Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 49 - OTTOBRE 2006




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RECENSIONI

Guide to the National Parks of the United States

National Geographic, USA 2006
480 pp., 25 Dollari, lingua inglese

Giunta alla 5ª edizione, con più di 1 milione di copie vendute nelle precedenti tirature, la Guida del National Geographic è ormai un "must" per chi voglia scoprire il variegato universo dei parchi nazionali degli Stati Uniti.
Rispetto alla versione precedente la guida si arricchisce nella forma e nella sostanza, presentando ben 80 mappe e 350 fotografie, oltre ad aggiornarsi includendo alcuni nuovi parchi nazionali, come il South Carolina's Congree National Park, o il Joshua Tree passato da National Monument allo stato di National Park.
Si apre con un testo di Paul Schullery, una vera autorità dello Yellowstone National Park, dove ha lavorato e vissuto gran parte del suo tempo fin dal 1972 quando lavorò nel parco per la prima volta come guardia volontaria, sviluppando proprio a partire dal parco il suo lavoro di scrittore per cui ha ricevuto un dottorato in lettere honoris causa dalla Montana State University nel 1997.
All'interno i parchi sono presentati singolarmente in ordine alfabetico e regione per regione, tramite una descrizione geografica ed una mappa. Per ogni area sono evidenziate le eccellenze: luoghi spettacolari, ascese impegnative, interessi faunistici e botanici ed altro ancora.
Una particolare attenzione è dedicata alla presentazione degli itinerari, corredati da informazioni su attività ludiche e sportive, possibilità di soggiorno e pernottamento, e suggerimenti preziosi di visita delle altre aree vicine di interesse naturale (Wildlife Refuges, National Monuments, National Historical Sites, National Battlefields, etc...). Due pecche veniali rilevate da alcuni lettori sono: la mancanza di una lista completa delle aree naturali statali americane (anche se l'impresa è ardua visto il loro numero molto elevato) e la carenza di riferimenti internet per approfondire alcune indicazioni della guida.
Nel caso potete sempre far riferimento al ricco sito internet del National Park Service: http://www.nps.gov/, che fornisce molte informazioni e l'elenco completo delle aree naturali in ordine alfabetico o per regione, purtroppo solo in formato html, per cui risulta di ostica consultazione per l'elevato numero delle aree.
Tutti concordano comunque sul fatto che la guida del National Geographic sia un supporto molto utile per pianificare brevi escursioni o viaggi impegnativi, eventualmente integrando le informazioni con le Guide Regionali degli Stati Uniti sempre edite dal National Geographic.
Giulio Caresio

Empowerment
Da Rapa Nui, l'ombelico della terra, a ovunque nel mondo

Francesco Di Castri, Marco Nereo Rotelli, Orlando Pandolfi
Opere di Bene Tuki, Filippo Centenari,
Luciano Massari, Marco Nereo Rotelli
Fondazione Marenostrum e Shin Editore, Brescia 2005
169 pp., 35 Euro

