito della Carta di Napoli e di Bangkok attraverso la sottoscrizione di un accordo con l’Ufficio IUCN per il Mediterraneo, accordo firmato i primi di luglio con un finanziamento congiunto del Ministero dell’Ambiente e degli Esteri. Oltre le iniziative governative esistono anche diversi esempi di progetti italiani svolti sotto l’egida del “Countdown 2010”. Vediamone alcuni.
La “Mappa della Primavera” consiste in un monitoraggio sulle fioriture di specie vegetali nelle aree protette; è stato predisposto da Federparchi, Legambiente, e Coldiretti, con il supporto del Ministero dell’Ambiente, e il coinvolgimento di scuole di ogni ordine e grado ed intende focalizzare l’attenzione sul rapporto tra i cambiamenti climatici e gli effetti sulla biodiversità. Il progetto “Enea” della Lega Navale Italiana, vedrà una flotta di barche a vela navigare sulla rotta da Roma a Troia, seguendo i passi dell’eroe navigatore da cui trae nome il progetto, per diffondere il messaggio del “Countdown 2010” e per mettere in risalto il destino della biodiversità pan-europea.
A livello regionale, l’attività intrapresa dalla Regione Sicilia e dall’Agenzia Protezione dell’Ambiente rappresenta una vera e propria road-map per rispondere all’obiettivo di difesa della biodiversità. Si tratta di una serie di iniziative volte a coinvolgere il maggior numero di categorie e attori sociali, partendo da una collana di pubblicazioni come “biodiversità e agricoltura”, “biodiversità e turismo”, “biodiversità e pesca”, “biodiversità e cultura”, … fino ad arrivare a tanti Memorandum di Intesa che possano essere racchiusi in un Codice di Comportamento.
L’obiettivo che si prefigge è di arrivare ad una Conferenza Regionale sulla Biodiversità che possa tradursi nella proposta di una Legge Regionale sulla biodiversità.
Inoltre, è previsto il coinvolgimento della rete regionale di educazione ambientale per un progetto di cinque anni per la comunicazione. Si procederà per una intesa con i parchi e le aree protette, ben 90 in Sicilia, per l’istituzione di corsi di formazione per la tutela, il monitoraggio della biodiversità nella regione siciliana.
Vi è, infine, l’iniziativa del Parco delle Madonie di un corso di laurea per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità.
Proprio in occasione del primo incontro mondiale del Gruppo di lavoro sulle aree protette della CBD, che si è tenuto nel giugno 2005 a Montecatini, il Comitato Italiano IUCN ha inaugurato il proprio nuovo sito internet, uno strumento per monitorare il progresso fatto nel campo ambientale ma anche per pubblicizzare iniziative di protezione della natura in tutto il paese.
La prima e concreta risposta del Comitato è stata la convocazione dei propri membri per discutere di “Countdown 2010” e di tutte le azioni e le iniziative possibili da mettere in atto per fermare la perdita di biodiversità. La riunione ha visto una importante partecipazione di istituzioni, associazioni ed esperti e una grande ricchezza di proposte e suggerimenti. La road-map del Comitato individua tre livelli di azione: ricostruzione dello stato dell’arte sulla biodiversità, individuazione delle iniziative che possano diventare progetto di sistema, definizione di un piano d’azione politico.

Quali azioni: il “CD2010” come volano a difesa della biodiversità
Sicuramente vi è una forte volontà della gente di perseguire obiettivi di tutela della biodiversità, sicuramente vi è l’impegno politico di ridurre significativamente la perdita di biodiversità entro il 2010 a livello globale, impegno riconfermato a livello pan-europeo, abbiamo il messaggio di Malahide e la Risoluzione di Kyiv, abbiamo la CBD e, soprattutto il CD 2010 ma dobbiamo agire.
All’attuale tasso di estinzione il non prendere azioni per un anno equivale al perdere più di 15 mammiferi, più di 14 uccelli, più di 16 specie di pesci e più di 605 piante globalmente1. Una risposta la fornisce la road-map del Cd2010 che individua fondamentalmente tre fasi.
Fase 1. Implementazione degli obiettivi globali a livello regionale e locale (entro giugno 2006)
• Costruzione della “macchina” (entro giugno 2006) attraverso una immediata campagna di ricerca dei fondi;
• Costituzione di un team del segretariato;
• Mobilitazione ed il coordinamento delle Organizzazione Non Governative;
• Predisposizione di una forte campagna pubblicitaria (stampa, televisione, internet) diretta ai cittadini europei;
• Sviluppo di un inventario scientifico basato sulla biodiversità.
Fase 2: Lancio (entro Marzo 2007)
• Obiettivo Organizzazioni Non Governative (ONG): lancio di 53 iniziative di ONG per monitorare e sostenere l’implementazione degli impegni internazionali attraverso proprie road-map.
• Obiettivo Cittadini: Campagna Media per far familiarizzare il 60% degli Europei sulla missione e gli obiettivi del 2010.
