Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 51 - GIUGNO 2007



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osservatorio parchi europei

Aree Protette per il futuro: un intervento di Roger Croft

Pubblichiamo con grande piacere nello spazio dedicato all’Osservatorio Parchi Europei questo contributo indirizzatoci da Roger Croft, vicepresidente della sezione Europa della IUCN, che ben focalizza le sfide che attendono i nostri parchi negli anni a venire.
L’espansione delle aree protette è ormai questione celebrata in tutto il mondo. Un trend decisamente positivo, in particolare è benvenuto l’interessamento di sistemi marini e costieri. L’Italia in questo processo di espansione è un paese guida che possiede una grande varietà di aree protette nel suo sistema nazionale. Se i parchi vorranno esercitare e sviluppare il loro ruolo nella salvaguardia dei più preziosi paesaggi naturali e culturali e delle eccellenze di geomorfologia, wilderness e paesaggio, si delineano per il futuro una serie di sfide da affrontare.
In primis, le aree protette non possono rimanere isolate una dall’altra di fronte alla frammentazione causata dallo sviluppo delle infrastrutture ed alle incertezze derivanti dal cambio del clima a livello globale. Sarà essenziale, per garantire che le aree protette siano parte di una rete spaziale e non solo punti su una carta geografica, lo sviluppo di connessioni naturali attraverso aree corridoio,. Le iniziative Europee per la “connettività”, specialmente la Rete Ecologica Pan-europea del Consiglio d’Europa, mostrano che cosa può essere fatto. Le richieste dell’Articolo 10 delle Direttive Habitat e Specie per l’implementazione della Rete Natura 2000 implicheranno lo sviluppo di nuovi approcci alla questione “connettività”. Il programma italiano APE, sull’Appenino, è un ottimo esempio dei criteri necessari.
In secondo luogo, connettere le aree protette alle comunità umane che vivono al loro interno e nelle immediate vicinanze è già una priorità. Troppo spesso nel passato, queste aree sono state viste come riserve per la scienza e gli specialisti trascurando il loro ruolo ed il loro contributo alla società. Portare le comunità locali all’interno della sfida che affrontano le aree protette è obiettivo che può essere perseguito in differenti modi: attraverso una nuova governance, costruendo la loro capacità di contribuire e creando nuovi posti di lavoro ed opportunità di business. Terzo elemento necessario è definire una chiara strategia per monitorare l’efficacia dell’azione delle aree protette alla luce di tutte le sfide, sia naturali che umane, che deve affrontare. E’ necessario raccogliere informazioni ed aggiornare le banche dati, utilizzandole per migliorare e facilitare la gestione. Le iniziative della Commissione Mondiale per le Aree Protette della IUCN, come la Rete PALNet ed il Database mondiale delle aree protette, sono strumenti utili che vanno in questa direzione.
Quarto, è la crescente necessità di salvaguardia degli ambienti marini, indispensabile per far sì che non venga meno quella risorsa ricca e varia di nutrimento per molte comunità naturali ed umane che dipendono dal mare. Ciò esige nuovi metodi per conoscere ed analizzare le dinamiche naturali del mare in tre dimensioni, e richiede di regolamentare quelle attività che possano comprometterle od entrare in conflitto con esse, come le tipologie di pesca che danneggiano i fondali creando scompensi e danni alla riproduzione di diverse specie. La Commissione Mondiale della IUCN può essere d’aiuto nell’indirizzare tutte queste sfide. La nostra rete globale di esperti, che conta circa 1400 componenti (di cui 270 in Europa), ha esperienza e professionalità in tutti i campi che interessano le aree protette. I membri italiani forniscono già un grande contributo e possono e devono condividere sempre di più il loro lavoro e le loro conoscenze con gli altri colleghi della rete. Lavorando insieme possiamo evitare di ripetere i medesimi errori che altri hanno fatto nel passato, essere aggiornati sulle idee più innovative, condividere le migliori esperienze pilota, e migliorare la nostra preparazione attraverso corsi comuni ed iniziative di training.
In tal senso, saluto con calore ed entusiasmo l’iniziativa di Federparchi che raggruppa insieme le aree protette italiane ed anche il lavoro del Comitato Italiano della IUCN con il forte supporto ed indirizzo del Ministero dell’Ambiente italiano.

Daniela Talamo