Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



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Dai francesi spunti per tutti i Parchi d'Europa

Dal Congresso del quarantennale dei parchi regionali francesi le aree protette risultano strumento essenziale per concretizzare i provvedimenti ambientali nazionali ed internazionali. Dal clima, alla salute, passando per la conservazione. Una serie di riflessioni utili a tutti i parchi europei e favorite dalla concomitanza del dibattito nazionale sull'ambiente voluto da Sarkozy.

Non poteva prodursi una coincidenza più opportuna per la celebrazione del Congresso della Federazione dei parchi naturali regionali francesi. I quattro giorni dell'appuntamento di inizio ottobre, nella insolita e preziosa cornice dell'Abbazia reale di Fontevraud, nel Parco Loire-Anjou-Touraine, si sono venuti a collocare nel vivo di un dibattito nazionale sui temi ambientali dalle caratteristiche eccezionali e del tutto sconosciute per noi italiani. Una riflessione collettiva per la definizione delle priorità di politica nazionale lungo alcuni assi portanti quali la lotta contro il riscaldamento climatico, la tutela dell'ambiente e della salute, la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali. Una "tavola rotonda" lunga cinque mesi, promossa dal Presidente della Repubblica, che è andata sotto il titolo di "Grenelle de l'Environnement" (dal nome della via del ministero del Lavoro dove nel 1968 furono siglati importanti accordi sulle condizioni dei lavoratori), alla quale hanno partecipato governo, enti locali, associazioni ambientaliste, sindacati e imprese e che lo stesso Sarkozy avrebbe poi concluso a fine ottobre, alla presenza del Nobel per la Pace Al Gore e del presidente della Commissione europea Barroso, consegnando al Parlamento transalpino una serie di proposte prioritarie da trasformare in provvedimenti di legge.
Nessuna occasione migliore, allora, a disposizione degli esponenti della Federazione, per mettere a frutto l'elaborazione accumulata e affinata lungo un cammino che proprio nel 2007 è giunto a festeggiare i quaranta anni di vita. Nessuna possibilità più adatta, per gli oltre ottocento rappresentanti dei Parchi regionali del continente e dei territori di Guyana Martinica e Corsica, per manifestare, concretamente e a suon di proposte, il crescente protagonismo delle loro istituzioni, che hanno raggiunto ormai il numero di 45, per una superficie di oltre 7 milioni di ettari, che interessano più di tre milioni di abitanti, tutte le Regioni del Paese, circa 3.700 comuni e 68 dipartimenti su 105.
E in effetti, se si esaminano le risoluzioni (Box 1) articolate secondo gli assi del dibattito nazionale e consegnate alla "Grenelle" da parte della Federazione, non si può non cogliere un ferreo filo di coerenza, rivolto a conferire logica e uniformità, sui territori, alle innumerevoli iniziative in atto, così come a quelle possibili o ipotizzabili per fare dei parchi "lo" strumento per la sperimentazione e la verifica di ogni attività innovativa che i nuovi provvedimenti ambientali nazionali vorranno definire. L'impressione, confermata dalle reazioni a caldo delle autorità di governo presenti al Congresso e dalla larga adesione degli esponenti politici regionali e locali intervenuti, è che si sia colto nel segno, e che il pragmatismo delle proposte abbia le caratteristiche per sfruttare fino in fondo l'apertura e la ricettività create dal processo della "Grenelle".
E' perciò facile sottolineare che la crescita quantitativa dei parchi francesi si è ormai tradotta in una notevolissima crescita qualitativa, grazie appunto al coinvolgimento di un numero sempre maggiore di soggetti e di professionalità, ma grazie anche all'uniformità operativa garantita ai numerosi progetti messi in campo dalla Federazione e al peso istituzionale acquisito attraverso l'impegno di molti parlamentari e politici regionali. Ora qualità e peso vanno all'incasso e se, mentre scriviamo, non è ancora possibile sapere quanto di questa elaborazione si tradurrà in provvedimenti normativi, è vero che il senso delle proposte rimarrà immutato a rappresentare un punto di riferimento il cui valore va molto al di là dei confini francesi.
