Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 49 - OTTOBRE 2006




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Fiumi

Un centro studi per mettere in rete i parchi fluviali

Sul territorio italiano, allo stato attuale, esistono una cinquantina di aree protette fluviali-lacustri, suddivise tra parchi regionali, provinciali, locali, riserve, aree naturali protette, biotopi e alcuni in fase di istituzione. Queste aree sono gestite in modo diverso e indipendente tra loro, se si escludono alcune iniziative che hanno messo a sistema realtà simili e contigue come il Coordinamento dei parchi fluviali del Bacino del Po, e mancano di iniziative nazionali che le portino a "comunicare". Proprio per questa carenza il Parco di Montemarcello-Magra, sulla scia della forte volontà di Federparchi di creare un coordinamento dei parchi fluviali italiani e forte delle positive esperienze di collaborazione tra Enti, Istituzioni, Associazioni e Regioni diverse ottenute con i Progetti APE e Rete Natura 2000, che ha portato alla realizzazione di un Centro Regionale per la biodiversità delle aree umide d'acqua dolce, ha istituito un Centro Studi sulle aree protette e gli ambienti fluviali, primo esempio in Italia del suo genere. Fine ultimo del Centro Studi, divenuto realtà nel dicembre 2005, è dunque quello di "fare rete", scambiare buone pratiche per la gestione delle aree protette, dibattere criticità con altre realtà nazionali e internazionali per trovare soluzioni comuni e promuovere progetti di conservazione, risanamento, riqualificazione, rinaturalizzazione e reintroduzione di specie scomparse che possano poi essere riproposti in situazioni e realtà analoghe per la tutela, la salvaguardia e la corretta gestione dell'ambiente fluviale. In questo modo i parchi fluviali storici come i Parchi del Ticino e del Po, ma anche altri come il nostro, potranno portare il loro contributo e la loro esperienza a chi ha appena cominciato il complesso percorso che porta alla nascita di un parco fluviale. Nell'ambito di questa "missione" il Centro Studi si occupa di diverse iniziative tra cui la pubblicazione di scritti di vario genere, l'organizzazione di momenti di incontro e di studio, la promozione e la divulgazione di studi e ricerche, la cooperazione con altri enti pubblici o privati, l'organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento professionale e attività di consulenza e supporto a eventi e progetti sul tema della gestione dei parchi fluviali. Sempre in quest'ottica è nata la collaborazione con la Riserva Naturale del Fiume Secchia che sta portando avanti le procedure per diventare "parco regionale". Il Centro Studi sta sostenendo il futuro Parco nell'organizzazione di un seminario interregionale per presentare il masterplan del sistema fluviale del Secchia come esempio di nuova esperienza di pianificazione strategica per l'affermazione delle Aree Protette. L'evento, che si svolgerà presso il Comune di Modena, è previsto per fine gennaio 2007. La presentazione ufficiale del Centro Studi è avvenuta nell'aprile 2006 con una conferenza stampa organizzata in collaborazione con la Regione Liguria durante la manifestazione di Euroflora, ma il primo vero appuntamento del Centro è stato un seminario nazionale dal titolo "La gestione integrata delle aree protette fluviali e dei bacini idrografici. Aspetti operativi e normativi", svoltosi a Sarzana il 22 maggio scorso, che ha visto la partecipazione di moltissimi esperti in materia sia tra i relatori che in sala tra il nutrito pubblico e, data l'importanza dei temi trattati, ha riscosso grande consenso e interesse.
