Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 53



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Verso La III Conferenza - Intervista

Matteo Fusilli - Presidente di Federparchi

Nuovo governo, nuovo parlamento richieste immutate per il sistema dei parchi italiani
La Terza Conferenza rimane tra gli obiettivi che Federparchi reputa prioritari anche per i nuovi assetti politici del paese. E ribadisce i punti del Documento che ha inviato alla vigilia delle elezioni a tutti i candidati premier. Ce ne parla il Presidente della Federazione, Matteo Fusilli

Con lui facciamo il punto della situazione sul cammino verso la Terza Conferenza Nazionale sui parchi dopo la caduta del Governo che l’aveva promessa e dopo che le elezioni hanno riconsegnato il paese al centro destra. Il dicastero dell’ambiente è, ora, guidato da una donna, Stefania Prestigiacomo, cui è affidato un compito importante, anche se apparentemente trascurato nei due principali schieramenti che si sono confrontati in campagna elettorale.

In questo rinnovato scenario come si pone Federparchi?
La nostra posizione non muta. Siamo convinti che i parchi e le aree protette possano dare un contributo di qualità, vitale per il Paese. Dunque qualsiasi programma di governo non può che considerare prioritaria la tutela delle straordinarie risorse naturali dell’Italia e lavorare per la loro valorizzazione attraverso la ricerca di soluzioni sostenibili ai problemi dello sviluppo a cominciare dalla prevenzione e dall’urgenza di fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto.
Il sistema dei parchi rappresenta un elemento forte al servizio del Paese, grazie alle esperienze e alle buone e innovative pratiche che in questi anni le aree protette hanno sviluppato con l’impegno professionale dei loro tecnici e con quello degli amministratori, da cui è nato un consenso e una mobilitazione specie nei giovani e nel volontariato.

La Federparchi ha rivolto uno specifico appello ai candidati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e alle forze politiche in campo nelle elezioni dell’aprile 2008...
Abbiamo chiesto che, ispirandosi anche agli indirizzi internazionali in materia e agli impegni assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica, facciano propri gli obiettivi fondamentali che la elaborazione unitaria del mondo delle aree protette ha individuato e indicato come condizioni indispensabili per l’auspicabile rilancio di un settore cruciale per il rinnovamento della nazione.

Avete addirittura richiesto un intervento sulla Carta Costituzionale...
Sì, ci siamo spinti a richiedere l’aggiornamento dell’articolo 9 della Costituzione della Repubblica, con l’attribuzione di un fondamento costituzionale alla conservazione della natura, che vada oltre il pur importante richiamo al paesaggio e alla bellezza. Sarebbe un gesto simbolico e pratico al tempo stesso, ricco di significati emblematici che renderebbe visibile all'opinione pubblica l'interesse profondo delle istituzioni nei confronti dell'ambiente offrendo un buon esempio da seguire.
Un impegno alto e concreto in questa direzione darebbe inoltre il rilievo e l’impulso adeguati alle azioni prioritarie che abbiamo individuato (NdR vedi box di approfondimento) e che, in ogni caso, andranno perseguite con determinazione.
Si tratta di richieste del tutto ragionevoli che fanno tesoro dell’esperienza di applicazione della legge quadro 394, introducendo alcuni aggiustamenti per un rilancio di cui i parchi italiani hanno urgente bisogno. Interventi misurati sulle necessità e le ambizioni di un Paese moderno, consapevole delle proprie ricchezze, delle potenzialità che può esprimere e del dovere morale di assicurarle anche alle generazioni future.

Dunque il Presidente Fusilli rimane ottimista sul fatto che si possa riprendere il cammino interrotto e andare verso la Terza conferenza con l’ambizione di portare a casa i risultati che il sistema dei parchi e delle aree protette attende?
Non si tratta tanto di essere ottimisti, quanto di tenere presente la necessità, avvertita da molti, di avere presto una riflessione complessiva sul ruolo dei parchi nel prossimo futuro per il quale, su altri versanti, si parla addirittura di fase costituente. Senza questa riflessione il sistema potrebbe esaurire il suo slancio e uno strumento dalle potenzialità enormi per il Paese potrebbe ripiegarsi su se stesso, come in parte ha già iniziato a fare. La Conferenza, partenza per un nuovo inizio, è un bisogno di tutti, specie del sistema istituzionale, e ho fiducia che un Ministro che si cimenta per la prima volta con questi temi voglia essere artefice di una fase di rilancio, alla quale dare il segno della propria presenza.

I punti qualificanti per la nuova legislatura
Definizione della Rete ecologica
in cui i parchi siano al centro di una sequenza di corridoi naturali, di connessioni tra fasce fluviali, crinali montani, zone umide, accessi alle coste, Aree Contigue, essenziali per la salvaguardia dei principali ecosistemi naturali che veda integrata la Rete Natura 2000 secondo le direttive dell’Unione Europea.
Una Legge quadro e un Piano nazionale per la Biodiversità coerenti con gli obiettivi internazionali di conservazione, cogenti per tutti gli attori istituzionali e necessari per il fondamento dei relativi finanziamenti.
Programmi pluriennali per la conservazione della Biodiversità, la Rete Ecologica e i Parchi costituiti da obiettivi, ruoli e i compiti di ciascun soggetto istituzionale, risorse da destinare ai principali programmi e piani d’azione.
Accordi di Programma per la gestione territoriale e ambientale dei grandi sistemi geografici individuati da tempo: le Alpi, l’Appennino, il Bacino del Po, le Coste e le Isole.
Piena attuazione delle leggi già in vigore e sempre violate, che prevedono il trasferimento ai Parchi delle Riserve statali e la priorità nei finanziamenti pubblici ai Comuni dei parchi.
Riforma degli Enti di gestione terrestri e marini che superi l’attuale arcaica organizzazione e privilegi i criteri di efficienza e funzionalità, controllo per risultato, partecipazione e responsabilità, così da rafforzarne l’autonomia, rivedere il sistema di sorveglianza, rilanciare la funzione della Comunità del Parco, semplificare le procedure, definire un nuovo status degli amministratori.
Semplificazione, tempi fissi e, se necessario, poteri sostitutivi, per la nomina di presidenti ed organi di gestione e per l’approvazione, anche da parte delle Regioni, degli strumenti di pianificazione.
Dotazioni organiche e professionalità adeguate alle reali necessità e in grado di valorizzare le funzioni di direzione, commisurate alle caratteristiche e agli obiettivi di gestione di ciascun Ente, rinnovate attingendo alla nuova leva di giovani che hanno scelto moderne qualificazioni tecnico-scientifiche.
Dotazioni finanziarie certe e adeguate (almeno il doppio degli attuali 70/80 milioni di euro) per gli Enti di gestione delle aree protette nazionali, da stabilirsi, erogare e controllare in base agli obiettivi da perseguire.
Iniziativa internazionale, rivolta al rafforzamento delle azioni e dei processi di connessione e collaborazione in Europa e nel Mediterraneo, per la costruzione di reti di aree naturali protette terrestri e marine e per l’attuazione di progetti di cooperazione internazionale.