Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 55



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Liguria: una marcia in più grazie ai parchi

La storia di un sistema giovane di aree protette, nato nel 1996 e sviluppatosi rapidamente, che punta ad agilità ed efficacia, mostrando la validita' di un lavoro collettivo e reticolare. Proprio grazie a questo atteggiamento i parchi liguri sono riusciti a consolidare il loro Coordinamento Regionale ed il dialogo con la Giunta Regionale, a triplicare in media le risorse che vengono loro attribuite e a portare attività ed innovazione sul territorio.

Il coordinamento dei Parchi e delle aree protette della Liguria è stato istituito nel 1996, contestualmente alla istituzione degli stessi Parchi naturali regionali. Esso rispondeva perfettamente all'esigenza fondamentale di Enti la cui fragilità iniziale, politica, organizzativa ed economica, metteva in serio dubbio la continuità dell'esistere nell'immediato futuro. L'idea di fondo che animò il primo gruppo di neopresidenti dei Parchi liguri fu senza dubbio quello di trasformare tante situazioni di debolezza in una risorsa e Federparchi ha offerto lo spunto indispensabile ed il sostegno necessario affinché ciò si realizzasse. La prima conferenza regionale sulle aree protette della Liguria si tenne il 27 novembre 1999 a Borzonasca (Ge), nel Parco dell'Aveto. Il convegno fu convocato allo scopo di effettuare un primo bilancio dei risultati ottenuti dal momento del concreto avvio dell'attività degli Enti parco della Liguria avvenuto nel 1996. Il titolo che si pensò di dare all'iniziativa fu: "Un progetto per i Parchi del 2000" con lo scopo di individuare un percorso per consolidare un processo che dovesse vedere gli Enti parco protagonisti, assieme ad altre istituzioni, di una nuova politica di conservazione dell'ambiente e di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile per la regione Liguria. La seconda Conferenza Regionale Aree Protette della Liguria fu convocata a Sarzana (Sala Consiglio Comunale) il 6 marzo 2004 e si concluse con l'approvazione unanime di un documento conclusivo articolato in 11 punti. Il documento prendeva in considerazione lo straordinario momento di programmazione/attuazione che aveva portato tutte le aree protette della Liguria a divenire "strumenti" pianificatori e gestionali di eccellenza, luoghi della qualità espressa attraverso l'attenzione ai bisogni e alle aspettative delle comunità locali, nel rispetto degli interessi dell'intera collettività. Si sottolineava l'importanza del percorso gestionale, basato su strumenti concertati e condivisi con i diversi soggetti, pubblici e privati, che ha comportato un sempre più significativo coinvolgimento del territorio ed un conseguente più ampio fronte di interventi. Si prendeva atto di un nuovo scenario di riferimento in cui gli Enti Parco erano chiamati ad attuare i propri programmi (in termini funzionali alle politiche ambientali della Regione Liguria) sulla base di principi di leale collaborazione ed in intesa con le altre istituzioni e con gli attori sociali, con i quali hanno condiviso e concordato le proposte progettuali ed il loro processo attuativo, collocando in una prospettiva organica un'esperienza gestionale che ha già saputo conseguire importanti risultati a livello territoriale. Nei punti evidenziati dal documento si toccavano i temi della concertazione a livello locale, della predisposizione di strumenti progettuali forti nell'ambito dei programmi di rilevanza comunitaria (LIFE-Ambiente, LIFE-Natura, INTERREG, LEADER +) e nazionale (A.P.E. Appennino Parco d'Europa, VIA ALPINA, C.I.P. Coste Italiane Protette, Rete Ecologia Nazionale, Piano Nazionale della Biodiversità) nonché delle strategie gestionali per la tutela del Santuario dei Cetacei. Si auspicava la messa a punto, come deciso nel convegno tenutosi ad Arenzano nel settembre 2003, di adeguati strumenti di comunicazione e di informazione che permettessero una più ampia ed efficace circolazione delle idee e delle conoscenze relative alle esperienze ed ai risultati conseguiti dalle aree protette, al