Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 55



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Civili per Natura

Lo scenario è decisamente mutato negli ultimi anni ed oggi i giovani che scelgono l'ambiente come ambito del loro Servizio Civile sono un vero "esercito". Costituiscono un'opportunità ed una risorsa sempre più rilevante per parchi e riserve naturali come dimostra, tra altri, l'esempio della Riserva Naturale Monterano (Roma).

Oggigiorno le problematiche ambientali sono uno dei temi più discussi al mercato, a scuola, al bar; oltre che di calcio e politica si parla anche del tempo e dei cambiamenti climatici. In modo consapevole (o meno) tutti oggi avvertono un cambiamento del mondo imputabile in massima parte ai comportamenti dell'uomo (che poi decidano di modificare i propri è una chimera); per fortuna molti giovani se ne interessano e decidono di investirci. Aumentano gli iscritti alle Facoltà "ambientali", c'è una fervente attività con le scuole sull'educazione ambientale, c'è un continuo ricorso ad associazioni ambientaliste e comitati locali per difendere, contrastare e impedire scempi e svendite del patrimonio e delle bellezze naturali.
Di queste attenzioni si accorse anni fa anche la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri, quando tra le possibili attività previste per l'Obiezione di Coscienza, in alternativa al servizio militare di leva, figuravano anche le tematiche ambientali; quelle attività oggi trovano ampio riscontro nella pratica del Servizio Civile.

Il Servizio Civile Nazionale: storia recente
Con la Legge n. 64/2001 "Istituzione del Servizio Civile Nazionale", il nostro Paese ha inserito nel proprio quadro legislativo l'esperienza del Servizio Civile Nazionale Volontario (SCN).
La sua storia è molto lunga e si configura sia come esito favorevole (a fronte di diverse condanne e detenzioni) delle proteste dei primi giovani che rifiutavano l'uso delle armi, che come conseguenza del riconoscimento dell'Obiezione di Coscienza al servizio militare del 1972. La materia successivamente è stata definita nelle finalità e nell'organizzazione, anche a seguito del forte movimento di opinione e di protesta, con atti normativi e regolamentari che hanno trovato, sebbene tardi, compimento nella Legge n. 241 del 1998. La Legge n. 64/2001, approvata necessariamente all'indomani della decisione di "sospendere" la leva obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2005 (con passaggio a Forze Armate professionali con alla base l'arruolamento volontario) è stata il risultato di un lavoro parlamentare fortemente sollecitato dalla pressione dei movimenti pacifisti.
Il Servizio Civile così nato è finalizzato a favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale, a promuovere la cooperazione a livello nazionale e internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali e alla educazione alla pace fra i popoli, alla partecipazione per la salvaguardia e la tutela del patrimonio nazionale, ambientale, forestale, storico-artistico e culturale (come citato all' art. 1).
Il Servizio Civile, inizialmente era una esperienza riservata ai ragazzi e ragazze dai 18 ai 26 anni ma dal 1 gennaio 2005 è aperto anche a chi ha fino a 28 anni. Enti e organizzazioni, purché non abbiano scopo di lucro, possono presentare progetti di servizio civile volontario. Questi organismi debbono avere capacità organizzativa, possibilità d'impiego e svolgimento di un'attività continuativa da almeno tre anni (art. 3) e risultare idonei alle valutazioni effettuate dall'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC, istituito nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la legge 8 luglio 1998, n. 230). Molti ragazzi già negli anni '90 hanno prestato servizio per le associazioni ambientaliste come obiettori di coscienza occupandosi di salvaguardare oasi, promuovere campagne di protezione di specie e di foreste, educare all'ambiente, ma è proprio con il passaggio al nuovo quadro normativo del 2001 che si è verificata un'impennata delle domande e delle attività di ragazzi e ragazze presso enti, istituzioni e associazioni a difesa dell'ambiente (da 180 ragazze e un ragazzo nel 2001 a 45.175 ragazze e ragazzi nel 2005).
