Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 47 - FEBBRAIO 2006




Ordina questo numero della rivista

Geoparchi & Geoconservazione

La salvaguardia del patrimonio geologico nelle politiche integrate di tutela e di valorizzazione delle risorse ambientali

Dall’esperienza del Beigua, primo geoparco italiano, un invito a scoprire questa nuova frontiera della conservazione dell’ambiente: come diventare un geoparco, come iscriversi alla Lista dell’Unesco e alla Rete europea e chi ne fa parte…

Un percorso a ritroso nel tempo, attraverso le ere geologiche e le diverse forme di vita che le hanno abitate; un viaggio alla scoperta delle forme del paesaggio favolose testimonianze dell’evoluzione della Terra. Tutto questo ed altro ancora offrono i “geoparchi”, fenomenali strumenti di tutela che sono stati individuati per conservare e valorizzare il patrimonio geologico, inteso come formidabile scrigno in cui sono registrati i segni e le testimonianze del passato, un patrimonio prezioso ed al tempo stesso delicatissimo. Il patrimonio geologico al centro dell’attenzione internazionale A livello internazionale, negli ultimi decenni, si è registrato un interesse sempre maggiore nei confronti delle politiche di conservazione e di valorizzazione del patrimonio geologico e diversi organismi hanno promosso e realizzato iniziative in tal senso, spesso sulla base di collaborazioni che hanno coinvolto più soggetti contemporaneamente. Un ruolo di indubbio rilievo è stato assunto dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la Cultura) cui si deve, di fatto, il primo e più importante atto di riconoscimento nei confronti della tutela degli elementi geologici. Infatti, nell’ambito della “Convenzione sulla protezione del Patrimonio Culturale e Naturale Mondiale”, adottata a Parigi il 16 novembre 1972, non può passare inosservata la definizione del “patrimonio naturale” - citata all’art. 2 - ove sono compresi: i monumenti naturali, costituiti da formazioni fisiche e biologiche oppure da gruppi di tali formazioni, aventi valore universale eccezionale dal punto di vista estetico o scientifico; le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone rigorosamente delimitate, costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, che hanno valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza o della conservazione;
i siti naturali oppure le zone naturali rigorosamente delimitate, aventi valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza, della conservazione o della bellezza naturale.
Si desume, pertanto, che i “siti di interesse geologico” rientrano completamente nel patrimonio naturale così come viene definito nell’art. 2 della Convenzione di Parigi del ‘72. All’interno del concetto di patrimonio naturale, d’altra parte, si inserisce più specificamente il concetto di Patrimonio Geologico che - in base a quanto stabilito da un altro documento molto significativo, approvato a Digne (Francia) nel 1991, al termine del I° Simposio internazionale per la protezione del Patrimonio Geologico: la “Dichiarazione internazionale dei diritti della memoria della Terra” - può definirsi come l’insieme di risorse naturali non rinnovabili, di valore scientifico, culturale o educativo, quali formazioni o strutture geologiche, forme del paesaggio o giacimenti paleontologici e mineralogici, ecc., che permettono di riconoscere, studiare ed interpretare l’evoluzione della storia geologica della Terra ed i processi che l’hanno interessata.
Si tratta di un bene comune dell’Umanità, il cui mantenimento, protezione e conservazione sono indispensabili, in quanto facente parte del più ampio concetto di Patrimonio Naturale e Culturale; è responsabilità di ogni Governo impegnarsi ed operare per la difesa del Patrimonio Geologico, poiché la sua compromissione ed ancor più la sua perdita devono considerarsi irreparabili ed è in tal senso che qualsiasi forma di sviluppo e di occupazione del suolo deve tenere in conto del valore e delle singolarità di questo patrimonio.
Richiamando nuovamente la Convenzione di Parigi del ‘72 si segnala, l’esistenza dell’Elenco del Patrimonio Mondiale (“World Heritage List”), istituito in base all’art. 9 della citata Convenzione - che dopo l’ultimo aggiornamento stabilito a Durban, in Sud Africa, nel Luglio 2005 comprende 812 luoghi o siti in 137 Stati membri, di cui 628 a carattere culturale, 160 a carattere naturale e 24 a carattere misto – in cui sono stati inseriti siti di interesse naturale che presentano preminenti valenze geologico-geomorfologiche, quali ad esempio paesaggi e formazioni vulcaniche (come Ngorogoro e il Kilimanjaro in Tanzania, il vulcano Krakatoa in Indonesia o le Giant’s Causeway nell’Irlanda del Nord), paesaggi montani (come i Parchi delle Montagne Rocciose Canadesi in Canada o il M. Everest in Nepal), sistemi idrotermali (come Yellowstone negli USA), grotte e paesaggi carsici (come Carlsbad Caverns e Mammoth Cave negli USA), elementi ideologici (come le Cascate Iguazu in Argentina/Brasile o le Cascate Vittoria nello Zimbabwe), siti fossiliferi (come Messel Fossil Pit in Germania), ecc.
Si deve ancora all’UNESCO il primo tentativo di censire i siti di interesse geologico a livello mondiale. Il progetto avviato - denominato GILGES (Lista Indicativa Globale dei Siti Geologici) - ha visto il coinvolgimento anche di altri Organismi quali la IUGS (International Union of Geological Sciences), la IGCP (International Geoscience Programme, già International Geological Correlation Programme), la IUCN (The World Conservation Union, massimo organismo internazionale in tema di conservazione della natura).Tale progetto ha conseguito il risultato di avviare un programma internazionale di censimento, consentendo una prima panoramica peraltro non esaustiva e rivelando quelle Regioni e quei Paesi in cui l’informazione era carente.
Sfruttando questa prima esperienza, a partire dal 1996, la IUGS, sempre con il supporto dell’UNESCO, ha avviato un secondo programma di ricerca, denominato GEOSITES, finalizzato ad ottenere una selezione rappresentativa dei siti di rilevanza internazionale, a partire dalla compilazione di elenchi comparativi regionali e nazionali. In tal senso è stato costituito un Gruppo di Lavoro Globale dei Geositi (GGWG) deputato a coordinare le attività di ricerca nei diversi Paesi.
Allo stato attuale il progetto rimane attivo in Europa ed è promosso dall’associazione ProGEO (European Association for the Conservation of the Geological Heritage).
ProGEO è la più importante associazione europea che opera per la conservazione del ricco patrimonio geologico del vecchio continente; dalla sua costituzione, nel 1988 in Olanda, l’associazione organizza convegni annuali e congressi internazionali ospitati in diversi paesi europei. ProGEO è strutturata in Gruppi di Lavoro Regionali che svolgono attività di ricerca, coordinando gli sforzi dei singoli paesi allo scopo di promuovere la conservazione del patrimonio geologico e di definire le linee guida ed il successivo censimento delle aree/siti di maggiore interesse geologico. L’associazione è direttamente coinvolta in tutti i programmi/progetti internazionali sul tema della geoconservazione ed è rappresentata, attraverso i propri membri, nei differenti comitati di gestione che sovrintendono tali programmi/progetti.