fine di coinvolgere le comunità locali e i "portatori di interesse" a diversi livelli (istituzionali e non) nel processo di sviluppo di una responsabilità condivisa e funzionale alle attività di programmazione e di gestione delle risorse ambientali. Si raccomandava il completamento del sistema regionale delle Aree Protette della Liguria con l'istituzione dei Parchi naturali regionali delle Alpi Liguri e del Finalese, di cui all'art. 46 della L.R. n. 12 del 22 febbraio 1995. Si chiedevano adeguate risorse ordinarie e di investimento, allo scopo di consolidare i risultati conseguiti ed incrementare e potenziare progetti ed azioni funzionali all'attuazione di politiche di tutela attiva del territorio contestuale ad uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Nel febbraio 2005, all'approssimarsi delle elezioni amministrative regionali di primavera, il Coordinamento dei Parchi e delle aree protette della Liguria decise di sottoporre ai candidati un documento programmatico che riprendeva appieno i temi evidenziati nel documento conclusivo della conferenza di Sarzana ed attraverso il quale si andava sottolineando con vigore la necessità di affermare definitivamente il ruolo dei Parchi come laboratori della qualità e dello sviluppo sostenibile, come protagonisti del rilancio di micro-imprenditoria in aree marginali, come aree campione in cui sperimentare piani, progetti e attività innovative, come soggetti in grado di garantire nuovamente un presidio costante del territorio attraverso il sostegno alle tradizionali attività agricole, di governo del bosco e zootecniche, di per se stesse ecocompatibili, come nucleo dal quale irradiare azioni di qualità per i territori circostanti, come strumento imprescindibile per l'affermarsi di nuove forme di turismo sostenibile. Ed ancora una volta veniva sottolineata la necessità di garantire alle aree protette della Liguria l'erogazione di adeguate risorse ordinarie e di investimento. Veniva ripreso l'annoso tema del completamento del Sistema Regionale delle Aree Protette della Liguria anche attraverso la piena attuazione alla legge regionale sul "paesaggio protetto" utilizzabile per estendere gli ambiti di intervento pianificatorio, programmatorio e progettuale dei Parchi. Veniva ribadita la necessità di individuare e avviare una soluzione gestionale efficace che consentisse all'Alta Via dei Monti Liguri di diventare, in sinergia con i Parchi, l'asse portante dello sviluppo turistico-escursionistico per tutto l'arco dell'entroterra della Regione. Veniva sottolineata l'esigenza di potenziare il Servizio Regionale per i Parchi e le Aree Protette affinché esso potesse sostenere il crescente impegno nella progettazione, nel coordinamento e nel supporto tecnico-amministrativo per la messa a punto di azioni di sistema sempre più incisive a livello di programmazione regionale e nazionale, anche attraverso una adeguata presenza a livello di Conferenza Stato-Regioni per una piena e sostanziale valorizzazione delle esperienze maturate. Il 2 dicembre 2005, ad elezioni avvenute, a seguito della sollecitazione del Coordinamento e di un proficuo lavoro di preparazione, il presidente Claudio Burlando decide di avviare una consultazione tra la Giunta della Regione Liguria ed il sistema regionale delle Aree protette. E' la prima occasione per i parchi di poter avere di fronte l'intero arco del potere amministrativo regionale ed è anche l'occasione eccezionale per affermare con forza la valenza trasversale delle politiche territoriali dei parchi. L'incontro ha il senso di una forte legittimazione politica di parchi e aree protette della Liguria, chiamati a sostenere, in armonia con l'insieme delle amministrazioni locali, un ruolo importante nella protezione ambientale, nella tutela del paesaggio e nella ridefinizione e nel rilancio strategico delle economie locali. L'indicazione del presidente Burlando va dunque nella direzione del saper realizzare progetti innovativi, nel cercare di coniugare con intelligenza la protezione con il rilancio delle economie locali con il pieno sostegno, politico e finanziario, della Giunta regionale.