La nuova normativa, infatti, ha predisposto procedure più semplici per l'attuazione di progetti e ha creato una strutturazione degli enti (a vari livelli) che favoriscono la diffusione e la pratica del servizio civile; contestualmente, inoltre, molte amministrazioni illuminate hanno pensato bene di progettare e gestire delle attività con i volontari. La tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali è una politica che in Italia, purtroppo, è ancora oggi secondaria. Con il ricorso ai progetti di SCN i Comuni hanno però potuto mettere in campo attività e azioni volte alla sensibilizzazione dei cittadini senza ricorrere allo stanziamento di risorse economiche per l'assunzione di quattro (numero minimo previsto per ogni progetto) o più persone.
Alcune Aree Protette del Lazio in collaborazione con Arci Servizio Civile Viterbo hanno approfittato della possibilità e avviato progetti in collaborazione con le scuole, i guardiaparco e gli educatori per utilizzare le energie e il valore aggiunto di giovani con voglia di imparare e sperimentare le proprie capacità.
Moltissimi enti utilizzano i volontari soprattutto per attività socio-assistenziale, che è quella più richiesta, perché i Comuni si trovano a dover far fronte sempre di più ai vuoti lasciati dall'Amministrazione dello Stato. Fasce sociali deboli quali anziani, persone con difficoltà motorie e/o psichiche e bambini sono continuamente bisognosi di supporto morale, fisico e sociale; i volontari, sempre accompagnati da operatori sociali o sanitari, costituiscono spesso la continuità e il punto di riferimento per queste categorie generando benessere e fiducia.

La presentazione dei progetti
Tutti gli Enti che vogliono attivare progetti di SCN sono tenuti in prima istanza a esaudire le procedure di accreditamento della sede, con l'individuazione di figure di riferimento (che debbono costantemente essere presenti in sede) e quindi con l'elaborazione di una proposta progettuale. Il progetto sarà valutato e accederà a una graduatoria sulla base di un punteggio che prende in considerazione i risultati attesi dello stesso e i risultati di crescita dei volontari.
Ogni anno l'Ufficio Nazionale Servizio Civile, in funzione delle disponibilità economiche stanziate dal Governo (sempre minori), mette a bando circa 7000 posti per volontari che vengono distribuiti sui progetti migliori (quelli cioè che hanno raggiunto il punteggio più alto). Il format per la stesura del progetto è molto articolato, ma facilmente scaricabile dal sito internet (www.serviziocivilenazionale.it). Il modulo per la progettazione presenta campi specifici perché si possa indicare per ogni fase progettuale: contesto dell'azione e delle organizzazioni implicate, struttura delle sedi (risorse umane e attrezzature investite dall'Ente), piani di sviluppo delle attività funzionali al raggiungimento degli obiettivi generali e specifici. Una parte importante del format è dedicata alla comunicazione degli indicatori di scopo, alla crescita formativa ed esperenziale, agli obiettivi concreti dedicati ai volontari, alle utilità per l'Ente e per i differenti beneficiari del progetto. La formazione generale e specifica del progetto, il riconoscimento di eventuali titoli utili al perfezionamento del curriculum del volontario, il monitoraggio dei volontari e dell'Ente (in merito a metodologia e tempi) sono tra le principali motivazioni che fanno "vincere" un progetto.