Di notevole rilievo il ruolo solo di recente assolto dal Consiglio d’Europa.
Nel 2002, infatti, nell’ambito del “Comitato per le attività del Consiglio d’Europa in materia di diversità biologica e del paesaggio” (CO-DBP), è stato costituito un Gruppo di Lavoro sul Patrimonio Geologico - cui hanno preso parte esperti di diversi paesi europei oltre che rappresentanti delle più importanti organizzazioni internazionali - che in due anni ha elaborato un documento di grande importanza che è stato definitivamente adottato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 5 maggio 2004 quale “Raccomandazione Rec (2004) 3 sulla conservazione del patrimonio geologico e delle aree di speciale interesse geologico”. Tale documento prende atto del ruolo del patrimonio geologico e ne auspica il riconoscimento nell’ambito delle politiche di tutela e di valorizzazione dei singoli Paesi membri, raccomandando l’individuazione dei siti/aree di speciale interesse geologico, lo sviluppo di strategie di protezione e di gestione attraverso l’eventuale supporto di opportune normative, l’incremento di attività di divulgazione, educazione ed informazione, nonché il consolidamento di rapporti di collaborazione internazionale tra le diverse istituzioni scientifiche ed organizzazioni governative e non governative che operano nel campo della conservazione del patrimonio geologico.