Venerdì 17 ottobre 2008, alle ore 11, nella sala stampa al quinto piano del palazzo della Regione in piazza De Ferrari a Genova, il presidente Claudio Burlando convoca, per la seconda vota, un incontro tra la Giunta regionale ed il sistema dei Parchi e delle Aree protette, per una consultazione sui programmi, sui progetti, sulle strategie avviate, in corso, o da avviarsi. E' l'assessore all'ambiente Franco Zunino che introduce i lavori e che fa il punto della situazione. Segue l'intervento del responsabile del Coordinamento regionale di Federparchi, Dario Franchello presidente del Parco del Beigua, che sottolinea con soddisfazione come alcune priorità evidenziate nella conferenza regionale di Sarzana nel marzo 2004, riprese poi nella lettera ai candidati alle elezioni regionali del 2005, ribadite nel primo incontro con la Giunta regionale della Liguria nel dicembre 2005 siano diventate realtà:
1) il Parco delle Alpi Liguri è stato realizzato e l'insieme dei Parchi della Liguria è attualmente costituito da 1 parco nazionale (Cinque Terre), 9 parchi naturali regionali, di cui 6 gestiti da Enti parco (Antola, Aveto, Beigua, Montemarcello-Magra, Portofino, Alpi Liguri), 3 dai singoli comuni interessati (Bric Tana, Piana Crixia, Portovenere), 3 riserve naturali regionali (Bergeggi, Gallinara, Rio Torsero), un giardino botanico regionale (Hanbury) e un giardino botanico provinciale (Pratorondanino, Provincia di Genova), integrato da due aree marine protette statali istituite (Cinque Terre e Portofino), due previste (Bergeggi, in corso di istituzione, e Gallinara), e dalle estensioni a mare di due aree protette regionali (Giardini Botanici Hanbury e Portovenere), completato dal sistema dell'Alta Via dei Monti Liguri. Si tratta di un vero e proprio sistema, che ha dimostrato di sapersi autoorganizzare, di poter coordinare progetti e sviluppare potenzialità di crescita economica, sociale, culturale;
2) il sistema dei Parchi liguri ha attuato modelli di economia virtuosa dimostrando di saper utilizzare i finanziamenti regionali come base di cofinanziamenti per la realizzazione di buone pratiche e con effetto moltiplicatore nel rapporto 1:3, 1:4, 1:5 e in qualche caso anche 1:6, con una media costante, su successive annualità di bilancio, di un effetto moltiplicatore medio dei fondi regionali in conto capitale di 1:3, quindi, in sintesi, ha dimostrato di possedere la capacità di triplicare le risorse annualmente assegnate;
3) il sistema dei Parchi liguri in questi ultimi anni è stato riconosciuto per la sua valenza trasversale come lo testimoniano le positive collaborazioni attivate con i diversi assessorati della Regione: dell'ambiente, del turismo, dell'agricoltura e della caccia e pesca, della formazione, della pianificazione, dello sviluppo economico, del bilancio e dello sport e della cultura;
4) per quanto riguarda il turismo, il sistema Parchi ed Alta Via, costituisce la vera novità in grado di ampliare, modificandola e completandola, l'offerta dell'intero pacchetto Incoming Liguria. I Parchi sono portatori di una profonda modifica dello stereotipo del turismo ligure legato storicamente alla balneazione marina, che oggi, grazie proprio all'azione coordinata e forte dei Parchi, sta scoprendo il variegato e ricco mondo dell'outdoor, della biodiversità naturale, delle palestre a cielo aperto;
5) il sistema dei Parchi ha attivato reti di relazioni a livello territoriale e locale capaci di coinvolgere il pubblico ed il privato in progettualità di tutela e di valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, archeologico e culturale;
6) il servizio regionale Parchi e delle aree protette, seppure non potenziato per quanto riguarda le risorse umane come auspicato, ma anzi ridotto di una unità, ha fornito un supporto progettuale formidabile;
7) il sostegno costante di Federparchi ha contribuito ad orientare e sostenere l'azione pianificatoria dei parchi liguri negli obiettivi tutt'altro che facili di saper coniugare la protezione della natura con le buone pratiche di sviluppo sociale ed economico;
8) in questo contesto la capacità progettuale del sistema dei Parchi liguri ha prodotto, con lavoro collegiale e con l'impegno di direttori e presidenti, un progetto integrato che ha sviluppi puntuali da un capo all'altro della Liguria, per un totale di 93 milioni di euro finanziabili attraverso le diverse strategie di intervento comunitario e regionale.