La messa in opera del progetto prevede poi la necessaria capacità di gestione dei volontari (come si anticipava prima) quindi la presenza di figure di riferimento: un Responsabile di sede e un Operatore Locale di Progetto (OLP), un tutor per i volontari e una persona dedicata al monitoraggio delle attività, al loro orientamento verso gli obiettivi stabiliti e alla coerenza degli stessi; a questo si aggiunge il personale vario dedicato alla formazione continuata dei volontari su tematiche generali come la cittadinanza, l'educazione alla pace e alla gestione dei conflitti e la protezione civile. Per molte delle attività citate, oltre che per la rendicontazione amministrativa e economica, l'Ente può anche avvalersi di un ente terzo di Servizio Civile accreditato dall'UNSC. Alle figure di riferimento della sede si aggiungono altre necessarie risorse umane importantissime dedicate alla formazione specifica pertinente il progetto, figure queste che possano certificare, sulla base del CV posseduto, la pertinenza e la qualità della formazione impartita. Alla preparazione del concorso nazionale, che mette a bando i posti per i volontari, concorrono tutti gli Enti progettisti; le singole sedi, gli Enti e le associazioni partner possono richiedere nel bando relativo al proprio progetto, e sulla base degli obiettivi progettuali stessi, particolari conoscenze e attitudini ai ragazzi partecipanti (servizio dei giorni festivi presso i Centri visita, conoscenza della lingua inglese, possesso della patente auto). Le idoneità dei ragazzi candidati verranno valutate in occasione delle attività di selezione (sempre a carico dell'Ente proponente il singolo progetto di concerto con enti e associazioni partner) e quindi la Commissione interna, appositamente istituita, assegnerà a ogni candidato un punteggio sulla base della attinenza fra CV presentato e progetto e, non ultimo, sulle risultanze del colloquio.

I Punti di forza e di debolezza
Il Servizio Civile così strutturato offre la possibilità di trovare risorse umane ad hoc per una determinata attività (comunque destinata a chiudersi come SC in un anno) che in questo arco temporale può formare le ragazze e i ragazzi coinvolti fornendo loro una grande esperienza umana e strumenti per un possibile inserimento nel mondo del lavoro; non è poi detto che non si abbia l'occasione di continuare presso lo stesso Ente, con un qualsiasi tipo di contratto, una esperienza lavorativa forte della competenza acquisita durante l'anno.
Nello stesso tempo però questa ricerca di specializzati fa si che l'offerta di un anno di Servizio Civile sia sempre più rivolta a giovani che in un certo modo hanno già avuto la possibilità (o che si trovino in corso) di una esperienza formativa, sia questa di tipo educazionale (università), ovvero nel campo del volontariato.
Quanto detto è in parte la conseguenza della organizzazione della gestione del fondo economico dedicato al Servizio Civile Nazionale Volontario, fondo messo a disposizione ogni anno nella Programmazione Finanziaria del Governo. Dalla sua istituzione i fondi riservati al SCN inizialmente sono incrementati in maniera esponenziale (anche in relazione all'aumento di richiesta da parte di Enti e di giovani ragazzi e ragazze) ma negli ultimi quattro anni non sono stati più sufficienti a soddisfare la domanda stessa per una serie di fattori non dipendenti dalla società civile bensì da responsabilità politiche. Come conseguenza di ciò, e anche a garanzia della qualità progettuale, da parte dell'UNSC sono stati stabiliti criteri estremamente selettivi per l'accettazione dell'accreditamento di Enti gestori del SCN (vengono richieste capacità organizzative e di gestione di alto livello come precedentemente esposto) e sono stati imposti severi criteri di progettazione e di selezione dei partecipanti. Col tempo, quindi, si è giunti a un pacchetto di progetti messi a concorso di alta qualità (con la reale possibilità di impatto sul territorio e con la produzione di "buone prassi") e a un più basso numero di posti messi a concorso (notevolmente inferiore alla domanda da parte di giovani e Enti). La scrematura dei progetti ammessi a finanziamento ha favorito quindi, sia Enti importanti (associazioni, cooperative no profit, Comuni) con radicata forza sul territorio, rapporti di potere e relazioni ben strutturati, sia quei giovani che già hanno avuto la possibilità di accedere ad un percorso formativo "professionalizzante" (università, master, corsi professionali, etc…).
