Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



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Parchi periurbani

L'esperienza del Parco Nord Milano

Oggi, accanto al tema dei grandi parchi di montagna o delle aste fluviali, sta emergendo la questione dei parchi di cintura metropolitana, delle reti e dei corridoi ecologici nei territori più antropizzati.

Se guardiamo le nostre città dai satelliti, ci accorgiamo della loro espansione a macchia d'olio, nella quale le metropoli continuano a mangiare i residui spazi vuoti con una incredibile velocità.
E', quindi, da questo contesto che nasce l'urgenza di un ripensamento e di un intervento immediato per tutelare le residue aree verdi e agricole rimaste, per individuare corridoi ecologici e costruire reti ecologiche che consentano un miglioramento significativo della qualità della vita nelle grandi e medie aree urbane italiane.
I parchi periurbani costituiscono gli essenziali elementi naturalistici che vengono preservati e donati alla vita, caratterizzandosi anche come "nuove piazze metropolitane" alternative alle "piazze del post-moderno consumismo" (ipermercati, outlet, ecc.). I parchi periurbani sono stati, fino ad oggi, trascurati. Essi, invece, sono decisivi per la qualità della vita, per la biodiversità, per il paesaggio e la qualità urbana.

Dai cunei alle green belt
Oggi il verde pubblico delle nostre grandi città non è effettivamente fruibile dalla cittadinanza, come invece nel resto dell'Europa. Anche i parchi periurbani hanno più la caratteristica e la conformazione spaziale di cunei verdi che dal "fuori" entrano "dentro" la città e non piuttosto quella dello stare attorno (periurbano significa proprio qualcosa che "circola intorno") alla città. Dai cunei verdi occorre passare alla formazione delle cinture verdi e alla loro connessione, attraverso la individuazione e la tutela dei corridoi ecologici, con la più vasta rete ecologica costituita dalle aree protette e dai grandi parchi nazionali.
Le cinture verdi, a corona delle grandi città, hanno un'importanza strategica per i grandi e complessi agglomerati regionali e interregionali italiani. Uno dei problemi delle nostre metropoli è, infatti, la frantumazione degli spazi e l'annullamento dei percorsi pedonali e sociali: la città, oggi, si impone quasi esclusivamente come insieme di punti da raggiungere il più velocemente possibile. L'introduzione di una rete di "mobilità dolce", sfruttando i parchi e i percorsi verdi distribuiti su tutta la città, possono migliorare le relazioni urbane. La costituzione e realizzazione dei parchi periurbani corrisponde anche ad un essenziale momento di ripensamento della pianificazione locale e di area vasta, nonché degli approcci allo sviluppo e gestione sostenibile. Luoghi dove la natura possa riprendere velocemente possesso del territorio. E' quello che è avvenuto ad esempio al Parco Nord Milano dove, nel giro di 25 anni, si sono ricostruite le condizioni della naturalità ed è ricomparsa una flora che si pensava perduta.
La partecipazione, il bilancio sociale e la certificazione ambientale
Per un parco muoversi in un'ottica di gestione partecipata, significa adottare strumenti di rendicontazione della propria attività, che permettano a suoi vari interlocutori di conoscere, in modo trasparente ed efficace, la complessità della struttura e delle funzioni. Partecipazione e qualità possono essere perseguite attraverso lo strumento della certificazione ambientale che favorisce, tra l'altro, un rapporto positivo tra i parchi, le imprese, i cittadini e i fruitori. Credo utile aprire una riflessione anche sulla fruizione. In ambito periurbano la fruizione è parte essenziale della mission dei parchi. Essa spesso scatta automaticamente dopo la trasformazione a verde fruibile delle aree. Per questo i parchi devono dotarsi di strumenti e regolamenti che accompagnino la fruizione con un'azione di educazione e responsabilizzazione tale da incidere sulla cultura e i comportamenti dei cittadini.