Non è facile incasellare questo volume corredato da bellissime foto nella pur variegatissima tipologia editoriale dedicata ai temi ambientali. E' già singolare, ad esempio, che una Fondazione con sede a Carrara che ha in gestione l'isola di Palmaria a Portovenere si interessi dell'ombelico del mondo ossia dell'isola del Pacifico più isolata che si conosca. E non è meno singolare che lo faccia in chiave principalmente artistica con il sostegno di una grande società che utilizza e commercia la polvere di marmo.
Ma l'iniziativa perde molto della sua stranezza quando viene ricordato nella introduzione di Orlando Pandolfi presidente della Fondazione che proprio a Palmaria prese avvio pochi anni fa sotto l'impulso di Francesco di Castri -che assunse la presidenza del Comitato scientifico- un'iniziativa volta a mettere in rete le isole anche tra loro più distanti.
Che tra le tante isole sparse per il mondo la scelta sia caduta poi su Rapa Nui appare non più così bizzarra se si considera la personalità di Francesco di Castri purtroppo scomparso pochissimi anni fa. Ed è di lui che vorrei perciò innanzitutto parlare. E prima ancora di accennare ad alcuni degli aspetti più straordinari della sua biografia vorrei ricordare l'ultimo incontro a cena con i dirigenti della Fondazione in cui fu deciso proprio il lavoro che si sarebbe poi concluso con il volume che appare oggi una sorta di testamento.
Al termine di una bella serata di Castri si disse dispiaciuto di doverci lasciare perché costretto a tornare prima del previsto a Parigi dove avrebbe dovuto incontrare con Chirac una serie di premi Nobel e Putin con il quale avrebbe dovuto a breve vedersi poi a Mosca. Da questa "agenda" è sicuramente più facile capire perchè questo scienziato italiano abbia per molti anni avuto la responsabilità della ricerca scientifica in Francia con sede a Montpellier. Francesco di Castri era stato amico e compagno di studi di Valerio Giacomini, il che lo aveva coinvolto nelle iniziative del Centro Studi intitolato all'autore di "Uomini e Parchi" di Gargnano sul Lago di Garda, dove avevo avuto l'onore e il grandissimo piacere di conoscerlo e diventarne anche amico. In quegli incontri avemmo modo di apprezzarne la grande cultura, che già lo aveva reso cittadino del mondo, protagonista di primo piano di numerosi organismi internazionali pubblici e privati. Ricordo una sua bellissima relazione all'Accademia del Lincei di Roma sulla globalizzazione e la dimensione e natura dei problemi ambientali nella società della conoscenza, che dà bene la misura della sua grande cultura e competenza. Noi lo avevamo coinvolto nel più piccolo mondo dei parchi in cui portò -anche nel ricordo di Giacomini- un tocco di grande respiro in quella visione ‘aperta' dei problemi del mondo, che sarà anche il filo conduttore dei suoi ultimi scritti raccolti in questo volume.
E' lui stesso a ricordare che il libro «può sembrare così eterogeneo nella sua struttura», ma «c'è un leitmotiv che gli dà unità; è l'elogio della comunicazione, dell'apertura». E lo fa ancora in altra parte del volume ricordando che «empowerment, termine inglese intraducibile ma molto diffuso anche in lingue come lo spagnolo e il francese, è il processo permanente per il quale un individuo, una popolazione, una comunità, una impresa, una regione o un paese acquisiscono e assimilano la conoscenza, apprendono volontariamente come trasformarla per renderla coerente con le proprie aspirazioni, la propria identità, il proprio patrimonio naturale e culturale, la propria traiettoria storica e il proprio sviluppo, e sanno come trasmetterla liberamente». Ecco perché arte, scienza e sviluppo sono ugualmente fondamentali per questo tipo di sviluppo. Ecco perché il libro ricco di immagini di pitture e sculture dedicate da artisti italiani all'isola e a quella comunità in questa visione perde quei caratteri di stranezza o di mero omaggio per assumere quel significato di ‘apertura' e partecipazione ai quali abbiamo fatto cenno. Ed è significativo che di Castri nominato simbolicamente "Aruki" ( Gran capo) di Rapa Nui, come appare in una bella foto con tanto di piume in testa, sia anche un critico severo, ad esempio, della gestione del parco naturale troppo poco attento -a suo giudizio- a talune esigenze fondamentali per un significativo turismo sostenibile dell'isola.
Ecco perché questo bel libro è insieme un omaggio ad una comunità lontanissima impegnata in uno sforzo straordinario per non scomparire e ad una prestigiosa personalità che si è spesa con passione a sostegno di questa sperduta isola del Pacifico.
Renzo Moschini

AA.VV.
Guida di itinerari per la Rete dei Parchi Naturali

Provincia di Barcellona, Barcellona 2006
130 pp., S.I.P.