Resta da sottolineare, infine, come anche a livello dei singoli Paesi Europei siano state avviate molte iniziative a favore delle politiche di conservazione e valorizzazione del patrimonio geologico.
Le attività di ricerca vengono svolte:
a livello governativo, con Enti di ricerca distaccati, specifici nel campo geologico o dediti in maniera più ampia alla tutela della natura e del territorio (sono questi i casi dei paesi britannici e di quelli scandinavi);
a livello universitario con il coinvolgimento dei diversi Istituti che si occupano delle Scienze della Terra e delle Scienze Naturali;
a livello di organizzazioni non governative (NGO) ed associazioni scientifiche, talvolta anche in collaborazione con musei e centri di educazione ambientale.
Una breve disamina delle situazioni presenti in alcuni paesi europei evidenzia come il patrimonio geologico rappresenti una valenza significativa nell’ambito della più vasta strategia di conservazione della natura.
In Spagna quasi il 25% delle aree protette sono state sottoposte a provvedimenti di tutela per esclusive o principali componenti di tipo geologico; la quasi totalità di queste aree presentano valenze di carattere specificamente geomorfologico. In questi ultimi anni, inoltre, sono stati predisposti censimenti dei Geositi (“puntos de interes geologico”) in diverse regioni.
In Francia molti degli oltre 130 parchi naturali istituiti mostrano peculiarità o attributi di pregio per quanto concerne i caratteri fisici del territorio; esiste, inoltre, un particolare circuito che comprende dieci riserve naturali geologiche che svolgono un ruolo divulgativo di grandissima importanza per i visitatori.
In Gran Bretagna - dove la geologia è nata e si è sviluppata a partire dalla fine del ‘700 e dove le caratteristiche geologiche, stratigrafiche, paleontologiche, ecc., offrono esempi di notevole interesse scientifico, tanto da essere spesso utilizzate come riferimento nell’ambito della codificazione cronostratigrafica adottata a livello internazionale - si registra una sensibile attenzione nei confronti del patrimonio geologico; in tal senso i diversi Enti Pubblici preposti alla conservazione della natura (English Nature, Countryside Council for Wales, Scottish Natural Heritage, Wildlife for Trust) gestiscono diverse aree che risultano protette per motivazioni geologiche e dove grande attenzione viene assicurata alle attività di divulgazione scientifica e didattica (SSSI - Sites of Special Scientific Interest; RIGS - Regionally Important Geological/geomorphological Sites; ecc.)
Censimenti, più o meno completi, sono stati svolti e sono, in taluni casi, in fase di continuo aggiornamento in Germania, Svizzera, Olanda, Belgio e Austria.
Anche nei Paesi Scandinavi (Norvegia, Finlandia, Svezia soprattutto) e nell’Europa dell’Est (Serbia-Montenegro, Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria, Romania, Estonia, ecc.) viene riconosciuto un ruolo importante del paesaggio fisico come elemento peculiare nell’ambito della conservazione del patrimonio naturale, con programmi di ricerca sui geositi ben avviati.


