Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 51 - GIUGNO 2007



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Intervista con il Presidente Giuseppe Rossi

Nato a Civitella Alfedena il 14 aprile del 1947 ha da poco compiuto sessant’anni.
Dopo gli studi medi e di Giurisprudenza a Roma è entrato subito nel pianeta parchi, come funzionario in Abruzzo dal 1968 al 1980.
Un periodo intenso, nel quale è spesso uscito dai confini abruzzesi.
Al suo attivo ha un corso di specializzazione “International Seminar on Administration of Natural Parks and Equivalent Reserves” (Università del Michigan, Ann Arbor, USA) del 1974 e uno in “Land Management and Conservation in National Parks and Equivalent Reserves” (Peak District Study Centre, Castleton, UK), del 1980.
La sua esperienza in gestione di territori protetti va di pari passo con quelle amministrative: Sindaco di Civitella Alfedena dal 1975 al 1981; amministratore della Comunità Montana Alto Sangro dal 1976 al 1981.
La sua vita rimane profondamente legata alla terra delle sue origini, il Parco nazionale d’Abruzzo di cui è dirigente e Vicedirettore dal 1981 al 1993, con incarichi di responsabile di amministrazione e gestione; sopraintendente ai servizi e alle attività sul territorio, rapporti con le amministrazioni e le comunità locali.
Se Franco Tassi ne è il vulcanico e spregiudicato direttore, epigono della necessità di una politica di conservazione dell’ambiente naturale che si esplica, soprattutto, attraverso le aree protette, Rossi è l’uomo dietro le quinte che tesse, paziente, le buone e indispensabili relazioni con gli enti locali, in un’epoca nella quale non sono affatto scontate.
Poi anche quell’epoca ha la parola fine, travolta da polemiche, malintesi, inchieste.
Peppino Rossi è a Roma, Dirigente presso il Ministero dell' Ambiente-Servizio Conservazione Natura/Ufficio Parchi dal 1994 al 1996, con il compito di occuparsi dell’istituzione e organizzazione dei nuovi parchi, perimetrazione inclusa, di statuti, regolamenti, bilanci, rapporti e incontri locali, relazioni varie.
Passa quindi alla Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali di cui è vicepresidente dal 1996 al 1999.
Nel 1996 e fino al febbraio 2001 viene chiamato alla presidenza del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; continua ad occuparsi dello stesso territorio, questa volta come Commissario Straordinario, dal maggio 2001 al gennaio 2002.
Dal 2002 e fino al 31 maggio 2007 è Direttore della Federparchi
Sono anni nei quali, per l’esperienza maturata e le attività in corso, Giuseppe Rossi svolge attività varie di docenza e come relatore in convegni nazionali e internazionali stabilendo, in particolare numerose relazioni con aree protette internazionali, affinando le conoscenze nei settori della gestione, amministrazione, organizzazione e sviluppo sostenibile di Aree Protette che gli vale la presenza nella WCPA (World Commission Protected Areas) dell’IUCN e la partecipazione ai più importanti consessi internazionali da Durban (V° Congresso Mondiale dei Parchi) a Bangkok (III° Congresso Mondiale della Natura dell’IUCN), passando attraverso a una innumerevole serie di altri incontri europei.
Un’esperienza intensa, una dedizione assoluta alle tematiche di gestione degli ambienti naturali protetti che ne hanno fatto il candidato naturale, senza concorrenza, alla Presidenza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Ma anche questa volta non è stato facile passare da Commissario straordinario a Presidente, tra schermaglie regionali, ripicche, lungaggini, rinvii.
Finalmente con Decreto del 31 maggio 2007, arriva la conferma a Presidente
Un ritorno alle origini, alle terre in cui è nato e nelle quali ha mosso i primi passi di una carriera segnata da traguardi importanti.

«Certamente sì, anche se il lavoro da fare rimane tanto. Per me l’importante è farlo con tutta l’attenzione nei confronti dei Comuni, la Comunità del parco, le associazioni di categoria, i Sindacati, le associazioni ambientaliste, gli operatori e gli abitanti che vivono il territorio. E, ovviamente, in stretta connessione con il Ministro per l’Ambiente. Il parco è una macchina complessa che ha bisogno di buone relazioni fondate sulla chiarezza dei ruoli, sulla concertazione e sulla collaborazione. Dalla discussione e dal confronto, nascono poi gli impegni concreti da attuare sul territorio con una nuova progettualità che rappresenti un vero e proprio programma di mandato da sottoporre a verifiche periodiche con i diversi attori locali».