Questo libro è un importante segmento della complessiva campagna di comunicazione prodotta dall'Amministrazione Provinciale di Barcellona surclassando ogni amministrazione provinciale e regionale italiana.
Assumpta Gorriz, tecnica dell'unità di supporto all'informazione dell'area spazi naturali della Provincia di Barcellona ne ha parlato in coda alla sua relazione sul piano di comunicazione della rete dei parchi di Barcellona, intervenendo alla giornata tecnica di Fedenatur svoltasi a Sirolo (Ancona) e dedicata alla "comunicazione efficace nei parchi periurbani europei".
E' arrivata a parlare di questa guida dopo avere illustrato le caratteristiche della comunicazione della rete di dodici parchi provinciali che interessano cento mila ettari di territorio, con trentacinque aule natura, una biblioteca interamente scaricabile ondine, dodici centri di documentazione, e un sito web interamente dedicato alla rete di parchi (www.diba.cat/parcsn).
La cifra che la provincia di Barcellona investe per la sua rete di dodici parchi è di 34.300.000 euro. All'interno di questo finanziamento il 3,34%, pari a 1.145.000 euro viene dedicato alla comunicazione.
Il volume, che contiene 49 cartine di altrettanti itinerari, con le indicazioni essenziali per raggiungere il parco relativo e per poter compiere l'escursione con piena soddisfazione e senza rischi, è stato distribuito in settecento mila esemplari in tutte le edicole di Barcellona e allegato al principale quotidiano della città: "el Periodico". Queste cifre inducono ad una riflessione sulle diversità di investimento che i vari stati europei dedicano alle loro aree protette. Se a Lille su un solo parco si trovano milioni di euro da investire (quest'anno sono sedici milioni), e se la provincia di Barcellona reperisce nel suo bilancio 34 milioni e trecento mila euro, come mai solo in Italia quelle cifre sembrano improponibili?
Non sarà che altrove si crede maggiormente al valore aggiunto dei parchi per un diverso sviluppo, oltre che per la tutela della natura e del paesaggio? E non sarà che con quel livello di investimenti l'intera "macchina" gira a pieno ritmo, i frutti si toccano con mano, e diventa pressoché normale stampare una guida di itinerari nei parchi in un numero di copie inimmaginabile, come è accaduto a Barcellona?
Mariano Guzzini

Conservazione ecoregionale, reti ecologiche e governo del territorio
Atti del convegno nazionale 9/10 giugno 2005
Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra, Tolentino (Mc)

AA. VV.
104 pp., S.I.P.

Sono disponibili gli atti di un importante convegno organizzato dal WWF Italia e dall'Unione delle Province d'Italia nel giugno 2005, all'Abbadia di Fiastra, nelle Marche. La direzione scientifica e il coordinamento generale fu di Franco Ferroni, e il gruppo di lavoro che preparò quella intensa e molto partecipata "due giorni" era composto da Gianfranco Bologna, Isabella Pratesi, Corrado Battisti, Bernardino Romano, Andrea Filpa, Sergio Malcevschi, Fabio Converio, Francesca Conti e Adele Abballe.
L'importanza dell'appuntamento va individuata nell'alleanza operativa realizzata tra WWF e Unione delle Province, che ha prodotto un intreccio virtuoso tra apporti tecnici di provenienza prevalentemente universitaria e esperienze amministrative presentate da molte amministrazioni provinciali e regionali.
Nell'introduzione al volume Fulco Pratesi, dopo aver messo in evidenza il ruolo specifico del WWF nel lanciare a livello internazionale una nuova sfida per la conservazione della biodiversità attraverso la ERC, la conservazione ecoregionale, sottolinea il valore dell'accordo tra WWF e UPI, definendolo una alleanza per la tutela della biodiversità dalle Alpi al Mediterraneo.
Questa "alleanza" nello spazio di due giornate di intensi lavori e di tre sessioni ha presentato materiali relativi ai principi e alle normative per una pianificazione funzionale alla conservazione ecoregionale (strategia Pan-Europea e rete ecologica Pan-Europea; pianificazione paesaggistica: principi, criteri e linee guida; le relazioni tra il piano del parco e la nuova pianificazione paesistica, il piano territoriale provinciale; il piano strutturale di Firenze), le metodologie e le linee guida per una pianificazione paesaggistica e progettazione di reti ecologiche funzionali alla conservazione ecoregionale (in un'ottica di "scienza della sostenibilità"; in riferimento alla progettazione partecipata; come strumento di pianificazione per l'incremento della qualità ambientale; le fratture ambientali nell'evoluzione delle trasformazioni urbane; il ruolo degli indicatori a livello di specie; la metodologia IBA e la pianificazione territoriale per la conservazione dell'avifauna; la rete ecologica in Provincia di Macerata), la conservazione ecoregionale e le reti ecologiche nel governo del territorio nel passaggio dalla teoria alla pratica (la rete ecologica della Provincia di Venezia; il monitoraggio della biodiversità nella Provincia di Arezzo; esempi di realizzazione di reti ecologiche in alcuni Comuni della Provincia di Firenze; la rete ecologica regionale nel PTR ligure; la rete ecologica della Regione Umbria; il caso studio della Regione Marche).
Il ricco volume contiene anche interventi non in programma e un'ampia documentazione della sessione poster. Può essere richiesto al WWF Italia.
Mariano Guzzini

Lo sviluppo ai margini
Due anni sul campo a sostegno di progetti integrati in aree periferiche del Mezzogiorno

AA.VV.
a cura di Anna Natali
Ministero dell'Economia, Roma 2006
76 pp., S.I.P.

