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Il Portale dei Parchi Italiani


L'Abruzzo dei Parchi - 3


Foto Majella 3
Lente d'ingrandimento

Dal secondo giorno di cammino nei Parchi abruzzesi fino all'inizio dei monti Sibillini ho viaggiato in solitudine. Infatti l'inutile ascesa al Monte Pizzalto, di cui ho già riferito, causò a Laura una terribile tendinite, che le impedì di continuare il trekking per qualche giorno. Anzi, a dire il vero, i medici dell'ospedale di Sulmona da cui si fece visitare le avevano consigliato di tornarsene a casa e lasciar perdere il folle progetto di camminare fino a Stoccolma, ma lei, tenace, si è invece concessa solo alcuni giorni di sosta.
Nel complesso viaggiare da sola non è stato male, a parte quando ho temuto di essermi persa sui monti che sovrastano Popoli: erano già sei ore che camminavo, quando decisi di allungare la tappa e propeguire per Popoli invece di fermarmi a Roccacasale. Avevo ancora circa quattro o cinque ore di luce e avevo calcolato che mi sarebbero abbondantemente bastate per percorrere il sentiero, apparentemente ben segnalato, che mi avrebbe portato a pochi chilometri dal posto tappa. Per scrupolo avevo anche chiesto reiteratamente ai passanti informazioni sul tracciato e i tempi di percorrenza e, rassicurata da loro, incominciai il sentiero tranquilla, convinta che non avrei avuto problemi. Invece, una volta terminati gli estenuanti cinque km di salita, mi accorsi che il tracciato non corrispondeva a quello indicato sulla cartina. In particolare non passava vicino ad alcun laghetto, come invece figurava sulla mappa. Tentai quindi alcuni sentieri che scendevano verso la direzione in cui presumibilmente si trovava l'ambita meta. Intanto il sole si era già inabissato oltre le montagne da cui ero circondata, il bosco sembrava infittirsi per via della poca luce e l'unico suono udibile era il frusciare di invisibili rettili tra le sterpaglie... Forse innocue lucertole, ma io ovviamente immaginavo si trattasse di venefiche vipere. Insomma, è facile immaginare che fossi esasperata e stessi cedendo al più cupo sconforto. Chiamai Laura, che avrebbe dovuto essere già arrivata a Popoli con i mezzi, per annunciarle che sarei arrivata più tardi del previsto. Fortunatamente lei si trovava in quel momento in compagnia di una guardia forestale, che mi spiegò telefonicamente il percorso e mi rivelò un preziosissimo dettaglio:da quelle parti segnano come laghetti semplici avvallamenti del terreno! scoprii dunque che non mi ero persa, ma avevo solo perso tempo, quindi mi affrettai a valle...dove comunque mi aspettavano nuove peripezie, e anche nuovi incontri con i rettili: una volta giunta nell'agognata camera dell' agriturismo, alzando il copriletto scoprii un ramarro che se ne stava comodamente rintanato sul mio cuscino!


Laura Meneguzzo e Ligeia Lugli