Il Parco Nord Milano
Istituito nel 1975, il Consorzio Parco Nord Milano gestisce un'area protetta regionale di circa 620 ettari di territorio. Possiamo affermare che quello di Parco Nord è stato un enorme processo di trasformazione, che ha cambiato la geografia urbana e il paesaggio del nord Milano, riconvertendo a verde aree prima industrializzate ed ora rese fruibili per migliaia di cittadini. In pratica, si è trasformato un punto di degrado in un punto di eccellenza della grande Milano. I boschi presenti nel parco hanno tutti un'origine artificiale che risale al 1983 quando, a poco a poco, è stata intrapresa la piantumazione degli alberi (oggi sono circa 300.000). Ma il Parco Nord continua a crescere. Sono infatti, in corso alcuni importanti progetti di forestazione. Due sono in fase definitiva e prevedono circa 15 ettari di nuove piantumazioni. In questo modo si darà un contributo all'abbattimento della CO2, alla qualità dell'aria di Milano e della sua area metropolitana.
Inoltre, per abbattere i livelli di CO2 e realizzare un risparmio energetico, è stato presentato un impianto fotovoltaico, che il Ministero dell'Ambiente ha inserito nel "conto energia". L'impianto renderà il parco quasi autosufficiente per l'energia elettrica, facendo risparmiare all'aria di Milano e dintorni ben 30 tonnellate di CO2.
Il parco ha investito fin da subito nel sistema dei percorsi ciclo-pedonali che, in questi trent'anni, si è così sviluppato sino da avere oggi circa 30 km di piste, e almeno un'altra decina in costruzione, consentendo così una buona fruibilità e accessibilità ciclopedonale ai cittadini. Riguardo alla ciclopedonalità, da anni si è investito nel sistema delle passerelle (al momento ne esistono 5), che consentono di collegare la rete di piste ciclabili e di offrire delle porte di accesso al parco a chi abita nei quartieri circostanti.
Quest'anno, le risorse finanziarie a disposizione per gli investimenti in conto capitale potrebbero consentire di completare il progetto del Parco Nord con l'acquisizione di nuove aree, nuovo verde, nuovi accessi e fruibilità; una enorme opportunità sulla quale verranno concentrati sforzi per i prossimi due/tre anni.
Per integrare il parco nel territorio e metterlo in rete con gli attori istituzionali sono state avviate collaborazioni proficue con le università. Di particolare rilievo la sottoscrizione di una convenzione con l'Università degli Studi Milano Bicocca. Insieme all'Università Cattolica di Milano, invece, si è effettuato uno studio per comprendere i fenomeni di massiccia presenza di extra comunitari, sudamericani in particolare, che utilizzano aree del Parco, al fine di definire un percorso educativo ed integrativo di questi nuovi fruitori. Nel parco sono presenti nove lotti di orti per anziani per un totale di 350 appezzamenti coltivati da oltre 550 "ortisti": si tratta di piccole porzioni recintate in cui gli assegnatari trasformano aree di parco in giardini fioriti a beneficio di tutti i frequentatori.
Inoltre, va sottolineato come il parco realizzi , grazie al coinvolgimento delle associazioni, oltre 150 iniziative culturali, ricreative, ludiche e didattiche, volte tutte a promuovere il "bene parco" come valore culturale oltre che ambientale. Parco Nord ha anche avviato un percorso partecipativo di Agenda 21 ed un coinvolgimento delle associazioni di portatori di disabilità per migliorare fruizione e accessibilità da parte dei diversamente abili.
L'insieme di queste iniziative ha contribuito ad aumentare la fruizione responsabile del parco che oggi supera i 2.000.000 di cittadini all'anno.