Attualmente progetti per 10 milioni di Euro sono stati accolti nel FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) regionale, altrettanti nel FESR (Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale) ed ulteriori risorse potranno essere attivate attraverso le misure di finanziamento di settore (agricoltura, turismo, sport, cultura, formazione, etc.) previsti dal bilancio regionale e se le politiche nazionali lo consentiranno, anche attraverso il FAS nazionale.
Il giudizio dei presidenti dei Parchi liguri in merito al confronto del 17 ottobre 2008 con la Giunta della regione Liguria è positivo: l'impostazione che il presidente Burlando, l'assessore Zunino e l'intera Giunta hanno voluto imprimere alla politica dei Parchi e delle aree protette, va nella direzione giusta ed è quella attesa da tutti coloro che da tempo sono impegnati nel variegato mondo dei Parchi e delle aree protette. Il presidente Claudio Burlando ha apprezzato il lavoro svolto dal sistema dei Parchi liguri, ed ha sottolineato il valore strategico dei 10 milioni di Euro provenienti dai fondi FAS ed altrettanti 10 provenienti dal FESR, messi a disposizione dalla Regione Liguria per il sistema dei Parchi. «Questi finanziamenti - ha sottolineato - serviranno a mettere in moto 93 milioni di euro di nuova progettualità del sistema regionale dei Parchi e dell'Alta via dei Monti liguri per offrire una risposta sempre più adeguata ai visitatori. In pratica i Parchi moltiplicano per tre le risorse che si investono a loro favore, grazie alla loro capacità progettuale e di coordinamento con i differenti soggetti sul territorio».
È cambiato, secondo il presidente Burlando il clima che ruota intorno ai Parchi, «se prima infatti erano vissuti come elementi che frenavano lo sviluppo, oggi sono visti come soggetti in grado di dare nuovo impulso alla valorizzazione della regione e che oltre a tutelare l'ambiente sono compatibili con la valorizzazione delle risorse sia ambientali che enogastronomiche e culturali e per questo sempre più comuni con territori di alto pregio ambientale vogliono entrare nell'area del Parco».
I progetti presentati in questa prima tornata, immediatamente cantierabili ed illustrati dai direttori, riguardano i 6 Parchi naturali regionali: Beigua, Antola, Portofino, Montemarcello, Aveto, e il Parco delle Alpi liguri. «Tutti questi progetti dimostrano - ha commentato l'assessore regionale all'Ambiente Franco Zunino - la grande capacità progettuale dei Parchi liguri, capaci di attrarre ulteriori risorse, grazie alle sinergie create in una regione che vanta un sistema di aree protette così diversificate».
