Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 55



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Nuovi alberi per Kyoto

Contrastare gli effetti del cambiamento climatico attraverso la messa a dimora di migliaia di alberi all'interno di parchi naturali italiani e stranieri.
Questa l'idea di "Parchi per Kyoto", iniziativa promossa da Federparchi e Kyoto Club in collaborazione con Legambiente e con il supporto tecnico di AzzeroCO2.

Il progetto, che si propone anche di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi del global warming e del Protocollo di Kyoto, prevede di raccogliere fondi da utilizzare per la piantumazione di aree comprese all'interno dei confini di parchi nazionali, regionali e urbani, in Italia e in paesi in via di sviluppo e di realizzare concretamente gli interventi di forestazione. Ogni nuovo albero messo a dimora consentirà di abbattere e sequestrare, nel corso del suo intero ciclo di vita, circa 700 chilogrammi di CO2 atmosferica. Un contributo sostanziale, oltre che di grande valore simbolico, al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas climalteranti che l'Italia si è data aderendo al Protocollo di Kyoto. La validità delle attività di forestazione ai fini del sequestro di carbonio dall'atmosfera, d'altra parte, è riconosciuta sia dallo stesso Protocollo che dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Il progetto "Parchi per Kyoto" prevede dunque che vengano individuate, all'interno dei parchi aderenti all'iniziativa, aree con una superficie di almeno cinque ettari, in cui impiantare da un minimo di 500 a un massimo di 1000 alberi per ettaro. Una scelta, quella di coinvolgere le aree protette, che consente, da una parte, di valorizzare l'esperienza dei parchi in materia di gestione forestale, assicurandosi a priori la riuscita degli interventi e, dall'altra, di canalizzare verso i parchi stessi delle risorse aggiuntive. La selezione delle specie da utilizzare per gli interventi viene fatta nel totale rispetto della biodiversità e delle caratteristiche ambientali del territorio, selezionando esclusivamente varietà autoctone e quindi ecologicamente compatibili con l'area in questione. I crediti di carbonio ottenuti da ciascun rimboschimento, certificati da un ente indipendente, vengono inseriti in un apposito registro ufficiale che, insieme ad un codice specifico assegnato ad ogni albero o area boscata, garantisce la completa trasparenza e la totale tracciabilità dell'iniziativa. Gli interventi, inoltre, sono assoggettati ad un preciso Codice Etico (vedi box), che stabilisce i principi generali e le regole specifiche da osservare nelle varie fasi del progetto, inclusa la rendicontazione degli assorbimenti dei gas serra, che devono essere calcolati utilizzando metodologie scientifiche riconosciute a livello internazionale. A garanzia dell'osservanza dei criteri fissati dal Codice Etico, Federparchi e Kyoto Club hanno costituito un Comitato Scientifico, presieduto da Gianni Silvestrini e composto da esperti in materie legate alle emissioni, alla forestazione e alla gestione di aree protette. Il Comitato Scientifico, che svolge dunque funzioni di controllo e di coordinamento delle attività tecniche e di comunicazione, si affianca al comitato "Parchi per Kyoto", organizzazione onlus costituita sempre da Federparchi e Kyoto Club e presieduta da Matteo Fusilli. Il comitato coordina e gestisce tutte le attività previste dalla campagna, dall'individuazione - all'interno di parchi regionali, nazionali e internazionali, urbani e periurbani - delle aree idonee ad ospitare gli interventi di forestazione, alla realizzazione degli interventi stessi, alla promozione di attività di comunicazione dedicate ai temi dell'effetto serra, dell'efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, etc… Inoltre, è al comitato che spetta il compito di reperire i fondi necessari per sostenere tutte le attività di "Parchi per Kyoto". A questo proposito, sono due i canali individuati per finanziare la campagna. Il primo, già attivo, prevede la raccolta di fondi presso aziende ed enti pubblici, che possono scegliere tra diverse modalità di sponsorizzazione. Contribuendo alla messa a dimora di almeno 5.000 alberi, ad esempio, l'azienda acquisisce il diritto esclusivo di contrassegnare l'area piantumata con il proprio logo. In un certo senso, il finanziatore "adotta" simbolicamente l'area da forestare, ottenendo, oltre alla consapevolezza di aver sostenuto un'azione utile dal punto di vista ambientale, un importante ritorno d'immagine. In alternativa, l'azienda (o la pubblica amministrazione) può scegliere di finanziare la messa a dimora di un numero inferiore di piante, sufficiente magari a neutralizzare le emissioni di gas serra generate dalle proprie attività. In questo senso, può essere utile ricordare che il solo consumo di elettricità di un ufficio in cui lavorano dieci persone genera in un anno più o meno 30.000 Kg di CO2, che possono essere compensati piantando circa 45 alberi. In ogni caso, il contributo minimo fissato per gli imprenditori e gli amministratori che vogliono sostenere la campagna "Parchi per Kyoto" ammonta a 20 euro, che rappresentano la cifra necessaria per impiantare un singolo albero, inclusi anche i costi legati alle attività di comunicazione, di misurazione e rendicontazione degli assorbimenti di carbonio, di installazione della segnaletica nell'area forestata, etc... Il secondo canale di finanziamento, che sarà attivato nei prossimi mesi, è rivolto invece ai privati, che potranno contribuire con una cifra qualsiasi e con diverse modalità (punti raccolta allestiti nelle aree urbane, sms, carte di credito, etc…) alle attività della campagna che prevedono, oltre ai progetti di forestazione, iniziative di informazione e sensibilizzazione destinate al grande pubblico, con l'intervento dei principali mezzi di comunicazione. Il comitato "Parchi per Kyoto" si è dato l'obiettivo, in particolare, di organizzare un evento di portata nazionale per la raccolta pubblica di fondi, che coinvolga network televisivi e radiofonici, giornali e stampa specializzata. Intanto, numerosi esponenti del mondo scientifico e accademico, dello spettacolo, dello sport e della comunicazione hanno già mostrato interesse per il progetto, accettando di far parte del Comitato d'Onore di "Parchi per Kyoto", impegnandosi, con la loro adesione, a sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della campagna. Anche il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha riconosciuto, infine, l'importanza dell'iniziativa, concedendo il suo patrocinio e accordando un finanziamento per lo start up del progetto.