I Geoparchi – la sfida del nuovo millennio
Nell’ottica di una valorizzazione del patrimonio geologico anche a fini turistico-ricreativi nuovamente l’UNESCO - a partire dal 1998 - ha lanciato un ulteriore programma denominato “UNESCO GEOPARK”.
Tale programma - che scaturisce da un’ampia collaborazione tra diversi organismi internazionali, quali: la Divisione Scienze della Terra dell’UNESCO, la IUGS (International Union for Geological Sciences, il WHC (World Heritage Centre) sempre dell’UNESCO, la MAB (Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera) l’IGCP (International Geoscience Programme, già International Geological Correlation Programme) - ha il duplice obiettivo di incrementare il valore dei siti che costituiscono una testimonianza fondamentale della storia geologica ed evolutiva della Terra e di creare, con tali presupposti, anche occasioni di sviluppo socio-economico compatibile a livello locale.
In questa direzione il riconoscimento internazionale “UNESCO GEOPARK” è destinato a quei territori aventi elementi di grande pregio dal punto di vista geologico in senso lato, nei quali si attuano strategie di gestione partecipate finalizzate alla conservazione del patrimonio geologico, contestualmente allo svolgimento di attività di ricerca e divulgazione scientifica, di ricreazione turistica e di educazione ambientale.
Tali territori andranno a costituire il GLOBAL UNESCO NETWORK OF GEOPARKS definitivamente stabilito nel febbraio 2004 e lanciato nel giugno dello stesso anno in occasione della prima Conferenza Internazionale sui Geoparks tenutasi a Pechino (Cina).
Dal 2004 confluisce in questa rete internazionale un’altra iniziativa avviata a livello europeo; si tratta dell’EUROPEAN GEOPARKS NETWORK (EGN) attivato nel giugno del 2000 da parte di quattro aree di quattro differenti paesi Europei (Grecia, Francia, Germania e Spagna) nell’ambito di un programma LEADER IIC.
L’EUROPEAN GEOPARKS NETWORK individua come obiettivi prioritari:
la cooperazione per tutelare il patrimonio geologico;
il favorire lo sviluppo sostenibile a livello locale attraverso la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico;
la promozione di iniziative di geoturismo, per incrementare l’educazione ambientale, la formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra.
L’intesa di collaborazione sottoscritta con l’UNESCO (Divisione delle Scienze della Terra) nell’aprile 2001 ha successivamente posto la rete sotto gli auspici della prestigiosa organizzazione internazionale.
Nel febbraio 2004 - in occasione dell’istituzione del GLOBAL UNESCO NETWORK OF GEOPARKS - il gruppo degli esperti internazionali dell’UNESCO ha deciso di includere gli esistenti Geoparks europei nella medesima rete globale; successivamente, nell’ottobre del 2004, durante il 5° Congresso Europeo dei Geoparks tenutosi in Sicilia presso il Geopark delle Madonie, UNESCO e EGN hanno concordato che il Comitato di Coordinamento dell’EGN funzioni come strumento tecnico operativo della rete globale UNESCO e curi l’ammissione dei geoparks contestualmente nella rete europea ed in quella globale mondiale.
L’esperienza del Parco del Beigua riconosciuto come Geopark internazionale
Il Parco del Beigua, la più vasta area naturale protetta della Liguria, si estende per 8.715 ettari a cavallo tra le due Province di Genova e Savona e costituisce uno spaccato esemplare delle caratteristiche di questa regione.
Il parco racchiude praterie e preziose zone umide d’alta quota, fitte foreste di faggi, roveri e castagni, rupi scoscese e affioramenti rocciosi, pinete a Pino marittimo e lembi di vegetazione mediterranea: un mosaico di ambienti che fanno del gruppo montuoso del Beigua una delle zone più ricche di geodiversità e biodiversità della Liguria.
Per quanto concerne l’assetto geologico-geomorfologico il comprensorio del Beigua presenta un ricco e variegato patrimonio che ben rappresenta le diverse discipline delle Scienze della Terra e che risulta particolarmente significativo per quanto riguarda la ricostruzione della storia geologica dell’Italia e per la comprensione dell’evoluzione della catena alpina e dei suoi rapporti con quella appenninica.
Nel parco e nei territori ad esso funzionalmente connessi sono presenti siti che consentono di apprezzare diverse tipologie di rocce, forme e processi di notevole valore scientifico ma che rivestono anche un particolare interesse estetico, didattico, divulgativo.
L’area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti con impronta metamorfica alpina che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico raramente affiorante in maniera così diffusa nelle Alpi ed in Europa.
Nel vasto comprensorio del Parco del Beigua si registrano particolari caratteristiche geomorfologiche, forme e testimonianze legate, in alcuni casi, a processi morfogenetici scomparsi, che conferiscono al territorio caratteri tali da farne un unicum nel quadro ligure: dai depositi periglaciali presenti nella porzione sommitale del massiccio del Beigua alle forme e processi che testimoniano l’attuale modellamento fluviale (forre e meandri incassati) e gravitativo (frane di crollo e depositi clastici) nei settori di versante, fino ai terrazzi marini che registrano le variazioni del livello marino presenti nella fascia costiera tra Arenzano e Varazze. Importanti l’idrologia superficiale e sotterranea del massiccio del Beigua, nel quale sono localizzate le sorgenti di alcuni importanti torrenti sia nel versante ligure, sia nel versante padano.
Il comprensorio, infine, è caratterizzato da interessanti aree paleontologiche, spesso caratterizzate da un contenuto fossilifero abbondante ed in buono stato di conservazione, nonché da siti di interesse mineralogico, famosi soprattutto per la presenza di spettacolari granati, che hanno arricchito le collezioni di tutto il mondo.
All’interno dell’area protetta - soggetta anche a misure di protezione in attuazione di specifiche direttive della Comunità Europea in materia di tutela delle risorse ambientali per la presenza di tre Siti di Importanza Comunitaria (ai sensi della “Direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat”) ed una Zona di Protezione Speciale (ai sensi della “Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici”) sono vigenti norme di attuazione specifiche in materia di tutela del patrimonio geologico che sono state inserite nel Piano del Parco approvato con D.C.R. n. 44 del 03.08.2001.
Ed è proprio nel contesto del Piano del Parco, con indirizzi successivamente confermati dal Piano Pluriennale Socio-Economico, approvato nel dicembre del 2002, che è stata individuata l’ipotesi di aderire ai programmi nazionali ed internazionali per la conservazione del patrimonio geologico, con l’obiettivo di attuare strategie di ampio respiro interpretando le inestimabili valenze geologico-geomorfologiche del comprensorio del Beigua come un vero e proprio patrimonio da salvaguardare, da valorizzare e da tramandare alle generazioni future.
Con queste premesse, quindi, l’Ente Parco ha deciso di operare per la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico del comprensorio del Beigua con l’intento di:
- favorire lo sviluppo economico del proprio territorio attraverso la valorizzazione di un’immagine generale collegata al patrimonio geologico ed allo sviluppo del geoturismo
- consentire alle comunità locali di riappropriarsi dei valori del patrimonio del territorio e partecipare attivamente alla rivitalizzazione culturale d’insieme del territorio medesimo
- promuovere l’educazione ambientale, la formazione e lo sviluppo della ricerca scientifica nelle varie discipline delle Scienze della Terra, migliorare l’ambiente naturale ed incrementare le politiche per lo sviluppo sostenibile.
Sulla base dei criteri individuati dalla Rete Europea dei Geoparchi, quindi, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, l’Ente Parco, con il contributo tecnico-scientifico del Dipartimento per lo Studio del territorio e delle sue risorse (DIPTERIS) dell’Università di Genova, ha confezionato il proprio dossier di candidatura che ha avuto il supporto ed il convinto patrocinio di tutti gli Enti Locali territorialmente competenti, nonché di diverse Associazioni ed Organizzazioni a livello locale, regionale e nazionale che collaborano da tempo con l’Ente Parco medesimo.
Nel Marzo 2005 un’apposita commissione di esperti a livello internazionale ha valutato positivamente il dossier elaborato, ha accettato la candidatura presentata dall’Ente Parco del Beigua, riconoscendo al relativo territorio lo status di “European Geopark”.
Nell’ottobre dello stesso 2005, si è poi tenuta a Lesvos Island, in Grecia, la cerimonia ufficiale di consegna del certificato di Geoparco Europeo e Mondiale sotto l’egida dell’UNESCO. La delegazione del Parco ha ricevuto dalle mani della responsabile della Rete Globale dei Geoparchi dell’UNESCO Margarete Patzak e del Coordinatore Europeo della Rete dei Geoparchi Nickolas Zouros il prestigioso riconoscimento che decreta ufficialmente l’ingresso del territorio del Beigua tra i 25 Geoparchi Europei e tra i 37 Geoparchi mondiali riconosciuti dall’UNESCO. Il Geoparco del Beigua va ad affiancare gli altri due territori italiani (Parco delle Madonie e Parco culturale Rocca di Cerere, entrambi in Sicilia) che fanno già parte del circuito internazionale dei Geoparchi.
Il riconoscimento internazionale è stato conseguito in quanto il territorio del Geoparco del Beigua: è caratterizzato da un patrimonio geologico di particolare importanza comprende un certo numero di siti geologici che manifestano una valenza scientifica, estetica, didattica, divulgativa presenta siti di interesse archeologico, paesaggistico, naturalistico, storico, culturale usufruisce di strutture informative e divulgative sul proprio territorio (Centri Visite, Punti Informativi, Musei, ecc.) è inserito in un territorio in cui si registra una politica territoriale concordata con le Amministrazioni locali attenta alla valorizzazione delle risorse naturali e ad una contestuale strategia di sviluppo socio-economico durevole a vantaggio delle comunità residenti. Il Beigua Geopark comprende l’intera superficie classificata come “Parco naturale regionale del Beigua” oltre ad una vasta porzione di territorio funzionalmente connessa al medesimo Parco.
Di fatto il Beigua Geopark rappresenta un comprensorio formato da dieci territori comunali (nove dei quali coinvolti nella totalità della loro superficie); il medesimo territorio interessa due diverse province (Genova e Savona) e tre Comunità Montane (“Argentea”, “del Giovo” e “Valli Stura e Orba”). Complessivamente il territorio del Beigua Geopark si estende per 39.230 ettari coinvolgendo i Comuni di Arenzano, Campo Ligure, Cogoleto, Genova, Masone, Rossiglione, Sassello, Stella, Tiglieto e Varazze.