Tutto ciò, è ovvio, va a discapito del principio democratico del SCN rivolto alla popolazione italiana dai 18 ai 28 anni e di tutte quelle organizzazioni locali, la maggior parte delle volte piccole entità, che svolgono un ruolo importantissimo nella comunicazione dei principi di rispetto, solidarietà, democrazia, tutela e promozione del patrimonio ambientale e culturale; realtà che operano per la costruzione di relazioni sociali, per il principio della cooperazione nonché per la prevenzione del disagio e dell'emarginazione. Queste realtà minori svolgono un ruolo importante nella territorialità in cui operano; forti del livello di conoscenza e di analisi del contesto locale, nei suoi aspetti di valore e nelle sue deficienze, sono in grado di proporre progetti pensati sulla base di tale privilegiato punto di osservazione, dedicati a rafforzare la relazione fra cittadini, territorio e base sociale. E' enorme il divario che separa queste piccole realtà dagli enti di grande scala regionale o nazionale che difficilmente sono in grado di "cucire" un progetto capace di rispondere alle necessità di un ambito territoriale ristretto, date le peculiarità di ogni singolo contesto.In questa ottica va vista l'opportunità che si offre agli Enti Parco, che nella politica di tutela e promozione attiva del contesto naturale di flora e fauna, fra gli strumenti utilizzati annoverano anche quello della costruzione e dell'implementazione di una forte connessione fra il patrimonio suddetto e le comunità locali, con tutti i soggetti che vi partecipano.

L'esempio di Monterano
La Riserva Naturale Regionale Monterano, istituita con L.R. n. 79 del 2 dicembre 1988, ubicata nel Comune di Canale Monterano (Roma) si estende per circa 1.100 ettari sui depositi vulcanici del complesso vicano e sabatino.
La Riserva è volta al recupero e alla valorizzazione dei beni culturali e del territorio, alla conservazione degli ecosistemi e al mantenimento della diversità genetica delle specie animali e vegetali, alla promozione del turismo didattico e naturalistico, a garantire lo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali (art. 2).
Le emergenze storiche sono rappresentate dagli antichi resti dell'abitato di Monterano, risalenti alla seconda metà del ‘600, con il palazzo ducale, il convento e la chiesa di San Bonaventura opere del Bernini. L'area presenta molti siti archeologici per l'importante influsso etrusco dato, da quest'antica popolazione, al territorio monteranese durante il VI sec a.C. Di grande rilievo gli aspetti naturalistici rappresentati dal corso del Fiume Mignone, (SIC IT 6010003) e dei suoi affluenti, con la vegetazione caratterizzata da boschi a galleria di salice e ontano, colonie di faggi e cespugli di Avenella lungo gli argini dei torrenti scavati nelle forre a quote bassissime, praterie di Agrostis, polle sulfuree e pascoli bradi frequentati da bovini di razza maremmana. Nota di pregio sono le molte segnalazioni della avifauna stanziale e migratoria, sia di rapaci che di limicoli che trovano habitat naturali ottimali alla nicchia trofica e riproduttiva, inoltre, tra gli altri, sono in corso di approfondimento interessanti studi sul radon e la batracofauna, sulla lepre italica, sulle orchidee e sulla chirotterofauna. Grazie a una congiuntura speciale dovuta alla sensibilità dimostrata dal Direttore della Riserva, F. M. Mantero, dall'Amministrazione Comunale e da Arci Servizio Civile Viterbo, da nove anni ormai si è riusciti ad avviare sperimentalmente sul territorio di Canale Monterano l'esperienza di "governance", di valorizzazione dei giovani, di promozione e di avvicinamento alla comunità che è, e deve essere, anche il Servizio Civile volontario. L'impiego dei volontari è stato rivolto direttamente alla promozione, alla tutela e salvaguardia del patrimonio naturalistico e storico della Riserva. In termini di immagine, "governance" e comunicazione i progetti hanno avuto un'efficacia potenziata dal fatto che la quasi totalità dei volontari che ha partecipato apparteneva alla comunità locale; l'azione dei volontari infatti, se inseriti in un contesto lavorativo dinamico, serio e volto al miglioramento delle condizioni, sia di conservazione della natura sia degli aspetti socio-economici, ha una ricaduta molto importante in termini di conoscenza, partecipazione e consenso.