C'è infatti, in quelle proposte, molta materia di riflessione e confronto per tutti. In particolare per coloro che, come in Italia e in altri Paesi europei, operano con parchi e in situazioni economiche, sociali e giuridiche dalle caratteristiche molto simili a quelle francesi. Analogo ragionamento può essere svolto per la parte più propriamente congressuale dei lavori di Fontevraud. Anche il dibattito rivolto a definire concretamente gli indirizzi e gli obiettivi propri dell'attività dei parchi nell'attuale assetto normativo e organizzativo ha prodotto tesi (Box 2, 3, 4, 5) di grande interesse generale, dalle quali emerge una non scontata capacità di legare questioni di ampia prospettiva - le conseguenze dei cambiamenti climatici, le dinamiche economiche e sociali in atto negli ambienti rurali - a linee di azione anche in questo caso molto pragmatiche, dai risultati preventivabili e potenzialmente misurabili.
A questo riguardo si segnalano in particolare i temi del paesaggio e quelli legati alle trasformazioni sociali che stanno conoscendo le aree agricole. Due settori nei quali la necessità di rompere gli schemi e di pensare a politiche innovative è stata affrontata con una notevole dose di coraggio, in grado di generare proposte dal sapore rivoluzionario, che non ci si attenderebbero da parte dei compassati colleghi d'Oltralpe.
Basti pensare all'idea di contrattualizzare le azioni a tutela del paesaggio, o a quella di usare allo stesso fine la leva fiscale o, infine, alla porta che viene aperta alla costruzione di paesaggi nuovi, frutto di una diversa, anche se programmata e controllata nelle finalità ambientali, organizzazione dei rapporti economici e delle filiere produttive.
La considerazione, che vale anche in questo caso, riguarda la maturità raggiunta da un movimento che, impostato su basi legislative e istituzionali assai solide, alle quali per la verità si erano in passato attribuite finalità principalmente socio-economiche a scapito di quelle della conservazione, ha invece saputo con il tempo affermare una visione organica, capace di confrontarsi senza molti condizionamenti con le vere priorità ambientali. E' una osservazione avvalorata anche dall'esame dell'insieme dei processi in corso nella organizzazione e gestione delle aree protette francesi. L'esperienza dei parchi regionali ha molto influenzato la recente riforma dei parchi nazionali (cfr. speciale sul n°48 del 2006 di Parchi) e la loro crescita ha imposto la creazione o la valorizzazione di strumenti "orizzontali", come l'Atelier técnique des espaces naturels, luogo di incontro e collaborazione di tutti i soggetti con responsabilità nel settore.
Naturalmente, in una occasione come quella di Fontevraud, non ci si poteva attendere che i temi internazionali entrassero ampiamente a far parte delle tesi discusse nell'Assemblea congressuale e, anche se non sono mancati gli incontri con le numerose delegazioni straniere presenti (italiana compresa), sono venute meno le possibilità di un adeguato approfondimento dei tanti spunti di lavoro comune, ai quali le proposizioni del dibattito rinviavano inevitabilmente, mettendo in luce, ad ogni passaggio, la necessità e il valore di una azione concertata da parte dei parchi europei nei confronti delle istituzioni comunitarie.
Una ragione in più per stringere ancora maggiormente in futuro i già forti legami di collaborazione che uniscono le due federazioni cugine e per proseguire in un confronto che può produrre molte buone idee anche da noi.

