Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 53



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Si riparte

Con il centrodestra al Governo e una politica ambientale tutta da consolidare, nel rispetto dei nostri impegni europei e del Protocollo di Kyoto.
Non sembrano essere queste le attenzioni al centro dell’agenda politica né di destra, né di sinistra, ma soprattutto, nemmeno dei cittadini che, evidentemente, non hanno compreso che, andare avanti così non è più possibile.
La sostenibilità ambientale è altra cosa e non sopporta i consumi e gli sprechi, meno che mai che si possa immaginare un sistema energivoro come quello attuale, indifferente ai principi della termodinamica che regolano l’equilibrio del pianeta.
I parchi avrebbero, nella loro missione, quella di far comprendere queste consolidate verità. E’ pur vero che lo fanno soprattutto con le giovani generazioni e dunque, l’investimento si potrà vedere tra qualche anno.
Ma la preoccupazione rimane. Perché i parchi non sono nati ieri e anche la Conferenza sull’ambiente di Rio de Janeiro, che ha introdotto, nel sentire comune, il concetto di ecosostenibilità, oramai data 1992.
Sorge il dubbio che non si voglia vedere, capire...
Che si sogni di poter continuare così, all’infinito.
A volte sembra che gli anni Settanta siano trascorsi invano.
Eppure, in quegli anni, la scienza ci ha rivelato verità di cui dobbiamo tenere conto.
Ne ricordiamo alcune:
1971: Ilye Prigogine e Nicholas Geogescu Reogen introducono i principi della termodinamica in economia;
1972: arriva l’enunciazione della teoria generale dei sistemi, proprio a partire da principi della termodinamica che impone la necessità di distacco dalla visione riduzionistica dei problemi per sostituirla con il paradigma sistemico;
estate 1972: si registra, per la prima volta, che l'energia prodotta dalle attività industriali supera il naturale flusso energetico che attraversa la biosfera.
1977: a seguito dell’acquisizione di queste nuove conoscenze e della consapevolezza che ne deriva, viene annunciata la necessità di un “Patto ecologico”, in analogia al “Patto sociale”, per un corretto utilizzo delle risorse naturali rinnovabili.
Sono gli anni di un uomo d’impresa illuminato come Aurelio Peccei (ricorre il centenario della nascita) e della ricerca che il Club di Roma commissionò al Massachusset Institute of Tecnology, sui limiti della crescita.
Sappiano che chi si appresta a governare il nostro Paese queste cose certamente le sa e quell’avvertimento conosce. E sa che dalle constatazioni della storia non potrà prescindere. Questa consapevolezza ci induce all’ottimismo, per candidare il sistema dei parchi e delle aree protette a un ruolo importante nello sviluppo del nostro Paese. Ci auguriamo che questo ruolo possa essere riconosciuto senza tentennamenti, forti dei risultati ottenuti nelle pratiche di sostenibilità messe in pratica in ormai numerosissimi casi.
Se un tempo, agli interlocutori, si richiedeva fiducia e speranza oggi si è in grado di proporre esempi concreti e modelli vincenti, messi in atto nelle varie aree protette. Un campionario vasto, purché lo si voglia vedere.
E ammettere che la sostenibilità dello sviluppo è possibile. Anche lo scettico San Tommaso, non potrebbe che farlo, osservando la verità del conclamato, rispetto al legittimo dubitare.
Eppure non è ancora così.
L’instabilità politica, ormai perdurante nel nostro Paese, rischia di mettere ogni volta in discussione i punti di governo delle varie questioni che, raggiunti, rischiano di non essere mai consolidati.
A ogni elezione il mezzo passo in avanti può diventare un passo indietro.
Il settore ambientale, relativamente giovane, è quello che più risente di questo procedere da gioco dell’oca in cui i provvedimenti sono continuamente rimessi in discussione.
Non ne è esente la politica parchigiana che pure è una di quelle che non si possono certo definire di parte o in risposta a interessi specifici.
Infatti, per definizione, è a difesa del patrimonio collettivo, per una corretta gestione del territorio in equilibrio tra interessi economici e responsabilità nei confronti delle risorse e degli spazi che lasceremo in eredità alle generazioni che verranno. Proprio pensando a loro La Federparchi ha articolato una serie di richieste ai nuovi responsabili del Governo nazionale che il presidente Matteo Fusilli ripropone nello spazio “Verso la III Conferenza nazionale” dedicato al percorso di avvicinamento a quello che parchi e aree protette ritengono un momento ineludibile e indifferibile di confronto su ciò che è stato fatto, dalla II Conferenza di Torino in poi.
Il caso delle vicende politiche ha voluto che l’appuntamento ricada in continuità politica con l’edizione precedente. Un motivo in più per riprendere un percorso di dialogo tra Governo del Paese e governo del suo sistema della biodiversità. Al nuovo Ministro dell’ambiente del Governo Berlusconi, Stefania Prestigiacomo, la preghiera di sapersi mettere in ascolto nei confronti dei parchi e delle aree protette che rappresentano lo straordinario patrimonio di biodiversità di un paese che ne detiene il primato europeo.

Valter Giuliano
direttore.rivistaparchi@parks.it