L’impegno, già di per se gravoso è ancor maggiore dopo il lungo periodo di crisi, anche di immagine dell’Ente. Dopo essere stato per anni un punto di riferimento pareva essere improvvisamente precipitato in un buco nero e da primo della classe era scivolato a esempio di cattiva gestione al limite del malaffare
«Ci sono stati, nella storia di questo parco, momenti entusiasmanti e vicende dolorose per alcuni versi drammatiche. Non è questa le sede per un esame critico degli ultimi trenta-trentacinque anni. Anche se in futuro, con più distacco lo si dovrà fare.
Il mio impegno è, piuttosto, quello di attivarmi per superare la crisi degli ultimi anni. Crisi che ha gravemente inciso sull’istituzione e sulle sue attività ed ha sostanzialmente tenuto il Parco fuori dal Sistema Nazionale delle aree naturali protette.
Grazie all’impegno del Consiglio Direttivo, della Presidenza e della Direzione dell’Ente e la nomina di un Commissario “ad acta”, che ha lavorato proficuamente alla verifica, valutazione e riconoscimento di debiti fuori bilancio per l’ammontare di alcuni milioni di euro, l’Ente è ora nelle condizioni di operare nuovamente. E non si può neppure dimenticare l’impegno del Ministero, del Governo e di alcuni parlamentari, grazie al quale è stato possibile disporre delle risorse necessarie a coprire il pesante indebitamento».

Guardando al futuro prossimo, quali sono le prime iniziative da avviare per cercare di recuperare una situazione compromessa
«Occorre fare in modo che, da subito, gli Organi dell’Ente possano funzionare normalmente e regolarmente, superando prassi e comportamenti negativi.
Per fare questo c’è bisogno della leale collaborazione di tutti, dalla Presidenza capace di coordinare un Consiglio Direttivo dinamico e volitivo, preparato e disponibile all’impegno, in grado di rappresentare gli interessi della Istituzione nelle sue molteplici articolazioni, a una Comunità del Parco collaborativa e non controparte, che sappia offrire, con responsabilità, un contributo determinante al buon funzionamento dell’Ente, anche suggerendo, sviluppando e realizzando iniziative, proposte e attività di rilievo.
Perché ciò possa realizzarsi è poi importante poter contare su una Direzione moderna, efficiente e responsabile, con dirigenti qualificati e personale professionalmente all’altezza, organizzato e motivato. La rinascita del Parco passa, indubbiamente, attraverso il recupero e il rilancio di tutte le sue più qualificate e qualificanti attività, il rinnovamento e la ristrutturazione dei servizi e della loro articolazione territoriale, l’ammodernamento e la semplificazione della amministrazione, la qualificazione delle strutture e del personale».

Questo per quel che riguarda la parte ufficiale, l’organigramma. Ma uno come Peppino Rossi sicuramente avrà tra le sue priorità di responsabile, questa volta politico, dell’Ente le relazioni con gli enti locali, gli amministratori e i cittadini del parco...
«A queste cose ho dedicato molto della mia vita. Con convinzione. La partecipazione delle Comunità locali è elemento determinante e imprescindibile per la conservazione e lo sviluppo sostenibile. Il coinvolgimento delle popolazioni potrà avvenire grazie all’impegno e alle attività degli enti locali, in particolare dei Comuni, ma anche più direttamente grazie alle attività dell’Ente sul territorio.
Guardiamo con attenzione e con fiducia alle varie forme organizzative della società civile, in particolare le associazioni ambientaliste, culturali e di categoria, le cooperative, le agenzie, gli operatori economici».

Cosa si può fare, in concreto per attivare una simile politica di partecipazione?
«Intanto proporrò di partire dalla consapevolezza e dalla condivisione della finalità principale del Parco: la conservazione della natura. Definita la scelta prioritaria della conservazione della natura e della sua corretta valorizzazione, insieme alla tutela e alla giusta valorizzazione delle altre molteplici risorse del territorio, la partecipazione e la cooperazione sono i modi attraverso cui lavorare e ottenere i migliori risultati.
Il Parco cercherà allora di incentivare la creazione di attività che, compatibili con il principio della conservazione, possano aiutare a valorizzare le risorse naturali. E queste sono attività di carattere economico, culturale e sociale.
Ci attendiamo una partecipazione attiva. Se si partecipa, con interesse e voglia di fare, alla costruzione di una realtà in cui il rispetto dell’ambiente riceve una attenzione e una cura particolari e insieme rappresenta una scelta razionale di qualità, si può senz’altro sperare in risultati importanti e positivi. La Natura protetta e valorizzata con un sistema di attività qualificate che la promuovono, è qualcosa su cui si può realmente puntare per favorire il concreto e duraturo sviluppo di chi vive nel Parco. Ma occorre una partecipazione “completa”. Voglio dire che non è sufficiente soltanto la partecipazione alle iniziative, ma è necessario partecipare anche agli impegni e, quindi, alla diffusione di valori precisi e alla costruzione di nuovi modi di pensare e agire. Chiedo disponibilità ma anche onestà nella collaborazione, in un rapporto chiaro, capace di condividere rispetto e impegni».