• Obiettivo Governi: Tutti i governi a livello nazionale, regionale e locale concordano nell’iniziare a pubblicare gli obiettivi raggiunti e a riaffermare gli impegni sottoscritti.
Fase 3: Centrare gli obiettivi (2007-2010)
• Obiettivo Governi: Tutti i governi regionali, locali e nazionali intraprendono programmi intensivi triennali per adempiere e rafforzare gli obiettivi e gli impegni 2010.
• Obiettivo ONG: Continuare nel monitorare e sostenere l’implementazione degli impegni attraverso le proprie road-map.
• Obiettivo Cittadini: Informare periodicamente dei progressi fatti verso il 2010.
Queste azioni naturalmente non saranno sufficienti per raggiungere l’obiettivo del 2010; come Europa è necessario iniziare ad agire e a tradurre gli impegni del 2010 in azioni.
Nel settembre 2005, il Consiglio IUCN ha raccomandato il “Countdown 2010” come «un eccellente modo per promuovere più ampi impegni nel realizzare l’obiettivo biodiversità globale 2010» e ha incoraggiato l’implementazione delle iniziative CD 2010 anche in regioni al di là dell’Europa.

Un primo bilancio e qualche valutazione
Volendo esprimere le prime valutazioni potremmo dire che vi sono alcune buone notizie e qualche ombra. Tra le buone notizie, sicuramente possiamo affermare che abbiamo assistito ad un positivo progresso alla definizione ed espansione degli obiettivi ed indicatori della Aree Protette in molti Paesi, le minacce chiave sono conosciute e sono state ben valutate, i processi di valutazione di impatto ambientale sono oramai in corso nella maggior parte dei paesi, qualche buon esempio di approccio partecipativo alla definizione e gestione di aree protette è riscontrabile.
Tra gli aspetti negativi, si possono evidenziare problemi di capacità effettiva e di finanziamento nell’implementazione, un progresso povero sulla valutazione della effettività gestionale, analisi incomplete, poca copertura della protezione marina, poca integrazione terra/mare, poca considerazione dei cambiamenti climatici, non buon funzionamento dei meccanismi di partecipazione, scollamento tra la comunicazione e la base scientifica e tecnica di riferimento.
L’Eurobarometro2 Europeo sull’attitudine degli Europei verso l’ambiente evidenzia che:
• nove europei su dieci considerano che i decisori politici dovrebbero prestare maggiore attenzione a considerazioni di carattere ambientale al pari dei fattori economici e sociali nelle loro decisioni;
• il cambiamento climatico è una delle tre principali questioni di cui la gente è maggiormente preoccupata;
• il 63% degli Europei ritiene che proteggere l’ambiente dovrebbe avere priorità sulla competitività economica.

Le sfide e le opportunità per le aree protette e il ruolo strategico di Federparchi
In riferimento al ruolo delle aree protette in materia di biodiversità la più grande sfida è sicuramente quella di riuscire a costruire una rete di attori -stakeholders- che promuova il sistema delle aree protette dimostrandone l’enorme potenzialità e importanza anche economica nel quadro di un nuovo indirizzo delle politiche di gestione e di utilizzo sostenibile delle risorse.
Le opportunità ci sono e lo dimostrano i numerosi strumenti internazionali, di cui il CD 2010 ne è uno straordinario esempio, si tratta di lavorare, a partire proprio dalle aree protette, attraverso la creazione di questa rete di stakeholder che, con una visione strategica a lungo termine, sia in grado di incidere sulla conservazione e sull’uso della biodiversità, con una struttura simile a quella prevista per il lancio del processo di Agenda 21 previsto dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992.
Una tale politica deve andare nella direzione di costringere anche gli attori economici a prendere in considerazione il significato della biodiversità in termini non di ostacolo o minaccia ma di opportunità ed innovazione vitale e quindi di strumento per la migliore gestione del territorio e della stessa economia.
La biodiversità può essere utilizzata come indicatore di benessere nella valutazione degli strumenti collettivi di gestione del territorio. In questo quadro potrebbe inquadrasi una sempre maggiore diffusione di metodi di contabilità ambientale. Si tratterà di giungere a bilanci economici-ambientali a livello territoriale su cui ragionare che metteranno comunque in risalto in modo concreto il legame fra biodiversità ed economia. E’ in questo quadro che le aree protette possono svolgere la loro opera di valorizzazione della biodiversità inserendo anche corsi di educazione ambientale nel campo specifico, le esperienze e le azioni di valorizzazione economica della biodiversità naturale, di uso agricolo in un contesto di sperimentazione concreta di economia sostenibile concertata.
Le aree protette come modello di sviluppo sostenibile potranno dunque diventare punti di riferimento e di assistenza per gli operatori economici, in particolare per i prodotti dell’economia sostenibile ad alto livello di tipicità e qualità, diventando di fatto supporto e fulcro essenziale di un possibile Piano Nazionale capace di conservare la biodiversità di fauna, flora e microrganismi e, al contempo, di individuarla come fonte di un sistema economico complessivo sostenibile.
