A tavola!

Finalmente. Dopo due anni di visite ai parchi, interviste ai produttori e - naturalmente - test di assaggio, è giunto al traguardo della stampa l'Atlante dei prodotti tipici dei parchi italiani. Un ponderoso e ricco volume (569 pagine) realizzato da Slow Food, finanziato dal ministero dell'Ambiente e aiutato a nascere da Federparchi e Legambiente. Un lavoro importante e assai documentato. 475 i prodotti segnalati dopo la degustazione (da una commissione di 18 esperti), 1610 i produttori individuati tra oltre 4000, da 1 a 5 il punteggio assegnato a ciascun prodotto: chi raggiunge almeno 4 merita il simbolo della chiocciolina d'oro. Record di chioccioline al parco piemontese dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, a ben 7 produttori su 9 citati.
Impossibile anche solo una sintesi della mole di informazioni raccolta. Dalla melanzana di Rotonda (Pollino) alla manna (Madonie), dallo schuttelbrot (pane altoatesino) alla pitta ‘mpigliata (dolce della Sila), l'elenco - goloso più che mai - può durare all'infinito. E indurre facilmente la tentazione di lasciar perdere il computer e dare un'occhiata al frigorifero ...
Alcune annotazioni riguardo alla scelta delle aree protette. I parchi nazionali interessati dal lavoro sono 19. Mancano l'Asinara (non vi sono prodotti, tantomeno tipici), il Gennargentu (che compare e scompare dagli elenchi, come un fiume carsico) e La Maddalena. Nella nota introduttiva è spiegato che le aree protette prese in considerazione sono quelle inserite nel secondo aggiornamento dell'Elenco ufficiale, quello pubblicato in Gazzetta nel lontano giugno '97. Per fortuna non è così. Ci sono infatti anche l'Appennino tosco-emiliano e le Cinque Terre - cui è pure dedicata la bella foto di copertina - e, sul fronte regionale (60 i parchi indagati), le Alpi Marittime e i parchi di RomaNatura: tutti non compresi in quella versione dell'Elenco, ma solo nella più recente. Altre assenze - come quelle dell'Adamello Brenta, dei parchi marchigiani Conero a parte, degli Aurunci nel Lazio e di intere regioni quali Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Sardegna - dovranno essere recuperate in una futura prossima edizione.
"Deve diventare uno strumento di lavoro", ha detto nel corso della presentazione al ministero mercoledi 29 Piero Sardo, vicepresidente di Slow Food. Però il volume, stampato in 5.000 copie, per ora non andrà in libreria anche se sarà consultabile sul sito www.atlanteparchi.com (al momento non accessibile). "Ed è il frutto della fiducia conquistata dai parchi nei confronti dei produttori", ha aggiunto il presidente di Federparchi Fusilli. Aree protette e agricoltura, davvero una santa alleanza.

    g.i.




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