«A questi interventi già cantierabili - ha concluso il presidente Burlando - si deve aggiungere l'apertura, entro l'anno, del nuovo Parco urbano delle Mura del Righi che diventerà un'area protetta di dimensione locale. Infine i Parchi non sono elefantiaci, ma strutture costituite per lo più da due o tre persone, che svolgono una funzione importante di connessione costa e entroterra, oltre che di sviluppo sociale ed economico». Il Direttore Generale Franco Lorenzani ha sottolineato l'impegno della struttura regionale a pieno sostegno dell'azione dei presidenti e dei direttori dei Parchi che hanno realizzato un sistema credibile, con enti che pur con le esigue risorse umane a disposizione, hanno saputo imprimere una vera svolta nella politica regionale della tutela dei territori di maggiore pregio ambientale, con la capacità di lanciare progetti innovativi di sviluppo. L'architetto Federico Beltrami, dirigente del Servizio Parchi, ha svolto quindi una relazione complessiva sulle attività, sui progetti, sulle azioni del sistema. Ha sottolineato le fragilità determinate dalle piante organiche ancora troppo esili ed ha messo nella giusta evidenza i risultati "clamorosi" messi a segno dal sistema nella sua globalità. Sono poi seguiti, a completamento della produttiva mattinata, gli interventi dei Parchi naturali regionali. Roberto Costa presidente del Parco dell'Antola ha fatto il punto dell'impegno, dei progetti in corso e delle buone azione messe a segno dai Parchi liguri nel campo energie rinnovabili e della mobilità sostenibile:
«E' proprio all'interno o a margine dei Parchi che sono stati progettati e messi in funzione i primi modelli di utilizzo non dimostrativo ma concreto delle energie rinnovabili; vale la pena di citare come esempio due di queste situazioni quali l'impianto eolico di Stella, nel Parco del Beigua, all'avanguardia per efficienza e compatibilità ambientale, ed il nuovo Rifugio del Parco dell'Antola, unico edificio pubblico non raggiunto dalla rete stradale interamente alimentato con energia solare termica e fotovoltaica nella nostra Regione, per continuare con nuove esperienze in tal senso in fase di attuazione in altre aree protette.
Tali impianti costituiscono oggi, in territori storicamente in ritardo nel campo dell'innovazione tecnologica come le aree del più profondo entroterra, formidabili esempi virtuosi e modelli di ciò che è possibile realizzare con le energie rinnovabili tanto nei confronti degli altri Enti pubblici che dei privati, stimolando nuovi progetti e realizzazioni anche da parte di questi ultimi.
Parallelamente, nel campo della mobilità sostenibile, oltre all'impegno diretto degli Enti parco per la realizzazione di centinaia di chilometri di percorsi ed itinerari adatti ad un turismo basato su mezzi di spostamento privi di impatto ambientale (escursionismo, mountain-bike, turismo equestre), molto si è lavorato, specialmente in quest'ultimo anno in collaborazione con il Servizio Parchi della Regione Liguria in particolare sul Progetto Alta Via dei Monti Liguri (AVML), attorno al quale è stato costruito un progetto di servizi e mobilità sostenibile denominato CST (Centri Servizi Territoriali), che ha incontrato non a caso attenzione e collaborazione non solo nell'ambito dell'Assessorato di stretta competenza, quello all'Ambiente ed ai Parchi, ma anche da parte dell'Assessorato al Turismo e dell'Agenzia Turistica In Liguria.
Questo progetto, imperniato sulla presenza lungo l'arco della Regione di 7 centri localizzati principalmente proprio presso i centri visitatori dei Parchi, si sta sviluppando in questi mesi articolato, oltre che sulla offerta di informazioni e di supporto logistico ai frequentatori dell'AVML e delle aree ad essa connesse, anche, in particolare, sul trasporto su prenotazione con minibus dedicati degli escursionisti lungo gli itinerari dell'AVML e dei parchi, consentendo di raggiungere con i mezzi pubblici località fino ad ieri avvicinabili solo a piedi o con l'auto privata e stimolando di conseguenza l'incremento delle attività turistiche (B&B, locande, trattorie, vendita prodotti tipici, etc…) connesse con una maggiore frequentazione di queste località. Sui fronti dell'energia rinnovabile e della mobilità sostenibile i parchi non si fermano a