Partiti primi cantieri italiani
Dalla metà di novembre, il progetto "Parchi per Kyoto" è entrato nella sua fase operativa, con la messa a dimora dei primi 7.000 alberi in cinque aree protette tra quelle che hanno già aderito all'iniziativa. Si tratta, in particolare, dell'Area Marina Protetta del Plemmirio, del Parco Regionale veneto del Delta del Po, della Riserva Naturale Regionale Nazzano - Tevere Farfa, del Parco Regionale del Partenio e del Parco Regionale emiliano del Delta del Po. Questi primi progetti sono stati finanziati da altrettante aziende italiane e straniere (Lottomatica, Reckitt Benckiser, Nissan, Radio Kiss Kiss e Day Ristoservice), che hanno scelto questa strada per abbattere parte delle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle proprie attività. Le cinque aree piantumate coprono una superficie complessiva di circa 22 ettari e garantiranno, nel corso dell'intero ciclo di vita degli alberi messi a dimora, di abbattere quasi 5 milioni di kg di anidride carbonica. Una quantità di emissioni pari, grosso modo, a quelle di 300.000 auto che compiono un tragitto di 1.000 km ciascuna.
Con 3.500 alberi, il progetto di piantumazione più grande ha interessato il litorale nei pressi del faro "Capo Murro di Porco", nell'Area Marina Protetta del Plemmirio, in provincia di Siracusa. Grazie al contributo di Lottomatica, sono state messe a dimora piante appartenenti a diverse specie autoctone tipiche della macchia mediterranea, come la palma nana (Chamaerops humilis), e il mirto (Myrtus communis). Il Parco Regionale del Delta del Po Veneto, invece, è stato interessato dalla messa a dimora di 2.250 alberi finanziati dalla Reckitt Benckiser, azienda inglese leader nella produzione di detergenti per la casa. In località Grillara di Ariano nel Polesine sono stati piantati esemplari di specie tipiche di ambienti umidi e ripariali, come la farnia (Quercus robur), l'olivello di Boemia (Elaeagnus angustifolia) e il prugnolo (Prunus spinosa). La casa automobilistica Nissan ha poi contribuito alla forestazione di un'area del Parco Regionale Tevere Farfa, in cui sono stati piantati 750 alberi di specie autoctone come il carpino nero (Ostrya carpinifolia), la roverella (Quercus pubescens) e l'orniello (Fraxinus ornus). In Campania, invece, all'interno del Parco del Partenio, sono stati impiantati, grazie all'emittente radiofonica Kiss Kiss, 300 alberi in località "Ciglio di Cervinara". In questo caso, la scelta delle piante è ricaduta su specie di ambiente sub-appenninico come il faggio (Fagus sylvatica), l'ontano napoletano (Alnus cordata) e l'acero napoletano (Acer opalus neapolitanus). Nel Parco Regionale del Delta del Po dell'Emilia Romagna, infine, hanno visto la luce 300 esemplari di olmo comune (Ulmus minor), pioppo bianco (Populus alba) e salice (Salix alba), finanziati dalla Day Ristoservice, azienda leader nel settore dei buoni pasto.