Le aree protette possono diventare un luogo ideale per la sperimentazione e la formazione a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale. Su questo fronte si possono individuare nuove metodologie per una corretta gestione e valorizzazione della biodiversità e dei suoi prodotti, nuove forme di agricoltura biologica, ricerche in campo giuridico su forme nuove di protezione del patrimonio di biodiversità, di proprietà/uso comune delle risorse, in campo tecnico attraverso l’individuazione di “buone pratiche” nella selezione, nella valutazione e nell’uso di materiale conservato, in campo economico nella direzione di Agenda 21 ecc. La formazione può essere a livello scolastico ma anche in termini di cooperazione con altri Paesi in particolare quelli in via di sviluppo e, naturalmente con quelli dell’Unione Europea usufruendo anche dei finanziamenti predisposti dalla Unione Europea e da agenzie pubbliche di vario genere.
Il grande mosaico di natura assicura all’Italia il primato europeo della biodiversità con 57.422 specie animali (di cui 56.168 invertebrati e 1.254 vertebrati) e 5.599 specie vegetali (50% di quelle europee e 13% di quelle endemiche). Dunque, l’ambito di intervento potenziale delle sistema nazionale delle aree protette in materia di biodiversità è di grande rilevanza, a condizione che da una politica passiva e di pura resistenza si passi ad un ruolo attivo di “attacco“ sul piano culturale e progettuale.
In questa prospettiva, con lo strumento del Cd 2010 la Federparchi attraverso la propria struttura a rete delle aree protette e la propria capacità di agire verso i governi locali e regionali attraverso i suoi legami con il mondo universitario e imprenditoriale è in grado di costruire una piattaforma nazionale in grado di assumere un ruolo primario a livello europeo nella promozione e implementazione degli obiettivi del 2010. La Federazione è già impegnata e lo sarà sempre di più in futuro nella elaborazione e nella attuazione di programmi di conservazione della biodiversità, tra gli altri, si richiama l’Atlante della biodiversità, il rilancio del progetto Coste Italiane Protette, il Monitoraggio di progetti di conservazione (orso bruno, lupo, camoscio d’Abruzzo, rapaci, restauro ambientale in genere), lo sviluppo ulteriore della Mappa della Primavera, l’individuazione di tecniche di gestione per i siti di importanza comunitaria e per le zone di protezione speciali, l’azione di promozione del CD 2010 nonché le iniziative di conservazione presso i singoli parchi e le regioni. Tale impegno è ulteriormente rafforzato dalla costituzione di una vera e propria Task Force sulla Biodiversità, formata dai rappresentanti dei parchi e delle maggiori associazioni ambientaliste (WWF, Legambiente, Lipu).
Questa Task Force ha già avanzato una serie di proposte operative che partono dalla redazione di un documento strategico sulla Biodiversità in Italia e applicativo del programma ““Countdown 2010””. Particolare attenzione è stata posta al problema della comunicazione di argomenti non facilmente comprensibili come sono quelli legati alla Biodiversità, in questo senso sono stati individuati diversi strumenti didattici per le scuole e iniziative pubbliche rivolte ai cittadini che troveranno una prima realizzazione in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità in programma il prossimo 22 maggio. Altro importante appuntamento sarà il 5° Congresso della Federparchi, che si terrà al Parco dell’Etna dall’1 al 4 giugno e che vedrà la Biodiversità al centro dei lavori.
La Task Force della Federparchi intende rafforzare il ruolo dell’Italia nell’ambito del “CD 2010” attraverso un rilancio del ruolo dei parchi che con il loro bagaglio di attività possono fornire un loro importante contributo riempiendo di azioni e contenuti una piattaforma operativa che la Federparchi coordinerà. I primi progetti elaborati riguardano la creazione di un “data base” per coordinare le schede delle 63.067 specie animali e vegetali in Italia; la conservazione delle zone umide e degli uccelli acquatici attraverso una più efficace attuazione della Convenzione di Ramsar, l’avvio di un programma di adozioni di componenti biologiche tipiche o a rischio nel nostro Paese, l’attivazione di itinerari GPS nei parchi rivolti all’illustrazione delle caratteristiche della biodiversità, attività promozionali, nei confronti degli agricoltori e dei consumatori, descrittive di percorsi produttivi particolarmente utili alla conservazione della biodiversità.
In conclusione, il ruolo strategico finalmente assegnato alla tutela della biodiversità dagli accordi internazionali, in generale, e dal CD 2010, in particolare, non fa altro che esaltare la funzione dei parchi la cui attività estende i propri benefici ben oltre i confini amministrativi. Laddove tutte le attività, industriali, agricole, di gestione del territorio, sono chiamate a confrontarsi con la salvaguardia dei paesaggi, degli ecosistemi, degli habitat, delle specie a rischio, la Federparchi è in grado di mettere a punto linee di indirizzo politico-gestionali che siano espressione dell’enorme e prezioso lavoro svolto dalle aree protette italiane su questi temi e del prezioso contributo degli istituti e degli organismi scientifici competenti.

di Daniela Talamo