questi obbiettivi raggiunti, ma puntano a nuovi traguardi: altri progetti sono infatti ormai prossimi alla cantierabilità, come ad esempio quelli per la realizzazione di una navigabilità pubblica controllata ed alimentata per quanto possibile da energia rinnovabile lungo specchi acquei montani, quali il lago del Brugneto o itinerari fluviali quali il basso corso del Magra, con lo scopo di far conoscere ad un vasto pubblico bellezze naturali fino a ieri quasi sconosciute e di fornire ai territori interessati una formidabile occasione, anche al di fuori del tradizionale periodo estivo, per una crescente presenza di turismo naturalistico, sia privato e familiare che legato all'educazione ambientale scolastica e non, di cui i Parchi sono titolari e protagonisti nell'ambito della rete regionale. Allo stesso modo si sta lavorando per favorire l'adozione di misure tecniche per il risparmio energetico e la produzione di energia rinnovabile tanto le proprie sedi e strutture quanto quelle di agricoltori, allevatori e produttori tipici locali, soprattutto in zone isolate e difficilmente raggiungibili, anche con l'ausilio di strumenti messi a disposizione dalla Regione quali il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) sviluppato dall'Assessorato Agricoltura». Giuseppino Maschio, presidente del Parco dell'Aveto, ha trattato gli argomenti dello sviluppo rurale, dell'agricoltura, dei prodotti tipici e della forestazione:
«I Parchi di Liguria, dalla loro costituzione, si sono posti come obbiettivo la missione di creare sviluppo sostenibile, non solo nei territori di loro competenza ma più in generale nell'area del comprensorio in cui sono presenti, attraverso strumenti finanziari che la Regione mette a disposizione con risorse proprie, dello Stato o Comunitarie, attuando così l'effetto moltiplicatore delle proprie risorse ordinarie, altrimenti troppo limitate rispetto ai programmi che ogni Parco ha.
Pertanto tutti i Parchi sono sempre molto attenti a queste opportunità economiche e facendo rete tra loro hanno presentato progetti per milioni di euro sul PSR, sia come sistema dei Parchi liguri, attraverso un progetto di cooperazione che prevede la valorizzazione dei prodotti locali e la loro tipicità, che singolarmente, aderendo alle SSL (Strategia di Sviluppo Locale), con progetti strutturali di miglioramento ambientale, di valorizzazione della filiera del bosco e di miglioramento dei sentieri.
Analogamente i Parchi liguri hanno aderito ai FAS, ai FESR, al POR (Programma Operativo Regionale) per progetti che valgono milioni di euro per la valorizzazione della rete escursionistica, dei rifugi, dello sviluppo della nautica, delle attività sportive, del miglioramento della ricettività, del miglioramento della rete dei musei e delle emergenze storiche e per la valorizzazione delle fonti rinnovabili.
Una particolare attenzione in questi progetti è stata posta nel cercare di mettere a sistema le strutture ricettive con le produzioni locali e con le opportunità storico-ambientali che questi bellissimi territori offrono, in quanto costituiscono un valore aggiunto da cui non si può prescindere per stare sul mercato turistico. Tali iniziative presentano talora notevoli difficoltà burocratiche e normative, specialmente rispetto alla commercializzazione diretta dei prodotti locali, per cui cogliamo l'occasione di questo incontro con la Giunta Regionale, per chiedere, per quanto di competenza Regionale, di porre allo studio strumenti che semplifichino queste norme, che salvaguardino la tipicità dei nostri prodotti e che ne valorizzino la qualità.
L'uso dei prodotti locali di eccellenza, i prodotti artigianali locali, la qualità delle strutture ricettive, se messi in sinergia possono diventare l'elemento determinante di sviluppo, anche alla luce del fatto, che negli ultimi anni sui nostri territori sono nate e cresciute numerose piccole attività ricettive quali locande, affitta camere, B&B e agriturismi di ottima qualità, ma che necessitano sovente di semplificazione delle normative, di poter utilizzare moderni strumenti di comunicazione e di far crescere l'offerta al turista. In caso contrario si rischia di fare fallire le grandi opportunità che si sono create sul territorio grazie a questi notevoli investimenti».
