Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



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Coste & Mare

Buone notizie ma non dall'Italia

Una Direttiva europea e una Dichiarazione per il Mediterraneo a tutela delle aree marine.

Ci sarà tempo, per adeguarsi, sino al 2020, anche se la Direttiva sarà applicata a partire dal 2010. Una dilazione che forse si poteva evitare, ma che non toglie forza al provvedimento approvato dal Parlamento Europeo, anche se la relatrice, la parlamentare socialista Marie-Noëlle Lienemannn, ha dichiarato che «fra 50 anni potrebbe non esserci più un solo pesce».
La Direttiva sulla strategia marina diventa un nuovo pilastro portante della politica ambientale marittima, basata su protezione e conservazione dell'ambiente marino attraverso l'inserimento di regole a tutela di tutti i settori interessati. Il Parlamento europeo ha aggiunto alla Direttiva un contributo importante che raccoglie gli impegni internazionali sottoscritti dall'Ue e le raccomandazioni dell'Onu: l'obbligo per gli Stati membri di stabilire zone di protezione marine. Per la Commissione europea il voto assume un significato speciale che viene ascritto al «recente accordo negoziato tra la Presidenza portoghese e il Parlamento. L´obiettivo di questo accordo è di pervenire ad un buono stato ecologico dell'ambiente marino dell'Unione Europea all'orizzonte del 2020. Conferma l'impegno fermo di tutte le istituzioni dell'Unione Europea in favore di una migliore protezione dei mari e degli oceani d'Europa».
Ha aggiunto il commissario all'ambiente Stavros Dimas: «E' assolutamente vitale per l'Unione Europea proteggere le sue acque marine e risanare i suoi mari ed oceani. Questo esige un approccio integrato della gestione marina». La direttiva è accompagnata e sostenuta da altri atti legislativi europei nel settore, come la Direttiva quadro sull'acqua, e consentirà di avere un quadro globale per la sua protezione durante tutta la durata del suo ciclo. Gli ecosistemi marini vengono considerati, dal provvedimento, come una fonte importante di biodiversità, con un ruolo determinante nella formazione degli eventi meteorologici e climatici che riguardano da vicino la qualità della vita umana e il benessere sociale. Il mare e gli oceani sono visti anche come fornitori di una serie di servizi essenziali, in particolare nei settori dell'energia solare e dell'assorbimento del carbonio. Conservare l'ambiente marino diviene dunque indispensabile alla prosperità economica delle regioni marittime e dell'Unione Europea nel suo insieme e perché le politiche contro il degrado, causato dalle elevate pressioni sulle risorse naturali e sui servizi ecologici, siano efficaci occorre intervenire con urgenza. Le minacce più preoccupanti sono, oggi, quelle che provengono dagli effetti del cambiamento climatico, dalla pesca commerciale, dall'introduzione di specie esotiche, dall'inquinamento e dall'introduzione di sostanze pericolose legate al trasporto marittimo, prospezioni petrolifere e gasiere, sversamenti di idrocarburi; non vanno trascurati gli effetti nefasti che derivano dal progressivo arricchimento in sostanze nutritive delle acque marine provenienti dall'agricoltura e dalle acque urbane residuali non trattate, nonché la presenza di rifiuti in mare e dal rumore. La nuova Direttiva riguarda una superficie di tre milioni di chilometri quadrati di mari europei, equivalente a quella terrestre dell'Europa, che finora, al di là di alcune misure sporadiche, non godevano di un quadro generale di riferimento per la protezione ambientale. Per questo, sin dal 2005 la Commissione Europea propose una strategia per l'ambiente marino che, giunta a compimento, rappresenterà «la più grande estensione della copertura territoriale della legislazione comunitaria in materia di ambiente. Un quadro solido per risanare i nostri oceani». Nella Direttiva è prevista la creazione di regioni e sotto-regioni marine definite con criteri ambientali, la cui gestione sarà responsabilità di ogni Stato membro che avrà cura di farlo in maniera integrata, cooperando strettamente per stabilire strategie marine per le acque di ogni regione. Detta collaborazione non investirà solo gli Stati membri dell'Unione, ma essi dovranno stabilire rapporti specifici per il coordinamento con i Paesi extracomunitari appartenenti alla stessa regione marina e compresi nelle convenzioni marittime regionali. Le singole strategie troveranno attuazione attraverso specifici piani di azione che si svilupperanno in più tappe e dovranno partire dalla valutazione dello stato dell'ambiente e delle principali pressioni che gravano nelle diverse regioni marittime; subito dopo sarà necessario individuare gli ambienti e le biocenosi in buono stato ecologico, per poi stabilire obiettivi, indicatori e programmi di sorveglianza. Il tutto dovrà essere elaborato entro il 2015, per fare in modo che "il buono stato ecologico" possa essere raggiunto entro il 2020.
Intanto qualcosa si muove anche nel Mediterraneo, dove a Port-Cross è stata siglata una Dichiarazione sulle Aree Marine Protette del Mediterraneo che ribadisce l'importanza cruciale delle aree marine protette per la conservazione della biodiversità e le risorse del mare. La Dichiarazione è stata firmata in occasione della "Conferenza della Rete delle Aree Marine Protette del Mediterraneo - MEDPAN, 24-27 ottobre 2007", a Porquerolles, nel Parco Nazionale di Port-Cros (Francia).
L'hanno sottoscritta tutti i 120 esperti della conservazione marina, facenti parte degli organismi di gestione delle aree marine protette del Mediterraneo, nonché dai rappresentanti di diversi governi, di organizzazioni non governative, intergovernative e internazionali e della comunità scientifica, partecipanti alla Conferenza.
Il testo della Dichiarazione sollecita la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti, con l'obiettivo di creare una rete ecologica -capace di rappresentare e di gestire efficacemente le aree protette del Mediterraneo- entro il 2012; l'invito è rivolto alle diverse sponde del Mediterraneo per costruire una cooperazione tra le diverse esperienze che passi attraverso la condivisione delle conoscenze con l'obiettivo comune di rafforzare l'efficacia di gestione della rete di tutela della biodiversità. Perché ciò sia possibile si sottolinea la necessità di realizzare piani di azione, che mirino a risolvere gli attuali problemi di gestione, a preservare l'immenso patrimonio naturale Mediterraneo, a favorire lo sviluppo armonioso delle comunità che lo popolano anche attraverso la messa a disposizione di risorse finanziarie e umane adeguate. Nel gennaio 2008, in occasione della riunione dei Paese aderenti alla Convenzione di Barcellona, la Dichiarazione sarà presentata a tutti i Governi interessati. Federparchi è tra i firmatari della Dichiarazione, anche in considerazione della centralità del tema delle aree marine nel panorama dell'esperienza italiana.Il testo della Dichiarazione di Port-Cros è disponibile in inglese e francese nella Sezione "Documents" del sito: www.medpan.org.

Delfino Olivero