Il ruolo della geodiversità nella fase di gestione dell’area protetta
Le strategie di gestione relative alle risorse naturali del Parco del Beigua mirano alla tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali, alla conservazione attiva, alla riqualificazione ed alla valorizzazione degli ecosistemi che lo caratterizzano e ne definiscono la struttura e l’immagine.
Risulta evidente - con particolare riferimento ai siti della Rete Natura 2000 che interessano l’area protetta - la necessità di prevedere una stretta interconnessione tra le scelte programmatorie e gestionali formulate dal Parco e gli obbiettivi perseguiti attraverso piani attivati a livello locale, regionale, nonché con i programmi a scala nazionale quali A.P.E. - Appennino Parco d’Europa, Rete Ecologica Nazionale, Programma Stralcio di Tutela Ambientale, Piano Nazionale sulla Biodiversità.
Per quanto concerne, in particolare, l’inestimabile valenza geologico-geomorfologica presente nel Parco del Beigua e nel più vasto comprensorio del Geoparco, le indagini conoscitive svolte e le conseguenti scelte di carattere gestionale si pongono come obiettivo la realizzazione di interventi e di attività di tutela e di fruizione in linea con i programmi introdotti in materia a livello nazionale (A.P.A.T.) ed internazionale (“GEOPARKS”).
Negli ultimi tre anni l’Ente Parco ha effettivamente sviluppato linee di intervento ben delineate per la valorizzazione del proprio patrimonio geologico-geomorfologico, in particolare :