BOX1
Le proposte della Federazione dei Parchi Regionali naturali francesi
per la "Grenelle de l'Environnement"


Gruppo di lavoro nazionale "Lottare contro i cambiamenti climatici e gestire l'energia"
Proposte dei Parchi:
1) Attuare dei "Piani clima" secondo progetti territoriali
• definire un "Piano clima" per i Parchi regionali, introducendo l'obbligo di coerenza per tutte le altre iniziative previste sullo stesso territorio
• prevedere finanziamenti specifici per l'animazione dei "Piani clima"
• attribuire alla Federazione, in collegamento con tutti gli altri soggetti capofila, l'animazione, il monitoraggio e l'aggiornamento degli obiettivi a scala nazionale
2) Favorire lo sviluppo della pianificazione "ambientale" nell'urbanizzazione dei Comuni rurali
• applicare strumenti finanziariamente incentivanti per la pianificazione intercomunale in ambito rurale, condizionati ad obiettivi di sostenibilità e di applicazione del metodo della governance
• sviluppare l'affiancamento tecnico alle amministrazioni locali, in un quadro di partenariato tra il Parco regionale e i titolari dei servizi infrastrutturali

Gruppo di lavoro nazionale "Preservare la biodiversità e le risorse naturali"
Proposte dei Parchi:
1) Inserire la pianificazione e la gestione territoriale in una rete ecologica
• definire la rete ecologica nazionale, quadro di riferimento, in coerenza con la rete europea
• accertare la compatibilità dei documenti di pianificazione con la rete ecologica nazionale
• condizionare i finanziamenti dei progetti e delle azioni di gestione del territorio al rispetto della rete ecologica
• avviare un programma nazionale di ricerca sui temi delle reti e dei corridoi ecologici
2) Definire un nuovo piano nazionale 2008-2017 per le zone umide
• introdurre una Indennità Speciale Zone Umide a sostegno dell'economia agricola che garantisce la preservazione della biodiversità e dei paesaggi caratteristici delle zone umide
• gestire i siti Ramsar nel rispetto degli impegni internazionali assunti dalla Francia
• proseguire nell'azione dei "poli tematici zone umide" valorizzandone il ruolo di animazione territoriale, di sensibilizzazione e di conoscenza
3) Fare del paesaggio il quinto elemento dello sviluppo sostenibile
• considerare il paesaggio nel quadro delle clausole dei Contratti di Piano tra Stato e Regioni. Nei territori dei Parchi ciò consentirebbe l'elaborazione di una carta del paesaggio il cui coordinamento e la cui animazione sarebbero assicurati dal Parco stesso
• rafforzare il valore del parere dei Parchi sugli studi d'impatto delle grandi infrastrutture e delle grandi opere pubbliche e private, per giungere al parere di conformità

Gruppo di lavoro nazionale "Adottare modi sostenibili di produrre e consumare"
Proposte dei Parchi:
1) Favorire una gestione contrattata dello spazio rurale, rispondente agli obiettivi ambientali
• definire obiettivi coerenti con la rete ecologica in materia di pratica agricola e di percentuale di superficie destinata alle infrastrutture agroecologiche. Gli obiettivi verrebbero attuati con il Piano del Parco
• attuare una gestione paritaria, coordinata alla scala del Parco, tra le comunità e gli agricoltori
• aiutare le comunità ad assicurare la protezione degli elementi naturali e paesaggistici essenziali
• remunerare gli agricoltori in relazione con i servizi ambientali resi alla collettività
• esonerare dalla tassazione fondiaria gli agricoltori che si impegnano a non costruire
• organizzare l'offerta formativa e l'assistenza in materia ambientale per accompagnare i cambiamenti nelle pratiche colturali
• fissare una durata minima decennale del contratto ambientale
2) Sviluppare la "filiera corta" per favorire un nuovo legame sociale in ambito rurale
• rendere identificabili i prodotti di filiera corta
• facilitare l'approvvigionamento della ristorazione collettiva con prodotti locali
• sostenere economicamente le strutture collettive necessarie alle filiere corte
• integrare le misure di sostegno alle filiere corte in un programma nazionale di "contratti territoriali per una alimentazione sostenibile"

