Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 51 - GIUGNO 2007



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Alpi

Il dibattito alpino tra clima e trasporti

In preparazione della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007 promossa dal Ministero dell’Ambiente e dall’APAT, si è da poco concluso in Valle d’Aosta a Saint Vincent il workshop “Cambiamenti Climatici e Ambienti Nivo-Glaciali: scenari e prospettive di adattamento”.
Un’occasione importante di dibattito che ha messo in luce diversi problemi che nei prossimi anni andranno a gravare sull’arco alpino in conseguenza del cambio del clima.
Lo scioglimento dei ghiacciai alpini è sotto gli occhi di tutti. Una riduzione sia dell’estensione sia dello spessore che è forse uno dei segni più chiari e tangibili del surriscaldamento. Un fatto significativo non solo a livello alpino ma a livello globale, dal momento che tale sorte accomuna ormai tutti i ghiacciai del mondo posti alle medie latitudini. Un fenomeno che negli ultimi anni ha subito un’ulteriore accelerazione in corrispondenza dell’innalzamento delle temperature medie e che avrà non poche conseguenze sulle Alpi.
Il primo pensiero corre alla disponibilità di risorse idriche, su cui lo scioglimento dei ghiacci avrà un forte impatto. La scarsità d’acqua interesserà soprattutto le aree che a causa della loro orografia hanno precipitazioni meno abbondanti, come Valle d’Aosta, l’Alta Valtellina e la Val Venosta.
E’ chiaro quindi che sarà necessario approntare piani e programmi per ridurre questo impatto, tanto più critico dal momento che si abbatterà su aree storicamente abituate ad una grande disponibilità d’acqua.
Un secondo fattore critico sarà l’instabilità dei versanti lasciati liberi dai ghiacchiai che attualmente garantiscono loro un efficace sostegno naturale. Un fatto che preoccupa per le conseguenze anche considerando che i versanti in area glaciale sono quasi sempre costituiti da materiali fortemente instabili.
Terzo aspetto, messo in luce a più riprese da studi e programmi di monitoraggio e ricerca, sarà l’impatto su ecosistemi, habitat e specie. E’ infatti provato che gli ambienti montani di alta quota saranno tra quelli maggiormente a rischio di compromissione nei prossimi anni. Un fatto che preoccupa non poco ed interesserà in particolare il lavoro delle aree protette chiamate a tutelare questi preziosi ambienti delle nostre montagne.
Altro elemento critico causato dal surriscaldamento e dalla riduzione dei ghiacciai sarà l’impatto sul turismo e sulla fruizione sportiva delle Alpi e le ovvie conseguenze sulle economie locali. E’ sintomatico, tra l’altro, del nostro modo di pensare ed attribuire valori il fatto che quest’ulima criticità venga spesso sbandierata come il più preoccupante dei problemi.
Insomma una situazione complessiva tutt’altro che tranquillizzante che andrà affrontata a partire da subito attraverso l’elaborazione e lo sviluppo di oculati programmi d’intervento, di piani economici e sociali, di misure di protezione e di strategie di adattamento.
Chi fosse interessato ad approfindire trova tutta la documentazione sul sito http://www.conferenzacambiamenticlimatici2007.it.
Un altro storico tema di dibattito nelle Alpi è quello dei trasporti, come ben sa chi ha seguito in questi anni la procedura di firma, ratifica ed entrata in vigore dei protocolli della Convenzione delle Alpi. Quello sui trasporti ha infatti avuto la vita più travagliata e discussa, una lunga storia lungi dall’essere conclusa. Pur firmato, non senza difficoltà e modifiche, da tutti gli 8 paesi interessati dalla Convenzione tra il 1998 ed il 2002 (e nel 2006 anche dall’Unione Europea), è entrato in vigore nel 2002 solo in Austria, Germania e Liechtenstein. Successivamente è entrato in vigore nel 2004 in Slovenia e nel 2005 in Francia. Restano ancora nel limbo Italia, Svizzera e Principato di Monaco, ove nulla si è più mosso per ratificare ed attivare il protocollo.
In realtà tutta la Convenzione delle Alpi nel nostro paese verte in una condizione scandalosa e drammatica: gli ultimi governi hanno dimostrato una scarsissima sensibilità alla questione, ostentando assenteismo e maleducazione nei confronti degli altri paesi anche negli anni in cui l’Italia ha avuto la presidenza della convenzione. Testimonia un tale atteggiamento il fatto significativo che siamo l’unico paese a non aver ancora ratificato ed attivato alcun protocollo della Convenzione. Davvero un brutto segnale per il paese che più di tutti è interessato geograficamente dalle Alpi. Speriamo sempre che si voglia un giorno rimediare.
Per tornare al tema trasporti, si attende per il 13 dicembre 2007 lo SWOMM 2007 (Scientific Workshop On Mountain Mobility and Transport), importante occasione d’incontro promossa dall’Unità di coordinamento della Convenzione delle Alpi di Bolzano che avrà in particolare il compito di fare il punto della situazione su “I trasporti transfrontalieri nell’arco alpino nella nuova Europa a 27” (probabile titolo dell’edizione 2007).
E’ da segnalare in proposito la pubblicazione degli atti relativi alle edizioni dello SWOMM 2005 e 2006, radunate in un unico documento (poco più di 250 pagine) molto ricco ed interessante che analizza l’andamento di tutti i principali valichi delle Alpi con dati puntuali aggiornati fino al 2004. Una pubblicazione che non si limita a constatare ed analizzare i numeri, ma inquadra le politiche dei diversi paesi, tratta gli impatti economici legati alle modificazioni dei trasporti, delinea strategie di gestione per il futuro, analizza singolarmente i corridori principali delle merci e del traffico, discute i sistemi di trasporto più efficienti ed a basso impatto ambientale, ed infine affronta il tema dei piani di gestione del traffico e della valutazione degli impatti di quest’ultimo sull’ambiente.
Chi fosse interessato può richiedere il documento in forma cartacea o elettronica direttamente all’EURAC Research Institute, scrivendo all’indirizzo di posta elettronica: swomm@eurac.edu

Luigi Ocaserio