  • la realizzazione di n. 5 “sentieri natura”, lungo il cui sviluppo possono essere apprezzate le peculiarità naturalistiche, paesaggistiche, storiche, culturali. In tutti questi percorsi attrezzati gli elementi di carattere geologico-geomorfologico sono ampiamente commentati e valorizzati. In due casi specifici - la Valle del Rio Gargassa ed il settore di crinale nei pressi del percorso escursionistico denominato Alta Via dei Monti Liguri in loc. Prariondo - i sentieri natura sono quasi esclusivamente dedicati alla geologia ed alla geomorfologia per la particolare bellezza e potenzialità didattica dei siti ;
  • la progettazione di un percorso geologico automobilistico che consentirà di conoscere ed apprezzare attraverso studiati “punti sosta”, siti di particolare interesse didattico/divulgativo per quanto concerne le peculiarità idro-geo-morfologiche del Parco ;
  • la promozione di ulteriori due percorsi geologici l.s. che si collocano nell’immediata area cornice del Parco (Loc. Maddalena e Loc. Stella Santa Giustina) in cui possono essere apprezzati elementi scientifici, didattici e divulgativi di notevole interesse per quanto concerne i temi della geologia e della geomorfologia ;
  • l’allestimento di una struttura divulgativa dedicata alla conservazione del patrimonio geologico presso il “Punto Informativo” in località Prariondo (Comune di Cogoleto), con annesso “giardino geologico”, collocato in un paesaggio di incredibile fascino sulla sommità del crinale, presso lo spartiacque tirrenico-padano ;
  • la predisposizione presso i Centri Visita ed i Punti Informativi del Parco del Beigua di materiali divulgativi dedicati alle strategie di tutela e di valorizzazione del patrimonio geologico.
  • Attualmente l’Ente Parco usufruisce per le proprie attività didattiche e divulgative delle seguenti strutture:
    Centro Visite “Palazzo Gervino” (in Comune di Sassello)
    Centro Visite “Villa Bagnara” (in Comune di Masone)
    Centro Ornitologico ed Educazione Ambientale “Vaccà” (in Comune di Arenzano)
    Punto Informativo “Prariondo” (in Comune di Cogoleto)
    Punto Informativo “Banilla” (in Comune di Tiglieto)
  • l’adesione - a partire dal Giugno 2001 - al “Coordinamento Aree Protette Ofiolitiche”, organismo nazionale che sulla base di un protocollo di intesa stipulato tra nove aree naturali protette, vede al centro dell’attenzione i territori caratterizzati da substrato di natura ofiolitica ed in particolare le diverse problematiche di conoscenza e di gestione che tali aree inducono, anche nel rapporto geodiversità/biodiversità. In questo contesto è in fase di definizione un progetto per la promozione di attività turistiche che intendono coinvolgere in rete tutte le nove aree naturali protette che hanno aderito al Coordinamento
  • la realizzazione di attività divulgative e didattiche dedicate ai temi della geologia e della geomorfologia indirizzate ad un pubblico adulto, nonché agli studenti delle scuole primarie e secondarie;
  • la collaborazione con il Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse dell’Università degli Studi di Genova nell’ambito di attività formative, didattiche, di divulgazione e di ricerca scientifica, nell’ottica di un’implementazione della cultura a favore della conservazione del patrimonio geologico
  • la promozione e la realizzazione di iniziative finalizzate alle attività di fruizione turistica, educazione ambientale e divulgazione scientifica con riferimento al patrimonio geologico-ambientale del comprensorio del Parco del Beigua; in particolare:
  • la valorizzazione del patrimonio geologico ai fini di un turismo culturale qualificato
  • la specializzazione di geologi e di naturalisti su problemi specifici di un geoturismo mirato alla realizzazione di itinerari a tematismi squisitamente geologici e naturalistici
  • la formazione di guide e operatori turistici per l’integrazione della componente geologica con quelle tradizionali per fini turistici, mostrando esempi concreti di itinerari usuali arricchiti ed amplificati dagli aspetti geologici
  • l’organizzazione di convegni e presentazioni per diffondere la cultura geologica nella società, anche attraverso incontri nelle scuole, nelle strutture sociali, nelle Amministrazioni Pubbliche, presso le compagnie di viaggi e comunque tutti gli Enti interessati al settore turistico.