Un progetto di respiro internazionale verso i paesi in via di sviluppo
I "Parchi per Kyoto" non sono soltanto italiani. Il comitato, infatti, ha stabilito che una parte dei fondi raccolti nell'ambito della campagna vengano impiegati per finanziare interventi di forestazione in paesi in via di sviluppo. I progetti internazionali approvati finora sono quattro e interessano aree protette dell'Africa e dell'America centro-meridionale. In Burundi, ad esempio, in collaborazione con la Ong Lvia, sarà piantumata un'area all'interno del Parco Nazionale della Kibira, per contribuire a contrastare la drammatica espansione del disboscamento in corso nel paese. In Mozambico, invece, sarà il Parco Nazionale di Zinave a mettere a disposizione l'area da forestare. Anche in questo caso, il comitato "Parchi per Kyoto" opererà in sinergia con l'associazione Lvia ed andrà ad intervenire in un contesto fortemente minacciato da incendi dolosi e sfruttamento incontrollato della foresta. L'estrazione petrolifera è invece il principale ostacolo alla conservazione della Riserva Faunistica del Cuyabeno, in Ecuador. Si tratta di una delle aree a maggiore biodiversità del pianeta, in cui, in partnership con la Ong Ucodep, sarà realizzato un altro progetto di piantumazione. In Nicaragua, infine, grazie alla collaborazione con l'associazione Re.Te, è previsto un intervento in uno dei parchi del sistema Si-A-Paz (Sistema Internacional de Areas Protegidas para la Paz), una rete integrata di aree protette per la pace.
Speriamo così, un domani, dall'alto delle chiome di questi alberi ormai cresciuti, di poter ammirare un mondo migliore.

Il Codice Etico
Parte I: Introduzione
Con il presente Codice Etico si intende dotarsi di un insieme di principi base e di regole specifiche per i progetti sostenibili di forestazione e per la conseguente generazione di crediti di assorbimento delle emissioni di anidride carbonica da utilizzarsi nel mercato volontario. È ormai noto il ruolo che gli ecosistemi forestali ricoprono nel complesso sistema climatico: attraverso la fotosintesi clorofilliana, assorbono il carbonio presente nell'atmosfera e lo trasformano in sostanza organica e biomassa. Il naturale equilibrio nel ciclo del carbonio è stato alterato dalle ingenti emissioni di anidride carbonica di origine antropica, provocando un aumento della concentrazione di CO in atmosfera e conseguente surriscaldamento (aumento delle temperature medie) del pianeta. Le foreste quindi svolgono una funzione importante nel contrastare il riscaldamento globale. I progetti di forestazione producono, quindi, degli assorbimenti, e successivi, stoccaggi di carbonio che contribuiscono a diminuire la pressione che l'aumento di anidride carbonica causa sull'atmosfera. Tali assorbimenti (carbon sink) possono essere certificati come crediti di emissione utilizzabili ai fini di una compensazione delle emissioni di CO2. La compensazione volontaria delle emissioni tramite l'acquisto di tali crediti da parte di aziende, Enti Pubblici e cittadini rappresenta un contributo importante, complementare alla riduzione delle emissioni tramite interventi diretti nei settori energetici, nel contrastare i cambiamenti climatici. Lo scopo di questo Codice Etico è quello di fornire uno strumento utile per assicurare la corretta realizzazione di tali interventi e la relativa contabilizzazione dei crediti di assorbimento delle emissioni di CO2, in modo da garantire che gli assorbimenti siano reali, permanenti e sostenibili. Oggetto di questo Codice saranno gli interventi di forestazione realizzati all'interno o al limitare di parchi nazionali, regionali e comunali, sia in Italia che all'estero, nel rispetto delle normative italiane e dei criteri internazionali stabiliti dal Protocollo di Kyoto. Inoltre, questo Codice costituisce un mezzo per assicurare che le informazioni riguardo agli interventi di forestazione siano gestite in modo trasparente, aiutando coloro che hanno un interesse legittimo nella realizzazione dell'intervento a valutare i progetti.

Parte II: Principi e regole relativi agli assorbimenti
Gli assorbimenti di emissioni, per essere idonei a generare crediti di riduzione delle emissioni, devono soddisfare i seguenti requisiti:
1. Assorbimenti reali
Deve essere provato che gli assorbimenti siano stati o saranno effettivamente conseguiti. A tal fine, il Parco o il proprietario dell'area si doterà di un Progetto di Forestazione in cui verranno definite le modalità di realizzazione dell'intervento, nel rispetto della normativa nazionale e dei criteri stabiliti dal Protocollo di Kyoto nell'ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). In particolare, il Progetto di Forestazione dovrà contenere la descrizione dettagliata dei seguenti punti:
• aree oggetto di forestazione (ogni area avrà una superficie minima di 5 ettari)
• specie arboree piantumate
• densità di forestazione
• altezza e dimensione che gli alberi raggiungeranno in fase di maturità
• proprietà del terreno oggetto di forestazione
• responsabile del Progetto di forestazione
• ente o organizzazione che effettuerà la verifica
• istituzione del Registro dei crediti di emissione
• modalità di monitoraggio del progetto
• eventuali benefici ambientali, sociali ed economici per la popolazione locale
2. Misurabilità, accuratezza e prudenza
Gli assorbimenti di emissioni devono essere quantificati utilizzando metodologie riconosciute a livello nazionale ed internazionale. Sono esclusi gli interventi di protezione delle foreste che non comportino la piantumazione di nuove aree, poiché al momento oggetto di questo codice sono le attività di nuova forestazione e non di gestione forestale. La quantità di emissioni assorbita da un ettaro di foresta sarà determinata sulla base dell'applicazione delle metodologie riconosciute eligibili e basate su studi scientifici di enti di ricerca con esperienza in materia, intergrate anche attraverso opportuni sopralluoghi di esperti del settore. Le emissioni assorbite non dovranno essere sovrastimate: nell'incertezza, nell'effettuare il calcolo degli assorbimenti dovranno essere scelte le assunzioni base, le valutazioni e le procedure più conservative. Uno specifico sistema di contabilizzazione delle emissioni assorbite dovrà azzerare il rischio di double-accounting.
3. Permanenza
Attraverso il Protocollo d'Intesa, il Parco o il proprietario dell'area si impegna mediante contratto ad assicurare la permanenza della foresta sull'area individuata per un periodo tra i 20 e i 100 anni. Questo arco temporale sarà stabilito sulla base del ciclo di vita delle specie arboree piantumate. Adottando la definizione di foresta scelta dall'Italia per l'applicazione del Protocollo di Kyoto, ai fini del presente Codice sarà considerata area forestata:
• una superficie minima di 0,5 ettari;
• con una copertura arborea superiore al 10%;
• con alberi con un'altezza potenziale a maturità di 5 metri.
Inoltre, il Parco o il proprietario dell'area si impegna a garantire che eventuali perdite di stock di carbonio derivanti da incendi, attacchi di parassiti,atti vandalici o da altra causa siano contabilizzati.
4. Sostenibilità
I Parchi ed i proprietari delle aree sono consapevoli dell'influenza, diretta ed indiretta, che le attività di forestazione possono avere sulle condizioni, sullo sviluppo economico e sociale e sul benessere generale della collettività locale, nonché dell'importanza dell'accettazione delle comunità in cui opera. Per questo motivo, il Parco o il proprietario dell'area intende condurre gli interventi di forestazione in modo da favorire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica nei luoghi oggetto di forestazione. Oltre allo scopo di assorbire emissioni di anidride carbonica dannosi per il clima, nella realizzazione degli interventi dovranno essere tenute in considerazione altre variabili relative alla sostenibilità ambientale: l'utilizzo corretto e sostenibile delle risorse naturali; il mantenimento del livello di biodiversità vegetale ed animale del territorio; la protezione degli habitat e degli ecosistemi naturali. La sostenibilità sociale comprende una corretta gestione delle relazioni con la comunità locale e con i lavoratori che portano avanti il progetto. Il Parco o il proprietario dell'area si impegna a non compromettere con la realizzazione del progetto forestale alcun diritto della comunità locale. Gli impatti sociali saranno tenuti in particolare riguardo in quei progetti realizzati nei Paesi in via di sviluppo ove le comunità locali dipendono prevalentemente dalle risorse forestali del luogo. In tali progetti, il Parco o il proprietario dell'area si impegna a coinvolgere la popolazione locale e a non violare i diritti umani e dei lavoratori, nel rispetto della legge nazionale e delle convenzioni internazionali.
5. Manutenzione e monitoraggio
Il Parco o il proprietario dell'area gestirà il territorio oggetto di forestazione secondo i criteri di corretta gestione (gestione forestale sostenibile) attualmente riconosciuti a livello internazionale. Per misurare l'accrescimento della biomassa derivante dall'intervento di piantumazione sarà organizzato un sistema di monitoraggio, secondo quanto indicato nel Progetto di Forestazione. Il Parco o il proprietario dell'area si impegna a ripristinare la dote del bosco a seguito di calamità naturali, incendi, malattie delle specie arboree ed altri eventi che possano provocare un diradamento
dell'area in oggetto. Inoltre, ai fini di garantire la permanenza dell'area forestata, dovrà essere predisposto un Piano antincendio, con un'opportuna sorveglianza se non già previsto dalle norme vigenti.
6. Verifica da parte di un ente indipendente
Il risultato del monitoraggio, corredato dei dati e delle informazioni ritenute necessarie, saranno oggetto di una verifica da parte di un ente terzo indipendente, in modo da determinare gli assorbimenti effettivi avvenuti nel periodo oggetto di verifica. L'ente terzo può essere costituito da un'azienda di certificazione, un istituto di ricerca o un'università accreditato nell'ambito del Progetto "Parchi per Kyoto". La verifica sarà effettuata sulla base del Progetto di Forestazione e secondo le modalità definite nelle metodologie eligibili, con indagini a campione realizzate ad intervalli temporali regolari.
7. Crediti di assorbimento e tenuta del registro
L'unità di misura per i crediti di riduzione è la tonnellata di emissione di anidride carbonica (tCO2). Allorquando vi siano altri effetti del progetto considerati rilevanti, vale a dire vi sia un aumento di emissioni derivante dalle attività di implementazione e gestione del progetto, questi dovranno essere considerati nel computo delle emissioni evitate. A seguito della verifica, si stabilirà la quantità di emissioni che potrà essere commerciabilizzata secondo quanto segue:
1 credito di CO2 = 1 t CO2 assorbita
Il Parco o il proprietario dell'area si impegna a tenere un Registro aggiornato dei crediti (vendita, annullamento, etc…), specificando il nome del responsabile del Registro nel Progetto di Forestazione. I crediti dovranno avere un numero di serie che li rende unici, in modo da garantire che, a seguito della vendita, essi siano annullati nel Registro. Altra funzione del Registro sarà quella di mantenere traccia del credito. Coloro che hanno un interesse rispetto al commercio dei crediti, potranno chiedere informazioni riguardo la provenienza del credito. Il Comitato Parchi per Kyoto manterrà aggiornato il Registro generale, somma dei singoli registri a scala territoriale standardizzandone i contenuti.
8. Addizionalità
Gli assorbimenti che generano crediti di riduzione delle emissioni devono essere addizionali, vale a dire aggiuntivi, rispetto a quello che sarebbe avvenuto senza il progetto. Ciò significa che la realizzazione dell'intervento di piantumazione deve apportare un cambiamento rispetto allo scenario-base in cui la forestazione non è prevista. Vengono quindi esclusi quegli interventi di gestione ordinaria e straordinaria che il Parco o il proprietario dell'area avrebbe comunque effettuato. La forestazione deve necessariamente riguardare la piantumazione di nuove aree, mentre gli interventi di protezione e salvaguarda delle aree già coperte da bosco non sono ammissibili per il riconoscimento di crediti di assorbimento. Inoltre, si dovrà prestare attenzione all'addizionalità finanziaria del progetto: il flusso di reddito generato dalla vendita dei crediti di riduzione delle emissioni dovrà contribuire alla realizzazione dell'intervento di forestazione. Questo si ha nel caso in cui i proventi della commercializzazione dei crediti di riduzione coprano una parte dei costi sostenuti per la piantumazione degli alberi.
9. Trasparenza
Le informazioni relative ai progetti di assorbimento devono essere rese accessibili ai soggetti a vario titolo interessati. In particolare, saranno accessibili, a seguito di legittima richiesta, il Report di verifica ed il Registro. Ove possibile e ritenuto opportuno, e concordemente con le disposizioni del Parco o del proprietario dell'area, si renderà disponibile l'accesso ai privati cittadini alle aree oggetto di piantumazione.

Parte III: Modalità di attuazione
1. Divulgazione
Il presente Codice Etico verrà divulgato attraverso i seguenti strumenti:
• pubblicazione sul sito internet www.parchiperkyoto.it e sul sito di Federparchi;
• come allegato e parte integrante del contratto sottoscritto tra il Comitato Parchi per Kyoto ed il Parco o il proprietario dell'area. Eventuali aggiornamenti ed allegati operativi saranno tempestivamente comunicati.
Il Parco o il proprietario dell'area, a sua volta, si impegna a divulgare il Codice Etico agli stakeholder interessati.
2. Violazioni
Il Comitato Parchi per Kyoto si riserva di procedere contro eventuali e comprovate violazioni del presente Codice Etico considerate rilevanti ai fini dell'integrità e della corretta gestione del Progetto di Forestazione.
3. Comunicazioni e referenti
Referente del presente Codice Etico è:

Comitato Parchi per Kyoto
Via Cristoforo Colombo, 163 – 00147 – Roma
email: segreteria@parchiperkyoto.it
tel: 06/45427872

Eventuali comunicazioni potranno essere inoltrate al referente a mezzo email, telefono o lettera. I suggerimenti, i reclami e le segnalazioni di violazione del Codice saranno prese in considerazione dal Comitato Parchi per Kyoto, e vi sarà data risposta. Non saranno prese in considerazione segnalazioni anonime. In ogni caso, sarà assicurata la riservatezza dell'identità della persona che effettua la segnalazione in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, intesa come atto che possa dar adito anche al solo sospetto di essere una forma di discriminazione o penalizzazione.

Silvana Santo