Fra gli ultimi progetti realizzati merita attenzione il Progetto "Ambiente" (2006/2007) che, promosso inizialmente nella Riserva Naturale Monterano, si è ampliato coinvolgendo altre Riserve e realtà di interesse naturalistico della provincia di Viterbo: la Riserva Naturale Selva del Lamone, la Riserva Naturale Monte Rufeno, il Comune di Ronciglione e il Comune di Blera; il progetto ha contribuito a porre in rete anche per ciò che riguarda l'ambito del SCN, esperienze che contemporaneamente venivano peculiarmente realizzate presso gli enti citati.
L'obiettivo del Progetto Ambiente era quello di favorire azioni di aggregazione e socializzazione rivolte maggiormente alle realtà locali, al fine di valorizzarne le professionalità connesse al settore ambientale e forestale, nonché a quelli turistico, agricolo, artigianale e a tutte quelle attività che favoriscono la crescita culturale e la formazione giovanile. I volontari partecipanti avrebbero acquisito sensibilità, consapevolezza e capacità relazionali nei confronti di un mondo diverso dal proprio e arricchito il loro bagaglio di conoscenze organizzative facilmente spendibili nel mondo del lavoro. I singoli progetti di SCN, presentati dalla Riserva Monterano a partire dal 2001 hanno effettivamente contribuito a migliorare il livello di integrazione con la comunità locale (istituzioni, associazioni di vario settore, gruppi informali di giovani, gruppi scout). Nella popolazione monteranese è in aumento, inoltre, l'interesse e il coinvolgimento nelle iniziative della Riserva (Giorni Verdi, le Giornate della Cooperazione, NaturalMonte Bio, trekking a cavallo e in bicicletta, etc..). Nel corso degli anni i volontari hanno collaborato con i Guardiaparco nello sviluppo di attività educative e didattiche rivolte ad alunni di scuole di ogni ordine e grado di tutta la regione, per valorizzare non solo le risorse naturali ma anche proporre esempi di gestione partecipativa e di sviluppo sostenibile. I volontari hanno contribuito alla promozionedella Riserva e dei prodotti tipici del Comune di Canale Monterano intervenendo in mostre e fiere di settore. Il risultato immediato è stato la conoscenza delle altre Riserve Naturali del Lazio mentre nel lungo termine sono state senz'altro acquisite capacità organizzative e di collaborazione con il personale interno ed esterno. Le attività svolte nella sede e nell'ufficio di promozione turistica hanno contribuito a sviluppare e migliorare la capacità ospitativa della Riserva e ad accrescere il numero di visitatori che raggiunge ogni anno le 15.000 unità. I progetti di SCN, nel corso del tempo, hanno stimolato la partecipazione degli stessi volontari alla vita socio-culturale della comunità locale, rendendoli consapevoli delle loro potenzialità e di quelle del territorio in cui abitano.
L'anno di servizio diviene un passaggio molto importante per l'analisi delle competenze acquisiste e per un migliore orientamento professionale futuro, oltre che un momento di autoanalisi e consapevolezza del ruolo sociale della propria persona.

Il valore aggiunto di un attività con i piedi per terra: gli Alberi Monumentali
Il progetto è nato dall'Area Tecnica della Riserva per ottemperare alla direttiva della Regione Lazio, Area Conservazione Foreste, in applicazione della Legge Regionale n.39 del 30/09/2002 per il censimento degli alberi monumentali. Il progetto aveva l'obiettivo di sostenere gli uffici della Riserva nell'individuazione di esemplari vetusti, habitat e ambienti di limitata estensione di rilevante interesse naturalistico, storico, paesaggistico da sottoporre poi all'Assessore competente per l'inserimento nel registro regionale degli alberi e dei boschi monumentali. Altro e alto obiettivo era quello di individuare forme concrete di partecipazione alla salvaguardia del patrimonio naturale e di valorizzazione della stessa area protetta.
La ricerca, portata avanti quasi esclusivamente dai volontari, è iniziata sulla base di notizie, diffuse oralmente, dell'esistenza di esemplari di grandi dimensioni. A partire dalle segnalazioni sono state eseguite le prime indagini mediante la cartografia in dotazione nella Riserva, il Catasto e la bibliografia storica.