Nel concreto di specifiche azioni cosa
significa?
«Significa pensare a una agricoltura tipica, tradizionale e innovativa, capace di produrre per un mercato locale di qualità; a un artigianato tradizionale e artistico per molti versi da reinventare tenendo conto dei saperi consolidati, ma reinterpretandoli con i canoni della modernità; a un turismo moderno e vantaggioso, rispettoso dell’ambiente e sensibile ai valori della natura e della cultura del luogo; a tante altre attività del terziario e dei servizi. Tutto ciò nella riconquistata consapevolezza della rilevanza del “nostro Parco Nazionale” nei sistemi d’Area Vasta, nel Sistema nazionale delle aree naturali protette e nei Sistemi europeo e internazionale dei parchi e delle riserve equivalenti. La partecipazione del Parco alla “Rete” permetterà la ripresa, il miglioramento e lo sviluppo di rapporti internazionali, europei e mediterranei, favorendo anche l’accesso alle politiche e alle risorse comunitarie.
Ma l’economia locale sostenibile potrà essere attivata anche con il recupero e la promozione del valore dei centri storici del Parco, di iniziative di valorizzazione del patrimonio storico e culturale (archeologia, architettura, arte tradizioni, usi e costumi, identità territoriale); di progetti per l’utilizzo dell’energia pulita e rinnovabile; di promozione e realizzazione di azioni di marketing-abbellimento del territorio».
Questi i buoni propositi. Ma veniamo ai problemi che ancora esistono, sia di organizzazione, sia di rapporto, in particolar modo, con la gestione territoriale.
«Per quanto riguarda il primo punto, certamente dobbiamo rivedere l’articolazione territoriale, l’organizzazione dei servizi e l’amministrazione anche in considerazione delle mutate esigenze di funzionalità dell’Ente. L’avvenuta stabilizzazione del personale interessato e le progressioni interne del personale “storico” ci permetteranno di riorganizzare le attività della Direzione e dei vari servizi, secondo le esigenze di ammodernamento, di semplificazione delle procedure, di organizzazione e responsabilizzazione complessiva del personale, di nuovi e più incisivi rapporti di collaborazione con il territorio e con l’esterno, nel quadro del Sistema nazionale e comunitario delle aree naturali protette. Oltre alla Direzione di Pescasseroli si potrà pensare a Poli operativi di Settore per il Lazio, il Molise e la Marsica, mentre la stessa Comunità del Parco potrà avere una Sede con uffici e personale. I Centri di Visita e gli altri uffici periferici potranno costituire una vera e propria Rete, capace di interagire e comunicare all’interno e all’esterno del territorio.
Le professionalità del personale hanno bisogno di essere recuperate e valorizzate al massimo. Tutti i dipendenti dovranno maturare la consapevolezza dello speciale e importante valore del lavoro che sono chiamati a svolgere. Sarà perciò necessario revisionare, aggiornare e adeguare il Regolamento di amministrazione e gestione, lo Statuto, la Pianta Organica/Organigramma. Si dovranno istituire appositi Uffici per l’espletamento di nuove e importanti attività per la promozione delle attività compatibili nel turismo, nell’agricoltura/allevamento, nell’artigianato, nel commercio e nei servizi.
Per quel che concerne il secondo argomento bisognerà definire in tempi più brevi possibili gli strumenti di gestione fondamentali. Il Piano del Parco e il Regolamento sono stati inviati ai Comuni per un primo esame, nella versione deliberata dal Consiglio Direttivo dell’Ente nella sua ultima riunione dell’aprile 2006. Il Piano di Sviluppo Economico e Sociale, all’elaborazione del quale dovrà applicarsi la Comunità del Parco, non può tardare ancora.
Ma stiamo pensando anche ad eventuali regolamenti specifici e di settore necessari per una più snella ed efficace gestione del Parco. Per questo dovranno svolgersi opportuni incontri politici, amministrativi e tecnici, al fine di assicurare la necessaria condivisione che ne consenta poi una attenta e puntuale applicazione. Lo stesso Bilancio annuale del Parco, su cui è previsto il parere della Comunità, dovrà diventare oltre che strumento partecipato e condiviso, luogo di costruttiva discussione e programmazione delle attività annuali e pluriannuali dell’Ente, occasione di confronto sulle politiche territoriali, le decisioni, i progetti in materia di conservazione della biodiversità e sviluppo sostenibile.
Per dare continuità e costanza ai rapporti con le associazioni culturali e di categoria (associazioni ambientaliste, associazioni di rappresentanza di agricoltori e allevatori, del turismo e dell’artigianato, del commercio e dei servizi, delle imprese locali, delle cooperative e delle società di servizio, degli ordini professionali, dei sindacati, degli interessi diffusi), penso poi alla istituzione di apposite Consulte».