Francesco Olivari, presidente del Parco di Portofino ha posto l'accento su biodiversità ed educazione ambientale: «La missione principale dei Parchi è quella di tutelare e conservare la natura ed il paesaggio. I Parchi liguri sono sicuramente tra le zone a più alta diversità nel mondo, fattore favorito dall'incontro della catena alpina con quella appenninica, ovvero costituiscono un ambiente dalle forti differenze biologiche e naturali, in un territorio ristretto; non a caso esistono in Liguria ben 125 SIC, (99 terrestri e 26 marini) e 7 ZPS. Per quanto riguarda i SIC la percentuale rispetto al territorio è del 27% circa contro il 22% a livello nazionale. I SIC ad oggi sostanzialmente gestiti sono quelli che ricadono all'interno dei confini dei Parchi o in aree contigue. Per questo motivo sarebbe funzionale e coerente affidare ai Parchi le risorse per la gestione di quelli limitrofi, sfruttando le strutture già esistenti. I Parchi in generale, ed in Liguria in particolare, rappresentano un grandissimo valore aggiunto, anche economico, per l'intero paese. I nostri Parchi costituiscono importanti riserve di risorse quali acqua potabile, i boschi producono ossigeno e aria pulita, conservano e valorizzano lo straordinario patrimonio di biodiversità. La crisi dei mutui americani e il crollo dei mercati azionari non sono le sole minacce ad incombere sull'economia globale. Anche il depauperamento delle risorse naturali in atto in tutto il pianeta rappresenta un fattore di rischio non trascurabile per gli equilibri finanziari mondiali. Una recentissima ricerca fornisce una radiografia di quello che potrebbe succedere all'economia mondiale se continuassero a diminuire le risorse che la natura ci ha sempre offerto gratuitamente (acqua, aria pura, cibo, legno, combustibili, etc…). Questo rapporto, finanziato dalla Commissione Europea dimostra che la perdita di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi sono responsabili di un fortissimo impatto sull'economia e sul benessere; in particolare, la perdita di risorse naturali sta già avendo un impatto devastante sulle economie più deboli, tanto che è possibile individuare un rapporto strettissimo tra depauperamento della biodiversità e livelli di povertà. Per tale motivo bisogna stare molto attenti a trasformare gli enti di gestione dei parchi in Fondazioni a fini imprenditoriali per riuscire così ad autofinanziarsi, come propone il Ministro Prestigiacomo; significa innanzitutto sminuire le risorse ambientali dimenticandone peculiarità (e quindi biodiversità) e funzione. Per quanto riguarda l'educazione ambientale essa si svolge all'interno del sistema nazionale INFEA e della rete regionale del CREA, ma in realtà realizza un'azione molto ampia, in stretto rapporto con le scuole del territorio. I Parchi svolgono sostanzialmente attività finalizzate alla conoscenza e alla tutela della biodiversità, ma anche della conoscenza scientifica, della cultura locale (contadina, montanara, marinara) e dello sviluppo sostenibile nelle scuole dei comuni dei parchi e vicini, occupandosi anche della formazione dei docenti del comprensorio. Gli argomenti trattati sono quelli dell'ambiente a 360°, i rifiuti, le energie rinnovabili la conoscenza degli ambienti e degli animali, "alla ricerca del gusto" (progetto promosso dalla provincia di Genova) dove si parlerà di temi di grande attualità come la filiera corta ed il Km 0. Includendo il turismo scolastico (con cifre importanti anche per l'economia regionale) vengono coinvolte decine di migliaia di studenti, che arrivano da tutte le parti d'Italia, per visitare le nostre aree protette. Ovviamente non ci si rivolge solo alle scuole, ma si fa educazione ambientale anche agli adulti attraverso le numerose mostre, i convegni, le pubblicazioni che hanno anch'esse un valore culturale ed economico.
Le numerose attività che gli enti Parco svolgono sul proprio territorio (per esempio: manutenzione del bosco e dei sentieri, dei terrazzamenti, degli oliveti, dei prati a sfalcio, etc…) inducono nuovi comportamenti nei cittadini, sensibilizzati alle tematiche ambientali, tanto da cambiare la loro attitudine e disponibilità verso la natura e le nostre culture tradizionali. Infine ritengo che sia necessario un rilancio, anche in chiave turistica, delle aree protette ma senza dimenticare il patrimonio di culture, tradizioni e ricchezze naturali che rappresentano».