La gestione fluviale, infatti, è un tema complesso perché diverse sono le parti in gioco, spesso in contrasto, a cominciare dai parchi, agli Enti Locali fino alle Autorità di Bacino che al momento attuale, con la spinosa questione della Legge delega ambientale, che di fatto ha decentrato le competenze delle Autorità di Bacino in ambiti di distretti, si trovano "ingabbiate" in attesa di una rivalutazione normativa. Arrivare a una gestione integrata che metta insieme gli interessi di tutti, dalla sicurezza alla conservazione dell'ambiente naturale, è sicuramente quanto di più auspicabile. I corsi fluviali, dalla sorgente alla foce, attraversano ambienti diversi che a loro volta fanno capo a Comuni e Regioni differenti i quali agiscono autonomamente, ognuno sul suo tratto di competenza e con i suoi metodi. Il punto è, che il fiume è un tutt'uno con le sue parti e i suoi affluenti e come tale va gestito, è un corridoio ecologico che non può essere frazionato. Tutelare gli ultimi chilometri di un fiume senza conoscere quali siano tutti gli impatti diretti e indiretti derivati dalle attività pubbliche, e non, che insistono sul suo bacino idrografico è un lavoro che non può portare ai risultati programmati. Questo vale anche per il nostro Parco che essendo "regionale" comprende esclusivamente la parte ligure del corso del fiume Magra e solo su di essa può intervenire con gli appositi strumenti di gestione quali il Piano di Parco e il Piano della Nautica. Ma è nella certificazione ambientale che il Parco ha individuato lo strumento fondamentale per mettere a sistema le politiche ambientali di tutti gli Enti che forniscono servizi sul territorio di competenza, e a tal fine è stato promotore ed è capofila di un progetto volto alla registrazione EMAS o certificazione ISO 14001:2004 e definito il "distretto amministrativo" che vede coinvolti, oltre all'Ente Parco, 24 Comuni e 2 Comunità Montane. Ciò nonostante siamo consapevoli che se le politiche ambientali individuate non saranno condivise con le amministrazioni che operano nel bacino toscano del fiume Magra lo sforzo che abbiamo compiuto non potrà comunque portare ai risultati attesi. Per questo stiamo gettando le basi per una collaborazione tra le Regioni Toscana e Liguria, e i presupposti ci sono, per arrivare alla creazione di un Parco interregionale che di concerto con le amministrazioni locali e l'autorità di Bacino si occupi della gestione e tutela del fiume Magra nella sua interezza. Un'altra iniziativa volta in tal senso, ma ancora più in grande, è quella del Parco del Tevere che sta lavorando ormai da anni per la creazione di un Parco interregionale che comprenda tutte e sei le Regioni bagnate dal fiume: Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Gestione integrata sì, quindi, ma tra tutti gli attori in gioco lungo il corso del fiume, ed è proprio su questa base che la Regione Liguria ha riconosciuto al Centro Studi un ruolo importante nello scambio di buone pratiche ed esperienze positive tra i soggetti che ne fanno parte affidandogli la redazione di uno studio pilota di fattibilità per la riqualificazione di un'area fluviale nel territorio del Parco di Piana Crixia in Provincia di Savona. Ulteriore conferma della validità del Centro Studi e dei suoi scopi è arrivata da Federparchi che ha dato la sua adesione impegnandosi attivamente nell'elaborazione e nell'attuazione dei progetti che il Centro Studi promuoverà. Hanno inoltre aderito al Centro i Comuni di Calice al Cornoviglio, Riccò del Golfo e Sarzana, la Comunità Montana Media e Bassa Val di Vara, l'Università di Genova, l'Associazione "Sentinelle dei Fiumi" formata da 288 comuni veneti, l'Associazione socioculturale "Progetto Uomo" e Legambiente Liguria e a breve altri comuni della Val di Vara, l'Università di Pisa e altri parchi fluviali entreranno a far parte del gruppo di lavoro.
La prossima importante iniziativa a cui il Centro Studi sta già lavorando è un libro su "PARCHI E AREE PROTETTE FLUVIALI IN ITALIA - biodiversità, gestione integrata, normative" che vuole fare il punto sulla situazione attuale italiana dei parchi fluviali passando dai temi principali che li interessano. Alla stesura del libro, che sarà pubblicato nel 2007, parteciperanno importanti esponenti del mondo dei Parchi, storici e ancora in fase di progetto, ricercatori, professori universitari, tecnici ed esperti del settore.
Per maggiori informazioni sul Centro Studi sulle aree protette e gli ambienti fluviali si rimanda al sito: www.parcomagra.it.

Patrizio Scarpellini
Direttore del Parco di Montemarcello-Magra