50 Rivista della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali - NUMERO 50 - FEBBRAIO 2007
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Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 50 - FEBBRAIO 2007



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Periurbani

Parchi periurbani

La biodiversità è anche un festival
Due notizie mi arrivano sul tavolo di lavoro quasi contemporaneamente. Una triste, l'altra lieta. Quella triste è una lettera del Parco del Conero nella quale mi si comunica la decisione di non più aderire all'associazione europea Fedenatur "considerato l'aumento del contributo per l'adesione a Federparchi".
I presidenti e gli amministratori del Parco del Conero continuano a cambiare, e la grande opportunità offerta dal rapporto con i migliori parchi periurbani europei e italiani viene giudicata dai nuovi amministratori del parco marchigiano alla stregua di una gita fuori porta, di uno sfizio turistico che va tolto di mezzo. Niente di nuovo sotto il sole. Un saggio proverbio suggerisce l'ipotesi che il peggio non muoia mai. E la ricchissima occasione per confrontare esperienze e fare massa critica in Italia e in Europa nel Parco del Conero è passata di moda.
Del resto, non sempre è chiaro a tutti gli addetti ai lavori di consolidata esperienza quanto sia utile il confronto annuale nelle giornate tecniche organizzate da Fedenatur. Perfino in Federparchi a volte è accaduto che si sottovalutasse il livello del lavoro, e appuntamenti che si sono svolti in Italia, a Roma addirittura (sui bilanci dei parchi) o in Ancona (sulla comunicazione) non trovassero orecchie attente e frequentatori. Sicché non vale la pena di scandalizzarsi se i nuovi amministratori del Conero sottovalutino qualcosa che non sempre altri, ben più competenti di loro, trascurano di valorizzare.
Siamo in un calderone di eventi e di aggregazioni, e risulta difficile navigare piuttosto che essere sballottati dalle onde, e avere sempre l'esatta cognizione dei porti e delle secche.
Per fortuna mentre arrivano notizie tristi (che feriscono maggiormente in quanto provengono da un parco nel quale ho investito pezzi di vita negli anni) da un altro parco periurbano arriva una novella lieta.
Nel Parco Nord Milano, uno dei più convinti portabandiera di Fedenatur in Italia, infatti, la biodiversità è anche un festival.
Nel senso che dal 18 maggio prossimo fino alla prima settimana di giugno, sotto il segno del rospo, inteso come indicatore dello stato di salute dell'ambiente "perché più di altri animali percepisce e risente di ogni cambiamento ambientale", nel Parco Nord Milano si terrà il primo festival della biodiversità.
L'evento si articolerà in un ricco programma di iniziative volte a coinvolgere un pubblico più vasto degli addetti ai lavori sulla naturalizzazione, sul recupero del paesaggio e sull'importanza di una riqualificazione ambientale attraverso l'agricoltura di terza generazione, non più solo produttiva, ma ricostruttiva. Cioè finalizzata alla ricostruzione degli equilibri naturali.
Il primo festival della Biodiversità è realizzato in concomitanza con la Giornata Europea dei parchi e con la giornata mondiale dell'ambiente.
Il 24 maggio, giornata europea dei parchi, l'accademia del bagolaro (il noto albero che viene detto "bagolaro" per il chiacchiericcio rumoroso dei molti volatili che ospita nella sua chioma frondosa) proporrà nientemeno che una conversazione sull'ecologia globale con Al Gore e Jeremy Rifkin, negli eleganti e ospitali locali di villa Torretta.
Nelle giornate immediatamente precedenti in collaborazione con il Sondrio Film Festival verranno proiettati gli ottimi documentari naturalistici che quel festival ogni anno seleziona e propone.
Ma il primo festival della Biodiversità offre molto altro ancora.
Due settimane di conferenze, dibattiti, eventi teatrali e cinematografici, visite guidate, degustazioni, giochi e laboratori creativi di grande impatto emotivo e aperti a tutti, spalmati in tutta l'area del "Nord Milano" chiariranno a tutti i partecipanti il concetto di diversità genetica, di diversità delle specie e di diversità degli ecosistemi: la biodiversità, appunto. Dal programma cito qualche evento particolarmente collegabile alle ragioni di questa rubrica.
Il seminario tecnico internazionale intitolato "rinaturalizzare il paesaggio periurbano" nel corso del quale si avrà un confronto tra città non solo italiane, ma anche europee, confrontando i rispettivi piani di azione per la biodiversità (18 maggio, giornata di apertura). Un altro convegno si terrà il 22 maggio sulla "flora spontanea in via di estinzione".
Il 28 maggio un seminario internazionale affronterà il tema "Biodiversità e didattica" confrontando esempi italiani con esperienze anglosassoni. Il 30 maggio si affronterà il tema dei microrganismi benefici per l'agricoltura sostenibile" e nei primi giorni di giugno non mancheranno conversazioni con autori prestigiosi su temi di assoluta attualità quali "la decrescita felice", il "terzo paesaggio" e il "giardiniere planetario". Il 28 giugno, infine, si terrà un particolare evento ecologico, il "ritorno delle farfalle", durante il quale verranno liberate due specie di farfalle indigene allo scopo di ripopolare l'ambiente di quel parco, che, sembra incredibile, è pur sempre Milano. Mentre quelle farfalle prenderanno possesso del loro nuovo spazio di vita non sarà ad osservarle il visitatore d'eccezione, che per molto tempo (circa tre anni: dall'autunno 2004) si è aggirato nel parco Nord Milano: quel cervo maschio molto naturalista, arrivato da chissà dove, che era diventato parte della fauna autoctona.
Il 22 gennaio, infatti, quell'ospite gradito e illustre è stato catturato dalle guardie ecologiche volontarie e trasferito nel parco del Ticino Lombardo, dove è presente una piccola popolazione di cervi. L'allontanamento servirà a tutelare la sicurezza dell'animale, e anche dei fruitori e degli automobilisti. Si ricorda che nel giorno di Santo Stefano finì addirittura in viale Fulvio Testi, urtando un'auto. A me, che in viale Fulvio Testi andavo, da giovane, a consegnare i miei articoli al quotidiano che lì si stampava (e si chiamava l'Unità) piace pensare che quel cervo la notte di San Silvestro fosse là fiutando antiche piste, antichi odori di tipografia, e antichi sogni ormai dissolti dal cambio climatico e da altre declinazioni della legge dell'entropia.

Mariano Guzzini