Gruppo di lavoro nazionale "Costruire un metodo ecologico: istituzioni e governance"
Proposte dei Parchi:
1) Il Sapere, fattore chiave per una gestione collettiva, solidale e sostenibile del territorio
• riconoscere ai Parchi regionali, sui rispettivi territori, la funzione di "osservatori territoriali per la gestione della conoscenza" e affidare loro, per via contrattuale, la missione di trasmissione dei saperi

Gruppo di lavoro "Promuovere modalità di sviluppo ecologico favorevoli al lavoro e alla competitività"
Proposte dei Parchi:
1) Fare dei Parchi regionali una rete di riferimento per l'innovazione al servizio dell'ambiente
• definire per i Parchi regionali uno statuto di "zona franca ambientale" simile a quello delle zone franche urbane per l'economia. In un quadro nazionale, e per il periodo di validità della "Carta del Parco" essi potrebbero beneficiare di disposizioni liberatorie concernenti gli obiettivi del Piano
• fare dei Parchi regionali una rete di territori di riferimento per la sperimentazione delle decisioni della "Grenelle de l'Environnement"
2) utilizzare la fiscalità per rendere possibile una gestione sostenibile delle aree naturali dei Parchi regionali
• introdurre nei Parchi l'esonero dalle tasse per i proprietari di fondi non costruiti e che si impegnino ad utilizzare il terreno in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale
• rivalutare la DGF (Dotazione Globale di Funzionamento, i trasferimenti dello Stato) per i Comuni dei Parchi regionali
• introdurre un trasferimento dalle Regioni ai parchi, che potrebbe essere finanziato da una quota dei pedaggi autostradali o delle rendite immobiliari

Gruppo di lavoro trasversale "OGM"
Proposte dei Parchi:
Preservare la biodiversità e assicurare la tracciabilità dei prodotti
• riconoscere ai territori organizzati che lo vorranno, il diritto garantito dallo Stato di essere "senza OGM"
• avviare, in territori sperimentali "senza OGM", un monitoraggio della biodiversità, della qualità dei suoli e dei prodotti

BOX2
I temi congressuali • La biodiversità condivisa ogni giorno

I dieci impegni dei Parchi:
• conoscere, monitorare e stimare la biodiversità e i paesaggi dei territori di competenza
• definire la propria collocazione nella costruzione di una rete ecologica
• proteggere le specie e gli habitat significativi
• affermare il ruolo di coordinamento e di mediazione territoriale
• trasformare i partenariati in contratti attivi
• essere zone- laboratorio per la ricerca
• favorire la conoscenza della biodiversità da parte di tutti a tutti i livelli
• attuare gli obiettivi adottati dai livelli nazionale e regionale
• trasferire e scambiare le esperienze e le competenze con altri territori francesi e stranieri
• dare priorità alla biodiversità nella "Carta del Parco"

E i sei mezzi prioritari per attuarli:
1) Asse trasversalità
• organizzare le azioni dei Parchi per progetti
• adottare un linguaggio comune e strumenti semplici per dare valore alla biodiversità
• definire, con l'aiuto dei ricercatori, indicatori semplici e comunicativi dello stato della biodiversità di un territorio
2) Asse coerenza
• definizione di una strategia nazionale per le aree protette
• condivisione delle responsabilità e attribuzione degli obiettivi ai diversi attori
• sperimentazione di metodi di lavoro innovativi (compensazioni ecologiche, ecocondizionalità,
fiscalità verde, obbligo di risultato)

BOX3
I temi congressuali • Forum I parchi alla prova dei cambiamenti climatici

1) Organizzarsi superando i settorialismi per creare capacità d'adattamento
• integrare la lotta contro i cambiamenti climatici nelle "carte istitutive": una condizione per la riclassificazione del Parco
• partecipare alla generalizzazione delle politiche di lotta contro i cambiamenti climatici
• far leva sul partenariato e la concertazione per raggiungere obiettivi concreti
2) Sperimentare e trasferire approcci e tematiche nuove
• conoscere il proprio impatto-carbone per agire di conseguenza
• produrre conoscenze alla scala territoriale del Parco
• avviare la sperimentazione sui trasporti in ambito rurale
• considerare l'agricoltura come un'area d'azione prioritaria
3) Provocare un cambiamento culturale per far evolvere la mentalità
• convincere attraverso l'esempio
• educare, formare e sensibilizzare: premessa indispensabile

BOX4
I temi congressuali • Forum I parchi di fronte alle trasformazioni territoriali

1) Accompagnare i percorsi di vita degli uomini e delle donne
• ascoltare e accompagnare i portatori di progetti (rinnovare il tessuto economico)
• favorire la mobilità degli abitanti (fisica e mentale)
• rafforzare e tessere un'offerta di servizi adatta ai bisogni concreti
2) Agire per vivere meglio insieme
• favorire i rapporti tra le fasce di popolazione e il legame con il territorio
• gestire l'urbanizzazione ricercando l'equilibrio tra le diverse funzioni spaziali
• promuovere la responsabilità sociale ed ambientale degli attori economici
3) Darsi i mezzi per adattarsi alle trasformazioni
• organizzare l'ingegneria delle relazioni (dare ai parchi il ruolo dovuto nei rapporti istituzionali)
• sviluppare l'innovazione (sperimentare e riconoscere un certo diritto all'errore)
• coinvolgere la ricerca e l'analisi delle prospettive future

BOX5
I temi congressuali • Forum Il Paesaggio tra natura e cultura

1) Impedire l'artificializzazione
• favorire una maggiore considerazione per i pareri preventivi del Parco
• sostenere la pianificazione urbanistica intercomunale
• dotarsi di descrizioni attente dei tipi di paesaggio e delle loro origini, spiegarle ai cittadini e allegarle ai documenti di pianificazione
• concepire il piano urbanistico come un aspetto di un processo più lungo
• organizzare le filiere di approvvigionamento dei centri urbani salvaguardando la vocazione periurbana degli spazi agricoli
• controllare che gli aiuti all'edificazione siano sempre condizionali
• favorire il riuso edilizio e l'uso di spazi già disponibili; ad un metro quadro urbanizzato corrisponda un metro quadro rinaturalizzato
• fornire agli amministratori locali indicazioni utili sui modi di operare
• rafforzare l'animazione sui temi della progettazione, compresa quella per piccoli lavori
2) Agricoltura: origine di paesaggi di qualità?
• rendere più esplicito il legame tra agricoltura e paesaggio
• rendere il paesaggio un progetto territoriale
• ridare fiato alla leva contrattuale sul paesaggio
• occuparsi del paesaggio futuro partendo dai rapporti tra l'agricoltura e l'utilizzazione dell'energia
• valorizzare i prodotti per valorizzare il paesaggio
3) Gli abitanti costruttori del loro paesaggio
• rafforzare la sensibilizzazione della popolazione sui temi del paesaggio
• educare alla conoscenza del patrimonio culturale durante tutto il percorso scolastico
• stimolare gli attori locali ad essere realizzatori di paesaggio e a lasciare una traccia positiva con le loro azioni
• collegare la sensibilizzazione sul paesaggio ai temi delle devastazioni provocate dai cambiamenti climatici
• incoraggiare anche con misure fiscali l'azione privata a favore del paesaggio e sostenere progetti proposti dai cittadini lasciando spazio all'innovazione
4) Assaggiare un pezzo di paesaggio per vederlo meglio
• coinvolgere maggiormente il settore privato sulle questioni del paesaggio per affermare una più forte coerenza collettiva tra i diversi attori del territorio
• tentare un approccio maggiormente economico al paesaggio, in quanto esso è anche un capitale dal quale dipendono numerose attività
• aprire a nuovi progetti economici sostenibili, accettando che possano essere creatori di una evoluzione del paesaggio e anche di paesaggi nuovi
• abbattere le separazioni orizzontali e verticali tra attori, ricostituendo delle filiere in grado di raccogliere la sfida della gestione di progetti a scala territoriale

Luigi Bertone