Il testo è frutto del lavoro collettivo del team delle azioni pilota di "Studiare Sviluppo" coordinato da Anna Natali, che ha scritto anche l'introduzione e i primi due capitoli del volume, mentre Mario Caputo, Nunzio Gesualdi, Filippo Tantillo, Matteo D'Emilione, Antonella Bonaduce, Lorenzo Canova e Pietro Bertè hanno la responsabilità del resto.
Fabrizio Barca nella prefazione afferma che una delle più forti innovazioni introdotta dalla nuova politica regionale avviata in Italia nel 1998 è stata quella di rendere quella politica valutabile, fissando obbiettivi e favorendo modalità molteplici di analisi dei suoi risultati.
E' la prassi di alcuni paesi dove la politica regionale ha forte peso - si pensi a Gran Bretagna, Austria e Finlandia. Per l'Italia si è trattato di una rottura con il passato che da sola spiega molte resistenze che la nuova politica ha incontrato in ampie fasce di soggetti abituati da anni a trasferimenti poco trasparenti e senza "rendicontazione di efficacia".
L'importante lavoro presentato in queste pagine è un esempio di rilievo del nuovo modo di impostare e perseguire politiche di sviluppo e di coesione.
Il tema è delicato. Si tratta infatti dei "progetti integrati territoriali" dei quali molto si è parlato, a volte con pregiudizi ideologici e spesso in assenza di dati ufficiali confrontabili sui quali basare i giudizi. Nel lavoro di Anna Natali e del "suo" team, invece, i dati confrontabili sono abbondanti, i pregiudizi ideologici scarseggiano, mentre abbondano le indicazioni sul "che fare" in futuro.
Per rendere la progettazione locale sempre meno fine a se stessa, e sempre più strumento di un effettivo miglioramento della qualità di vita dei residenti nel territorio, all'interno dei progetti già avviati è stato ripercorso un itinerario di ricerca conoscitiva e di audizione dei soggetti potenziali possessori di quella conoscenza locale che dovrebbe essere alla base della costruzione di ogni progetto locale di sviluppo, per capire se e quanto tale conoscenza sia stata effettivamente veicolata nei progetti in questione. Ne è scaturito un lavoro che al tempo stesso è di valutazione ex post e di affiancamento e animazione in corso d'opera, affrontando nel modo migliore i rischi di provincialismo, di localismo e anche quelli - speculari - di dirigismo e di centralismo.
Naturalmente affrontare una verifica del lavoro svolto con queste aspettative e questi buoni propositi non significa scongiurare in anticipo quei rischi. Significa però individuare le falle che si fossero aperte per poter aggiustare il tiro negli anni a venire fino al raggiungimento di una buona progettazione locale.
I primi due capitoli dell'interessantissimo testo che può essere richiesto a Studiare Sviluppo (info@studiaresviluppo.it) sono il rapporto di sintesi, dove Anna Natali dapprima illustra il progetto nelle sue caratteristiche complessive (contesto e obbiettivi; aree di intervento; metodo di lavoro), e poi le lezioni ricevute dall'approccio allo sviluppo locale, occupandosi di innovazione, dell'opportunità di "aprire le reti", riferendo sulla sperimentazione svolta, sulle capacità di cooperare, sulle capacità di progettare e sul complesso delle esperienze estratte. Sei successivi capitoli entrano nel merito delle azioni pilota attuate nei contesti della Val d'Agri, del Matese, del Medio Trigno, di Barigadu Marmilla, delle Madonie e di Ragusa, elencando di ciascuna area geografica problemi e opportunità, azioni pilota, risultati conseguiti e lezioni apprese. Una appendice di essenziali riferimenti bibliografici completa il volume. Nelle tre pagine di bibliografia fa piacere trovare citati esplicitamente parchi e questa rivista.
Mariano Guzzini