Mi scuso se insisto, ma i problemi di gestione territoriale, al di là degli strumenti generali di pianificazione significano anche affrontare i temi dell’edilizia e dell’urbanistica...
«Sì, ne sono consapevole. Dovremo procedere a una valutazione e a una attenta verifica della situazione edilizia e della pianificazione comunale chiedendo l’adeguamento dei piani regolatori generali e nuove intese. E’ indubbio che perseguiremo con fermezza il contrasto allo sviluppo speculativo e intensivo dell’edilizia, in particolare alle attività abusive e illegali così come ogni altra attività abusiva di sfruttamento delle risorse del territorio. Vorremmo che si giungesse alla definizione di azioni appropriate di difesa del valore paesaggistico del Parco, dei villaggi e delle culture locali, contro la banalizzazione, il degrado, i danni ambientali che alla fine sono destinati a riflettersi in danni economici per le stesse popolazioni locali. Per questo agiremo anche per la delocalizzazione e riconversione di attività imprenditoriali inquinanti».

Per questa volta abbiamo parlato del parco senza citare le sue mascotte: l’orso marsicano, il camoscio d’Abruzzo... Ma ciò non significa che non siano tra le vostre priorità...
«Certamente è scontata la salvaguardia del patrimonio naturalistico, boschi, vegetazione, fauna.
Continueremo a farlo com’è nella storia naturalistica del parco, contrastando il bracconaggio che ancora permane attraverso il miglioramento e il potenziamento del Servizio di Sorveglianza. Tra gli obiettivi più urgenti che ci poniamo vi è, senza dubbio, la ripresa delle attività di Conservazione e di ricerca scientifica e dei relativi progetti, sviluppando quelli in corso. In particolare ci stanno a cuore il progetto di tutela e gestione delle foreste anche attraverso intese con i Comuni proprietari; l’organizzazione e il lancio di Campagne per progetti specifici di conservazione; la predisposizione di progetti di conservazione della biodiversità, secondo direttive e raccomandazioni internazionali (ad esempio Count Down 2010); la ripresa delle Campagne alimentari a favore della fauna.
Vorremmo accompagnare tutto questo con il rilancio del volontariato e delle attività di educazione ambientale e di interpretazione della natura che per anni ha visto questo parco all’avanguardia».

Qualche sogno nel cassetto?
«Beh, innanzitutto quello di far bene, riuscire a tradurre le idee in fatti. E poi il sogno che tutto questo serva a cambiare un po’ la gente, la nostra società, i modi di pensare troppo viziati dalla corsa ai consumi, alla competizione, al profitto, all’apparire...
Per questo vorrei promuovere anche i valori immateriali del Parco: pace e comunicazione con la natura, comprensione e cura della vita, ispirazione e cooperazione, armonia ed equilibrio, ricerca e ansia di comprensione, autonomia, libertà e bellezza, delicatezza e fragilità, dignità, gentilezza, vicinanza, emozione, silenzio, razionalità, felicità, uguaglianza, lentezza...».

Intanto, dalla prima decade di agosto il parco ha finalmente un Consiglio Direttivo rinnovato.
Lo compongono gli assessori all’ambiente delle Province dell'Aquila e di Frosinone Michele Fina e Antimo Simoncelli; gli amministratori comunali Domenico Neri e Antonio Franciosa in rappresentanza della Comunità del Parco; Stefano Civitarese Matteucci e Fulvio Mamene Capria, designati dal Wwf e dalla Lipu; Augusto Vigna Taglianti della Sapienza e Giovanni Cannata Rettore dell'Università del Molise in rappresentanza degli Enti scientifici e delle Università; Laudo La Cesa, imprenditore di Pescasseroli su designazione del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali; Mario Camilli, giornalista, e Pio Forte, dirigente d'azienda, su nomina del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
«Innanzitutto sono soddisfatto che i tempi promessi dal Ministro, di procedere entro fine estate, siano stati rispettati. Così all’inizio di settembre saremo pronti a partire in formazione completa per il difficile “campionato” che ci aspetta. Indubbiamente è stata allestita una bella squadra, fatta di personalità di spessore che risulterà molto preziosa per l’ambizioso compito di rilancio del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise».