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Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



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Dalla conoscenza all'azione sui paesaggi. Le politiche del paesaggio crescono in tutta l'Europa

Un primo passo in attuazione della Convenzione Europea del paesaggio

Le politiche del paesaggio crescono in tutta l'Europa.
Due i filoni principali: quello legato a governance e sviluppo di matrice germanico-anglosassone e quello analitico-vincolistico che vede invece allineate Danimarca, Polonia, Francia, Spagna ed Italia. Una la necessità comune più impellente: coinvolgere maggiormente gli attori del territorio. Un compito che sembra fatto su misura per le aree protette.

Lo sviluppo di metodologie di conoscenza per la valorizzazione ed il progetto di paesaggio è al centro di studi, ricerche e sperimentazioni interdisciplinari con l'obiettivo di fornire indicazioni metodologiche per promuovere il processo di identificazione e valutazione dei paesaggi in attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio (CdE, 2000).
La Convezione Europea definisce «il paesaggio quale aspetto essenziale del quadro di vita delle popolazioni, dell'identità e delle diversità locali e regionali» e quale risorsa economica (art. 5a) per lo sviluppo sostenibile. Le politiche di protezione, pianificazione e gestione dei paesaggi (art. 1f) sono estese a comprendere "gli spazi naturali, rurali, urbani, i paesaggi eccellenti e ordinari", e si fondano sulla conoscenza dei valori paesaggistici e dei processi territoriali che li attraversano. L'identificazione e la valutazione dei paesaggi assumono il ruolo di argomentazione tecnica interna al processo di decisione per rendere espliciti i valori e i criteri di intervento e per costruire, attraverso un processo di apprendimento collettivo, le politiche ed i progetti. Dalla conoscenza consegue il progetto, utile ad accompagnare il paesaggio nelle trasformazioni ambientali, economiche e sociali in stretta relazione con le esigenze degli attori socio-economici (art. 1e) e con i processi di trasformazione del territorio.
In parziale coordinamento, in Italia il Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004 e 2006) estende l'oggetto della tutela e della pianificazione paesaggistica all'intero territorio; il piano - attraverso contenuti descrittivi, propositivi e prescrittivi - disegna un quadro normativo generale e operativo per la tutela, l'uso, la valorizzazione "dei valori preesistenti" [...] e "la realizzazione di nuovi valori" coerenti con le aspettative sociali (art. 143). L'azione di pianificazione è infatti rivolta a valorizzare i beni paesaggistici attraverso la «ricognizione dell'intero territorio» (143, a) per: individuare, attraverso un apparato complesso e multidisciplinare di analisi, i valori storici, naturali ed estetici dei paesaggi e le loro interrelazioni; identificare e valutare gli «ambiti definiti in relazione alla tipologia, rilevanza e integrità dei valori» (135, 2); formulare, riferendole agli ambiti paesaggistici, le politiche.
In questo quadro si collocano alcune recenti esperienze europee ed italiane che, seppur caratterizzate da differente contesto culturale e risultati, costituiscono una prima ricaduta della Convenzione Europea e assegnano centralità all'identificazione e valutazione dei paesaggi per lo sviluppo territoriale dei sistemi locali caratterizzati da paesaggi omogenei. Le sperimentazioni di Austria, Germania, Olanda, Inghilterra, Danimarca, Polonia, Francia, Spagna ed Italia con metodologie diverse contribuiscono allo sviluppo di approcci innovativi.

Tradizioni e innovazioni per la conoscenza dei paesaggi
In coerenza con la Convenzione Europea si registrano in Europa metodologie innovative di analisi, rappresentazione, valutazione dei valori dei paesaggi per la disseminazione di conoscenze e la costruzione di politiche condivise dalle società locali. Le pratiche di analisi e rappresentazione, nelle loro diverse articolazioni metodologiche, sono consolidate in Europa e sono state sviluppate nell'ambito della costruzione di quadri interpretativi degli assetti ecologico-ambientale, storico-culturale, insediativo ed estetico-percettivo dei paesaggi per la pianificazione.
Per la pianificazione paesaggistica i paesi hanno avviato un processo di innovazione delle culture di conoscenza dei paesaggi, come interazione tra la matrice storico-culturale di organizzazione e sviluppo del territorio e di protezione della natura e del paesaggio e le indicazioni europee (Voghera, 2005 e 2006). Concezioni di paesaggio e di tutela comuni si ritrovano nei paesi di matrice culturale germanico-anglosassone (in Olanda, Austria, Germania e Inghilterra) in cui la tutela dei paesaggi naturali, antropizzati, eccellenti e ordinari è storicamente radicata ed è pervasiva delle politiche per lo sviluppo del territorio governato dai piani. Questi paesi interpretano la sostenibilità soprattutto in termini di azioni di protezione, pianificazione e gestione dei paesaggi. Culture di paesaggio ancorate ad una tradizione vincolistica caratterizzano Danimarca, Polonia, Francia, Spagna ed Italia.
L'identificazione per la disseminazione delle informazioni o l'interpretazione (analisi per la pianificazione in Spagna e Italia) rispondono alla necessità di individuare e perimetrare i paesaggi, classificarne i valori e definire misure per la loro valorizzazione, solo talvolta aperte alla partecipazione sociale. Ne costituiscono esempio le culture di analisi di Italia, Francia, Danimarca, Polonia e Spagna; in continuità con le metodologie di conoscenza dei beni naturali e culturali del territorio diffuse dalle politiche internazionali di conservazione del patrimonio culturale (come quelle dell'ICOMOS e dell'UNESCO World Heritage Sites), questi paesi hanno sviluppato concezioni di tutela fondate sull'identificazione di parti del territorio, per lo più oggetti, cui sono attribuiti gradi di valore per stabilire vincoli e criteri per consentirne l'uso e la trasformazione. La Francia, nella direzione di definire nuove metodologie di analisi finalizzate all'azione e all'intervento sull'intero territorio, ha avviato la costruzione di Atlanti di Paesaggio. Questi documenti, promossi prevalentemente in territori protetti o sensibili stanno sperimentando letture dei paesaggi rivolte segnatamente a diffondere la conoscenza e a sviluppare il senso di appartenenza ai luoghi, che trovano riferimento nelle directives e nei plan de paysages. In particolare gli Atlanti associano alla mera descrizione criteri per il progetto di uso e trasformazione dei paesaggi, guidando le scelte di tutela ed intervento (aree di tranquillità, aree con potenzialità fruitive, punti visuali, etc…), come nelle Directives de protection et de mise en valeur des paysages du Salève, nei Plan de Paysages de Montbeliard e nella Charte de paysages du Vercors.
La valutazione e la partecipazione sociale alla lettura dei valori e alla definizione delle politiche sono dagli anni Novanta oggetto di sperimentazione nel contesto germanico-anglosassone. La valutazione dei paesaggi come progetto di valorizzazione sostenibile è pratica ormai consolidata nelle culture olandese, inglese, austriaca e tedesca di tutela e pianificazione paesaggistica; le metodologie di interpretazione e valutazione sono in questi paesi un processo di conoscenza per l'azione, organizzata secondo una lettura multidisciplinare che intreccia le diverse matrici paesistiche per la definizione di politiche integrate di tutela e sviluppo. Il processo di valutazione, contraddistinto in ciascun paese da diversa metodologia, conduce alla definizione di linee-guida per la pianificazione o ad un progetto di valorizzazione, che nasce dall'interazione tra le rappresentazioni del territorio degli "esperti" e degli attori locali e si caratterizza quale strumento concertato per lo sviluppo sostenibile.
In Olanda il processo di valutazione bottom-up dei paesaggi nazionali quale fondamento dell'identità collettiva (The Belvedere Memorandum, 1999) è finalizzato: alla definizione di una strategia nazionale di valorizzazione, alla delimitazione di aree di intervento (Belvedere Sites) e all'individuazione di risorse per la loro realizzazione operativa (attraverso l'integrazione tra finanziamenti comunitari, nazionali, provinciali e dell'imprenditoria privata locale).
In Germania la valutazione dei paesaggi per i piani paesistici consente di identificare i valori, i vincoli e le strategie d'azione per garantire la sostenibilità degli usi del suolo in atto e programmati dagli strumenti urbanistici alle diverse scale territoriali. Attraverso la valutazione si definiscono infatti politiche di: protezione delle componenti biotiche dell'ambiente (suolo, acqua, aria e clima); conservazione di ecosistemi, associazioni animali e vegetali; tutela e valorizzazione degli aspetti fruitivi, economici e di percezione del paesaggio (spazi per il tempo libero e la ricreazione).
In Inghilterra negli anni Novanta sono state sperimentate nuove metodologie di valutazione per promuovere la qualità estetica ed ecologica del ‘countryside'. Dalla conoscenza e dalla classificazione delle unità di paesaggio (‘landscape description'), cui segue la valutazione dei valori e dello stato di salute della struttura ambientale e paesistica (‘landscape evaluation'), scaturiscono misure di salvaguardia, gestione e progetto (‘landscape guidelines').

Metodologie
Diverse per metodologie, finalità e risultati, le sperimentazioni di identificazione d'area vasta (a scala nazionale e regionale) e di valutazione dei paesaggi per la costruzione di politiche sono caratterizzate da elementi comuni.
L'interdisciplinarità dell'analisi consente di leggere gli aspetti fisico-morfologici, socio-economici, storico-culturali, ecologici e percettivi dei paesaggi per la definizione di unità, ambiti o sistemi paesistici omogenei che identificano paesaggi con comune identità, processi storici ed evolutivi e che costituiscono zone normative da governarsi attraverso simili politiche. Tuttavia prevalentemente nei paesi di matrice germanico-anglosassone, le analisi multidisciplinari trovano esito in letture che ricompongono le interpretazioni di settore in rappresentazioni integrate e di sintesi con reali risvolti operativi.
Le tipologie di valori maggiormente rappresentate sono quelle di monumento, documento, d'uso, simbolico, ambientale; il valore storico è la categoria rappresentata più comune, ampia ed oggettiva cui si accompagna, dagli anni Novanta, la considerazione degli aspetti ecologici e percettivi.
Lo sviluppo di metodologie di valutazione dei paesaggi quale processo di conoscenza per l'azione, coerente con le aspettative degli attori socio-economici, è comune ai paesi di cultura di pianificazione germanico-anglosassone che attribuiscono alle unità o agli ambiti giudizi e gradi di valore utili a definire criteri per l'intervento.
Le interpretazioni/valutazioni dei paesaggi sono inoltre caratterizzate da una limitata partecipazione delle popolazioni come richiesto dalla Convenzione; le letture dei paesaggi, costruite nella forma di un database (corredato da carte tematiche, descrizioni in forma scritta e fotografie dei paesaggi, spesso consultabile su internet), sono l'esito di una "rappresentazione esperta" utile a sensibilizzare ed educare gli operatori socio-economici, attori della forma paesaggio, sempre più frequentemente coinvolti nelle pratiche di manutenzione e gestione (come gli agricoltori).

Unità, Ambiti, Sistemi
Comune alle differenti tradizioni ed esperienze di interpretazione e valutazione dei paesaggi in Europa è il tentativo di individuare e delimitare parti di territorio omogenee che si combinano a formare un mosaico di paesaggi. Questo approccio conoscitivo trova differenti applicazioni nelle diverse culture di conoscenza e di pianificazione dei paesaggi dal punto di vista del metodo scelto per riconoscere e suddividere i paesaggi in unità, ambiti e/o sistemi paesistici caratterizzanti. In genere, queste tipologie di delimitazione dei paesaggi sono costruite sulla base di analisi di matrice geografica finalizzate ad evidenziare le caratteristiche comuni dei luoghi dal punto di vista geologico, climatico, morfologico, vegetazionale, di uso del suolo e di organizzazione storica delle strutture insediative e delle tipologie architettoniche. Talvolta alcune rappresentazioni dei paesaggi - sviluppate dai paesi di matrice germanico-anglosassone e dalle più recenti sperimentazioni francesi (come gli Atlas de Haute Provence, de Montbeliard e du Cher) - alla conoscenza dei caratteri fisici associano letture percettive, che afferiscono al filone della semiologia del paesaggio e tentano di comprendere previsioni di massima sulle principali pressioni e dinamiche di trasformazione socio-economica e territoriale (Atlas de France-Comté e North Wiltshire Landscape Character Assessment). Il primo, correlato e costruito per il plan de paysage, definisce unità di paesaggio per l'individuazione di politiche e progetti. Il secondo recepisce le indicazioni dell'England Landscape Character che suddivide il territorio nazionale in patterns (unità paesistiche) distinte e riconoscibili attraverso colori e numerazione progressiva (1). I patterns sono poi oggetto di successivi approfondimenti nel processo di analisi (classification), caratterizzato dall'individuazione di character types (tipi di paesaggio caratteristici) per combinazione degli assetti morfologico, naturalistico e storico-insediativo che, messi in relazione tra loro, consentono di far emergere prime indicazioni per il processo successivo di valutazione e di costruzione delle linee-guida.
Più interessante in proposito è la metodologia, sviluppata da alcune recenti sperimentazioni, che individua sistemi paesistici caratterizzanti riconoscibili sulla base delle interrelazioni tra caratteri fisici, naturali e storico-antropici. Ogni sistema paesistico costituisce un microcosmo organizzato di flussi e interazioni tra matrici paesistiche, che definiscono un sistema "aperto, ma caratterizzato da una micro-organizzazione dotata di propria autonomia" (Atlas de los paisajes de Espana, 2004). In questa direzione l'Atlas de los paisajes de Espana, le valutazioni dei paesaggi nazionali olandesi e i Kommuneatlas danesi.
Nel caso olandese la matrice è rappresentata dal sistema di canalizzazione quale nodo attorno cui si è costruita la tessitura dei paesaggi culturali (naturali, urbani e rurali). Nel caso spagnolo la ‘matriz' (Guida para la elaboracìon de medio fisico, 2000), è costituita dall'interrelazione tra campi coltivati e insediamenti strutturati dal punto di vista morfogenetico dai ‘corridores' (infrastrutture lineari come strade, fiumi, etc…) e dalle barriere fisiche delle ‘manchas' (le macchie visuali del paesaggio boschivo); questa metodologia è strettamente connessa con la tradizione culturale delle analisi geografiche del territorio, introdotte dal movimento del ‘regeneracionismo' (a partire dal 1854), finalizzate a salvaguardare la precarietà e la scarsità di suolo fertile dallo sfruttamento del territorio per usi economico-produttivi e urbani.
Nel caso danese, attraverso l'applicazione del metodo International Survey of Architectural Values in the Environment (SAVE), la matrice paesistica attorno cui si è costruito il paesaggio è rappresentata dalla struttura geomorfologica, dall'assetto infrastrutturale e storico-insediativo (individuati a scala regionale e/o locale); gli assetti morfologico, infrastrutturale e insediativo sono elementi strutturanti il paesaggio dal punto di vista della storia degli usi e della funzionalità ecologico-percettiva del territorio (Atlas di Varde e Kulturmiljøet. Røgerierne mellem Sandvig og Gudhjem).

Interpretazioni tematiche e strutturali
Le interpretazioni dei paesaggi in Olanda, Germania, Austria e Inghilterra producono un'immagine sintetica della struttura paesaggistica da sottoporre alla pubblica discussione. Sembra emergere invece per gli altri paesi una difficoltà nel passare dalla cartografia tematica a carte che restituiscano una rappresentazione sintetica attraverso la selezione di elementi e/o sistemi caratterizzanti. Spesso l'interpretazione strutturale coincide con la definizione delle unità di paesaggio, di difficile comprensione ai fini della comunicazione, ma utili per il processo di valutazione e di definizione di vincoli e/o regole per l'intervento. Costituiscono esempio in proposito: l'Atlas de los paisajes de Espana e alcune recenti sperimentazioni francesi come l'Atlas des paysages du Garde in Languedoc-Roussillon; quest'ultimo descrive i paesaggi attraverso carte tematiche (geologia, ecologia, storia, turismo, industria, etc...) e intreccia le informazioni di settore per l'individuazione delle unità paesistiche. Esso rappresenta un primo tentativo di avanzamento rispetto agli Atlas de Paysage più tradizionali, già da decenni utilizzati per l'identificazione dei paesaggi quale base analitica per le politiche. Infatti le unità, finalizzate sia alla conoscenza sia all'operatività, rappresentano l'identità del territorio ovvero i valori locali, fattori di traino dello sviluppo economico e turistico.
Diversa è la cultura olandese di rappresentazione e analisi che tenta di produrre interpretazioni strutturali dei paesaggi. Costruite per la disseminazione delle informazioni sull'identità paesistica nazionale, per la definizione di progetti di valorizzazione e per coinvolgere gli attori istituzionali ed economici locali, le "immagini dei paesaggi nazionali" di The Belvedere sono di facile lettura (VROM, 1999). Infatti accanto alle carte tematiche, corredate da fotografie, è tracciata un'interpretazione strutturale dei territori che costituisce una rappresentazione di sintesi dell'identità paesistica. Le carte forniscono un'immagine "esperta" dei territori, ma contestualmente un programma e una metodologia; alle immagini sono associate strategie, aree di intervento (Belvedere Sites) e risorse per la loro realizzazione (con integrazione tra finanziamenti comunitari, nazionali, provinciali e dell'imprenditoria privata locale). L'obiettivo è infatti sviluppare a partire dalla conoscenza dei valori, alla scala provinciale e locale, progetti (200 progetti in 76 aree di intervento) che integrano recupero e ripristino dei beni naturali e storico-culturali con lo sviluppo di reti ecologiche e fruitive per promuovere il turismo sostenibile in contesti urbani, rurali e nelle aree protette. Queste immagini di facile lettura sono sottoposte alla pubblica discussione su internet (www.belvedere.nu) o durante la preparazione del piano provinciale (in forma assembleare per negoziare con la popolazione e gli attori istituzionali ed economici le politiche, i progetti e i finanziamenti). Alle rappresentazioni dei paesaggi e delle politiche a scala nazionale sono associate analisi, carte di sintesi e tematiche relative ad ogni paesaggio protetto (Belvedere Areas) utili, nel quadro della strategia di marketing territoriale - promossa dal Piano nazionale di pianificazione fisica (VI Nota, 2004) - per reperire finanziamenti pubblico-privati, programmare gli interventi di valorizzazione ecologico-paesistica e promuovere il turismo locale.

Valori
Valore di monumento, documento, d'uso, simbolico, ambientale sono alcune delle tipologie di valori dei paesaggi che le valutazioni riconoscono e rappresentano per la pubblica disseminazione dell'identità. Queste tipologie di valori risentono fortemente della tradizione nazionale di tutela e gestione del territorio che trova nel valore storico (nell'accezione di monumento e/o documento) la categoria più comune e riconosciuta nei paesaggi del territorio (come in Francia, Italia, Danimarca, Polonia, etc…), cui si accompagna la segnalazione del valore simbolico attribuito dalla società a certi luoghi e paesaggi della sua storia. All'identificazione del valore storico si aggiungono nelle interpretazioni dei paesaggi degli anni Novanta la ricerca del valore ecologico-ambientale e del valore d'uso (soprattutto riferito ai paesaggi urbani e rurali, dove l'uso produttivo ne condiziona la sopravvivenza). In particolare le valutazioni ecologico-ambientali e del valore d'uso dei paesaggi sono tradizione radicata in Germania, Olanda, Austria e Inghilterra (Voghera, 2005) - caratterizzati da una cultura di tutela delle componenti naturali e culturali dell'ambiente pervasiva delle politiche territoriali - o della Spagna dove la tutela delle componenti ecologico-naturali del paesaggio è considerata, dal regeneracionismo in poi (1854), fondamentale per lo sviluppo economico e per la sopravvivenza dei paesaggi.

La valutazione
Se l'identificazione e la rappresentazione dei paesaggi sono largamente sperimentate da tutti i paesi, la valutazione dei paesaggi è pratica consolidata nelle culture di pianificazione paesaggistica olandese, austriaca, inglese e tedesca. Questi paesi per la pianificazione e gestione dei paesaggi hanno sviluppato metodologie di valutazione quale processo di conoscenza per l'azione, organizzata secondo una lettura multidisciplinare integrata che intreccia le diverse matrici paesistiche. Il processo di valutazione, attraverso l'attribuzione di giudizi e gradi di valore (che rispondono a criteri qualitativi e quantitativi) alle unità, agli ambiti o ai sistemi di paesaggio, conduce alla definizione di linee-guida per la pianificazione, la gestione e il progetto.
Le linee-guida per il paesaggio sono l'esito principale del Landscape Character Assessment inglese (LCA) e definiscono a diverse scale territoriali (nazionale, regionale e distrettuale) valori e criteri per promuovere la qualità e l'identità dei paesaggi. A scala vasta consentono di catalogare la struttura geografica e morfologica del territorio, mentre a scala locale di definire piani e misure di intervento. Le strategie dei LCA diventano operative attraverso il recepimento nella pianificazione strategica alle diverse scale territoriali. La metodologia utilizzata per l'elaborazione del LCA vede: una prima fase di conoscenza e classificazione delle unità di paesaggio (‘landscape description'); una seconda di valutazione dello stato della struttura ambientale e paesistica (‘landscape evaluation'); una terza di definizione, a partire dalle conoscenze acquisite, di misure di salvaguardia, gestione e progetto (‘landscape guidelines'). Le guidelines afferiscono a tre principali filoni di strategie: conservazione (‘conservancy strategy'), prevista per le zone a particolare rilevanza ecologica, paesistica o storica; valorizzazione (‘enhancement strategy') dei paesaggi degradati o in abbandono attraverso progetti di ripristino, ristrutturazione o creazione di nuove forme di paesaggio rispondenti ad esigenze estetiche e funzionali (‘restoration', ‘reconstruction' e ‘creation'). L'approccio valutativo dei paesaggi è finalizzato a conservare e a rafforzare i valori storici, ecologici, percettivi ed economici delle aree e dei tipi di paesaggio individuati, attraverso un lavoro di rilievo diretto e di loro descrizione in forma scritta. Viene esaminato lo stato attuale del paesaggio (condizioni ed integrità degli elementi) e si valutano i processi, le dinamiche, le tendenze e le pressioni potenziali generate dalle possibili politiche di sviluppo. Questo processo passa attraverso la determinazione, per ogni tipo di paesaggio, della capacità di sopportare e rispondere alle trasformazioni a lungo termine (‘landscape capacity') migliorandone la qualità ecologica e visuale e l'uso economico; la capacità di ogni tipo di paesaggio nasce dall'interazione tra la sensibilità caratteristica di quel paesaggio (combinazione di fattori naturali, culturali, ecologici, etc…), la sensibilità visuale (integrazione tra identità fisica, sociale e identità potenziale legata all'uso di quel territorio) e il valore di quel paesaggio (nazionale, locale, percettivo, ecologico, economico, etc…).
In Germania ed in Austria la valutazione dei paesaggi ad ogni livello di pianificazione territoriale e paesaggistica si sviluppa nelle seguenti fasi: descrizione dei caratteri e dello stato d'uso; definizione qualitativa e quantitativa degli obiettivi di tutela e valorizzazione; valutazione dello stato d'uso in rapporto agli obiettivi; individuazione di criteri per l'azione. L'identificazione dei valori consente di stabilire la sostenibilità degli usi del suolo in atto e programmati dagli strumenti urbanistici per valutare "gli effetti degli usi del suolo e delle politiche di trasformazione in atto e programmate" sulle zone di tutela dell'integrità ecologico-paesistica (riserve naturali, boschi, territorio agricolo, bacini idrici).
Si segnalano in questa direzione i primi sperimentali tentativi di innovazione in Spagna, conseguenti all'approvazione del "Plan nacional por los paisajes culturales" (Salamanca, 2002), che promuove l'interazione tra tutela della diversità ecologica e paesistica e la pianificazione sostenibile del territorio. A supporto delle indicazioni nazionali, il Ministero spagnolo ha redatto il manuale (Guida) per la valutazione dei caratteri naturali, ecologico-percettivi e di uso del suolo di tutti i paesaggi del territorio attraverso l'attribuzione di gradi di valore alle componenti ecologiche ed estetico-percettive (indicatori: fragilità ecologica e fragilità visuale), classificate (con punteggi da 1 a 5); questa metodologia propone di intrecciare la visione degli esperti con quella della popolazione. A questo proposito si propongono alcune tecniche per la classificazione e la misurazione del valore: ‘subjectividad aceptata', definizione attraverso gruppi di lavoro di "esperti" che esprimono valutazioni individuali successivamente riassunte dalla media dei valori attribuiti; ‘subjectividad controlada', attribuzione di un valore universale al paesaggio e calcolo del valore relativo di ciascuna componente; ‘subjectividad compartita', definizione del valore condiviso sottoponendo il giudizio degli esperti a valutazione da parte della popolazione; ‘subjectividad rapresentativa', definizione del valore come espressione di un campione rappresentativo della popolazione (attraverso ad esempio la proposta di lista di aggettivi, l'assegnazione diretta del valore, la definizione di un ordine di importanza tra gli elementi). Applicando le metodologie proposte dal Ministero, si effettua una valutazione oggettiva della qualità visuale e della fragilità di ogni componente (storico-insediativa, morfologica, ecologica, economico-sociale). L'obiettivo è definire le aree di paesaggio qualitativamente più interessanti e più integre da tutelare e/o valorizzare per la pianificazione, valutandole sulla base dell'interazione tra gradiente di metastabilità di ciascuna (potenzialità ecologica) e la fragilità visuale (‘fragilidad visual', che usa variabili di tipo estetico-percettivo come il fondo scenico e l'intorno immediato). Quest'ultima è valutata attraverso l'attribuzione di punteggi al valore delle componenti del sistema paesistico, alla qualità del fondo scenico (intervisibilità, altitudine, singolarità) e dell'intorno (viste dirette in un raggio di 500-700 m) per definire criteri per la valorizzazione. Dalla valutazione discendono le indicazioni della pianificazione che delineano politiche ed interventi per innalzare la metastabilità dei paesaggi e controllare la fragilità visuale.

Questioni aperte
Per valorizzare l'identità dei paesaggi, sono necessari processi di conoscenza e di valutazione d'area vasta per la definizione di politiche condivise dagli attori sociali. Il ruolo della valutazione, nei paesi dove questa tradizione è radicata, è identificare e rappresentare i valori su cui fondare l'evoluzione dei paesaggi. Dalla valutazione scaturiscono politiche per il miglioramento del sistema ambientale, per la riorganizzazione funzionale e fruitiva, corredata da progetti locali, da accompagnarsi alle indicazioni dei piani urbanistici.
Il progetto di paesaggio è strumento di sviluppo, utile a interpretare e diffondere il sistema condiviso di valori e ad animare il confronto tra gli attori del territorio per stimolare interessi e orientare le scelte (Gambino, 2000). Resta nodo, solo parzialmente risolto, il problema della condivisione dei valori e della partecipazione sociale alla formulazione di obiettivi di qualità paesistica. Infatti la rappresentazione dei valori e la definizione di unità, ambiti o sistemi di paesaggio sono troppo lontane da un reale coinvolgimento degli attori locali relegato -anche in Olanda, Austria, Germania e Inghilterra- alla scelta tra immagini e scenari selezionati da esperti; spetta al consolidamento della valutazione coinvolgere nella determinazione dei valori la società, significante l'identità dei paesaggi e responsabile dell'attuazione, per costruire una sensibilità collettiva e formare gli operatori.
Si richiede anche nel nostro paese di superare la tutela vincolistica, non ancora totalmente affrancata dal Codice, per sviluppare attraverso la valutazione dei paesaggi quadri interpretativi in grado di: rappresentare la realtà oggettiva, la dimensione temporale dei processi e i possibili sviluppi; contribuire a consolidare una visione condivisa dei paesaggi e tutelata come valore sociale e risorsa di sviluppo in piani, progetti e politiche.

Angioletta Voghera

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(1) Con i colori si individua l'assetto naturalistico (‘character areas') ovvero una combinazione integrata di tipi di paesaggio, usi del suolo, vegetazione e geomorfologia (‘landscape', ‘wildlife' e ‘natural features') e con i numeri le unità naturalistiche (‘nature areas').