La conservazione del patrimonio geologico nelle strategie per lo sviluppo sostenibile nel Parco del Beigua – Beigua Geopark
L’obiettivo che la nuova fase che l’Ente Parco ha stabilito di traguardare - in piena attuazione degli obiettivi degli strumenti di pianificazione approvati - appare quello di conseguire la definitiva affermazione quale agenzia specializzata destinata a governare un modello di gestione del territorio compatibile con la tutela attiva delle risorse ambientali, funzionale e condiviso da tutti i soggetti (pubblici e privati) coinvolti.
Una nuova frontiera che vede l’Ente di gestione protagonista dello sviluppo sostenibile, animatore e promotore dell’eco-sviluppo, capace di concertare azioni e politiche di sistema, nonché di stringere alleanze sul territorio per l’attuazione di progettualità in grado di riqualificare e valorizzare il patrimonio naturale e favorire la crescita dell’economia dell’area protetta.
In questo contesto si inseriscono anche le azioni di conservazione del patrimonio geologico, fortemente connesse ad una innovativa offerta di geoturismo, allo sviluppo della ricerca scientifica nelle classiche materie delle Scienze della Terra, alle attività di informazione, formazione ed educazione allo sviluppo sostenibile, nella piena consapevolezza di dover operare in coordinamento ed in rete con altre aree protette, nonché con i competenti organismi a livello internazionale, nazionale, regionale e locale con l’intento di confrontare e mettere a punto strategie ed azioni finalizzate ad una piena valorizzazione e tutela attiva di territori a così elevato potenziale di geodiversità.
Una strategia, insomma, in grado di fare del territorio del Parco del Beigua un’area pilota a livello regionale e nazionale per :

  • sperimentare la forte connessione esistente tra geodiversità e biodiversità nelle azioni di protezione delle risorse naturali
  • supportare la crescente richiesta di un turismo alternativo qual’è il geoturismo
  • integrare le opportunità di sviluppo socio-economico del comprensorio attraverso le diverse attività che potranno essere realizzate all’interno del geoparco
  • incrementare le possibilità di interscambio a livello nazionale ed internazionale sui temi della geoconservazione.

di Maurizio Burlando