Alle indagini preliminari hanno fatto seguito i sopralluoghi in campo con i Guardiaparco per verificare lo stato di fatto di ogni singolo esemplare o bosco.
I dati raccolti hanno riguardato il tipo di soprassuolo arboreo o arbustivo circostante, la formazione litologica, la proprietà del terreno e le citazioni storiche e/o cinematografiche. Il parametro base della selezione degli alberi monumentali è stato la circonferenza (sostanzialmente a petto d'uomo, cioè ad 1,30 m di altezza da terra). Sono stati raccolti, mediante l'utilizzo di strumenti quali il clisimetro, l'ipsometro e la fettuccia metrica, altri dati che descrivono le caratteristiche fisionomiche e biologiche dell'esemplare: conformazione del fusto, portamento, altezza, diametro della chioma, altezza di inserzione della chioma, proiezione della chioma al suolo. Sono stati esaminati il quadro vegetativo dato dal vigore, l'esistenza di seccume, microfillia e/o riscoppi rilevandone lo stato e la presenza. L'analisi ha tenuto in considerazione anche il quadro strutturale dato dall'aspetto dell'apparato radicale, colletto, fusto, chioma e branche rilevandone indicazioni generali sulla stabilità e una descrizione; è stato esaminato il quadro fitosanitario, ovvero la presenza di infezioni e infestazioni e sono state fornite informazioni aggiuntive relative alla storia dell'esemplare, dove risultano evidenti o confermate da informazioni attendibili (potature, ancoraggi, consolidamenti). A completare il quadro sono stati segnalati gli elementi di disturbo che possono minacciarne l'integrità ed è stato ricostruito il quadro legislativo che può essere determinante per la protezione e valorizzazione dell'esemplare individuato. Se da un lato è stato agevole rilevare le caratteristiche morfologiche di un albero con misurazioni, è compito più delicato individuarne la monumentalità come categoria di giudizio. Senza dubbio un albero è monumentale quando lo fa emergere rispetto agli altri del territorio, nel contesto ambientale. Questo momento ha rappresentato un'altra fase del rilievo in campo: l'acquisizione di elementi culturali ed emotivi che possano aiutare la valutazione. Si parla così di grado di monumentalità dimensionale (legata alla circonferenza), rarità botanica (per specie non tipiche dell'ambiente in cui crescono), architettonica (legata ad edifici di elevato valore artistico e culturale), storico-culturale (legata a particolari eventi del territorio, storia locale e tradizioni)e paesaggistica (relativa a piante e boschi presenti in elevato contesto ambientale e naturalistico che lo caratterizzano). L'ottimo risultato raggiunto non è determinato solo dall'Elenco degli Alberi Monumentali della Riserva Monterano (riportati nella Tab.1), ma anche dalle utili indicazioni scaturite in merito alla scheda dei rilievi e alla bozza di regolamento regionale che sono state inviate ai competenti uffici.

Conclusioni
Riteniamo che la sinergia del lavoro effettuato tra la Riserva Monterano e Arci Servizio Civile Viterbo abbia portato negli anni oltre a risultati concreti, come il progetto citato, anche a traguardi politici e sociali sia in termini di partecipazione che di sviluppo locale. Non vogliamo illuderci che sia tutto rose e fiori e che sia facile gestire le risorse umane (compresi i volontari del SCN perché necessitano di una presenza costante e coerente), però siamo certi che con l'aiuto capillare del monitoraggio di Arci Servizio Civile Viterbo e il contatto professionale, costante e personale dell'Associazione con i volontari, siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati anche sul piano umano. Invitiamo tutte le aree protette a promuovere progetti di Servizio Civile anche se risulta sempre più complicato avere le strutture richieste dall'Ufficio Nazionale Servizio Civile (in termini di formazione, capacità amministrativa, gestionale e di monitoraggio) ovvero ad avvalersi di convenzioni con Enti riconosciuti e diffusi sul territorio nazionale come Arci Servizio Civile che possono progettare in collaborazione con gli enti gestori e assolvere, a fronte di un contributo alle spese, gli obblighi e gli oneri della gestione.