Valter Baruzzo, presidente del Parco di Montemarcello Magra ha parlato di turismo:
«Il percorso di approvazione dei Piani di Parco, positivamente concluso e basato sul confronto e la massima condivisione istituzionale, costituisce per l'intero Sistema dei Parchi liguri un presupposto fondamentale per una politica di sviluppo turistico. Parchi e turismo possono essere un binomio vincente. I Parchi liguri hanno saputo lavorare in questi anni elaborando azioni e progetti che li hanno fatti crescere anche e soprattutto nel rapporto con le Comunità locali e possono essere considerati ora soggetti credibili di opportunità concrete di crescita turistica nel rispetto dell'ambiente e della tutela della biodiversità. Hanno evidenziato, inoltre, una concreta capacità di ideazione e predisposizione di progetti, di qualità, per la salvaguardia e la valorizzazione della ricca biodiversità ligure, la sentieristica e la fruibilità delle aree protette. Una vera e propria "rete" che costituisce una premessa per ulteriori interventi e realizzazioni per la valorizzazione di un turismo di qualità. In campo turistico i Parchi possono essere un forte elemento di connessione tra territori in ambito locale ed interregionale.
Il Parco regionale di Montemarcello Magra ha realizzato un progetto di area vasta, un vero e proprio progetto di Sistema che ha unito la costa con l'entroterra costituendo il "distretto Amministrativo" certificato più ampio d'Europa: 22 Comuni della Val di Vara e della Val di Magra, insieme al Parco hanno condiviso un percorso di qualità riconoscendo nella Certificazione Ambientale uno strumento vincente per la promozione e lo sviluppo sostenibile dell'imprenditoria locale e del turismo. Analogamente si sta muovendo il Parco del Beigua con la rete dei comuni associati ed inoltre, da alcuni anni, è entrato a far parte della rete European Geoparks la quale, sotto l'egida dell'UNESCO, promuove lo sviluppo del geoturismo.
Il Parco di Montemarcello Magra è anche protagonista nel processo di riqualificazione e sviluppo delle attività nautiche esistenti sul Fiume Magra. Con il proprio Piano della Nautica recentemente approvato e sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica, il Parco diventa protagonista nella "governance" del Porto turistico più importante della Liguria, il fiume Magra, nel rispetto delle peculiarità e dei valori ambientali. Ciò costituisce sicuramente per il territorio un elemento di garanzia per riuscire a coniugare un turismo di qualità con il pieno rispetto per l'Ambiente. I Parchi liguri stanno dimostrando di avere capacità e di essere maturi per affrontare nuove ed importanti sfide per lo sviluppo turistico della Regione». Lorenzo Lanteri, presidente del Parco delle Alpi Liguri, la new entry tra i Parchi regionali, ha parlato di potenzialità e caratteristiche di questa nuova area, situata nell'estremo ponente ligure, tra Francia e Piemonte, con antiche enclaves di tradizione e cultura occitana, ricca di borghi di origine medioevale e portatrice della novità del "paesaggio protetto" categoria che potrà essere estesa, con successo, all'intero sistema. La sensazione comune che si poteva cogliere alla fine di questo secondo incontro del 17 ottobre 2008 tra i Parchi e la Giunta regionale è stata di una rinnovata fiducia che molte difficoltà in materia di protezione ambientale che la Liguria ha sofferto in tempi non lontani, oggi siano in gran parte superate e che una nuova sensibilità si stia diffondendo tra le popolazioni sia della città, sia dei Parchi. Una sensibilità di cui le massime autorità istituzionali della Regione sono, non solo il testimonial più credibile, ma anche il motore formidabile capace di imprimere un innovativo impulso progettuale ai Parchi ed alle loro politiche di tutela sapientemente coniugate al rilancio delle economie locali.

Dario Franchello