Parchi mutamenti climatici, biodiversita'
L'esperienza del parco, nonostante i buoni risultati, non può chiudersi in se stessa, se vuole portare il suo contributo alle sfide ambientali dei prossimi anni.
Per i parchi periurbani si pone una grande questione: non solo come stare dentro ai percorsi di trasformazione urbana e di riqualificazione del paesaggio urbano, ma come fronteggiare i mutamenti climatici, garantire la biodiversità, fare rete, sistema, scambiarsi informazioni, muoversi coralmente per realizzare corridoi ecologici da est a ovest, da nord a sud.
A questi temi si devono poi aggiungere le questioni legate al turismo, all'agricoltura, al biologico, all'enogastronomia, all'abbattimento della CO2 e alla pratica del ricorso ad energia proveniente da fonti rinnovabili o pulite.
Come Parco Nord abbiamo constatato che i mutamenti climatici hanno spostato a nord, sino a noi, l'areale dell'ambiente tipico mediterraneo.
Questo significa che sta già avvenendo un progressivo spostamento verso nord di tutti i sistemi ecologici e ambientali naturali, che provocano e provocheranno profonde modifiche del paesaggio e soprattutto comporteranno profonde implicazioni nei settori dell'agricoltura, del turismo e tempo libero, ma anche del settore residenziale.
Di fronte a questi eventi è assolutamente indispensabile che i parchi siano preparati per fronteggiare problemi di adattamento, di sopravvivenza delle specie animali e floreali, mai presentatisi prima d'ora.
Gli insetti hanno seguito di pari passo lo spostamento della vegetazione e degli habitat. Oltre il 60% di 35 specie di farfalle, considerate in uno studio recente, si sono spinte più a Nord per oltre 200 km dai luoghi originari. Nei boschi del nord Europa falene e libellule ma anche locuste sono ormai di casa dagli anni '90. In Italia, la processionaria dei pini mediterranei, è stata rinvenuta sulle conifere delle Alpi.
Studi scientifici hanno documentato che molte specie di avifauna migratoria si spingono sempre più a Nord, con uno spostamento di circa 10 km per decennio.
Gli anfibi e i rettili, essendo animali a sangue freddo, sono i più vulnerabili ai mutamenti climatici: gli anfibi, ad esempio, sono da tempo in forte declino in tutto il mondo e molte specie sono a rischio estinzione.
Nella sola Italia, nell'ultimo secolo, si sono estinte una trentina di specie vegetali della flora autoctona e diverse specie di vertebrati.
I parchi hanno la potenzialità e le risorse per contribuire ad affrontare questi problemi, ma le istituzioni devono metterli nella condizione di poterlo fare.

Conclusioni
L'impressione che mi deriva da questi anni di Presidenza del Parco Nord è che tutte le Regioni, nel rinnovare la propria legislazione in materia di Parchi, abbiano guardato al passato più che ai nuovi critici problemi ambientali presenti e previsti per il prossimo futuro. Tutte le istituzioni devono capire che investire sull'ambiente non è un costo, ma, al contrario, un risparmio.
Il rapporto Stern, commissionato dal Governo britannico e presentato a Nairobi nel Novembre del 2006, per valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sul sistema economico, conclude che se non si attueranno politiche di riduzione delle emissioni di gas serra ci saranno danni all'economia valutabili tra il 5-20% del PIL mondiale annuo.
Inoltre tutte le grandi città italiane per competere globalmente devono assicurare, oltre ad alti redditi e ad un sistema di imprese di alto profilo produttivo-finanziario-comunicativo, un livello alto di qualità della vita, di verde fruibile, di paesaggio, di biodiversità cose queste che si possono garantire e incrementare attraverso i Parchi.
E' necessario elaborare una "cultura del luogo" che possa renderle attrattive su scala globale. Il difficile rapporto con la natura, il nascondimento della natura è una parte del problema. Dunque, se si vuole competere, la scelta della qualità degli spazi urbani dedicati allo spazio-tempo della vita dei cittadini è indispensabile.
Realizzare una Green Belt attorno alle città significa rendere migliore e più gradevole la vita urbana, contribuendo, al contempo, al miglioramento delle questioni ambientali generali.
Realizzare i corridoi ecologici significa congiungere la rete dei parchi regionali e locali e del verde metropolitano tra loro e garantire così una possibilità di spostamento a tutte le diversità biologiche esistenti, e così via.
Nel mondo moderno, dominato dalla tecnica, distruggere è facile. La cosa più difficile è "ri-costruire": ai parchi periurbani va riconosciuto il contributo ambientale ed anche sociale che danno alla qualità della vita delle città, alla ricostruzione del paesaggio e della naturalità.

Ignazio Ravasi